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19 Febbraio 2021 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 13 febbraio aumentano a 861 mila, da 848 mila della settimana precedente. In termini non destagionalizzati invece correggono di 5.700, a 862.351.
A questi si aggiungono 209 mila sussidi iniziali erogati con il programma federale Pandemic Unemployment Insurance.
I dati dei nuovi sussidi si riferiscono alla settimana di rilevazione dell’employment report di febbraio e sembrano quindi segnalare ancora una dinamica occupazionale debole nel mese.
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 6 febbraio sono pari a 4,494 mln in calo di 64 mila rispetto alla settimana precedente. I dati non destagionalizzati mostrano 4,945 mln di sussidi esistenti.
A fine gennaio il totale dei sussidi erogati con tutti i programmi statali e federali era pari a 18,340 mln, in calo di 1,325 mln dalla settimana precedente.
I sussidi esistenti restano in moderato calo, se pure con un ritmo più contenuto rispetto ai mesi scorsi, mentre è difficile interpretare il rialzo dei nuovi sussidi.
Questo aumento potrebbe essere già in parte dovuto al clima particolarmente rigido di metà febbraio.
I prossimi dati saranno negativamente influenzati dal maltempo diffuso e dall’ondata di gelo che ha bloccato l’attività in molti stati, soprattutto nel centro-sud, questa settimana.
Sarà quindi pressoché impossibile valutare la tendenza di fondo del mercato del lavoro dalle informazioni dei sussidi di febbraio.
– L’indice della Philadelphia Fed a febbraio corregge a 23,1 da 26,1 di gennaio.
Lo spaccato dell’indagine è misto, con un calo degli ordini a 23,4 (-7,1 punti) e delle consegne a 21,5 (-1 punto), a fronte di un aumento della componente occupazione a 25,3 (+3 punti) e della settimana lavorativa a 30,6 (+12 punti).
L’indice dei prezzi pagati aumenta a 54,4 (+9 punti), mentre quello dei prezzi ricevuti è in ampia flessione a 16,7 (-20 punti).
Le domande speciali del mese riguardano le politiche di prezzo delle aziende che riportano per il 2021 aumenti attesi del 3% per i loro prezzi di vendita, in rialzo da previsioni di rialzo del 2% riportate nell’indagine di novembre, e in linea con le aspettative per gli aumenti salariali previsti e per l’inflazione nazionale.
La previsione mediana per l’inflazione a 10 anni è di 3%, in rialzo da 2,5% di previsto a novembre.
Gli indici a sei mesi sono in moderata flessione, con l’indice generale di attività a 39,5(-13 punti) e gli ordini a 36,6 (-11 punti).
L’indice dei prezzi ricevuti fra 6 mesi, contrariamente a quanto registrato per la situazione corrente, aumenta a 37,8 da 33,9 di gennaio.
L’indagine conferma lo scenario di espansione del settore sia nel breve sia nel medio termine e riporta il radicamento di aspettative di una moderata accelerazione della dinamica di prezzi e salari.

GIAPPONE
– Il CPI al netto degli alimentari freschi a gennaio è in calo di -0,6% a/a, da -1% a/a di dicembre. La minore contrazione dell’indice è dovuta alla sospensione dei programmi “Go To” a sostegno del turismo e delle attività ricreative durante lo stato di emergenza per Covid.
Il blocco della campagna “Go To” in questa fase di recrudescenza della pandemia implica contrazioni delle tariffe alberghiere e della ristorazione più contenute rispetto ai mesi precedenti.
Il CPI al netto di alimentari freschi ed energia è in rialzo di 0,1% a/a, da -0,4% a/a di dicembre.
Il netto calo dei nuovi contagi (a una media settimanale di 1300 dal picco oltre 6000 di inizio gennaio) potrebbe non essere sufficiente a evitare un’estensione dello stato di emergenza oltre il suo termine attuale al 7 marzo.
Il governo sta valutando un prolungamento delle misure di contenimento per limitare le pressioni sul sistema sanitario mentre inizia la campagna vaccinale anti-COVID.
Con un’estensione dello stato di emergenza e il persistente rialzo dei prezzi energetici, il sentiero dell’inflazione al netto degli alimentari freschi dovrebbe essere verso l’alto, con un ritorno in territorio positivo ad aprile, per la prima volta da marzo 2020.
– Il PMI manifatturiero a febbraio aumenta a 50,6 da 49,8 di gennaio.
L’indagine registra modesti miglioramenti degli indici occupazione (49,3 da 48,7), ordini (51 da 50,1), ordini all’export (51,4 da 48,2), produzione (51,3 da 49,2), tempi di consegna (47,5 da 46,8).
L’indice dei servizi cala marginalmente a 44,7 da 44,8, con correzione per l’attività (45,8 da 46,1), ma miglioramento per occupazione (50,8 da 50) e per le aspettative (a 54,7 da 53,5).
Il settore dei servizi risente in modo più marcato dello stato di emergenza in vigore da inizio gennaio e della sospensione dei programmi pubblici di sostegno ai settori aggregativi e turistici.
Dopo una sorpresa positiva per il PIL del 4° trimestre, la crescita dovrebbe tornare in territorio negativo a inizio 2021 per via del peggioramento dei contagi e dell’introduzione dello stato di emergenza, per poi riprendere un trend verso l’alto dal 2° trimestre in poi, sulla scia della ripresa della domanda domestica e del proseguimento della dinamica vivace delle esportazioni.

 

COMMENTI:

ITALIA – Dopo quella al Senato, il Governo Draghi ha ottenuto la fiducia anche alla Camera, con 535 sì, 56 no e 5 astenuti, ed è ora nella pienezza dei suoi poteri.
I deputati del Movimento 5 Stelle che hanno votato contro la fiducia sono stati 16, mentre 4 si sono astenuti (12 gli assenti); il Movimento ha annunciato l’intenzione di espellere i parlamentari che non hanno votato la fiducia (erano stati 15 al Senato).
Il Presidente del Consiglio ha ripetuto il discorso fatto a Palazzo Madama e, nella sua replica in serata, si è soffermato su alcuni temi specifici:
1) piccole e medie imprese (secondo Draghi, occorre sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo e favorire la quotazione delle PMI, nonché estendere il piano di Industria 4.0 per favorire la transizione tecnologica e ambientale);
2) corruzione (secondo Draghi, la legalità e la sicurezza sono la base per attrarre investimenti; la semplificazione delle norme e la trasparenza della PA possono avere una funzione di prevenzione dell’illegalità);
3) giustizia (Draghi ha affermato che il governo si impegna a migliorare la giustizia non solo civile ma anche penale, con l’obiettivo di “un processo giusto e di durata ragionevole in linea con la durata degli altri Paesi europei”).

BCE – Il resoconto della riunione di politica monetaria del 21 gennaio non contiene spunti di particolare interesse. D’altronde, la stessa riunione non aveva recato alcuna novità di rilievo.
Il Consiglio Direttivo appare unanime nel confermare le misure in essere e nel rimarcare che la flessibilità delle stesse può essere sfruttata sia in caso di sviluppi sfavorevoli, sia a fronte di sorprese positive.
Come è noto, quest’ultimo commento (non nuovo, perché era già emerso nel resoconto della precedente riunione e anche in alcuni discorsi di membri del comitato esecutivo) aveva poi trovato posto anche nel comunicato sulle decisioni di politica monetaria.
Non vengono citate opinioni discordanti riguardo alle prospettive di inflazione, riguardo alle quali si legge che avvicinarsi all’obiettivo di medio termine “resta una sfida.
Riguardo all’economia reale, i rischi al ribasso prevalenti nel breve termine a causa del protrarsi delle misure restrittive sono bilanciati da rischi al rialzo nel medio termine.

UNIONE EUROPEA-Covid19 – Secondo l’ultimo monitoraggio ECDC, l’ondata invernale di contagi continua a recedere, anche sei tassi di incidenza restano molto elevati.
Nell’aggregato, i nuovi casi per 100mila abitanti sono 306 nelle ultime 2 settimane, con i livelli più alti in Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e (fra i Paesi più popolosi) Spagna.
La mortalità delle ultime due settimane si colloca a 92,5 ogni 100mila abitanti, con i livelli più elevati in Portogallo (258) e Slovacchia (240).
L’eccesso di mortalità rispetto alla norma stagionale si è ridotto a 2031 unità nella sesta settimana del 2021, con saldi negativi fino a 44 anni (-168) e positivi oltre 44 anni.
L’indicatore combinato di rischio è al livello massimo in Portogallo, gran parte della Spagna, Repubblica Ceca, Slovenia, Estonia, Lettonia, Provenza in Francia, Umbria e Alto Adige in Italia, parte della Svezia.
Per quanto concerne le vaccinazioni, il rapporto ECDC colloca a 1,9% la quota di adulti che hanno completato il trattamento vaccinale entro il 14 febbraio, mentre alla stessa data il 4,2% della popolazione aveva ricevuto almeno una dose.

STATI UNITI
– Il segretario del Tesoro Yellen ha affermato che è essenziale approvare “un grande pianodi emergenza per contrastare gli effetti drammatici della pandemia.
Yellen ha detto che Biden vorrebbe avere consenso bipartisan per le misure di anti-Covid.
Riguardo al possibile rialzo dell’inflazione in seguito a una manovra di 1,9 tln di dollari, Yellen ha detto che certamente il rischio esiste, ma in caso di pressioni sui prezzi la Fed ha gli strumenti per reagire.
A suo avviso il rischio maggiore è quello collegato a possibili effetti permanenti della pandemia sull’occupazione.
Yellen ha aggiunto che nella seconda parte dell’anno l’amministrazione presenterà un pacchetto per la ripresa che includerà un programma di investimenti e di riforme di medio termine, il cui costo verrà in parte sostenuto da incrementi graduali delle imposte sulle società e sulle fasce di popolazione con ricchezza elevata, per contenere gli effetti sul deficit.
Intanto, Biden ha presentato una riforma dell’immigrazione che permetterebbe ai circa 11 mln di immigrati illegali che risiedono negli USA di ottenere la cittadinanza in 8 anni. La Camera dovrebbe iniziare la discussione di un testo a breve.
Sul fronte della politica estera, Biden ha offerto di riaprire i negoziati sul nucleare con l’Iran.
Brainard (Board Fed) ha detto che si stanno già vedendo gli effetti del cambiamento climatico sull’economia, con ampi costi collegati a eventi climatici estremi.
Secondo Brainard, la frequenza e l’intensità di tali eventi saranno determinanti per l’impatto sulle condizioni economiche e finanziarie.
A suo avviso le istituzioni finanziarie devono iniziare ad attrezzarsi per adattarsi alle nuove condizioni, mentre la Banca centrale sta predisponendo strumenti per far fronte alle conseguenze degli eventi estremi sull’operatività del sistema finanziario.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ieri, erodendo completamente i guadagni del giorno precedente, penalizzato dai dati che hanno fornito indicazioni miste, con segnali ancora negativi dal mercato del lavoro, punto debole di questa ripresa.
I dati odierni, i PMI USA a confronto con quelli europei, saranno un buon test per il biglietto verde. Se il confronto non sarà nettamente a favore dell’economia USA, il dollaro potrebbe restare ancora sulla difensiva.

EURSul cedimento del dollaro l’euro ha recuperato, risalendo da 1,20 a 1,21 EUR/USD. I verbali dell’ultima riunione BCE hanno ribadito che la banca centrale continua a monitorare i movimenti del cambio, per le possibili implicazioni sull’inflazione.
Oggi i PMI offriranno un buon test per la moneta unica: se il confronto con quelli USA sarà nettamente a favore di questi ultimi, l’euro dovrebbe arretrare.

GBPAnche la sterlina è salita sulla debolezza del dollaro, aggiornando i massimi da 1,38 a 1,39 GBP/USD sia contro dollaro sia contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP.
Oggi l’attenzione tornerà sui dati domestici, con i PMI di febbraio in primo piano.
Se dovessero deludere ancora, come hanno fatto il mese scorso, la sterlina ne risentirebbe negativamente.

JPYAnche lo yen si è rafforzato contro dollaro sul generalizzato calo di quest’ultimo, mantenendosi però in area 105 USD/JPY, mentre è sceso contro euro, pur restando in area 127 EUR/JPY.
Affinché torni a scendere contro dollaro i dati USA di oggi dovrebbero probabilmente sorprendere verso l’alto.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Ci attendiamo che la stima flash del PMI manifatturiero registri una diminuzione del ritmo di espansione in febbraio, a 54,4 da 54,8 di gennaio; il PMI servizi è atteso circa stabile questo mese (a 45,5da 45,4precedente).
Di conseguenza, il PMI composito dovrebbe rimanere in territorio recessivo, da 47,8 a 47,6: ci aspettiamo una contrazione dell’attività economica dell’Eurozona anche nel mese corrente, per via del prolungamento delle misure di confinamento in alcuni Paesi dell’Eurozona.

ITALIA – La seconda stima dei prezzi al consumo di gennaio dovrebbe confermare la lettura preliminare, con un’inflazione in salita da -0,2% a +0,2% a/a sul NIC (con prezzi in aumento di mezzo punto nel mese) e da -0,3% a +0,5% sull’indice armonizzato UE (con listini in calo di -1,1% m/m, meno della stagionalità di gennaio per via del rinvio dei saldi invernali).
Sull’indice domestico, i rincari sono venuti dai trasporti (per via degli aumenti dei carburanti), dalle spese per la casa (visto l’aumento delle tariffe su luce e gas) e dagli alimentari; viceversa, sono calati i prezzi delle spese per il tempo libero e dell’abbigliamento.
Anche l’inflazionedi fondo” dovrebbe essere confermata in salita, a 0,7% a/a da 0,6% precedente.
Il gap tra indice domestico e armonizzato dovrebbe ricomporsi a partire dal mese di aprile.
Abbiamo rivisto di recente marginalmente al rialzo la stima sull’inflazione 2021, a 0,5%.
Il CPI potrebbe comunque rimanere vicino a zero sino alla primavera.

FRANCIA – La stima finale dovrebbe confermare che a gennaio l’inflazione è salita a +0,6% sull’indice nazionale e a +0,8% sull’armonizzato (parte del rialzo di quest’ultimo deriverebbe dalle novità metodologiche proposte da Eurostat).
Sul mese i prezzi dovrebbero essere confermati in rialzo di due decimi sull’indice domestico e tre decimi sull’armonizzato, in controtendenza rispetto alla stagionalità di gennaio per il rinvio dei saldi invernali.

STATI UNITI
 – Il Markit PMI manifatturiero a febbraio è previsto a 59,5 (da 59,2 di gennaio). I dati dovrebbero mostrare informazioni positive dagli ordini, pur in presenza di un andamento contenuto per produzione e occupazione per via della frenata dell’attività nel comparto auto dovuta alla scarsità di parti elettroniche.
Dovrebbero esserci anche segnali di allungamento dei tempi di consegna.
L’indice dei servizi dovrebbe migliorare a febbraio, salendo da 58,3 a 58,6 sulla scia della netta svolta verso il basso della curva di contagi e della riapertura delle attività aggregative, soprattutto nella ristorazione, in diversi stati.
– Le vendite di case esistenti a gennaio sono attese a 6,6 mln da 6,76 mln di dicembre. I contratti di compravendita sono in calo da un picco ad agosto 2020, sui massimi dall’inizio della serie.
Un problema evidente per il trend delle vendite è la scarsità di offerta, con le scorte di case invendute paria 2,2 mesi di vendite, circa la metà rispetto ai precedenti minimi durante il boom immobiliare, e prezzi in crescita.
Le richieste di mutui per acquisti di case hanno ripreso a crescere, anche se nei prossimi mesi potrebbero iniziare a risentire degli effetti della svolta verso l’alto dei tassi a lungo termine.