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16 Ottobre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ad agosto, fatturato e ordini industriali hanno fatto segnare un ulteriore rimbalzo congiunturale (+5,9% e +15,1% m/m, rispettivamente), dopo quelli già visti nei mesi precedenti. Su base annua, gli ordinativi passano in territorio positivo (a +6,1%), mentre il dato tendenziale sul fatturato resta in negativo (-3,8%, pur in miglioramento da -8,1% di luglio).
Per il fatturato, sono risultati trainanti i beni durevoli (+29,8% m/m, +28,6% a/a).
Sull’anno, per entrambi gli indicatori risulta maggiormente trainante la componente domestica rispetto al mercato estero.
Dal lato degli ordini, sempre su base tendenziale, mostrano un netto recupero (a due cifre) alcuni dei settori come i mezzi di trasporto, computer e elettronica, e il comparto tessile.
L’unica flessione a due cifre si registra per il fatturato dell’attività estrattiva e della raffinazione. I dati su ordini e fatturato, assieme a quelli sulla produzione, confermano che la ripresa, almeno sino ad agosto, è stata più vigorosa del previsto nell’industria.

FRANCIA – La seconda lettura corregge al ribasso di un decimo l’inflazione di settembre sull’indice nazionale(da 0,1% a zero); viene invece confermata invariata l’inflazione sulla misura armonizzata.
Nel mese, si registra un contributo negativo dell’energia, nonché un rallentamento dei listini nei servizi (in particolare di trasporto).
Nel mese i prezzi al consumo sono calati di 0,5% m/m sull’indice nazionale e di 0,6% sulla misura armonizzata. L’inflazione è sui minimi dal 2016, non vediamo una risalita nel breve termine.

STATI UNITI
 – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 10 ottobre aumentano a 898 mila (da 845 mila della settimana precedente).
Le nuove richieste non destagionalizzate sono pari a 885.885, in aumento di 76.670 dalla settimana precedente, a cui vanno aggiunti 372.891 sussidi iniziali erogati con la Pandemic Unemployment Assistance (in calo di circa 100 mila da inizio ottobre).
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 3 ottobre calano a 10,018 mln, da 11,183 mln della settimana precedente; in termini destagionalizzati i sussidi statali esistenti correggono a 9,631 mln, da 10,819 mln.
Nell’ultima settimana di settembre, i sussidi esistenti erogati sia con i programmi statali sia con quelli federali sono pari a 25,067 mln, in calo di circa 200 mila unità rispetto alla settimana precedente. Una parte del calo dei sussidi statali esistenti è legata al trasferimento dei sussidi dai programmi statali (per esaurimento di termini) a quelli federali (circa 800 mila).
Osservando il trend dei diversi programmi, si riscontra un calo netto di circa 500 mila sussidi nella seconda metà di settembre, con indicazioni ancora favorevoli per la crescita occupazionale a ottobre.
– L’indice della Philadelphia Fed a ottobre sorprende verso l’alto, con un balzo da 15 a 32,3, segnando il quinto aumento consecutivo e registrando una percentuale crescente di imprese con attività in espansione. Lo spaccato dell’indagine è inequivocabilmente positivo, con i nuovi ordini a 42,6 (+17 punti) e il fatturato a 46,5 (+10 punti). L’occupazione è in territorio espansivo a 12,7, anche se cala di 3 punti da settembre, ma il rialzo della settimana lavorativa a 25,3 (+18 punti) dà indicazioni positive per il mercato del lavoro.
Gli indici a 6 mesi danno segnali espansivi: attività a 62,7 (+6), ordini a 51,6 (-5), fatturato a 51,7 (+4), occupazione a 52 (+3).
Le domande speciali del mese riguardano l’utilizzo della capacità produttiva e i piani di investimento. La mediana dell’utilizzo della capacità produttiva è a 72,5% (-10 pp da ottobre 2019).
La percentuale netta di imprese che aumenteranno la spesa in conto capitale è positiva, pur in presenza dei freni derivanti dalla pandemia e dall’incertezza politica.
L’indagine è stata condotta fra il 5 e il 13 ottobre e conferma il quadro espansivo del manifatturiero per i prossimi trimestri.
– L’indice Empire della NY Fed a ottobre cala a 10,5, con una correzione di 7 punti da settembre. Ordini (12,5, +5 punti) e fatturato (17,8, +4 punti) sono in aumento, mentre calano gli ordini inevasi. Come per la Philadelphia Fed, l’indagine registra un modesto calo dell’indice occupazione, ma un netto aumento della settimana lavorativa. Sull’orizzonte a 6 mesi, l’indagine mantiene indicazioni espansive nonostante la correzione dell’indice di attività (32,8, -8 punti). I segnali concordano con le altre informazioni dal manifatturiero nel segnalare attività in crescita.

 

COMMENTI:

ITALIA – In serata, o più probabilmente sabato, il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare il Documento Programmatico di Bilancio che presenterà le linee guida della manovra 2021, da inviare alla Commissione UE. La Legge di Bilancio dovrebbe contenere interventi espansivi netti per circa 37 miliardi (pari a oltre due punti di PIL), ma l’impatto sul disavanzo sarà limitato a meno di 23 miliardi (l’1,3% del PIL) grazie all’utilizzo dei primi fondi provenienti dal Recovery Fund. Gli interventi dovrebbero essere concentrati su una proroga degli ammortizzatori sociali, sul taglio del cuneo fiscale sul lavoro e sul rilancio degli investimenti pubblici. La riforma fiscale dovrebbe essere rinviata al 2022.

GERMANIA – Le linee guida del budget per il 2021 approvato dal gabinetto di governo (Bundeshaushaltsplan 2021) e che verrà inviato alla Commissione Europea vede stanziamenti totali per circa 413 miliardi (oltre il 12% di PIL, -18,7% rispetto al budget 2020) di cui circa 55 miliardi di nuovi investimenti e spese infrastrutturali nel 2021.
L’indebitamento netto 2021 è preventivato in 96 miliardi di euro, quindi in violazione dei vincoli costituzionali sull’indebitamento netto sia per il 2020 sia per il 2021 che limita il deficit strutturale allo 0,35%. Complessivamente nel 2020-21 l’indebitamento netto toccherebbe quindi i 314 miliardi di euro. L’iter di approvazione parlamentare iniziato il 2 ottobre dovrebbe concludersi verso la fine del mese.

BCE – Nella sua dichiarazione all’International Monetary and Financial Committee, la presidente Lagarde ha detto che le banche dispongono di sufficiente capitale e liquidità per assorbire le perdite e continuare ad erogare credito all’economia, ma la loro redditività resterà molto debole, penalizzata anche dall’incremento delle perdite su crediti.
I rischi per la stabilità finanziaria restano elevati, perché il crescente indebitamento e la debole redditività rendono il settore non-finanziario più vulnerabile. I messaggi sulla politica monetaria hanno ripreso fedelmente l’attuale forward guidance, senza modifiche. Lagarde ha fatto anche un breve cenno all’avvio della discussione interna sull’emissione di moneta digitale.

BREXIT – Il Consiglio Europeo ha emesso un comunicato nel quale nota che i progressi “non sono sufficienti per il raggiungimento di un accordo, invitando però il responsabile dei negoziati a continuare gli sforzi nelle prossime settimane, e il Regno Unitoa compiere i passi necessari per rendere un accordo possibile”.
Inoltre, il Consiglio ha ribadito la posizione contraria all’attuale formulazione dell’Internal Market Bill. La reazione del governo britannico dovrebbe arrivare oggi.

STATI UNITI – L’amministrazione ha ceduto su un punto considerato cruciale dai democratici per il proseguimento dei negoziati sul nuovo pacchetto fiscale, concedendo di includere una strategia di test per Covid-19 a livello nazionale. Inoltre, il presidente ha segnalato a Mnuchin la propria disponibilità a sostenere misure anche maggiori di quelle contenute nella sua ultima proposta, pari a 1,88 tln di dollari, dopo aver anche twittato ai senatori repubblicani “go big or go home”.
Il supporto della Casa Bianca per un intervento vicino a 2 tln di dollari potrebbe comunque non essere sufficiente a rimuovere l’opposizione di molti senatori repubblicani, preoccupati per un eccessivo allargamento del deficit.
McConnell ha però ripetuto che al momento non c’è consenso per un pacchetto così ampio e il Senato discuterà la prossima settimana la proposta della leadership repubblicana, con misure per 500 mld.
Tuttavia, Trump ha sostenuto il contrario, affermando che, in caso di accordo fra amministrazione e democratici, i repubblicani dovranno seguire.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è rimontato inaugurando i massimi della settimana, ancora una volta nel suo ruolo di safe haven all’aumentare della probabilità che il nuovo pacchetto di stimolo fiscale USA non arrivi prima delle elezioni e di fronte a segnali controversi dai dati (indice Empire che scende più delle attese e sussidi di disoccupazione in aumento contro attese di calo). Se il mood si conferma risk-off, il dollaro dovrebbe riuscire a chiudere la settimana al rialzo.

EURL’euro ha corretto da 1,17 a 1,16 EUR/USD non solo di riflesso al rafforzamento del dollaro ma anche in relazione ai rischi di nuove ripercussioni economiche negative a causa dell’evoluzione sfavorevole dei contagi in Europa.
Se il sentiment di mercato non cambia, l’euro dovrebbe chiudere la settimana al ribasso. Da monitorare i livelli: un’eventuale chiusura sotto 1,1720 EUR/USD potrebbe preludere a nuova debolezza del cambio.

GBPLa sterlina è scesa sia contro dollaro da 1,30 a 1,28 GBP/USD sia contro euro, rispetto al quale si è mantenuta in area 0,90 EUR/GBP, penalizzata dal messaggio UE che rimette al Regno Unito l’onere di raggiungere un accordo di compromesso con l’Unione, ricordando che in caso contrario l’UE è comunque pronta a fronteggiare anche uno scenario di “no-deal”.
Il capo-negoziatore britannico Frost ha reagito con disappunto al messaggio UE, e oggi si attende la risposta ufficiale di Boris Johnson. In assenza di segnali di riavvicinamento in chiusura del vertice UE di ieri e oggi, la sterlina ha spazio per scendere ancora, soprattutto contro dollaro.
Tuttavia, la consapevolezza che se l’accordo verrà trovato arriverà più tardi di quanto indicato inizialmente (eventualmente anche novembre) tende a ridurre il downside della sterlina nel breve.

JPYLo yen ha ceduto ieri di fronte al rafforzamento del dollaro ma mantenendosi in area 105 USD/JPY mentre si è rafforzato contro euro (massimo a 122,99 EUR/JPY) per via del maggior calo dell’EUR/USD. L’incertezza generale e la risk aversion dovrebbero continuare a comprimere la dinamica dello yen contro dollaro.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La seconda lettura dei dati sui prezzi al consumo di settembre dovrebbe confermare la prima stima, con un’inflazione annua stabile a -0,5% sul NIC e in calo a -0,9% sull’indice armonizzato UE (con listini in calo di sei decimi nel mese sull’indice domestico, e in aumento di un punto sull’IPCA).
Anche l’inflazione core (sull’indice domestico) dovrebbe essere confermata a +0,1% (da +0,3% di agosto).
A ottobre, dovrebbe ricomporsi il gap tra indice domestico e armonizzato, dovuto al rinvio dei saldi estivi. Inoltre, i rincari a due cifre delle tariffe su elettricità e gas (+15,6% e +11,4%) dovrebbero favorire una lieve risalita dell’inflazione, che tuttavia è attesa rimanere in territorio negativo sino alla prossima primavera.

AREA EUROLa stima finale dell’inflazione a settembre dovrebbe confermare il calo registrato nella prima lettura (da -0,2% a -0,3% a/a).
L’indice core BCE (al netto di alimentari ed energia) dovrebbe essere rivisto al rialzo di un decimo rispetto al dato preliminare, a 0,5% a/a da 0,6% di agosto.
I prezzi dovrebbero essere confermati in aumento di un decimo nel mese, dopo il -0,4% m/m di agosto, nonostante il calo atteso per l’energia (-0,4% m/m e -8,2% a/a, in linea con la stima preliminare).
Vediamo un rialzo dell’inflazione verso l’1% medio nel 2021, dopo lo 0,3% atteso per quest’anno, ma i rischi sono al ribasso.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio di settembre sono attese in aumento di 0,8% m/m, dopo 0,6% m/m di agosto. Anche al netto delle auto, le vendite dovrebbero segnare un solido rialzo.
Le vendite di auto hanno registrato un balzo di 7,6% m/m a settembre, e dovrebbe esserci ancora un sostegno dai prezzi delle auto usate, in forte aumento nel periodo post-pandemico.
Le vendite settimanali, dopo qualche segnale di debolezza a fine agosto, hanno ripreso a crescere e i materiali da costruzione dovrebbero dare ancora un forte sostegno all’aggregato totale, alla luce dell’andamento sempre molto positivo della spesa in costruzioni e del settore immobiliare residenziale.
I dati dovrebbero confermare il mantenimento del livello delle vendite del 3° trimestre al di sopra di quello di febbraio, con indicazioni solide per i consumi del 3° trimestre.
– La produzione industriale a settembre è prevista in solido aumento, +1% m/m, dopo 0,4% m/m di agosto. Anche nel manifatturiero l’output dovrebbe essere in rialzo robusto, +0,9% m/m, dopo 1% m/m ad agosto. L’employment report ha registrato un incremento di 66 mila occupati e di 0,4% m/m per le ore lavorate nel settore, con indicazioni di espansione solida dell’attività, in linea anche con i segnali delle indagini. Nell’estrattivo, lo scorso mese gli occupati sono aumentati di 1000 unità, dopo -7500 di agosto, in concomitanza con un rilevante incremento del prezzo del petrolio e delle trivelle in attività.
Infine, anche le utility dovrebbero segnare un marginale rialzo.
Il livello della produzione industriale rimarrebbe ancora ampiamente al di sotto di quello di febbraio, ma il gap si è chiuso a ritmi più rapidi negli ultimi mesi.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a ottobre (prel.) dovrebbe essere poco variata a 81 (da 80,4 di settembre), sulla scia di fattori misti: blocco dei negoziati per un nuovo pacchetto fiscale, malattia di Trump e tensioni politiche in aumento, dovrebbero avere effetti restrittivi, mentre il miglioramento del mercato del lavoro dovrebbe sostenere la fiducia, come evidenziato anche da altri indici.