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16 Settembre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda lettura dell’inflazione di agosto ha rivisto al ribasso di un decimo la stima preliminare.
L’inflazione annua è risultata pari al 2% a/a (0,4% m/m) sul nazionale e al 2,5% a/a (0,2% m/m) sull’indice armonizzato.
Il rialzo tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dell’energia (da 18,6% a 19,8%) e, in minor misura, degli alimentari freschi (da -0,2% a +0,8%).

FRANCIA – La seconda lettura conferma il dato preliminare: l’inflazione di agosto ha visto una nuova una crescita, sia sull’indice nazionale, a 1,9% a/a da 1,2% di luglio, che sulla misura armonizzata, a 2,4% a/a da 1,5% precedente.
Sul mese, i prezzi al consumo hanno segnato un aumento di sei decimi sull’indice nazionale e di sette decimi su quello armonizzato.
Il rialzo tendenziale è in parte spiegato dall’inversione di tendenza dei beni manufatti (a 1,1% a/a da -1,1%) e dal rincaro dell’energia (a 12,7% a/a da 12,3% di luglio).

AREA EURO
 – La produzione industriale è salita di +1,5% m/m a luglio, tornando a crescere dopo due mesi consecutivi di flessione.
Dopo la stagnazione registrata nel 2° trimestre, il rialzo di luglio, che riporta la produzione sui livelli pre-crisi, lascia l’output in rotta per un’espansione durante l’estate.
Nei prossimi mesi però l’attività manifatturiera potrebbe risultare debole, penalizzata dai rincari e dalle difficoltà nel reperire materie prime e componentistica, ormai diffusi a gran parte dei comparti.
L’impatto sulla crescita del PIL dovrebbe risultare complessivamente contenuto in quanto la ripresa continuerà ad essere trainata dai servizi; potrebbe invece risultare più significativo il potenziale effetto sui prezzi al consumo, in un contesto di eccesso di domanda in alcuni settori.
– Nel 2° trimestre il costo orario del lavoro è calato di -0,1% a/a da +1,3% a/a precedente sintesi di una flessione degli stipendi (-0,4% a/a) e di una crescita per la componente non salariale (+0,8% a/a).
La variazione tendenziale risulta però distorta dal confronto con lo scorso anno quando il calo delle ore lavorate durante il lockdown aveva sostenuto artificialmente la crescita delle retribuzioni orarie.
Rispetto al trimestre precedente, infatti, i salari orari risultano in crescita di +0,6%.
Nei prossimi mesi la disoccupazione ancora elevata dovrebbe frenare la crescita salariale.

STATI UNITI
– L’indagine Empire della NY Fed pubblicata ieri ha segnalato accelerazione della crescita nel manifatturiero, persistenza di colli di bottiglia dal lato dell’offerta e di pressioni verso l’alto sui prezzi.
– Sul fronte dell’attività, ieri sono usciti i dati della produzione industriale di agosto, in rialzo di 0,4% m/m, pur con un freno di circa -0,3 pp causato dall’uragano Ida.
Probabilmente anche a settembre potrebbe esserci un impatto negativo sull’output collegato al clima avverso del mese scorso.

GIAPPONE – La bilancia commerciale di agosto ha registrato un deficit di -635,4 mld di yen, il primo saldo negativo dopo due mesi di saldi positivi, sulla scia di un balzo delle importazioni di 44,7% a/a a fronte di esportazioni in rialzo di 26,2% a/a.
Il saldo commerciale da inizio anno è pari a -807,8 mld.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è leggermente indebolito ieri, beneficiando solo temporaneamente dell’ottima lettura dell’indice Empire, ma apre al rialzo oggi.
A contenere la dinamica del biglietto verde è ancora il dato di inflazione di due giorni fa, in quanto più rilevante per la decisione di policy della Fed la settimana prossima.
Dai dati odierni (soprattutto i sussidi di disoccupazione ma anche le vendite al dettaglio e il Philly Fed) non si attendono spunti molto positivi, ma se invece dovessero sorprendere al rialzo, soprattutto quelli sul mercato del lavoro, il dollaro potrebbe rafforzarsi ancora.
Il focus intanto inizia a spostarsi sul FOMC di mercoledì prossimo.

EURL’euro continua a muoversi di riflesso al dollaro: si è marginalmente rafforzato ieri, restando però in un intervallo ancora più stretto del giorno precedente, tra 1,1797 e 1,1832 EUR/USD, e oggi apre in calo in area 1,17 EUR/USD.
A meno di sorprese eclatanti dai dati USA dovrebbe restare in range, attendendo spunti direzionali dal FOMC della settimana prossima.

GBPLa sterlina ieri è salita contro dollaro, e un po’ più dell’euro, da 1,37 a 1,38 GBP/USD, perché favorita dai dati di inflazione domestica che hanno mostrato un incremento superiore alle attese.
Così contro euro si è rafforzata, restando comunque in area 0,85 EUR/GBP.
Oggi però, seguendo i driver di dollaro che dovrebbero restare dominanti in vista del FOMC, è di nuovo in calo sul dollaro, ma non contro euro, prevalendo in questo caso il movimento ribassista dell’EUR/USD e perché ancora favorita dagli effetti di coda del dato di inflazione di ieri.

JPYLo yen si è rafforzato sulla cedevolezza del biglietto verde, sia contro dollaro, pur restando in area 109 USD/JPY, sia contro euro, da 129 a 128 EUR/JPY.
Salvo sorprese dai dati USA, dovrebbe mantenere il range di agosto/settembre, in attesa di spunti più stabilmente direzionali dalla Fed.

 

PREVISIONI:

AREA EUROL’agenda odierna non prevede né eventi, né la pubblicazione di dati di particolare rilievo.
Si attendono un discorso di Rehn (Finlandia, membro del consiglio BCE) e i dati sulla bilancia commerciale in Italia.

STATI UNITI
 – Oggi i dati in uscita daranno informazioni rilevanti per il quadro congiunturale.
Le vendite al dettaglio di agosto sono previste in calo per il secondo mese consecutivo, con una correzione di -0,7% m/m per l’aggregato totale e una variazione marginale per l’aggregato ex-auto.
Le vendite dovrebbero essere frenate dal crollo nel comparto auto e da possibili effetti restrittivi sul commercio collegati alla diffusione della variante Delta.
– I dati sui sussidi di disoccupazione dovrebbero dare indicazioni contrastanti, con un incremento previsto per le richieste a livello statale, a causa dell’impatto dell’uragano Ida, e un’accelerazione del calo dei sussidi erogati con i programmi federali terminati a inizio settembre.
– Infine, l’indice della Philadelphia Fed a settembre dovrebbe confermare le indicazioni di espansione viste con l’indagine Empire della NY Fed pubblicata ieri.