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18 Ottobre 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Ieri l’indice ZEW, che misura le aspettative a 6 mesi di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca, è salito per il terzo mese in ottobre, a -1,1 da -11,4 precedente, ben al di sopra delle attese di consenso (-10,5).
Il minor pessimismo è spiegato dal fatto che oltre il 75% degli intervistati ritiene che i tassi di interesse abbiano raggiunto il picco.
Tuttavia, l’indicatore sulla situazione corrente è calato per il sesto mese di fila, a -79,9 da -79,4 precedente, un minimo da agosto 2020.

STATI UNITI
 – Ieri le vendite al dettaglio di settembre hanno sorpreso nuovamente al rialzo, registrando una crescita dello 0,7% m/m (3,8% a/a), in leggera flessione dallo 0,8% di agosto (rivisto al rialzo da 0,6%).
Al contrario che in agosto, quando gran parte dell’incremento era spiegato dall’aumento dei prezzi della benzina, la rilevazione ha evidenziato miglioramenti diffusi a più comparti, tra i quali auto, prodotti vari e servizi di ristorazione.
Al netto di auto e benzina, le vendite sono in rialzo di 0,6% m/m, lo stesso ritmo di crescita registrato dall’aggregato più correlato ai consumi di contabilità nazionale (al netto di automobili, benzina, materiali da costruzione e servizi di ristorazione).
Nel complesso, il dato di settembre suggerisce che i consumi privati potrebbero crescere nel range del 3-4% t/t ann. nel terzo trimestre, con un PIL che potrebbe superare il 4% t/t ann.
– La produzione industriale a settembre è cresciuta più del previsto, di 0,3% m/m, dopo la stagnazione del mese precedente (dato rivisto al ribasso da 0,4% m/m).
Nel manifatturiero l’output è aumentato di 0,4% m/m (da -0,1% di agosto), confermando i segnali di ripresa emersi dalle indagini; il comparto auto ha registrato un lieve rimbalzo (0,3% m/m) dopo il crollo di agosto (-4,1% di agosto), nonostante l’impatto negativo degli scioperi iniziati a metà mese (che potrebbe pesare maggiormente sul dato di ottobre).
Le utility (-0,3% m/m da 0,7% precedente) e il settore estrattivo (0,4% m/m da 0,2%) hanno fornito un contributo limitato.
I dati reali segnalano dunque che il punto di minimo del ciclo nel settore manifatturiero potrebbe essere alle spalle.
– La fiducia dei costruttori rilevata da NAHB ha registrato il terzo calo consecutivo a ottobre, attestandosi a 40 da 44 di settembre, segnando un minimo da gennaio 2023.
Il morale è ancora frenato dagli elevati tassi sui mutui (al 7,57% secondo Freddie Mac) e dalla carenza di domanda.

CINA
 – La crescita del PIL è rallentata a 4,9% a/a nel 3° trimestre da 6,3% del 2° trimestre, principalmente a causa di un effetto confronto sfavorevole con la ripresa successiva al lockdown di Shanghai (nel 2° trimestre del 2022).
Il dato è stato superiore alle attese (consenso Bloomberg: 4,5%) e alla nostra stima (4,6%).
In termini congiunturali la crescita è invece accelerata da 0,5% t/t (rivisto al ribasso da un precedente 0,8%) a 1,3% t/t (consenso Bloomberg: 0,9%; nostra previsione: 1%); l’Ufficio Statistico ha inoltre rivisto tutta la serie delle variazioni congiunturali a partire dal 1° trimestre del 2022 (senza modificare la serie delle variazioni tendenziali), abbassando la dinamica nella prima metà del 2022 e alzandola nella seconda metà. Il rallentamento tendenziale ha riguardato l’industria (da 5,2% a/a nel 2° trimestre a 4,6% a/a nel 3° trimestre) e soprattutto i servizi (da 7,4% a 5,2% a/a), mentre il valore aggiunto nel settore agricolo è accelerato (da 3,7% a/a nel 2° trimestre a 4,2% a/a nel 3° trimestre).
Ulteriori dettagli settoriali saranno pubblicati domani.
Con il dato del 3° trimestre la crescita cumulata dei primi tre trimestri del 2023 si porta a 5,2% a/a.
Tenendo conto di un effetto confronto negativo molto più contenuto nel 4° trimestre, e degli effetti dello stimolo fiscale e monetario che dovrebbero continuare a materializzarsi nei prossimi mesi, il dato del PIL del 3° trimestre rimane ancora coerente con la nostra previsione di crescita annua del 5,2% in media nel 2023, con i rischi ora lievemente al rialzo.
– I dati mensili di settembre sembrano indicare che l’economia dovrebbe aver superato il punto di minimo del ciclo.
Si registra infatti una stabilizzazione della dinamica tendenziale della produzione industriale, un marginale miglioramento di quella dei servizi e una netta accelerazione delle vendite al dettaglio.
Hanno però mostrato ancora debolezza gli investimenti e il settore immobiliare.
La crescita della produzione industriale è rimasta stabile a 4,5% a/a in settembre, trainata dall’accelerazione della produzione delle imprese statali, anche se l’output è moderatamente rallentato in termini congiunturali (+0,36% m/m) rispetto ad agosto (+0,50% m/m).
La produzione dei servizi è salita solo marginalmente, da 6,8% a/a in agosto a 6,9% a/a in settembre, frenata da un effetto base sfavorevole ma anche dall’affievolimento della ripresa post-riaperture, attestato dal calo degli indici PMI servizi.
Le vendite al dettaglio nominali sono accelerate da 4,6% a/a in agosto a 5,5% a/a in settembre, ben oltre le attese di consenso (4,9% a/a), trainate dai beni di largo consumo e dalle auto.
Il tasso di disoccupazione urbano è ulteriormente sceso da 5,2% in agosto a 5% in settembre, riportandosi sui minimi da fine 2021, con un marginale aumento delle ore lavorate, segnalando un miglioramento nel mercato del lavoro.
Gli investimenti fissi nominali sono saliti del 3,1% a/a nei primi nove mesi dell’anno, incorporando un’accelerazione stimata da 2,0% a/a in agosto a 2,5% a/a in settembre, trainata ancora dalle imprese statali (stima: 6% a/a) e dalle infrastrutture, nonché da un modesto miglioramento degli investimenti privati (da -1,8% a/a in agosto a 0,1% a/a in settembre), mentre la contrazione degli investimenti nel settore immobiliare si è accentuata, passando da -10,9% a/a in agosto a -11,2% a/a in settembre, pur con qualche segnale di stabilizzazione della superficie residenziale venduta.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri sulle vendite al dettaglio risultate migliori del previsto e sulla contestuale salita dei rendimenti, ma poi non è riuscito a mantenere i guadagni e ha chiuso circa stabile aprendo in calo oggi.
La reazione può essere considerata in parte tecnica e in parte collegata al rischio che le ripercussioni negative sulla crescita di tassi più elevati non si siano ancora viste del tutto e quindi si assisterà a un indebolimento dell’economia USA prossimamente, a svantaggio del dollaro.
Dai dati di oggi sul settore immobiliare si attendono indicazioni miste, ma più importante sarà il discorso di Powell (Fed) in programma domani.

EURL’euro è sceso ieri sulle vendite al dettaglio USA ma poi è risalito, mantenendosi comunque in area 1,05 EUR/USD, seguendo i driver di dollaro.
In attesa del discorso di Powell domani dovrebbe mantenersi in range, restando comunque per ora sostanzialmente privo di spunti rialzisti a meno di delusioni molto pesanti dai dati USA.

GBP – Anche la sterlina è scesa ieri contro dollaro sui dati USA da 1,22 a 1,21 GBP/USD ma il calo è stato superiore a quello dell’euro rispetto al quale infatti si è indebolita, pur restando in area 0,86 ER/GBP per via del rallentamento della dinamica salariale.
La valuta britannica è parzialmente risalita stamani sui dati di inflazione risultati marginalmente più elevati delle attese, ma la reazione sta rientrando, sia perché i dati aumentano l’incertezza sulle decisioni BoE sia perché un altro eventuale rialzo dei tassi penalizzerebbe ulteriormente la crescita domestica.
La sterlina rischia infatti nuova debolezza venerdì sui dati delle vendite al dettaglio attese negative.

JPY – Anche lo yen si è indebolito ieri contro dollaro sui dati USA restando però in area 149 USD/JPY.
Il cambio è a un soffio dall’area critica di potenziale intervento, ma a meno di persistenti sorprese positive dai dati USA i rischi verso il basso dovrebbero attenuarsi, anche grazie al controllo vigile del cambio da parte delle autorità giapponesi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Ci aspettiamo una flessione di -1,5% m/m della produzione nelle costruzioni in agosto.
Dopo essersi già contratto durante la primavera, il settore dovrebbe frenare il valore aggiunto anche nel 3° trimestre, seppur in misura minore.
– In calendario anche la stima finale dell’inflazione di settembre, che potrebbe essere rivista al rialzo di un decimo al 4,4% (+0,4% m/m); in agosto l’inflazione era al 5,2% (un minimo da ottobre 2021).
Dovrebbe essere confermata invece la flessione dell’indice “core BCE” (al netto di alimentari freschi ed energia), a 5,5% a/a (+0,2% m/m) da 6,2% precedente.
– Attesi in Italia i dati sulla bilancia commerciale di agosto.

STATI UNITI – Oggi i nuovi cantieri residenziali a settembre sono attesi in salita a 1,400 mln, dopo aver registrato una correzione maggiore delle aspettative ad agosto (a 1,283 mln), per via di un crollo sia della componente multifamiliare che, in minor misura, di quella unifamiliare.
Le licenze edilizie sono viste in marginale riduzione, a 1,450 mln da 1,541 mln.
Ci aspettiamo che l’attività sul mercato immobiliare rimanga fiacca nella parte finale dell’anno, frenata da molteplici fattori che hanno portato la fiducia dei costruttori in territorio negativo, tra i quali i nuovi massimi raggiunti dai tassi ipotecari, i prezzi elevati delle case e la carenza di manodopera qualificata.