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17 Giugno 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– I titoli detenuti dall’Eurosistema per finalità di politica monetaria sono cresciuti di 36,1 miliardi fra il 5 e il 12 giugno, raggiungendo 3.094,9 miliardi di euro. Gli acquisti netti sono stati pari a 27,1 mld per il PEPP, 6,2 mld per il PSPP, 2,5 mld per il CSPP e 0,3 mld per il CBPP.
– Il crollo dell’attività produttiva dovuto alla pandemia ha avuto come riflesso indiretto una netta accelerazione del costo orario del lavoro a 3,4% a/a nel primo trimestre 2020. La crescita più forte si è registrata in Europa centro-orientale, ma anche Olanda e Germania sono sopra la media.
La dinamica più contenuta si è osservata in Finlandia, Grecia, Francia e Belgio. L’accelerazione è avvenuta in tutti i settori, ma è stata più marcata nei servizi e nelle costruzioni che nel manifatturiero.

GERMANIA – L’indice ZEW sulle aspettative di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca è aumentato di 12,4 punti in giugno, passando a 63,4 (dato circa in linea con le aspettative).
L’indice è migliorato per il terzo mese consecutivo, segnalando il superamento del punto di minimo del ciclo. L’indice della situazione corrente ha registrato una risalita a -83,1 dal minimo storico di maggio a -93,5 punti, mantenendosi tuttavia su valori molto depressi.
Come evidenziato dall’istituto ZEW, rimane un forte pessimismo nei settori orientati all’esportazione, quali l’industria automobilistica e meccanica, e nel settore finanziario.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a maggio aumentano di 17,7% m/m, dopo -14,7%m/m di aprile (rivisto da -16,4% mm).
Il livello delle vendite, nonostante il forte rimbalzo, è inferiore di -6,1% rispetto a un anno prima.
Le vendite negli esercizi commerciali è in aumento di 16,8% m/m, mentre nel segmento online l’aggregato è in rialzo di 9% m/m (30,8% a/a), in linea con aprile. La variazione fra marzo e maggio (cioè dall’inizio della pandemia) è di -10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le vendite sono sostenute dalla benzina (+12,8% m/m) e dalle auto (+44,1% m/m, dopo -3,9% m/m di aprile).
Al netto delle auto il rialzo è di 12,4% m/m. La ripresa dei consumi è particolarmente forte in tutti i comparti discrezionali: abbigliamento 188% m/m, arredamento +89,7% m/m, elettronica +50,5% m/m, materiali da costruzione (che entrano negli investimenti, non nei consumi) +10,9% m/m, articoli sportivi 88,2% m/m, bar e ristoranti 29,1% m/m.
Le categorie che avevano sostenuto la spesa nei mesi del lockdown sono invece in aumento contenuto: sanità e cura della persona 0,4% m/m, alimentari 2% m/m.
I dati superano ampiamente le aspettative di ripresa dei consumi a maggio, basate sui segnali di rialzo visti con le vendite settimanali e con gli indicatori di mobilità.
Come nei due mesi precedenti, il Census Bureau riporta che la raccolta dei dati è limitata dalla chiusura, parziale o totale di molte imprese.
Con le informazioni disponibili, la spesa personale dovrebbe essere in aumento a due cifre già a maggio, e fornire una base solida per un rimbalzo dei consumi di oltre il 30% t/tann. nel 3° trimestre, sulla scia dell’elevato livello del risparmio e della riapertura diffusa delle attività.
Il dato di maggio fa prevedere anche una contrazione meno marcata rispetto a quanto atteso in precedenza per i consumi nel 2° trimestre (-35% t/t ann.) e per il PIL (che ora prevediamo in calo di -30,4%t/t ann.).
Come abbiamo sottolineato nelle ultime settimane, la spinta ai consumi, e quindi al PIL, che emerge da maggio in poi, è il risultato dell’aumento del reddito disponibile generato dai trasferimenti pubblici e dai sussidi a partire da aprile.
Il pagamento del “recovery check” a tutti i contribuenti e l’estensione dei sussidi anche ai lavoratori autonomi e part-time, con l’integrazione federale di 600 dollari alla settimana offrono una rete di protezione senza precedenti in USA in caso di recessione.
– La produzione industriale a maggio aumenta di 1,4% m/m, al di sotto delle aspettative di consenso, con una ripresa di 3,8% m/m (-16,5% a/a e -16,9% rispetto a febbraio) nel manifatturiero, ma ampi cali nell’estrattivo (-6,8% m/m) e nelle utility (-2,3% m/m).
Il manifatturiero vede un rialzo a tre cifre nel comparto auto (+120,8% m/m, ma -62,8% a/a), un recupero nei settori aerospaziale di 8,1% m/m e nell’abbigliamento (20% m/m), un calo nei macchinari (-1,2%m/m) e nell’elettronica.
Alla luce del dato delle vendite al dettaglio e del fatto che la produzione in molti settori è ripresa solo dopo metà maggio, giugno dovrebbe registrare un netto aumento di produzione in diversi comparti.
– L’indice di attività compilato dalla NY Fed presso le imprese nel settore dei servizi (Business Leaders Survey) rimbalza da -76 di maggio a -40 a giugno, anche se l’indice di clima rimane in territorio ampiamente negativo a -82,3 (da -93 di maggio), indicando che le imprese ritengono che le condizioni nel settore siano ancora ben al di sotto della norma.
Gli indici di occupazione e salari segnalano ancora riduzioni, ma a ritmi più contenuti. Un segnale positivo si registra nel rialzo al di sopra dello zero per le condizioni di attività a sei mesi, anche se si riportano ancora prezzi di vendita in calo.
Le domande supplementari del mese riguardano le condizioni del mercato del lavoro per le imprese sia del manifatturiero sia dei servizi.
Il 47% delle imprese nei servizi e il 43% di quelle manifatturiere hanno ridotto l’occupazione durante la pandemia. Complessivamente si riporta un calo di occupati del 18% nei servizi e del 16% nel manifatturiero fra febbraio e inizio giugno.
Ci sono indicazioni favorevoli per quanto riguarda il ritorno al lavoro dei dipendenti congedati e/o licenziati: circa 2/3 delle imprese che hanno ridotto gli occupati hanno iniziato a richiamare i dipendenti.
Tuttavia, in termini di livelli l’occupazione rimane inferiore del 15% per i servizi e del 9% per il manifatturiero, rispetto a febbraio. Se si considerano solo le imprese che hanno ridotto gli occupati, i livelli restano inferiori del 32% e dl 14%, rispettivamente, con segnali di perdurante debolezza del mercato del lavoro nei settori più colpiti dalla pandemia.
In termini di aspettative, le imprese prevedono di richiamare più di metà degli individui licenziati/congedati entro il prossimo mese. L’indagine non si spinge su un orizzonte oltre il mese di luglio, su cui permane quindi molta incertezza in termini di rapidità del riassorbimento della forza lavoro licenziata. Nel complesso, almeno per il brevissimo periodo, le informazioni dell’indagine sono moderatamente positive e, insieme ai dati sulle vendite al dettaglio di maggio, danno supporto all’aspettativa di una crescita relativamente rapida nel 3° trimestre, soggetta ad ampia incertezza nei trimestri successivi.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – I primi ministri di Svezia, Danimarca, Olanda e Austria hanno pubblicato un intervento sul Financial Times che ribadisce l’opposizione alla proposta di Recovery and Resilience Fund della Commissione Europea. I quattro sostengono di accettare il principio di uno strumento per la ripresa. Tuttavia, ne contestano la dimensione (“non dovrebbe essere più ampio delle possibilità di assorbimento degli stati membri durante l’attuale emergenza”) e i criteri di allocazione (“ci dovrebbero essere criteri specifici e connessi alla crisi […] Non ha senso prendere decisioni sulla base di statistiche predeterminate”). Inoltre, ribadiscono la contrarietà a un meccanismo di trasferimenti, proponendo invece “prestiti a chi ne ha bisogno davvero, alle migliori condizioni possibili”.
Il Consiglio Europeo dovrà discutere la proposta in via preliminare questa settimana, ma il negoziato entrerà nel vivo soltanto a luglio.
La lettera dimostra che la strada verso il RRF sarà lastricata di ostacoli. Sempre il Financial Times, riferisce che la regola di allocazione è stata criticata per la mancanza di specificità anche da Irlanda, Belgio, Lituania e Ungheria.

BCE – In un’intervista a Le Monde, Fabio Panetta ha detto che sarebbe stato poco saggio utilizzare tutta la potenza di fuoco all’inizio senza un quadro più chiaro della situazione. In risposta a una domanda sulla possibilità che la BCE cancelli il debito pubblico in suo possesso, Panetta ha ricordato che tale opzione è impedita dall’art. 123 del Trattato e che, a suo giudizio, esporrebbe anche la BCE al rischio di alimentare “disordine finanziario” e di compromettere la fiducia della popolazione nella moneta.
In merito alla possibilità di continuare i reinvestimenti in perpetuo, Panetta ha ricordato che i reinvestimenti continueranno fino a quando ciò non sarà in contrasto con l’obiettivo di stabilità dei prezzi. Inoltre, il comitato esecutivo potrebbe considerare di acquistare obbligazioni di società che hanno perso il rating, anche se ciò non è stato discusso (in realtà, la BCE ha già aperto a tale possibilità attraverso il grandfathering degli emittenti il cui rating fosse in linea con i requisiti prima del 7 aprile).

STATI UNITI – Covid-19 update
 – Contagi 2.137.731, nuovi contagi 19.700, decessi 116.963, guarigioni 583.503 (Fonte: JHU).
Powell, nell’audizione di fronte alla commissione bancaria del Senato per presentare il Monetary Policy Report, non ha modificato il messaggio dato dopo la riunione del FOMC di giugno, con una valutazione solo cautamente positiva dello scenario macroeconomico nel breve termine, soggetto a rischi verso il basso su un orizzonte più lungo.
Powell ha sottolineato che fino a quando non ci sarà la convinzione diffusa che la pandemia è contenuta, sarà difficile avere una vera e propria ripresa ed eliminare il rischio di chiusura di molte piccole e medie imprese, con conseguenze durature sull’occupazione e sul contenimento delle diseguaglianze nella distribuzione del reddito.
La Fed continuerà a mettere in atto la propria strategia di politica monetaria espansiva e di sostegno all’erogazione del credito proprio per sostenere l’economia e la sopravvivenza delle imprese colpite dagli effetti della pandemia.
Powell ha chiarito, in risposta a una domanda specifica sulla recente estensione del programma per il mercato secondario dei corporate bond, che non verrà aumentato il flusso di acquisti del programma (attualmente pari a circa 60-70 mld all’anno), finora alimentato attraverso accumulazione di ETF, a cui da ieri si affiancheranno anche acquisti di titoli individuali mirati a costituire un portafoglio basato su un indice di mercato.
Secondo Powell ora parte del flusso monetario di interventi su ETF si sposterà su singoli titoli, con l’idea che la Fed “non correrà sul mercato obbligazionario come un elefante”, ma manterrà una presenza mirata a poter agire velocemente in caso di svolte negative.
Powell ha ribadito che sarà probabilmente appropriato approvare un altro pacchetto fiscale, di dimensione inferiore rispetto a quanto già messo in atto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è parzialmente ripreso dopo i dati sulle vendite al dettaglio che hanno mostrato un rimbalzo molto superiore alle attese e alle dichiarazioni di Powell che ha ribadito l’elevata incertezza sulle tempistiche e la forza della ripresa USA al di là dei segnali di ripresa post-lockdown nel breve.
Il mercato è in una nuova fase di assestamento che ha permesso di interrompere il recente calo del biglietto verde.
Probabile tuttavia che almeno nel breve si osservi una dinamica più laterale che di recupero: i segnali di ripresa USA infatti favoriscono solo in parte il dollaro perché ne riducono l’appeal come safe haven fintantoché la ripresa non è circoscritta solo agli Stati Uniti ma più generalizzata.

EURL’euro è rientrato da 1,13 a 1,12 EUR/USD sul parziale recupero del dollaro non traendo alcun beneficio dallo ZEW tedesco, salito più delle attese. Da questi livelli l’upside del cambio è piuttosto limitato se non emergono novità di rilievo.
I negoziati per il Recovery Fund potrebbero fornire degli spunti, ma al momento non vi sono segnali di sviluppi significativi: Austria, Olanda, Svezia e Danimarca ribadiscono la propria opposizione alla proposta della Commissione Europea. Area chiave di supporto a 1,1200-25 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina dopo un avvio al rialzo ha fatto marcia indietro contro dollaro da 1,26 a 1,25 GBP/USD, seguendo i trend comuni, mentre si è rafforzata contro euro per via del calo dell’EUR/USD mantenendosi però in area 0,89 EUR/GBP.
La riunione BoE di domani offrirà maggiori spunti sul fronte domestico: l’attenzione sarà non solo sulla decisione (atteso un aumento del programma di acquisti) ma anche sullo stato del dibattito in tema di adozione o meno di tassi negativi. Oggi, nell’attesa, la sterlina dovrebbe mantenersi in range.

JPYYen stabile in area 107 USD/JPY contro dollaro e in recupero contro euro da 122 a 120 EUR/JPY, per vi del calo dell’EUR/USD. Se la risk aversion non risale la valuta nipponica ha scarsi margini di ulteriore rafforzamento.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Il dato finale di maggio dovrebbe confermare il rallentamento dell’inflazione allo 0,1% a/a dallo 0,3% di aprile, in linea con la stima preliminare.
Il calo risulterebbe guidato dal crollo dei prezzi dell’energia (-1,7% m/m, -12% a/a), mentre dovrebbero aumentare i listini alimentari. L’indice core BCE (al netto di alimentari ed energia) è atteso stabile rispetto al mese precedente, all’1,1% a/a (in linea con la stima flash).
Sul mese, i prezzi dovrebbero subire una diminuzione di -0,1% m/m dopo il +0,3% m/m di aprile. L’inflazione è attesa rallentare ulteriormente nei prossimi mesi, a causa della persistente debolezza della domanda.

STATI UNITI – I nuovi cantieri residenziali a maggio sono previsti in aumento a 1,12 mln, da 891 mila di aprile. Le richieste di nuovi mutui per l’acquisto di una casa e le indicazioni dell’indice di fiducia dei costruttori di case puntano a una svolta rapida dell’edilizia residenziale, in un contesto di eccesso di domanda di abitazioni nel periodo pre-pandemia. Le nuove licenze dovrebbero essere in rialzo a 1,2 mln da 1,074 mln di aprile.