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17 Dicembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione di novembre è stata rivista al ribasso di ben due decimi su entrambi gli indici, sia su base congiunturale che tendenziale, risultando ora stabile allo 0,2% come a ottobre (e non in salita a 0,4% come precedentemente stimato).
I prezzi sono visti ora in calo nel mese di due decimi sul NIC e di tre decimi sull’IPCA.
Anche più ampia la revisione sull’inflazione di fondo, stimata stabile a 0,7% a/a mentre in precedenza era vista in aumento all’1%. La revisione è dovuta a un aumento meno ampio negli alimentari (+0,5% da +1% m/m della prima lettura) e a una flessione più accentuata nei servizi ricettivi e di ristorazione (-1,9% da -1,6% m/m della precedente stima); inoltre le comunicazioni, inizialmente stimate in salita di un decimo, sono viste ora in calo di ben -0,6% m/m.
La revisione è dovuta soprattutto agli effetti dell’ampliamento del periodo di promozioni legato al Black Friday. Il dato conferma che i rischi sullo scenario di inflazione sono al ribasso. Stimiamo un aumento nell’ultimo mese dell’anno, in area 0,5%-0,6%, cui non seguirà però un ulteriore salita nei mesi successivi (l’inflazione potrebbe rimanere attorno a 0,5% almeno per tutta la prima del 2020).

AREA EURO – La stima flash del PMI manifatturiero ha registrato un calo in dicembre, passando a 45,9 da 46,9 di novembre. L’andamento è stato decisamente peggiore delle attese sia in Germania, sia in Francia.
I dati sulla stima flash non hanno mostrato segnali di miglioramento dell’economia dell’Area Euro, prospettando un 4° trimestre con la più debole variazione della produzione dalla seconda metà del 2013, da quando cioè è iniziata la ripresa dalla crisi.
Anche la crescita occupazionale è rallentata ai minimi in cinque anni e la pressione sui prezzi è ulteriormente diminuita. La debolezza sarebbe legata agli ordini domestici, e non a quelli esteri.
Lo spaccato per paesi ha visto la Francia guidare la crescita dell’Eurozona, mentre la Germania è rimasta in lieve recessione, sostenuta, appunto, dall’accentuata contrazione del manifatturiero.
In gennaio ci attendiamo un modesto rimbalzo, nonostante il peggioramento dei nuovi ordini. Per quanto riguarda l’indice PMI dei servizi, il dato della stima flash ha segnato un lieve aumento a 52,4 da 51,9 di novembre, risultato migliore delle attese. L’attività economica e il flusso di nuovi ordini hanno registrato i tassi di crescita più alti da agosto, pur restando al di sotto dei valori medi del 2019. La creazione di lavoro del settore terziario ha rallentato, registrando il secondo valore più basso negli ultimi 3 anni. Il PMI composito è rimasto invariato a 50,6 (valore stabile da 3 mesi), posizionandosi di poco sopra la soglia di non cambiamento di 50,0.

STATI UNITI – L’indice Empire della NY Fed a dicembre è poco variato, a 3,5 da 2,9 di novembre. Le principali componenti coincidenti sono circa stabili: ordini a 2,6 da 5,5, consegne a 11,9 da 8,8, occupati invariati a 10,4. La principale novità dell’indagine è il balzo degli indicatori a 6 mesi, con l’indice di attività a 29,8 da 19,4, sui massimi da luglio, con incrementi di ordini, consegne e spesa in tecnologia.
L’indagine segnala che per il momento la crescita è stagnante per il settimo mese consecutivo, con indicazioni di rallentamento della dinamica dei prezzi pagati e stabilità di quelli ricevuti.
La ripresa degli indici a 6 mesi probabilmente riflette la riduzione dell’incertezza sulla politica commerciale, con l’accordo per la fase 1 dei negoziati con la Cina e la probabile ratifica dell’USMCA. Mentre la quasi stagnazione dell’attività corrente nel manifatturiero emerge da tutte le indagini, occorreranno conferme per convalidare le aspettative di miglioramento delle condizioni dei prossimi trimestri.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Senato ha dato il via libera alla fiducia sulla legge di bilancio, con 166 voti favorevoli e 128 contrari. Tra le fila del Movimento 5 Stelle, si sono contate 5 assenze mentre 1 senatore ha espresso voto contrario; 7 sono i voti che sono giunti al di fuori delle forze strettamente di maggioranza (gruppo misto e Autonomie), in linea con quelli che avevano permesso la nascita dell’esecutivo. L’aula ha poi approvato la legge di bilancio in senso stretto (con 157 sì e 108 no) e la nota di variazione di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri (con 158 sì e 108 no). Nella versione finale, la manovra lorda è salita a 32 miliardi; dalla relazione tecnica al maxiemendamento, è confermata la decisa riduzione del gettito atteso da plastic tax, sugar tax e stretta sulle auto aziendali, mentre sono uscite dalla manovra la Tobin tax sulle transazioni finanziarie online, la norma sulla cannabis light e lo slittamento da luglio 2020 al 1° gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l’energia.
Tra gli effetti delle modifiche dell’ultim’ora, salgono le clausole di salvaguardia pendenti sul 2021 e 2022 (da 19 a 20,1 miliardi e da 25,8 a 27,1 mld, rispettivamente). Il testo passa ora all’esame della Camera, dove con ogni probabilità non subirà ulteriori modifiche e dove il voto non presenta criticità vista l’ampia maggioranza di cui gode l’esecutivo.

STATI UNITI – Le prospettive della produzione manifatturiera a inizio 2020 sono influenzate negativamente dall’annuncio da parte di Boeing che a partire da gennaio verrà interrotta la produzione del 737 Max, senza indicazioni riguardo alla durata del blocco produttivo. Boeing ha dichiarato che non licenzierà né metterà in aspettativa dipendenti legati alla produzione del 737 Max, ma li riallocherà ad altri progetti, tuttavia è probabile che gli effetti, diretti su Boeing e indiretti sull’indotto, siano rilevanti per la crescita del 1° trimestre 2020 e per il trend delle esportazioni.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro apre la settimana mantenendosi nella parte medio/alta del range di lunedì, sostenuto da dati positivi, ma non sufficientemente brillanti da consentirgli di mettere a segno nuovi progressi. L’indice Empire infatti è salito, ma meno delle attese. Oggi nuove indicazioni favorevoli si attendono dalla produzione industriale e dai nuovi cantieri. A meno di delusioni il biglietto verde dovrebbe almeno riuscire a consolidare.

EUR – L’euro apre la settimana mantenendosi nella parte medio/bassa del range di venerdì, toccando un massimo a 1,1158 EUR/USD, in linea con i dati in uscita. I PMI dell’area hanno infatti fornito indicazioni di tenore misto, con l’indice manifatturiero che ha deluso, scendendo, mentre quello dei servizi ha sorpreso, salendo più delle attese. A meno di delusioni dai dati USA oggi il cambio dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

GBP – Anche la sterlina apre la settimana mantenendosi nel range di venerdì, a 1,32-1,34 GBP/USD e a 0,83-0,84 EUR/GBP, frenata dai dati che hanno deluso mostrando un calo dei PMI (sia manifatturiero sia servizi) contro attese di aumento e indebolita oggi dalla notizia secondo cui Johnson vorrebbe mantenere il termine del periodo di transizione al 31 dicembre 2020. Dai dati di oggi sul mercato del lavoro non si attendono segnali di miglioramento, per cui la valuta britannica, fatte salve nuove delusioni dai dati, dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

JPY – In assenza di novità e con la risk aversion in attenuazione, lo yen ha aperto la settimana restando all’interno del range di venerdì, a 109 USD/JPY contro dollaro e 121-122 EUR/JPY contro euro. A meno di delusioni dai dati USA, la valuta nipponica dovrebbe mantenersi cedevole.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– I nuovi cantieri residenziali sono previsti in aumento a 1,350 mln di unità ann. a novembre, da 1,314 mln di ottobre. Le licenze dovrebbero correggere dai livelli straordinariamente elevati di ottobre, scendendo a 1,390 mln. Il segmento delle unità monofamiliari dovrebbe essere ancora in rialzo, ma su ritmi più contenuti rispetto al trend del 2019. L’indagine di fiducia dei costruttori di case a novembre ha segnato una modesta correzione, che ha interrotto il trend in rialzo visto da fine 2018 e punta a una possibile stabilizzazione dell’attività.
– La produzione industriale a novembre è attesa in solido rialzo, +0,9% m/m dopo -0,8% m/m di ottobre. L’aumento dell’output dovrebbe essere spinto principalmente dal rimbalzo del manifatturiero. +1% m/m dopo -0,6% m/m, nel segmento auto, sulla scia della fine dello sciopero di GM. I dati di occupazione del manifatturiero hanno mostrato un rialzo anche al netto dei lavoratori rientrati dopo lo sciopero, perciò la variazione nel settore dovrebbe essere diffusa anche ad altri comparti oltre all’auto. Anche le utility dovrebbero contribuire positivamente a causa di condizioni metereologiche avverse negli stati centro-orientali. L’estrattivo dovrebbe proseguire sulla correzione in atto da metà anno.