Seguci su twitter

Categorie

18 Dicembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA In ottobre, si registra un aumento delle esportazioni (+3,1% m/m) a fronte di un calo delle importazioni (-2,3% m/m). Su base annua, l’export è in crescita per il secondo mese (+4,3% a/a), mentre l’import tocca un minimo da luglio del 2016 a -5,8% a/a. L’aumento dell’export è però dovuto quasi interamente alla consegna di una nave negli Stati Uniti, al netto della quale la variazione sarebbe pari a -0,1% m/m e +1,4% a/a. Oltre ai mezzi di trasporto(+56,1%), risultano in progresso nel confronto annuo anche gli articoli in pelle (+11%), l’abbigliamento (+8,3%), i farmaceutici (+8,3%) e gli alimentari (+6,2%), mentre restano in forte calo gli autoveicoli (-9,7%), i prodotti chimici (-6,2%) e i macchinari (-2,2%). Oltre agli Stati Uniti (+24,5%), il contributo maggiore all’aumento tendenziale dell’export viene da Svizzera (+14,6%), Francia (+6,5%) e Regno Unito (+8,7%), mentre un apporto negativo deriva non solo dai Paesi OPEC (-16,9%) ma anche dalla Germania (-2,8%). Nei primi dieci mesi dell’anno l’avanzo commerciale ha superato 43 miliardi (75,8 al netto dei prodotti energetici), in aumento dai 32,5 mld dello stesso periodo dello scorso anno (66,9 al netto dell’energia). In sintesi, il commercio estero è stato debole (ed ha frenato il PIL) nel 3° trimestre, ma i dati di settembre e ottobre confermano i segnali di ripresa della domanda in particolare dai Paesi extra-UE, che potrebbe favorire un recupero nell’ultimo trimestre del 2019. Tuttavia, la consegna di una nave di ottobre non avrà effetto sul PIL in quanto si rifletterà in un decumulo di scorte.

STATI UNITI
– La produzione industriale a novembre rimbalza di 1,1% m/m, dopo due variazioni negative (-0,9% m/m a ottobre e -0,4% m/m a settembre). Il manifatturiero recupera con un aumento di 1,1% m/m (dopo -0,7% m/m sia a settembre sia a ottobre), spiegato in parte dalla crescita nel segmento auto post-sciopero di GM (+12,4% m/m) e in parte di comparti (+0,5% m/m al netto delle auto, in particolare l’elettronica) a eccezione dei macchinari.
I segnali moderatamente positivi del manifatturiero anche al netto dello sciopero saranno probabilmente interrotti dalle conseguenze destabilizzanti del blocco a partire da gennaio della produzione degli aerei 737 Max annunciato da Boeing. Le utility hanno registrato un aumento dii 2,9% m/m sulla scia del clima particolarmente avverso, mentre l’estrattivo prosegue sul trend negativo visto da metà anno (che però dovrebbe essere in via di stabilizzazione).
– I cantieri residenziali a novembre aumentano più del previsto, salendo a 1,365 mln di unità ann. (consenso: 1,345 mln) da 1,323mln di ottobre, con incrementi diffusi sia alle unità monofamiliari sia a quelle multifamiliari. Le licenze aumentano a 1,482 mln da 1,461 mln, con indicazioni di ulteriore espansione attesa dell’attività di costruzione nel settore residenziale. Il trend dei cantieri e delle licenze resta positivo e dà indicazioni di contributo positivo degli investimenti residenziali alla crescita complessiva del PIL nel 4° trimestre.

 

COMMENTI:

BCE – Il governatore della Banca d’Italia, Visco, ha dichiarato al Financial Times che la prossima revisione strategica della BCE dovrà anche affrontare il tema del dissenso.
Secondo Visco, la BCE dovrebbe puntare alla massima trasparenza, e che non avrebbe obiezioni a rendere chiare le posizioni individuali dei membri del consiglio direttivo. Tuttavia, il governatore ha ammesso che in un organismo decisionale numeroso come quello della BCE (25 membri) il dissenso sarebbe più probabile rispetto a quanto accade con la Fed, il che potrebbe aumentare “rumore e incertezza”.
Coeuré, il cui mandato come consigliere esecutivo cessa il 31 dicembre, ha dichiarato che sarebbe necessario un processo di consolidamento transfrontaliero nel sistema bancario europeo. Riguardo ai rischi dei tassi negativi, Coeuré non ritiene che vi siano ancora bolle speculative nel mercato immobiliare, anche se ci sono “tensioni locali”, e tocca alle autorità nazionali intervenire in tali casi.
Tuttavia, ha detto, “vorrei che la BCE sviluppasse un approccio che consenta un migliore confronto tra i benefici per l’economia reale dei bassi tassi di interesse e i rischi creati attraverso il settore finanziario”, perché “al momento, non è chiaro a che punto i rischi iniziano a superare i benefici”.

STATI UNITI – Il rappresentante al commercio Lighthizer ha dichiarato che l’amministrazione, avendo raggiunto una parte dei propri obiettivi nei negoziati con la Cina e aperto la strada alla ratifica dell’USMCA intende concentrare la propria attenzione sugli squilibri commerciali con l’UE.
Lighthizer ha sottolineato che la relazione commerciale con l’UE è “molto squilibrata”, con un deficit americano di circa 180 mld di dollari, e ha aggiunto che per restringere il deficit globale è indispensabile ridurre quello con l’Eurpoa. Il rappresentante al commercio ha ribadito l’intenzione di procedere con l’utilizzo di dazi a questo scopo.
Secondo Lighthizer, un trattato bilaterale con il Regno Unito resta una priorità e gli USA procederanno su questo fronte non appena il nuovo governo inglese avrà definito la propria strategia. Il raggiungimento di una tregua sulla fase 1 dei negoziati con la Cina ha ridotto senz’altro l’incertezza di breve termine sulla politica commerciale americana, ma non ha rimosso i rischi di medio termine, anche in considerazione del fatto che il WTO è definitivamente bloccato dal veto USA alla nomina di nuovi giudici.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro si è leggermente rafforzato, favorito sia dal calo della sterlina sia dai dati USA (cantieri residenziali, licenze edilizie e produzione industriale) che sono migliorati più del previsto. Dalla Fed sia Kaplan sia Rosengren hanno confermato lo scenario di stabilità dei tassi.
Oggi, in assenza di spunti significativi sul fronte USA e a meno di sorprese/delusioni eclatanti dall’area euro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

EUR – Anche l’euro si è leggermente rafforzato, favorito da un sentiment cautamente positivo grazie ai segnali di stabilizzazione della crescita nell’area euro. Si è comunque mantenuto ancora in area 1,11 EUR/USD, dove ha toccata un massimo a 1,1175 EUR/USD. Da qui ha poi fatto marcia indietro sulle dichiarazioni del segretario al commercio USA Lighthizer secondo cui gli Stati Uniti non possono ridurre il deficit commerciale se non riducono il disavanzo con l’Europa, con il quale c’è un problema di fondo. Oggi l’euro apre in calo per correlazione positive con la sterlina. Questa mattina l’IFO tedesco è atteso in miglioramento: a meno di delusioni l’euro dovrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi.

GBP – La sterlina è precipitata sia contro dollaro da 1,33 a 1,30 GBP/USD sia contro euro da 0,83 a 0,85 EUR/GBP sulla notizia che il governo presenterà un emendamento all’accordo per l’uscita dall’UE che prevede la non-estensione del periodo transitorio oltre la data attualmente stabilita del 31 dicembre 2020. Il tempo per cercare di siglare un nuovo accordo commerciale con l’UE è ridotto e il rischio che non si riesca a trovare una soluzione entro la fine dell’anno prossimo non è irrilevante. Il parlamento voterà sull’accordo di ritiro e sull’emendamento venerdì 20 dicembre. Sul fronte dati ieri quelli sul mercato del lavoro sono stati di tenore misto. Oggi viene pubblicata l’inflazione, attesa in marginale calo su base annua. A meno di sorprese positive la sterlina rischia di restare sotto pressione.

JPY – Lo yen si è stabilizzato contro dollaro in area 109 USD/JPY, sorretto dalla cautela sul fronte USA-Cina dopo l’annuncio dell’accordo diffuso venerdì. Si è invece dimostrato più volatile contro euro tra 121 e 122 EUR/JPY per via della dinamica dell’EUR/USD. Oggi, in assenza di spunti significativi, e a meno di una riduzione della risk aversion, la valuta nipponica dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Ci attendiamo che a novembre il tasso di inflazione passi a 1% a/a da 0,7% a/a del mese di ottobre. Sul mese l’indice armonizzato dei prezzi al consumo dovrebbe calare a -0,3% m/m in novembre dopo il +0,1% di ottobre. Entrambi i valori dovrebbero perciò mantenersi in linea con le stime preliminari. L’indice core (cioè al netto di energia e alimentari freschi) è atteso al 1,5% a/a.

GERMANIA – L’indice Ifo è atteso a 95,3 punti a dicembre, con un miglioramento di tre decimi rispetto a novembre. L’indice sulle aspettative potrebbe passare a 92,4 da 92,1 di novembre, un aumento meno forte rispetto ai due mesi precedenti. L’indice della situazione corrente dovrebbe salire a 98,1 da 97,9 di novembre. La fiducia è attesa in graduale recupero dopo il trend di calo visto tra l’inizio del 2018 e lo scorso mese di agosto. Gli indici anticipatori sono coerenti con una crescita intorno allo zero nel 4° trimestre.