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19 Luglio 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – A maggio la ripresa delle esportazioni ha subìto una battuta d’arresto con la prima flessione mensile dopo quattro mesi di crescita (-2% da +3,4% m/m di aprile).
Le importazioni hanno registrato una correzione più moderata (-0,3% m/m da +1,9% m/m).
Il calo dell’export è stato trainato dai beni strumentali (-4,6% m/m) e di consumo (-4,3% m/m per i durevoli, -2,9% m/m i non durevoli) a fronte di una crescita per quelli intermedi (+1,1% m/m) e per l’energia (+9,2% m/m), al netto della quale la flessione dell’export risulta più ampia (-2,3% m/m).
Anche la dinamica congiunturale dell’import mostra una contrazione per i beni strumentali (-4,6% m/m) e di consumo (-0,5% m/m) e viceversa un incremento per beni intermedi (+0,5% m/m) ed energia (+7,4% m/m).
Lo spaccato geografico evidenzia come a fronte di una stagnazione per le esportazioni dirette verso l’Unione Europea sia stata la flessione delle vendite extra-UE(-4,0% m/m dopo l’ampio incremento di +7,4% m/m di aprile) a penalizzare l’export italiano.
Secondo l’Istat, però, il calo dovrebbe essere stato condizionato da operazioni occasionali ad elevato impatto nella cantieristica navale, al netto delle quali la contrazione risulta più contenuta (-1,2% m/m). Anche sull’import pesano soprattutto la componente extra-UE (-1,5% m/m, contro una crescita di quella interna all’Unione Europea di +0,6% m/m).
In termini tendenziali la crescita di esportazioni e importazioni rimane comunque solida, rispettivamente a +41,9% e +51,2%, ancora sostenuta dal confronto favorevole con i mesi primaverili dello scorso anno.
Tutti i settori di attività economica a eccezione della farmaceutica contribuiscono infatti positivamente alla crescita tendenziale dell’export, con gli incrementi più sostenuti che riguardano macchinari, metalli e mezzi di trasporto (i comparti più penalizzati nel 2020).
Anche per l’import si registrano solidi incrementi tendenziali per tutti i settori ad eccezione del tessile, in particolare di provenienza cinese.
A maggio il saldo commerciale è risultato pari a +5.642 milioni di euro (+5.620 a maggio 2020) e a +8.632 milioni (+6.633 milioni un anno prima) al netto dell’energia.
Nel complesso, nonostante la battuta d’arresto di maggio, esportazioni e importazioni hanno già superato i livelli pre-COVID e restano in rotta per una robusta espansione nel 2° trimestre (gli scambi con l’estero dovrebbero comunque contribuire negativamente alla crescita del PIL, per via di una maggiore vivacità dell’import rispetto all’export).

AREA EURO
 – La seconda lettura conferma il rallentamento dell’inflazione nel mese di giugno, da 2% a 1,9% a/a (+0,3% m/m).
Il ribasso è guidato dalla frenata dei prezzi dell’energia (a 12,6% a/a da 13,1% precedente) e dal calo degli alimentari freschi (-0,3% a/a da zero precedente), per via anche di effetti base sfavorevoli.
L’indice core BCE al netto di alimentari freschi ed energia rimane stabile a 0,9% a/a; nel dettaglio, le due principali componenti dell’indice sottostante hanno registrato dinamiche opposte: da un lato, i prezzi dei beni industriali al netto dell’energia accelerano per il terzo mese consecutivo (1,2% a/a da 0,7%), dall’altro rallentano i servizi (0,7% a/a da 1,1% precedente).
In prospettiva, non si escludono nuovi aumenti sui beni manufatti, come evidenzia l’indagine della Commissione Europea, ma pressioni al rialzo arriveranno anche dai servizi.
Lo spaccato per Paese mostra un andamento non univoco nelle quattro maggiori economie dell’area.
L’indice generale cresce di un decimo in Francia (1,9% a/a), Spagna (2,5% a/a) e Italia (1,3% a/a), e cala di tre decimi in Germania (2,1% a/a).
In prospettiva, la frenata dei prezzi nell’Eurozona potrebbe rivelarsi temporanea in quanto legata al calo dell’indice tedesco, la cui crescita riprenderà con forza dal prossimo mese per via dell’effetto-base connesso al taglio dell’IVA entrato in vigore il 1° luglio 2020.
L’evoluzione in corso d’anno dovrebbe vedere i prezzi crescere attorno al 2,5% nel 2° semestre, con un possibile picco al 2,6% a ottobre, cui seguirà un ritorno sotto area 1,5% da gennaio 2022.
La crescita tendenziale dei prezzi energetici è attesa rimanere a due cifre sino a fine anno.
In sintesi, l’indice generale è visto all’1,9% in media d’anno nel 2021, per moderare all’1,5% nel 2022. L’indice core seguirà una dinamica opposta, con un’accelerazione a 1,3% attesa nel 2022 dopo l’1,2% atteso quest’anno, sulla scia della ripresa del mercato del lavoro.
I rischi su questo scenario previsivo sono orientati verso l’alto.
– A maggio le esportazioni di beni sono calate di -1,5% m/m, a fronte però di una revisione verso l’alto del dato di aprile (+0,2% m/m da -2,3% m/m).
Le importazioni sono invece cresciute per il quarto mese consecutivo (+0,7% m/m da +2,7% m/m).
Il surplus commerciale (non destagionalizzato) è quindi calato a 7,5 miliardi di euro da 15,2 miliardi precedente, un minimo da aprile 2020.
Nel 2° trimestre le importazioni dovrebbero crescere a ritmi decisamente più vivaci rispetto alle esportazioni: il canale estero è atteso quindi contribuire negativamente alla crescita del PIL.

STATI UNITI
 – Le vendite al dettaglio inclusi i servizi alimentari sorprendono verso l’alto, con una variazione di 0,6% m/m, 18% a/a (consenso: 0), dopo -1,7% m/m di maggio (rivisto da -1,3% m/m), mentre al netto delle auto la variazione è di 1,3% m/m (17,6% a/a).
Le vendite di auto sono in netto calo su base mensile (-2% m/m) per via della scarsità di offerta, dopo -4,6% m/m di maggio, ma restano in ampio rialzo tendenziale (19,5% a/a).
Le vendite di servizi alimentari aumentano di 2,3% m/m (40,2% a/a), e diverse altre categorie sono in ampio rialzo: abbigliamento (2,6% m/m), prodotti per la salute e la cura della persona (1,6% m/m), elettronica ed elettrodomestici (3,3% m/m), vendite online (1,2% m/m).
Tra le voci deboli si trovano l’arredamento (-3,6% m/m), i materiali da costruzione (-1,6% m/m), gli articoli sportivi (-1,7% m/m).
Alla luce delle informazioni sul CPI di giugno, i dati segnalano una correzione delle vendite in termini reali principalmente per via della correzione nel comparto auto.
L’accelerazione della crescita delle vendite della ristorazione conferma la rotazione dei consumi dai beni ai servizi.
I dati sono in linea con una variazione vicina al 10% t/t ann. per i consumi nel 2° trimestre, ma potrebbero preludere a un rallentamento nel 3° trimestre più marcato di previsto fino a un mese fa.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a luglio (prel.) corregge a 80,8 da 85,5 di giugno, sui minimi da febbraio scorso, sulla scia del terzo calo consecutivo delle condizioni correnti e di una più contenuta flessione delle aspettative.
Le aspettative di inflazione tornano a salire, toccando il 4,8% sull’orizzonte a 1 anno, massimo dal 2008, mentre quelle a 5-10 anni restano all’interno dell’intervallo recente di fluttuazione, a 2,9%.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nel Bollettino Economico Trimestrale, la Banca d’Italia ha rivisto le stime sul PIL italiano, a 5,1% per quest’anno, 4,4% nel 2022 e 2,3% nel 2023; le precedenti proiezioni, elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema e diffuse lo scorso 11 giugno, vedevano una crescita di 4,4% quest’anno, 4,5% nel 2022 e 2,3% nel 2023 (tali proiezioni però non incorporavano i dati di contabilità nazionale diffusi dall’Istat il 1° giugno, per effetto dei quali il documento precisava che la stima di crescita per il 2021 sarebbe risultata più elevata di oltre mezzo punto percentuale).
In questo quadro previsivo, il PIL tornerebbe sui livelli precedenti la crisi pandemica nella seconda metà del 2022.
Questo quadro dipende dall’efficacia e dalla tempestività delle misure di stimolo, che nella simulazione di Via Nazionale alzano il livello del PIL di circa 4 punti percentuali cumulati nel triennio di previsione (la metà di tale effetto è attribuibile agli interventi del PNRR); un ulteriore stimolo negli anni successivi all’orizzonte di previsione potrebbe prodursi attraverso effetti sulla produttività derivanti dagli investimenti pubblici e dalle riforme prefigurati nel PNRR. I rischi sulla previsione appaiono bilanciati.
Nelle proiezioni Bankitalia, l’impatto della rimozione dei provvedimenti di blocco dei licenziamenti viene più che compensato dalle nuove assunzioni, con il risultato che il numero di occupati continuerebbe a espandersi nei prossimi trimestri, tornando al di sopra dei livelli pre-crisi entro la prima metà del 2023; il tasso di disoccupazione è previsto in aumento al 10,5% nel 2021, e poi in graduale calo fino al 9,9% nel 2023.
Secondo Banca d’Italia, l’espansione del PIL nel secondo trimestre potrebbe essere sarebbe stata superiore all’1% t/t: l ’indicatore settimanale dell’attività economica (ITWEI: Italian weekly economic index), che incorpora informazioni ad alta frequenza su flussi di pagamento, consumi elettrici e di gas a uso industriale e ricerche relative alla Cassa integrazione guadagni svolte attraverso il motore di ricerca Google, sarebbe anzi coerente con un rialzo dell’attività nel trimestre primaverile “ben superiore” al punto percentuale.
È attesa inoltre una accelerazione nel trimestre estivo.
La consueta indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita presso un campione di circa 1.500 imprese dell’industria in senso stretto, dei servizi e delle costruzioni con almeno 50 addetti evidenzia un netto miglioramento dei giudizi sulle condizioni per investire, nonché delle attese sugli investimenti nell’anno di riferimento.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo e apre in salita anche oggi, ma in questo caso sotto l’effetto di un sentiment di mercato più cauto per l’evoluzione della pandemia che potrebbe condizionare il mercato anche nei prossimi giorni, soprattutto alla luce della riapertura oggi dell’economia britannica.
Altri spunti giungeranno giovedì, di riflesso alla reazione dell’euro postriunione BCE, e venerdì sui PMI USA, attesi positivi.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in calo e anche oggi apre in discesa da 1,18 a 1,17 EUR/USD, principalmente di riflesso al rafforzamento del dollaro ma anche in vista della riunione BCE di giovedì che recepirà la revisione della strategia di policy.
Se la nuova forward guidance dovesse segnalare chiaramente un approccio più accomodante l’euro dovrebbe indebolirsi, vedendo messi sotto pressione i supporti chiave intorno a 1,1700 EUR/USD.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,39 a 1,37 GBP/USD e apre in discesa anche oggi, indebolita dalle preoccupazioni per l’evoluzione dei contagi soprattutto in considerazione della riapertura oggi dell’economia britannica, tema che resterà centrale anche nei prossimi giorni.
Contro euro si è mantenuta in area 0,85 EUR/GBP ma la tendenza è in calo anche in questo caso.
Tra gli altri temi da seguire eventuali discorsi BoE (oltre a quello di Haskel in programma oggi) e venerdì i dati su vendite al dettaglio e PMI attesi nel complesso positivi.
Eventuali altre indicazioni dalla BoE – dopo Ramsden e Saunders – in direzione di un possibile avvio anticipato del processo di riduzione dello stimolo monetario in essere contrasterebbero le spinte ribassiste sulla sterlina dovute all’evoluzione dei contagi.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata pressoché stabile contro dollaro in area 110 USD/JPY mentre oggi apre in marginale rafforzamento in area 109 USD/JPY sul leggero aumento della risk aversion dovuto all’evoluzione della pandemia.
Contro euro invece si è rafforzato leggermente da 130 a 129 EUR/USD per via del calo dell’EUR/USD.
Il sentiment di mercato potrà prevalere ancora in questi giorni, dopodiché torneranno dominanti i driver di dollaro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – L’appuntamento più importante della settimana sarà la riunione di politica monetaria della BCE: dopo la revisione strategica, ci si attende una modifica della forward guidance – un passaggio che potrebbe avere ripercussioni di mercato.
Le indagini PMI di luglio dovrebbero mostrare un ulteriore miglioramento dell’indice composito e dei servizi, mentre si potrebbe vedere una correzione nel manifatturiero.
L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea dovrebbe registrare un nuovo aumento.
Infine, in Francia, il morale delle imprese manifatturiere è atteso invariato rispetto al mese precedente.

STATI UNITI
– La settimana inizia con una giornata povera di market movers rilevanti.
Nel pomeriggio, la fiducia dei costruttori di case rilevata dalla National Association of Home Builders a luglio dovrebbe mantenersi su livelli storicamente elevati, a 82, all’interno dell’intervallo di fluttuazione fra 81 e 84, visto da inizio 2021 (81 a giugno), con indicazioni di domanda solida di nuove case in estate, ma in via di modesto rallentamento nei prossimi mesi.
– I principali dati in uscita in settimana saranno i PMI flash di luglio, che dovrebbero dare indicazioni di stabilizzazione su livelli elevati del ritmo di espansione dell’attività, sia nel manifatturiero sia nei servizi.
Gli altri dati in uscita riguardano giugno e sono concentrati sul mercato immobiliare residenziale, con previsione di indicazioni di domanda solida e di persistenti strozzature all’offerta: cantieri residenziali, licenze edilizie e vendite di case esistenti dovrebbero registrare moderati miglioramenti.