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17 Gennaio 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Poco fa la stima finale ha confermato che a dicembre l’inflazione è scesa al 9,6% a/a dall’11,3% precedente, mentre su base nazionale è calata all’8,6% a/a dal 10% di novembre.
Il calo tendenziale è spiegato quasi totalmente spiegato dalla componente energia, crollata per via degli aiuti una tantum di dicembre; rallentano anche gli alimentari, mentre si assiste ad una riaccelerazione della crescita dei servizi.
La variazione congiunturale è stata confermata di -1,2% m/m sulla misura armonizzata e di -0,8% su quella nazionale.
L’inflazione media annua nel 2022 è stata di 7,9% sull’indice domestico (+8,7% sull’armonizzato).

CINAIl PIL del 4° trimestre non si è contratto rispetto al trimestre precedente registrando un rallentamento tendenziale molto inferiore alle attese di consenso.
Il dato resta difficilmente riconciliabile con i dati mensili nonostante anch’essi abbiano sorpreso al rialzo.
Il PIL nel 4° trimestre è rimasto invariato rispetto al 3° trimestre, contro attese di consenso di un calo dell’1,1% t/t (ns previsione + 0,8% t/t), registrando un aumento tendenziale del 2,9% a/a, poco sopra le nostre attese (2,8% a/a) ma molto meno di quelle di consenso (1,6% a/a).
La crescita annua del 2022 si è così portata al 3% a/a, in linea con le nostre previsioni.
La tenuta della crescita è stata possibile grazie ad un rallentamento contenuto nel settore manifatturiero (da 5,2% a/a nel 3° trimestre a 3,4% a/a nel 4°) e dei servizi (da 3,2% a/a nel 3° trimestre a 2,3% a/a nel 4°) e a una riaccelerazione del settore agricolo (da 3,4% a/a nel 3° trimestre a 4,0% a/a nel 4°).
La scomposizione dettagliata verrà pubblicata nei prossimi giorni.
Il dato non si riconcilia con la media trimestrale degli indici PMI, che avrebbe puntato ad una contrazione dell’attività economica rispetto al trimestre precedente.
– Similmente, i dati mensili della produzione industriale e dei servizi, in rallentamento in dicembre, avrebbero puntato ad un rallentamento molto più marcato, nell’ordine dell’1,3% a/a nel 4° trimestre.
La produzione industriale è decelerata da 2,2% a/a in novembre a 1,3% a/a in dicembre, molto meno delle attese (consenso Bloomberg 0,1% a/a), rimanendo sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente (+0,06% m/m), dopo il calo registrato a novembre (-3,1% t/t).
La produzione è rallentata in tutte le imprese ed è scesa del 7,5% a/a in quelle a capitale straniero.
La produzione del settore dei servizi, più colpita prima dalle misure di contenimento e poi dall’evoluzione della situazione pandemica, è scesa dello 0,8% a/a in dicembre dopo un calo dell’1,9% a/a in novembre.
– La contrazione delle vendite al dettaglio, dell’1,8% a/a in dicembre (consenso Bloomberg -9% a/a), si è ridimensionata rispetto a novembre (-5,9% a/a) grazie ad un effetto base favorevole, ma le vendite sono state in calo per il terzo mese consecutivo (-0.14% t/t), in particolare nelle aree urbane e nel settore del catering e ristorazione.
– Gli investimenti fissi nominali sono invece riaccelerati in dicembre, stimiamo a 3,3% a/a da 0,8% a/a in novembre, trainati dal rimbalzo degli investimenti delle imprese statali e dalla riaccelerazione degli investimenti in infrastrutture (da 10,6% a/a a 14,3% a/a); gli investimenti delle imprese private sono rimasti in calo (-0,2% a/a) così come quelli del settore immobiliare (-12,1% a/a) anche se ad un ritmo inferiore al mese precedente.
I dati relativi ai cantieri e alle vendite sono rimasti negativi seppur in lieve miglioramento rispetto a novembre, con l’indice del settore in ulteriore calo sui minimi della serie e i prezzi degli immobili di nuova costruzione nelle maggiori 70 città in calo dello 0,25% m/m a dicembre, come a novembre, segnando la quindicesima contrazione consecutiva.
– Il tasso di disoccupazione urbana è sceso da 5,7% in novembre a 5,5% in dicembre, con un miglioramento che potrebbe però dipendere dal sistema di rilevazione che non include i migranti.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in ulteriore calo ieri, salvo poi chiudere la giornata in parziale recupero, ma si tratta di un movimento poco rilevante in assenza di novità e dato che i mercati USA erano chiusi per festività.
Un test più significativo si avrà a partire da oggi.
L’indice Empire è atteso in leggero miglioramento, ma ancora in territorio recessivo, per cui non dovrebbe essere in grado di fornire supporto al dollaro, a meno di una sorpresa particolarmente positiva o di un inatteso aumento della risk aversion.
La tendenza del biglietto verde dovrebbe mantenersi ribassista all’avvicinarsi della chiusura del ciclo di rialzi Fed.

EURL’euro ha aperto la settimana consolidando in area 1,08 EUR/USD (nuovo massimo a 1,0873), pur chiudendo la sessione in lieve arretramento, ma – come detto per il dollaro – si tratta di un movimento di scarso rilievo.
Lo ZEW tedesco dovrebbe mostrare un miglioramento, ma rimanendo su livelli ancora molto bassi.
In questa fase l’euro resta tuttavia supportato dal disallineamento di policy tra Fed, che si accinge a ridurre la dimensione dei rialzi dei tassi avvicinandosi alla chiusura del ciclo, e BCE, che invece mantiene un sentiero più incisivo.
I livelli correnti restano da monitorare: uno sfondamento in senso proprio di 1,0840 EUR/USD aprirebbe tecnicamente il fronte rialzista.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana aggiornando i massimi contro dollaro ieri in area 1,22 GBP/USD salvo poi cedere in chiusura, e più dell’euro, rispetto al quale si è infatti indebolita, pur restando in area 0,88 EUR/GBP.
I dati sul mercato del lavoro questa mattina hanno confermato la persistenza di pressioni rialziste sui salari, anche se nel complesso la tendenza dovrebbe andare affievolendosi, il che supporterebbe uno scenario di rialzi dei tassi BoE nei prossimi mesi più contenuto rispetto a quanto ci si potesse attendere in precedenza.
La prospettiva che la BoE alzi più della Fed ma meno della BCE favorisce ulteriore rafforzamento della sterlina contro dollaro, ma un tendenziale, seppur contenuto, indebolimento contro euro.

JPY – Anche lo yen ha aperto la settimana aggiornando i massimi contro dollaro in area 127 USD/JPY ieri, salvo poi chiudere la sessione rientrando a 128 USD/JPY, mentre contro euro ha aperto in calo da 138 a 139 EUR/JPY.
Il focus sarà tuttavia sulla riunione BoJ di questa notte, dove le attese sono per nuove modifiche alla strategia di policy, in particolare per quanto riguarda il controllo della curva (ulteriore ampliamento del range di oscillazione del rendimento a lunga o addirittura abolizione dell’YCC), in senso meno espansivo.
La BoJ dovrebbe comunque discutere in senso più ampio la validità dell’attuale assetto della politica monetaria e anche le nuove previsioni di inflazione saranno rilevanti per valutare la prospettiva di un cambio di rotta in corso d’anno.
Indicazioni in direzione meno espansiva favorirebbero un ulteriore apprezzamento dello yen sia contro dollaro sia contro euro.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Questa mattina, l’indice ZEW è atteso migliorare in gennaio, per il calo dei prezzi energetici.
L’indice sulle aspettative dovrebbe salire a -15 da – 23,3 precedente; l’indicatore sulla situazione corrente è visto crescere in misura minore, a – 58,5 da -61,4 di dicembre.

ITALIA – In calendario anche la stima finale d’inflazione di dicembre attesa confermare la lettura preliminare.

STATI UNITI – Oggi verrà pubblicato l’indice Empire della NY Fed di gennaio, atteso a -8,5 da -11,2 di dicembre.
L’indagine dovrebbe confermare i segnali modestamente recessivi visti nel secondo semestre, con indicazioni deboli per attività, ordini e ore lavorate.