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18 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – I dati finali sull’inflazione hanno confermato l’accelerazione della prima lettura: 4,1% a/a e 0,8% m/m in ottobre.
Si tratta di un nuovo massimo storico da quando esistono dati comparabili (1997).
Sulla variazione tendenziale, la componente energetica spiega direttamente più della metà dell’inflazione osservata.
L’indice core BCE al netto di alimentari freschi ed energia è cresciuto al 2,1% a/a.
I mesi finali del 2021 dovrebbero registrare i picchi in termini di inflazione tendenziale.
– La produzione nelle costruzioni è cresciuta di +0,9% m/m a settembre dopo il calo di -1,4% m/m di agosto.
Il rimbalzo di settembre non è stato comunque sufficiente ad impedire alle costruzioni di chiudere il 3° trimestre in contrazione (-1,7% t/t da +1,5% t/t) con il settore che dovrebbe aver quindi fornito un apporto negativo alla crescita del valore aggiunto nel 3° trimestre di circa un decimo.

ITALIA – I dati di settembre sul commercio internazionale di beni hanno riportato un calo delle importazioni (-1,7% m/m) più ampio rispetto a quello registrato per le esportazioni (-1,3% m/m).
Nel 3° trimestre l’import di beni è cresciuto a ritmi superiori all’export ma l’apporto del canale estero alla crescita del PIL dovrebbe essere comunque risultato positivo grazie alla ripresa dei flussi turistici e all’effetto della crescita del deflatore delle importazioni.

ITALIA – Nel 3° trimestre il tasso di posizioni lavorative vacanti è rimasto stabile all’1,8%.

STATI UNITI
 – Ieri, i cantieri residenziali di ottobre hanno registrato un’inattesa correzione a 1,52 mln, da 1,53 mln di settembre, ma le licenze hanno mostrato un rialzo a 1,65 mln da 1,586 mln.
Quest’ultima informazione permette di leggere i dati in modo positivo, perché segnala una ripresa della crescita dell’attività sia nel comparto delle unità monofamiliari sia in quello delle unità multifamiliari.

 

COMMENTI:

BCEIsabel Schnabel ha dichiarato che “la domanda ha un grande potenziale per sostenere la crescita a livelli elevati nel prossimo futuro, a mano a mano che l’offerta riaggancia la domanda” e “la stagnazione sembra una minaccia lontana“.
Schnabel ha ammesso che la BCE ha ripetutamente sottostimato l’inflazionecon un margine significativo” e ha auspicato un “approccio da gestione del rischio” in questo contesto di elevata incertezza delle prospettive: “questo significa evitare l’errore di una stretta prematura“, ma anche “tenere un occhio vigile sui rischi al rialzo” e mantenere “l’opzione di poter agire, se necessario”.

STATI UNITI – Sul fronte del mercato del lavoro, è stato siglato un nuovo contratto di 6 anni per i lavoratori della Deere (macchine agricole), in sciopero da metà ottobre, con un aumento immediato dei salari del 10% e un bonus di 8500 $, incrementi del 5% nel 2023 e nel 2025, e bonus del 3% negli altri tre anni.
Il contratto include anche aumenti della base salariale collegati a incrementi della produttività.
Il risultato ottenuto dal sindacato United Auto Workers potrebbe essere un esempio per altri negoziati in corso e riflette il significativo aumento di potere contrattuale dei lavoratori in un contesto di eccesso di domanda diffuso e di inflazione in rialzo.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro, dopo aver aggiornato ieri i massimi dell’anno, è poi arretrato nel corso della giornata chiudendo al ribasso e in leggero calo apre anche oggi, seguendo l’analogo andamento dei rendimenti.
Si tratta perlopiù di un ritracciamento dopo l’accelerazione rialzista recente, che potrebbe preludere ad una fase di stabilizzazione su livelli comunque elevati, in uno scenario di probabile avvio anticipato del ciclo di rialzi Fed l’anno prossimo.
Per assistere invece all’inaugurazione di nuovi massimi del dollaro potrebbero essere necessarie significative sorprese verso l’alto dai dati USA più importanti (employment report e inflazione).
Intanto oggi un primo test si potrà avere con i dati sui sussidi di disoccupazione e il Philly Fed, attesi positivi.

EURL’euro, dopo aver aggiornato ieri i minimi dell’anno a 1,1262 EUR/USD, è poi risalito sul ritracciamento ribassista del dollaro rientrando in area 1,13 EUR/USD.
I rischi però restano verso il basso soprattutto nel breve dato che in questa fase la distanza tra BCE e Fed in termini di approccio di policy è massima.
Rivediamo pertanto leggermente al ribasso il profilo atteso dell’euro nel breve a 1,12-1,14 EUR/USD a 1m-3m dal precedente 1,13-1,15 EUR/USD, lasciando invariato il sentiero atteso successivamente di graduale rialzo nel 2022 quando anche la BCE inizierà a preparare il terreno per avviare la svolta normalizzatrice.
Sottolineiamo però che nel contesto attuale il rischio è che nel breve l’euro possa indebolirsi ancora (downside in area 1,10 EUR/USD) in caso di ulteriore allargamento della divergenza tra BCE e Fed.

GBPLa sterlina si è rafforzata tra ieri e oggi sia contro dollaro da 1,33 a 1,35 GBP/USD sia contro euro da 0,84 a 0,83 EUR/GBP sul ritracciamento ribassista del dollaro e ancora sulla scia dei dati domestici degli ultimi giorni risultati molto positivi.
La sterlina potrebbe riuscire a consolidare se domani i dati sulle vendite al dettaglio attesi favorevoli non deluderanno.

JPYSul ritracciamento ribassista del dollaro e dei rendimenti USA lo yen si è rafforzato ieri sia contro dollaro da 114 a 113 USD/JPY sia contro euro da 130 a 129 EUR/JPY, a conferma della rilevanza della dinamica e dei livelli dei rendimenti USA nel guidare il comportamento della valuta nipponica.
Per un calo ulteriore dello yen rimane probabilmente necessario che i rendimenti USA salgano di più.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
 – Oggi sono in uscita i dati dei sussidi di disoccupazione che dovrebbero proseguire sul trend in calo.
– L’indice della Philadelphia Fed di novembre è atteso circa stabile a 22 dopo 23,8 di ottobre.
L’indagine dovrebbe confermare i segnali di espansione del manifatturiero, senza però indicare una riduzione delle strozzature dal lato dell’offerta e delle pressioni verso l’alto su prezzi pagati e ricevuti.