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18 Febbraio 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La produzione edile ha chiuso il 2020 con una contrazione di -3,7% m/m.
Rispetto a un anno prima, la produzione delle costruzioni è in calo di -2,3% a/a; la tendenza di fondo è piatta, con un po’ di erraticità mensile.
Il netto calo di dicembre riflette il crollo della Francia (-8,6% m/m) e la marcata flessione della Germania (-3,2%).
La contrazione è stata analoga nell’ingegneria civile (-3,4% m/m) e nella costruzione di edifici (-3,8%).
In media annua, la contrazione rispetto al 2019 è pari a -5,7% a/a.
Il 2021 parte con un trascinamento positivo di 1,6%, mentre quello sul primo trimestre 2021 è di -1,7%.
Il contributo alla variazione del valore aggiunto complessivo nel 4° trimestre è stato sostanzialmente nullo.

STATI UNITI
 – Le vendite al dettaglio sorprendono verso l’alto, con un boom di 5,3% m/m e 7,4% a/a (consenso: 1% m/m) dopo -1% m/m (rivisto da -0,7% m/m) a dicembre.
La variazione degli ultimi tre mesi è in rialzo di 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Le vendite al netto delle auto crescono anche più velocemente, con una variazione di 5,9% m/m (6,1% a/a); l’aggregato che esclude auto e benzina è in rialzo di 6,1% m/m.
Tutte le voci danno informazioni positive: auto +3,1% m/m, arredamento +12% m/m, elettronica +14,7% m/m, materiali da costruzione +4,6% m/m, abbigliamento +5% m/m, articoli sportivi +8% m/m, vendite online +11% m/m, grandi magazzini +23,5% m/m, servizi di bar e ristoranti +6,9% m/m (in risposta al miglioramento del quadro dei contagi).
I dati confermano che l’accredito degli assegni di 600 dollari/persona e la ripresa dell’integrazione federale dei sussidi di disoccupazione (+300 dollari/settimana) hanno già avuto un effetto significativo sulla spesa delle famiglie, rinforzato dal miglioramento del quadro della pandemia che ha spinto le vendite anche nei comparti aggregativi (grandi magazzini, negozi, bar e ristoranti).
La variazione delle vendite, ben al di sopra delle attese, dà un assaggio di quello che sarà probabilmente un boom di consumi alimentato dallo stimolo fiscale e dal risparmio accumulato nei trimestri precedenti.
Il reddito disponibile dovrebbe essere in rialzo di più del 10% in termini reali nel 1° trimestre e crescere ulteriormente nei due trimestri centrali dell’anno, quando si aggiungerà il supporto del piano di emergenza in via di elaborazione, ancora più generoso di quello da 900 mld approvato a fine2020.
– La produzione industriale a gennaio aumenta di 0,9% m/m (-1,8% a/a), contro attese di consenso per +0,5% m/m, spinta dall’estrattivo e dal manifatturiero.
Il manifatturiero segna un incremento di 1% m/m, nonostante la parziale chiusura della produzione in diversi stabilimenti auto per la mancanza di parti (semiconduttori).
Tutti i sotto-settori sono in espansione, a parte le auto (-0,7% m/m) e i prodotti minerari non metallici.
L’estrattivo è in accelerazione, con una variazione di 2,3% m/m, terza variazione positiva consecutiva.
Le utility registrano invece una contrazione, per via di condizioni climatiche particolarmente miti, ma ci attendiamo un netto rimbalzo del settore a febbraio, alla luce del crollo delle temperature e del maltempo.
La forza e la diffusione della crescita nel manifatturiero danno indicazioni positive per l’espansione del settore anche nei prossimi mesi, al di là delle strozzature all’offerta.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo Draghi ha ottenuto la fiducia del Senato con 262 sì. I voti contrari sono stati 40 (2gliastenuti). Nel Movimento 5 Stelle, i dissidenti sono stati 15.
Nel suo discorso di insediamento, il Presidente del Consiglio ha delineato un programma di massima del nuovo esecutivo, mettendo l’accento sulle seguenti priorità:
Lotta alla pandemia:
* il nuovo Governo si impegna a comunicare in anticipo ai cittadini, “per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia”, i mutamenti nelle restrizioni dovute al Covid;
* per combattere i danni sanitari, Draghi ha sottolineato l’importanza di rafforzare la sanità territoriale;
* per accelerare la campagna vaccinale, Draghi non ha escluso il possibile ricorso alla protezione civile, alle forze armate e ai volontari, utilizzando a tal fine “tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”;
* la ripartenza della scuola deve avvenire “in sicurezza”, anche attraverso una rimodulazione degli orari e del calendario scolastico, per recuperare le ore perse; al di là dell’emergenza, Draghi ha sottolineato l’importanza del rilancio degli istituti tecnici, e degli investimenti nell’università e nella ricerca;

Rilancio dell’economia e sostegno al mercato del lavoro:
* l’obiettivo del Governo è di proteggere tutti i lavoratori, ma Draghi ha precisato che sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche: alcune di esse dovranno riconvertirsi anche radicalmente (“la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”);
* per la protezione dei lavoratori, è cruciale il miglioramento degli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati, nonché aumentando le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego;
* particolare attenzione verrà riservata alla riduzione del gap salariale tra uomini e donne (uno dei peggiori in Europa);
* per un rilancio duraturo dell’economia, Draghi ha sottolineato l’importanza di un rafforzamento degli investimenti pubblici, che però dovranno agire in sinergia con il settore privato;

Recovery Plan:
* il nuovo governo intende “approfondire e completare” il lavoro fatto dall’esecutivo precedente; evidente però il cambio di rotta sul tema della governance, che sarà incardinata nel Ministero dell’Economia e delle Finanze (con la necessaria, stretta collaborazione con i ministeri competenti, che definiranno le politiche e i progetti di settore); Draghi ha assicurato che il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore;
Riforme strutturali:
* Draghi ha affermato che “il governo farà le riforme”, con l’obiettivo di affrontare i problemi strutturali dell’Italia che limitano gli investimenti sia italiani che esteri, il più possibile all’interno di un disegno complessivo e non con singole norme scollegate tra loro. A tal proposito Draghi ha citato in particolare:
* la necessità di assicurare la certezza delle norme e dei piani di investimento pubblico;
* il tema della concorrenza: il Governo chiederà all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato di produrre in tempi brevi le sue proposte in questo campo, come previsto dalla Legge Annuale sulla Concorrenza (ampiamente disattesa negli anni recenti);
* una riforma complessiva del fisco (affidata ad esperti del settore, sull’esempio di quanto fatto dalla Danimarca nel 2008), con l’obiettivo di ridurre il carico fiscale preservando la progressività delle imposte e rafforzando il contrasto all’evasione fiscale;
* una riforma della pubblica amministrazione attraverso non soltanto lo smaltimento dell’arretrato accumulato durante la pandemia, ma aumentando gli investimenti in connettività (con la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini) e puntando sull’aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici (anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido ed efficiente);
* in particolare, è necessaria secondo Draghi una riforma della giustizia che tenga conto delle raccomandazioni fatte all’Italia dalla Commissione europea per aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile attraverso le seguenti direttrici: favorire l’applicazione dei decreti di riforma in materia di insolvenza, garantire un funzionamento più efficiente dei tribunali, favorire lo smaltimento dell’arretrato e una migliore gestione dei carichi di lavoro, adottare norme procedurali più semplici, coprire i posti vacanti del personale amministrativo, ridurre le differenze che sussistono nella gestione dei casi da tribunale a tribunale, favorire la repressione della corruzione;

Rapporti internazionali e politica estera:
* Draghi, oltre a ribadire l’irreversibilità dell’euro, ha affermato che il suo Governo si muoverà nel solco dell’europeismo e dell’atlantismo, e ha indicato la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata, con l’obiettivo di approdare a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione.
Nel complesso, il discorso delinea un programma di ampia portata, non limitato a combattere l’emergenza sanitaria ed economica di breve termine, ma con l’ambizione di affrontare alcuni tra i “nodi strutturali” del Paese. Verosimilmente, nelle intenzioni del Presidente del Consiglio, si tratta di un programma che dovrebbe portare il Paese sino a fine legislatura (anche se è lecito nutrire dubbi sull’unanime intenzione dei partiti in tal senso).
Nell’immediato, il primo appuntamento a cui è atteso il Governo è l’approvazione del nuovo Decreto Ristori, per il quale, vista la necessità di indennizzare ulteriori categorie colpite dalle ultime restrizioni, potrebbero non essere sufficienti i 32 miliardi stanziati con l’ultimo scostamento di bilancio approvato dal Parlamento.
Il Governo dovrà poi decidere se prorogare l’impianto attuale delle norme sulle restrizioni alla mobilità e alle attività economiche, in scadenza il 5 marzo.
Per quanto riguarda il delicato tema del blocco ai licenziamenti (attualmente in vigore sino al 31 marzo), l’orientamento iniziale del Governo potrebbe essere una proroga ancora per qualche mese.

ITALIA – Dopo il voto al Senato, il Governo si presenta oggi alla Camera per ottenere il voto di fiducia ed entrare nella pienezza dei poteri.
Il Presidente del Consiglio dovrebbe ripetere, con poche variazioni, il discorso fatto ieri a Palazzo Madama. Il risultato del voto, ampiamente scontato, sarà noto in tarda serata.
Anche alla Camera, sarà interessante contare quanti saranno i deputati del Movimento 5 Stelle che non voteranno la fiducia al nuovo esecutivo.

STATI UNITI – I verbali della riunione del FOMC di gennaio riportano, come atteso, indicazioni di stabilità della politica monetaria in una fase di grande incertezza e rischi complessivamente verso il basso.
Il punto centrale è ripetuto più volte: le condizioni economiche sono lontane da una situazione di pieno impiego inclusivo e non sono stati fatti “sostanziali progressi” in tale direzione.
Il secondo importante messaggio che i verbali vogliono trasmettere è la necessità di non confondere movimenti transitori dell’inflazione, causati da confronti statistici, strozzature all’offerta e riallineamenti dei prezzi relativi, con il trend sottostante dei prezzi.
Quindi, per ora tutto fermo in attesa di sviluppi definitivi sul fronte della pandemia.
A nostro avviso, dopo l’estate, con il probabile raggiungimento dell’immunità di gregge, la Fed potrebbe comunicare che i tempi sono maturi per “cominciare a pensare” di discutere una svolta sugli acquisti. Nonostante le revisioni verso l’alto dello scenario e l’aspettativa di un forte rimbalzo della crescita, i partecipanti ritengono che l’evoluzione della pandemia sarà determinante per il sentiero dell’economia, su cui pesano “considerevoli rischi”.
Anche il balzo atteso della crescita in seguito a nuovo, ampio stimolo fiscale va valutato in relazione al fatto che l’occupazione e l’attività sono “ben al di sotto” dei livelli coerenti con il pieno impiego e che la recessione ha pesato in modo diseguale sulle famiglie.
Il “pieno impiego inclusivo” non è a portata di mano.
Lo scenario economico dello staff incorpora una considerevole revisione verso l’alto rispetto a dicembre, sulla scia dello stimolo fiscale approvato a fine anno e dell’aspettativa di ulteriori misure previste nei prossimi mesi, oltre agli effetti attesi della diffusione dei vaccini.
La previsione è di crescita al di sopra del potenziale sull’orizzonte considerato, con un significativo calo del tasso di disoccupazione.
Per l’inflazione, dopo la volatilità prevista per la parte centrale del 2021, con un aumento ben oltre il 2% in primavera, si prevede un ritorno a ritmi vicini al 2% a fine anno e “moderatamente” al di sopra dell’obiettivo negli anni successivi al 2023.
Nel complesso i rischi vengono ancora valutati verso il basso, per via delle possibili evoluzioni negative della pandemia, con livelli elevati di incertezza.
La valutazione che il FOMC dà del mercato del lavoro è la chiave per le previsioni di svolta di policy, che appare ancora lontana. Infatti, nonostante il miglioramento dell’occupazione, la disoccupazione effettiva (che include il calo della partecipazione) è ancora estremamente elevata.
Secondo i partecipanti, “l’economia è ancora lontana dal raggiungimento dell’obiettivo generalizzato e inclusivo di massima occupazione e, anche con un ritmo rapido di miglioramento del mercato del lavoro, raggiungere questo obiettivo richiederà ancora del tempo” (enfasi nostra).
Sul fronte dell’inflazione, diversi partecipanti rilevano che ci potrebbero essere rialzi dei prezzi collegati a strozzature dell’offerta e altri notano che un ritorno potenzialmente repentino alla normalità potrebbe determinare un incremento una tantum di alcuni prezzi.
Tuttavia, “molti” partecipanti sottolineano l’importanza di distinguere movimenti una tantum di prezzi relativi, con possibili effetti temporanei sull’inflazione, dal trend sottostante della dinamica di prezzi.
Al di là di queste fluttuazioni, il consenso prevede un trend di moderato rialzo della traiettoria dell’inflazione coerente con il raggiungimento “nel tempo” degli obiettivi della Fed. Riguardo alla politica monetaria futura, “i partecipanti” (cioè il consenso) ritengono che le condizioni economiche siano attualmente “lontane” dagli obiettivi del Comitato e richiedano pertanto il mantenimento di una stance accomodante “fino a quando tali obiettivi non siano raggiunti”.
Il comitato ritiene che la guidance attuale sia appropriata e comunichi correttamente la funzione di reazione della Banca centrale di fronte all’evoluzione dell’economia.
È comunque da notare che si riporta solo l’esempio del caso in cui sia necessario aumentare lo stimolo, e non viceversa. Infatti, si afferma solo che, in caso di allungamento dei tempi per il raggiungimento degli obiettivi, la Fed espanderebbe lo stimolo alzando gli acquisti e allontanando il momento di una svolta sui tassi.
Inoltre, si ripete più volte che occorre non confondere movimenti transitori dei dati di inflazione con il trend di medio termine.
Nelle conclusioni relative alla stance di politica monetaria, dopo aver riaffermato per la seconda volta che non sono ancora stati fatti “sostanziali progressi”verso gli obiettivi (condizione per il mantenimento dei ritmi di acquisti attuali), “diversi” partecipanti hanno ribadito l’importanza di comunicare chiaramente la valutazione del progresso verso gli obiettivi di più lungo termine “ben in anticipo” rispetto al momento in cui si potrebbe valutare come “sufficientemente sostanziale” da determinare un cambiamento nel ritmo degli acquisti. Le parole saranno pesate con attenzione massima nei prossimi trimestri.
Infine, va notato il cambiamento della valutazione delle vulnerabilità del sistema finanziario che, secondo lo staff, sono in via di deterioramento e sono caratterizzate come “notevoli”, contro un giudizio di vulnerabilità “moderate” a dicembre.
Lo staff sottolinea che le pressioni sulle valutazioni delle attività sono “elevate”, in particolare nel comparto dei corporate bond, con spread sui livelli pre-pandemia, e su minimi storici. Anche sui mercati azionari si sottolinea un’ulteriore riduzione dell’equity risk premium.
Anche sul mercato immobiliare, la crescita del debito delle famiglie presenta “notevoli” vulnerabilità. Per ora tuttavia il consenso dei partecipanti, e in particolare Powell, non appare preoccupato per i rischi di instabilità, con l’eccezione di un paio di presidenti di Fed regionali.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è salito ulteriormente ieri favorito da dati che hanno tutti sorpreso al rialzo (vendite al dettaglio, produzione industriale e prezzi alla produzione), agevolando un’ulteriore salita dei rendimenti.
Dai dati di oggi si attendono indicazioni miste, il che potrebbe rallentare l’ascesa del biglietto verde, ma la tendenza di fondo rimane al rialzo finché lo scenario di più robusta ripresa USA viene confermato.

EURL’euro è sceso ancora ieri, ampiamente, da 1,21 a 1,20 EUR/USD, sui dati USA, toccando un minimo a 1,2021 EUR/USD.
I supporti intorno a 1,2000 EUR/USD sono solidi, ma se lo scenario di più robusta ripresa USA non verrà smentito nel breve, l’euro dovrebbe riportarsi sotto quota 1,20 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina è arretrata contro dollaro sui dati USA, da 1,39 a 1,38 GBP/USD, ma meno dell’euro, rispetto al quale infatti si è rafforzata ancora da 0,87 a 0,86 EUR/GBP.
Le aspettative di un’uscita più rapida dalla crisi pandemica continuano a offrire sostegno alla valuta britannica.
Ieri infatti Johnson ha offerto alcune indicazioni di massima sulle tempistiche della riapertura delle attività, che sarà graduale e a stadi, ma irreversibile.
Il piano dettagliato sarà reso noto lunedì prossimo. Domani intanto l’attenzione tornerà anche sui dati domestici, con i PMI di febbraio.

JPYAnche lo yen è sceso ieri contro dollaro sui dati USA da 105 a 106 USD/JPY, ma ha recuperato poco dopo  sull’apertura in calo della borsa USA, proseguendo il recupero questa notte sul calo della borsa giapponese.
Contro euro si è rafforzato, da 128 a 127 EUR/JPY, complice anche il calo dell’EUR/USD.
La tendenza di fondo dello yen dovrebbe essere al ribasso, fintantoché quella dei rendimenti USA si mantiene al rialzo.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– I cantieri residenziali a gennaio dovrebbero correggere a 1,659 mln da 1,669 mln. Anche le licenze dovrebbero essere in modesto calo a 1,68 da 1,704 di dicembre.
L’indice di ottimismo dei costruttori di case ha toccato un massimo storico a 90 a novembre 2020 ed è su un trend di graduale, fisiologico ritracciamento, anche a causa dei vincoli all’offerta nel settore.
A gennaio l’edilizia residenziale ha creato 3.600 posti di lavoro, al di sotto della media recente, con segnali di ulteriore espansione, ma a ritmi meno sostenuti rispetto al boom del 2020.
– L’indice della Philadelphia Fed a febbraio è previsto in modesto calo, a 25 da 26,5 di gennaio, con indicazioni sempre coerenti con il proseguimento dell’espansione dell’attività, pur in presenza di strozzature all’offerta concentrate in alcuni settori.
L’indagine potrebbe mostrare un miglioramento delle aspettative, con indici già su livelli storicamente elevati, in attesa degli effetti positivi del nuovo stimolo fiscale e della campagna vaccinale.
Sarà importante seguire da ora in poi il trend degli indici di prezzo, in questa fase di aumento dei costi e di riaccelerazione della domanda.
A gennaio, l’indice dei prezzi ricevuti ha segnato un rialzo di 25,1 punti, sui massimi dal 1980 e vicino a livelli che non si vedevano da metà 2018.
Tuttavia, le aspettative a 6 mesi per l’indice dei prezzi ricevuti erano in calo dai picchi recenti di settembre 2020.
– I prezzi all’import di gennaio dovrebbero aumentare di 1% m/m, dopo 0,9% m/m di dicembre, spinti dal trend di rialzo delle materie prime e dagli effetti del deprezzamento del dollaro.