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17 Maggio 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro, che era partito in calo ieri, ha poi più che recuperato chiudendo al rialzo e aprendo in salita anche questa mattina, sui dati dei prezzi all’import che hanno ampiamente sorpreso verso l’alto mostrando un notevole incremento contro attese di rallentamento, corroborando le dichiarazioni di alcuni esponenti Fed che non vedono urgenza di tagliare i tassi per via di un’inflazione che fatica a scendere come invece ci si attendeva.
La probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi Fed a settembre è infatti tornata a scendere tra ieri e oggi da 96% a 84%.
Gli altri dati hanno però fornito o indicazioni miste (sussidi di disoccupazione e mercato immobiliare) o negative (produzione industriale e Philly Fed, peggiorati più del previsto).
In attesa di dati che chiariscano l’effettivo andamento dell’inflazione, sul dollaro può prevalere una dinamica perlopiù laterale.

EUR – Perlopiù di riflesso al dollaro l’euro è sceso, restando comunque in area 1,08 EUR/USD.
Il downside dovrebbe essere comunque limitato (primi supporti chiave in area 1,07 EUR/USD) fintantoché si prospetta un taglio dei tassi BCE a giugno e uno dei tassi Fed a settembre, ma dovrebbe ampliarsi qualora i dati portassero la Fed a rinviare ulteriormente la svolta.

GBP – Anche la sterlina si è indebolita contro dollaro da 1,27 a 1,26 GBP/USD tra ieri e oggi, principalmente sul recupero del biglietto verde ma in parte influenzata anche dalle dichiarazioni rilasciate ieri da Greene (BoE) che ha indicato che la persistenza dell’inflazione a suo avviso si è ridimensionata.
Rispetto a lunedì la probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi BoE a giugno è salita da 52% a 56%, restando al 100% su agosto.
I dati di inflazione domestica la prossima settimana aiuteranno a capire meglio la tendenza più recente.
Contro euro la sterlina si sta invece riprendendo, pur restando in area 0,85 EUR/GBP.

JPYLo yen è tornato a scendere contro dollaro da 153 a 155 USD/JPY sulla parziale risalita dei rendimenti a lunga USA dopo il dato statunitense sui prezzi all’import di ieri.
I rischi sulla valuta nipponica restano verso il basso nel breve, complice anche l’incertezza della BoJ sui tempi/modi di prosecuzione del processo di normalizzazione della politica monetaria.
All’ultima operazione ha infatti lasciato gli acquisti di JGB invariati, laddove alla data precedente li aveva ridotti, dando un segnale favorevole allo yen.
Le autorità comunque tengono sotto stretto monitoraggio la dinamica del cambio, in quanto un eccessivo deprezzamento potrebbe far salire troppo l’inflazione in una fase in cui la ripresa economica non è ancora solida.