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17 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri la seconda stima del PIL relativa al 3° trimestre ha confermato la lettura flash di 2,2% t/t (3,7% a/a).
Nello stesso trimestre l’occupazione è cresciuta di 0,9% t/t (3,7% a/a), in accelerazione da 0,6% t/t precedente.
L’occupazione ha quasi recuperato i livelli pre-COVID (il divario con fine 2019 è di -0,4%) e la crescita delle assunzioni potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, su ritmi coerenti con un graduale calo del tasso di disoccupazione

ITALIA – L’inflazione è stata rivista verso l’alto di un decimo sia per la misura armonizzata che per quella nazionale, rispettivamente al 3,2% a/a (2,9% a settembre) e al 3% a/a (2,5% il mese precedente).

FRANCIA – Le stime finali degli indici dei prezzi al consumo di ottobre hanno confermato il rialzo sia dell’inflazione armonizzata (3,2% a/a da 2,7% di settembre), sia di quella calcolata su base nazionale (2,6% a/a da 2,2% il mese precedente).
Dopo un picco nel 4° trimestre, l’inflazione è vista in graduale moderazione nel corso del 2022 in entrambi i Paesi.

PAESI BASSI – La prima stima del PIL relativa al 3° trimestre ha riportato una crescita più alta delle attese di consenso, a 1,5% t/t (5% a/a).
Lo spaccato ha mostrato un contributo positivo della domanda interna (+1,2 pp) e nullo per il commercio estero.

STATI UNITI
Ieri, i dati sono stati omogeneamente forti e al di sopra delle attese.
Le vendite al dettaglio di ottobre hanno dato una sferzata di ottimismo per i consumi del 4° trimestre.
Le vendite sono aumentate di 1,7% m/m e il dato di settembre è stato rivisto verso l’alto di un decimo a 0,8% m/m.
Le vendite al netto della ristorazione sono cresciute di 1,9% m/m.
I dati puntano a una netta ripresa dei consumi in autunno.
– Anche la produzione industriale ha dato una sorpresa verso l’alto, con una variazione di 1,5% m/m, spinta da un forte rimbalzo nel manifatturiero (1,2% m/m), grazie anche a +11% m/m per le auto, oltre che dall’estrattivo e da un marginale rialzo delle utility.
– Infine, la fiducia dei costruttori di case a novembre è salita a 83, massimo da 6 mesi.
La stima Nowcasting dell’Atlanta Fed vede una crescita del PIL nel 4° trimestre di 8,2% t/t ann.

GIAPPONE – Gli ordini di macchinari a settembre sono rimasti invariati su base mensile, ma le imprese prevedono un aumento di 9,1% nel 4° trimestre, segnalando un ritorno alla crescita.

 

COMMENTI:

GERMANIA – I futuri partners di governo (SPD, Verdi e FDP) stanno pianificando nuove, e più restrittive, misure di contenimento per limitare i contagi da COVID-19.

STATI UNITI
– Note preoccupanti vengono invece da un’indagine della NY Fed riguardo ai problemi dal lato dell’offerta di beni e lavoro.
La quasi totalità delle imprese riporta assenza di miglioramento per le strozzature all’offerta, con peggioramento atteso dal 40% delle imprese nei servizi e da circa metà nel manifatturiero.
Sul fronte della manodopera, la domanda resta forte con il 61% nei servizi e il 56% nel manifatturiero che prevedono aumenti; circa metà dei partecipanti hanno raggiunto o superato i livelli pre-Covid.
Poco più del 50% delle imprese nei servizi e circa il 60% di quelle nel manifatturiero stanno alzando i salari più che negli anni precedenti.
Più del 60% delle imprese ha difficoltà a coprire le posizioni aperte e la stragrande maggioranza non ha visto un aumento di flussi di offerta a fronte dei posti disponibili.
In conclusione, il mercato del lavoro rimane sotto (crescente) pressione e le strozzature all’offerta sono valutate come un fenomeno ancora persistente.
Dalla Fed sono arrivate voci discordanti sullo scenario di politica monetaria.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che di fronte a un’inflazione come quella attuale, la Fed dovrebbe prendere “una rotta più hawkish nel prossimo paio di riunioni per gestire appropriatamente il rischio”.
Invece, Daly (San Francisco Fed) ha detto che in una situazione di incertezza senza precedenti, occorre “riconoscere la necessità di aspettare”, perché muovere troppo presto ha dei costi.
Bullard continua a prevedere due rialzi nel 2022, Daly ritiene prematuro fare una previsione, ma se l’inflazione sarà ancora elevata a metà 2022, potrebbe cambiare la sua aspettativa sui tassi.

UNGHERIA – Ieri, la banca centrale ha alzato i tassi ufficiali di 30 punti base a 2,1%.
Le banche centrali dei vicini centro-orientali dell’eurozona stanno dimostrando molta meno tolleranza nei confronti del rialzo dell’inflazione rispetto alla BCE.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente e ampiamente, aggiornando di nuovo oggi i massimi dell’anno, grazie ai dati di ieri (vendite al dettaglio e produzione industriale) che sono risultati ancora migliori delle attese, già molto positive, rafforzando le aspettative di mercato che la Fed potrebbe anticipare l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi.
I dati di oggi, sul settore immobiliare, sono attesi anch’essi positivi, ma importanti saranno anche i numerosi discorsi Fed, che potrebbero mostrare opinioni differenti in merito al timing appropriato per iniziare ad alzare i tassi.

EURL’euro ha corretto ampiamente sul rafforzamento del dollaro aggiornando i minimi dell’anno a 1,1262 EUR/USD, penalizzato dal divergente approccio di policy di BCE e Fed, dove Lagarde ha indicato nei giorni scorsi che è opportuno evitare il formarsi di aspettative premature di restrizione monetaria per non compromettere la ripresa.
Il cambio ha raggiunto ora i livelli che avevamo indicato come downside in senso tecnico, in area 1,12 EUR/USD: l’ultimo supporto chiave si colloca a 1,1210-1,1200 EUR/USD.
Un eventuale sfondamento ribassista potrebbe condurre tecnicamente fino in area 1,10 EUR/USD.
Nel breve i rischi sono verso il basso, mentre non è compromesso lo scenario di graduale recupero dell’euro nel corso dell’anno prossimo.

GBPLa sterlina invece si è rafforzata, solo marginalmente contro dollaro e restando in area 1,34 GBP/USD, ampiamente contro euro da 0,84 a 0,83 EUR/GBP aggiornando qui i massimi dell’anno.
A favorire la valuta britannica sono stati sia ieri i dati del mercato del lavoro risultati positivi sia oggi quelli di inflazione che hanno mostrato un aumento ancora superiore alle già elevate attese, rafforzando le attese di mercato di un primo rialzo dei tassi BoE già a dicembre piuttosto che a febbraio.
Tali dinamiche del cambio potrebbero mantenersi in questi giorni soprattutto se venerdì le vendite al dettaglio dovessero risultare molto positive e/o sorprendere favorevolmente.

JPYAnche lo yen si è indebolito sul rafforzamento del dollaro aggiornando i minimi dell’anno in area 114 per arrivare a sfiorare quota 115,00 USD/JPY.
Contro euro la dinamica è più contrastata per via dell’ampio calo dell’EUR/USD, ma si mantiene per ora nel range 129-130 EUR/JPY.
Se la salita dei rendimenti USA proseguirà già nel breve lo yen dovrebbe scendere ancora contro dollaro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi l’unico dato in agenda è la stima finale del CPI, che dovrebbe confermare un’inflazione al 4,1%, in linea con la stima preliminare; si tratta di un nuovo massimo storico da quando esistono dati comparabili (1997).

STATI UNITI – Oggi sono in agenda ben sei discorsi dalla Fed, da parte di esponenti lungo tutta la distribuzione di opinioni, dai falchi (Bostic e Mester) alle colombe (Daly).
Riguardo ai dati, saranno pubblicati cantieri e licenze edilizie di ottobre, che dovrebbero essere in rialzo, con indicazioni di ripresa degli investimenti residenziali.