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16 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Ieri l’inflazione di agosto è stata rivista al rialzo di un decimo rispetto alla stima flash sia sull’indice nazionale, a 5,9% a/a da 6,1% di luglio, che sull’armonizzato, a 6,6% a/a da 6,8% precedente.
Nel mese i prezzi al consumo sono cresciuti di mezzo punto su entrambe le misure.
La flessione è interamente spiegata dal rallentamento dell’energia (a 22,7% a/a da 28,5% precedente) e degli alimentari freschi (a 3,5% a/a da 5,2% di luglio).
I servizi sono rimasti stabili a 3,9% a/a; l’inflazione sui beni manufatti è salita a 3,5% a/a dal 2,7% di luglio.
L’inflazione sottostante ha raggiunto il 4,7%, da 4,3% precedente.

STATI UNITI
– Ieri, le vendite al dettaglio di agosto hanno registrato un incremento di 0,3% m/m, con il previsto ampio calo della benzina, dovuto al ritracciamento dei prezzi, più che compensato dalla netta ripresa delle auto (2,8% m/m), da un sorprendente aumento dei materiali da costruzione e da una riaccelerazione delle vendite della ristorazione.
Il dato di luglio è stato rivisto verso il basso e nell’insieme le vendite puntano a una crescita dei consumi modesta nel 3° trimestre.
– La produzione industriale di agosto ha corretto di -0,2% m/m, spinta verso il basso dalle utility, in calo per motivi climatici, ma con un moderato sostegno del manifatturiero in rialzo di 0,2% m/m.
Il comparto auto ha registrato una contrazione di 1,4% m/m, dopo 3,2% m/m di luglio, in parte distorti da fattori di correzione stagionale.
I dati confermano il rallentamento dell’attività, senza però segnalare un andamento recessivo.
– Le prime indagini del manifatturiero di settembre hanno mostrato generale debolezza, con l’indice Empire a -1,5 da -31 di agosto e il Philly Fed a -9,9.
Le aspettative a sei mesi vedono espansione modesta con prezzi ancora in aumento ma a ritmi più contenuti.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 10 settembre sono scese a 213 mila da 218 mila della settimana precedente, dando ancora segnali positivi per l’andamento del mercato del lavoro.

CINA
– Ad eccezione del mercato immobiliare che ha continuato a contrarsi, i dati relativi al mese di agosto hanno registrato variazioni tendenziali superiori alle attese di consenso aiutati in gran parte da un effetto base favorevole. Mentre prosegue l’accelerazione degli investimenti, i consumi rimangono, però, deboli, frenati anche dalle varie misure di contenimento dei contagi estese, poi, a settembre.
Gli investimenti fissi nominali sono saliti del 5,8% a/a nei primi otto mesi dell’anno segnalando un aumento dal 3,6% a/a in luglio a 6,4% a/a in agosto sostenuto dall’accelerazione degli investimenti delle imprese statali, del manifatturiero e delle infrastrutture, mentre quelli del settore immobiliare hanno registrato un ulteriore contrazione (da -12,1% a/a in luglio a -13,8% in agosto), accompagnata da un altro calo mensile dei prezzi delle abitazioni di nuova costruzione (-0,3% m/m in agosto da -0,1% m/m in luglio) esteso ad un maggiore numero di città.
– La produzione industriale è salita del 4,2% in agosto, in accelerazione rispetto al 3,8% a/a contro attese di stabilità, trainata dalle imprese statali e da quelle a capitale straniero, con un ritmo di crescita mensile sostanzialmente stabile rispetto a luglio ma ancora sui minimi della serie (0,32% m/m destagionalizzato).
Un sostegno eccezionale è venuto dalla produzione di energia elettrica, sostenuta dalla domanda in seguito all’eccezionale ondata di calore che ha colpito il Paese nel corso dell’estate (+15,3% a/a in agosto da 10,4% a /a in luglio, e della produzione di auto (+30,5% a/a).
In altri comparti la produzione è rallentata o rimasta in calo (tessile, farmaceutica).
Il recupero della produzione nel settore dei servizi resta più contenuto (1,8% a/a da 0,6% a/a in luglio).
– Il rimbalzo delle vendite al dettaglio da 2,7% a/a in luglio a 5,4% a/a in agosto è stato sostenuto sostanzialmente da un forte effetto base favorevole, la variazione mensile è stata invece marginalmente negativa (-0.05% m/m) per il secondo mese consecutivo (-0,12% m/m in luglio) e la fiducia dei consumatori in luglio è ulteriormente diminuita.
– Sul mercato del lavoro il tasso di disoccupazione urbano è calato da 5,4% in luglio a 5,3% in agosto seppur accompagnato da una discesa dei nuovi occupati.

 

COMMENTI:

ITALIA – È slittato a oggi il Consiglio dei Ministri per l’approvazione del “Decreto Aiuti Ter”, che potrebbe arrivare a una dotazione complessiva da 14 miliardi, e che potrebbe contenere misure per garantire un prezzo agevolato alle imprese energivore (ottenuto attingendo al quantitativo di energia elettrica acquistata dal Gestore dei servizi energetici dagli impianti rinnovabili italiani) e per aumentare le estrazioni domestiche di 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

BCECenteno, governatore della BCN portoghese, ieri ha detto che la BCE dovrebbe muoversi a piccoli passi nella normalizzazione monetaria, per evitare di destabilizzare il meccanismo di trasmissione e l’economia reale. Per ora, questa posizione sembra minoritaria.
Le altre voci (de Guindos, Makhlouf) hanno ripetuto il messaggio che i tassi devono salire con decisione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha ripreso a salire tra ieri e oggi apprestandosi a chiudere la settimana al rialzo favorito da attese di un sentiero di aumenti dei tassi Fed più robusto, come dovrebbe emergere al FOMC di mercoledì prossimo.
I dati di ieri sono stati misti, con segnali di rallentamento da vendite al dettaglio e produzione industriale, ma di miglioramento dall’indice Empire.
Nel breve tuttavia, la combinazione di rialzi Fed robusti e quadro globale fragile resta favorevole al dollaro.

EUR – L’euro si è stabilizzato ieri, ma in un range stretto intorno alla parità, mentre è di nuovo in calo oggi in area 0,99 EUR/USD, indebolito dal ri-allargamento dei differenziali di rendimento che riflettono sia una maggior forza del dollaro sia le fragilità dello scenario area euro.
I rischi restano verso il basso (downside tendenzialmente entro 0,98-0,95 EUR/USD), specie nel breve, complici gli effetti negativi sulla crescita della crisi energetica e l’incertezza su quest’ultimo fronte.

GBP – La sterlina, in calo già ieri, è in ulteriore deprezzamento oggi, verso nuovi minimi abbandonati nel 1985 contro dollaro, da 1,14 a 1,13 GBP/USD a causa delle vendite al dettaglio risultate ancora peggiori del previsto a conferma dell’imminente avvio di una fase recessiva.
Il calo è in corso anche contro euro, da 0,86 a 0,87 EURGBP, dove la sterlina ha aggiornato i minimi dell’anno.
La valuta britannica resta esposta a nuovi cali per via del debole quadro domestico.

JPYLo yen si è stabilizzato contro dollaro tra 142 e 143 USD/JPY, leggermente al di sopra di minimi recenti, in parte aiutato dai segnali lanciati nei giorni scorsi da BoJ e ministero delle finanze in merito alla possibilità di un intervento valutario, che non appare tuttavia molto probabile.
Nel breve comunque i rischi di nuova debolezza rimangono nella misura in cui i rendimenti a lunga USA possono salire ancora.
Lo yen si è stabilizzato anche contro euro, tra 142 e 143 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi la lettura finale dovrebbe confermare che ad agosto i prezzi al consumo sono cresciuti di 0,5% m/m, ancora al di sopra dell’usuale profilo stagionale; l’inflazione headline dovrebbe essere confermata al 9,1% a/a da un precedente 8,9%, la dinamica core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) a 5,5% da 5% di luglio.

ITALIA – La stima finale dell’inflazione di agosto è attesa confermare l’accelerazione ben oltre le attese vista nella lettura preliminare (a 8,4% a/a sull’indice NIC, da 7,9% di luglio, e a 9% sull’armonizzato UE, da 8,4% precedente): sia l’inflazione complessiva che il “carrello della spesa” sono ai massimi dalla metà degli anni Ottanta.

STATI UNITI – Oggi viene pubblicata la fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre (prelim.), che dovrebbe essere poco variata a 58 da 58,2 di agosto.
Il focus sarà sulle aspettative di inflazione a 5 anni, che dovrebbero stabilizzarsi sul livello di agosto (2,9%), in calo da 3,1% di luglio, grazie alla persistenza delle correzioni del prezzo della benzina.