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18 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA – L’indice ZEW di fiducia economica è crollato a -49,5 punti, segnando così il peggior calo sul mese (58,2 punti in meno rispetto al valore di febbraio) mai registrato.
L’indice della situazione corrente è sceso di 27,4 punti, raggiungendo -43,1. Il calo di marzo, simile solo a quello registrato con la crisi finanziaria del 2008, è legato alla diffusione del Covid-19 in Germania ed alle misure draconiane messe in campo per contenere i contagi.
Per ridurre al minimo l’impatto economico di questa nuova emergenza sanitaria, il governo tedesco ha già annunciato un piano di politiche fiscali volto a supportare il mercato del lavoro, il credito e gli investimenti.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a febbraio correggono ampiamente, con un calo di -0,5% m/m, (dopo +0,6% m/m), dovuto in larga misura alla contrazione nel comparto della benzina (-2,8% m/m), ma anche alla debolezza delle auto (-0,9% m/m).
Le vendite al netto delle auto sono in calo di -0,4% m/m, dopo +0,6% m/m.
L’aggregato “control”(vendite al netto di benzina, auto, alimentari e materiali da costruzione, che contribuiscono direttamente alla definizione dei consumi del PIL) è invariato, ma il dato di gennaio è rivisto ampiamente verso l’alto, a +0,4% m/m. In termini reali, i dati sarebbero in linea con una crescita dei consumi intorno a 1,5% t/t ann., ma inevitabilmente, come emerge già da alcune informazioni delle vendite di febbraio, i consumi a marzo saranno deboli sulla scia delle risposte iniziali all’emergenza coronavirus.
– La produzione industriale a febbraio aumenta più del previsto, con una variazione di 0,6% m/m, dopo -0,5% m/m (rivisto da -0,3% m/m). Il balzo di febbraio è spinto da un incremento nelle utility (7,1% m/m), collegato alla normalizzazione del clima dopo due mesi insolitamente miti, che più che compensa la correzione nell’estrattivo (-1,5% m/m).
Nel manifatturiero, si registra un incremento modesto, 0,1% m/m, dopo -0,2% m/m di gennaio (rivisto da -0,1% m/m). Nel settore si osserva una netta ripresa nel comparto auto e componenti, mentre l’aeronautica segna un ampio calo, associato al blocco produttivo di Boeing relativo al Max 737.
Per ora il manifatturiero non dà segni di effetti dall’emergenza Covid-19, ma nel mese di marzo inizieranno a esserci settori con un calo rilevante, sebbene inferiore a quello dei servizi maggiormente colpiti (trasporti aerei, turismo, ospitalità, ricreazione).

 

COMMENTI:

STATI UNITI
 – Covid-19 update: nuovi interventi su tutti i fronti per rispondere all’emergenza Covid-19, sia dalla politica monetaria sia da quella fiscale, rispolverano e aggiornano gli strumenti non convenzionali del 2008-09.
La Fed apre una nuova facility per i prestiti, mirata a ridare liquidità al mercato, messo sotto significativa pressione di fronte all’incertezza legata all’epidemia di coronavirus, riducendo ampiamente il rischio che gli emittenti non siano in grado di rinnovare la loro carta commerciale in scadenza.
Con un comunicato del 17 marzo, la Fed annuncia l’istituzione della Commercial Paper Funding Facility (CPFF) con l’obiettivo di finanziare direttamente l’attività in diversi settori dell’economia, offrendo credito e finanziamento per prestiti auto e mutui, oltre a liquidità necessaria a un ampio spettro di imprese. Come durante la grande recessione, la Fed offre liquidità a emittenti USA di carta commerciale attraverso uno Special Purpose Vehicle (SPV) che acquisterà carta commerciale con e senza collateral, con rating A1/P1 direttamente dalle imprese. Il programma viene istituito in base alla sezione 13(3) del Federal Reserve Act, con l’approvazione del Ministro del Tesoro. La sezione 13(3), con cui una legge del 1932 emendava il Federal Reserve Act del 1913, mira a permettere alla Fed, “in circostanze insolite e pressanti”, di prestare direttamente all’economia reale, oltre a fornire liquidità alle istituzioni finanziarie.
Il Tesoro offrirà 10 mld di protezione del credito alla Fed, attingendo all’Exchange Stabilization Fund. La Fed a sua volta finanzierà l’SPV, i cui prestiti saranno garantiti dalle attività. Gli emittenti potranno ricevere finanziamenti fino a un ammontare determinato dal livello massimo di carta commerciale esistente fra il16 marzo 2019 e il 16 marzo 2020. Il tasso sui prestiti sarà pari al livello corrente dell’OIS a 3 mesi più uno spread di 200 pb. L’SPV potrà acquistare carta commerciale fino al 17 marzo 2021, e la NY Fed finanzierà l’SPV fino alla scadenza delle attività detenute.
– Il segretario del Tesoro Mnuchin ha armato il bazooka fiscale, con l’impegno a un intervento complessivo di 1 tln di dollari.
Il Tesoro sta lavorando con i senatori repubblicani per predisporre un pacchetto di supporto all’economia per un totale che, dalle prime stime di 850 mld di dollari, in serata è stato portato a 1 tln, includendo 50mld di supporto per le compagnie aeree.
Le misure previste dovrebbero essere indirizzate sia alle imprese sia alle famiglie. Mnuchin, nella presentazione del piano di intervento, ha indicato che il tasso di disoccupazione, in assenza di misure aggressive, potrebbe salire al 20% dal 3,5% attuale.
I democratici stanno discutendo una proposta per almeno750 mld di dollari, ma è probabile che si allineino, inserendo le proprie richieste, alla linea del Tesoro.
Una prima proposta discussa da Mnuchin con i repubblicani, includeva, oltre ai 50 mld per le linee aeree, 250 mld per le piccole imprese e 500 mld per la sospensione della payroll tax.
In seguito, nella serata di martedì, Mnuchin ha modificato il totale e la composizione prevista. Il pacchetto dovrebbe includere 500 mld da trasferire direttamente alle famiglie, con un primo accredito di 250 mld entro due settimane, seguito da un ulteriore trasferimento di 250 mld nelle settimane successive. Inoltre, sarebbero previsti 500 mld a sostegno delle piccole e imprese e per altre misure, oltre ai 50 mld per le compagnie aeree.
Come indicato da Mnuchin, gli interventi a favore delle famiglie dovrebbero includere un trasferimento attraverso un accredito diretto sui conti correnti. In Congresso circolano diverse proposte, sia fra i repubblicani sia fra i democratici, che vanno da 1000 a 6000 dollari per gli individui con redditi annui inferiori a 65 mila dollari. Una misura analoga approvata nel 2008 aveva registrato un ritardo di circa due mesi fra il momento dell’entrata in vigore e l’accredito sui conti delle famiglie. In caso di utilizzo dell’accredito diretto, la possibile riduzione/sospensione della payroll tax, spinta esplicitamente da Trump, potrebbe essere più limitata. Il limite di un intervento sulla payroll tax è che si applica a chi ha un’occupazione, senza sostenere chi l’ha persa. D’altra parte, è un’iniezione di reddito disponibile attuabile immediatamente.
– Il pacchetto n.2, relativo all’estensione di giorni di malattia e congedo pagati, secondo il Joint Committee on Taxation costerebbe circa 104 mld di dollari. Tuttavia, è probabile che i due disegni di legge viaggino su due binari separati, in modo da approvare entro questa settimana il primo pacchetto, che verrebbe ritardato in caso di congiunzione con i nuovi interventi.
L’amministrazione è al lavoro anche per attuare un ulteriore stimolo mirato a sostenere i costi collegati a Covid-19 gravanti sul Dept of Veteran Affairs, sul Customs and Border Protection e sull’Education Dept (per la moratoria sugli interessi dei prestiti agli studenti), per un ammontare superiore agli 8,3 mld del pacchetto attuato a inizio marzo.
Il Tesoro ha confermato che la scadenza per il pagamento delle imposte 2019 da parte delle famiglie sarà rinviata di 90 giorni. Le dichiarazioni dovrebbero essere inviate comunque entro il 15 aprile, Ad aprile 2019, le entrate collegate al pagamento delle imposte delle famiglie erano state pari a 333 mld di dollari.
Provando a fare una somma approssimativa dei pacchetti in via di definizione e approvazione, le misure fiscali annunciate finora sarebbero pari ad almeno 1,12 tln. A questi si dovrebbe aggiungere la disponibilità dei fondi della Federal Emergency Management Agency e altri fondi per gravi calamità (per un totale di circa 50 mld di dollari), utilizzabili grazie alla dichiarazione di emergenza nazionale, di quelli dell’Exchange Stabilization Funds (pari a 93,3 mlddi dollari a fine 2019, di cui 10 allocati alla facility per la carta commerciale).
– Con le primarie del 17 marzo, Biden ha aumentato il vantaggio nei confronti di Sanders, con vittorie solide in Florida e Illinois e con un buon margine in Arizona. Al momento, Biden ha 1147 delegati, contro 861 di Sanders.
Biden resta ancora lontano dai 1991 delegati necessari per garantirsi la nomination al primo voto della convention. A questo punto, sulla base del calendario delle prossime primarie (sempre che non ci siano ulteriori slittamenti, come avvenuto in Ohio, dove il governatore ha bloccato i seggi ieri e impedito il voto), fino a fine aprile non ci sarà in palio un numero sufficiente di delegati per capire se il vantaggio di Biden si consoliderà al punto da assicurarsi almeno1991 delegati.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo il calo post-intervento Fed di domenica, il dollaro è risalito ampiamente ieri tornando sui livelli di circa un mese fa quando partì la correzione, recuperando integralmente la recente discesa.
A favorire il biglietto verde hanno contribuito sia la crescente domanda di dollari come safe haven, in un mercato dove si osserva ancora qualche segnale di stress nonostante gli interventi coordinati di Fed e altre banche centrali per garantire liquidità in dollari, sia le ulteriori misure di policy per fronteggiare la crisi (nuova facility per i prestiti introdotta dalla Fed e nuovo pacchetto di stimolo fiscale in via di approvazione).
Anche se nuova debolezza del dollaro non può essere esclusa, il recupero suggerisce che il peggio per la valuta statunitense potrebbe essere alle spalle grazie sia agli interventi di politica monetaria e fiscale sia al fatto che anche al di fuori degli USA le ricadute economiche negative del coronavirus sono pesanti.

EUR – L’euro ha corretto ampiamente ieri da 1,11 a 1,09 EUR/USD accelerando al ribasso dopo il pessimo ZEW tedesco, risultato ancora peggiore del previsto. Un cambio in prossimità di 1,10 EUR/USD appare abbastanza coerente dato il contesto attuale, dove la minor portata degli interventi di BCE e a livello fiscale rispetto agli Stati Uniti potrebbe contrastare in maniera meno efficace le ricadute economiche negative del Covid-19.

GBP – La sterlina è scesa ancora contro dollaro da 1,22 a 1,20 GBP/USD – rivedendo così minimi abbandonati a settembre – mantenendosi contro euro a 0,90-0,91 EUR/GBP.
Dai dati sul mercato del lavoro sono giunte indicazioni di tenore misto, ma la debolezza della valuta britannica è spiegata sia dalla combinazione sfavorevole di crescenti effetti negativi da Covid-19 e di incertezza sui negoziati con l’UE sia dal recupero generalizzato del dollaro.
Attesi a partire da oggi nuovi interventi sul fronte fiscale per affrontare la crisi.
La sterlina – che si trova su livelli critici (cruciali i supporti in area 1,19 GBP/USD) – potrebbe trarne almeno temporaneo giovamento. Il ministro delle finanze Sunak ha preannunciato 330 miliardi di prestiti garantiti alle imprese. Non si esclude che anche la BoE possa intervenire nuovamente prima della riunione ordinaria in programma per la settimana prossima.

JPY – Anche lo yen è tornado a scendere contro dollaro portandosi da 105 a 107 USD/JPY, prevalendo in questo momento la domanda di dollari come safe haven. Contro euro lo yen si è mantenuto nel range117-119 EUR/JPY.
Da domani sarà istituito un comitato formato da esponenti del governo e della BoJ che si riunirà giornalmente fino a fine mese per valutare ulteriori interventi da attuare per contrastare le ricadute economiche negative del coronavirus.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Il dato finale di febbraio dovrebbe indicare un rallentamento dell’inflazione all’1,2% a/a dall’1,4% di gennaio. Il rallentamento deriverebbe, principalmente, dal calo dei prezzi dell’energia (-1,6% m/m e -0,3% a/a), mentre dovrebbero aumentare i listini alimentari. L’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) è previsto in salita di un decimo, all’1,4% a/a.
Sul mese, i prezzi sono visti in aumento di+0,2% m/m, dopo il -1,0% m/m del mese precedente. L’inflazione è attesa frenare ulteriormente nei prossimi mesi, sulla scia del calo dei prezzi dell’energia e dell’impatto negativo sulla domanda della pandemia di COVID-19.

STATI UNITI – I nuovi cantieri residenziali sono attesi in calo a 1,52 mln da 1,567 mln di gennaio, con un’ulteriore modesta correzione dopo l’ampio calo di gennaio dal picco di dicembre (massimo da dicembre 2006). L’indice di fiducia dei costruttori di case ha segnato due correzioni consecutive a gennaio e febbraio, scendendo a 74 da 76 di dicembre 2019 (massimo dal 1999).
Le nuove licenze edilizie dovrebbero stabilizzarsi a 1,5 mln, da 1,551 di gennaio. La continua correzione dei tassi sui mutui rimane un fattore favorevole per l’attività nel settore, anche se la correzione sui mercati finanziari rappresenterà un freno nei prossimi mesi.