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16 Ottobre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook ha tagliato le stime sul PIL italiano, a zero da 0,1% di luglio per quest’anno e a 0,5% da 0,8% per l’anno prossimo. La revisione è dovuta all’ “affievolimento dei consumi privati, al minor stimolo fisale e al più debole ambiente esterno”. Le stime del FMI sono in linea con le nostre per il 2019 ma più ottimistiche per il 2020 (la nostra previsione è 0,3%).

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo ha approvato il disegno di legge di bilancio e il decreto fiscale collegato, e inviato il Documento Programmatico di Bilancio alla Commissione UE. Quest’ultimo documento, con la quantificazione degli interventi, dovrebbe essere diffuso oggi in giornata, mentre secondo fondi di stampa il DDL bilancio e il decreto fiscale sarebbero stati approvati salvo intese e quindi sarebbero suscettibili di ulteriori modifiche nei prossimi giorni.
Al momento, è noto solo quanto si legge nel comunicato stampa diffuso al termine del Consiglio dei Ministri, che riassume sommariamente i principali provvedimenti:
1) CANCELLAZIONE CLAUSOLA IVA 2020 (ma non è nota l’entità della disattivazione parziale delle clausole per gli anni dal 2021);
2) CUNEO FISCALE (avviato in corso d’anno, per una dote che dovrebbe essere salita a circa 3 miliardi per il 2020 dai 2,7 previsti inizialmente; dovrebbe agire esclusivamente sui lavoratori);
3) FAMIGLIE: si parla di “ulteriori ingenti risorse agli interventi per la famiglia”, che però potrebbero essere finanziati quasi interamente con una “razionalizzazione e semplificazione” di programmi già esistenti;
4) SALUTE: abolizione del cosiddetto superticket a partire dalla seconda metà del 2020 (da settembre secondo fonti di stampa);
5) PREVIDENZA E WELFARE: conferma dell’APE Social, di “Opzione Donna” e dell’esenzione dal canone RAI per gli anziani a basso reddito;
6) PERSONE DIVERSAMENTE ABILI: stanziamento delle risorse necessarie all’attuazione della legge delega in materia, assieme a nuove risorse “in tre distinti fondi per la tutela del diritto al lavoro, per l’assistenza e per le esigenze di mobilità” (di nuovo, non è chiaro se si tratti di risorse aggiuntive);
7) INVESTIMENTI E AMBIENTE: creazione di un fondo per finanziare gli investimenti pubblici (ma non è chiaro se vi saranno risorse aggiuntive o più probabilmente la riprogrammazione di fondi esistenti) e di uno per contribuire (con garanzie, debito o apporto di capitale di rischio) alla realizzazione di investimenti privati sostenibili nell’ambito del green new deal;
8) MEZZOGIORNO: si parla genericamente di interventi per incentivare gli investimenti delle imprese, le infrastrutture sociali e il risparmio energetico;
9) IMPRESE E INNOVAZIONE: conferma dei programmi già in essere ovvero: fondo centrale per le piccole e medie imprese; super e iperammortamento (per beni tecnologici, software ed economia circolare); rifinanziamento della legge Sabatini; credito di imposta per la “Formazione 4.0”;
10) DETRAZIONI: proroga delle detrazioni esistenti per la riqualificazione energetica, gli impianti di micro-cogenerazione e le ristrutturazioni edilizie e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata, e introduzione di una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici;
11) RINNOVO DEI CONTRATTI PUBBLICI (non è chiaro per quale ammontare di risorse).
Dal lato delle coperture, l’unica che viene citata nel comunicato del governo è la LOTTA ALL’EVASIONE, che prevede: inasprimento delle pene per i grandi evasori; contrasto all’illecita somministrazione di manodopera e aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti; rafforzamento delle misure contro le frodi nel settore dei carburanti; contrasto all’evasione e all’illegalità nel settore dei giochi; piano “cashless” (super bonus da riconoscersi all’inizio del 2021 in relazione alle spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili nei settori in cui è ancora molto diffuso l’uso del contante; istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica; sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o bancomat).
In sintesi, non c’è ancora completa chiarezza sull’ammontare degli interventi aggiuntivi, e soprattutto sulle coperture. Rimandiamo alla diffusione del DPB un commento più approfondito.

BREXIT I negoziati hanno avuto una improvvisa accelerazione. Esponenti del governo irlandese hanno detto che le prospettive per un accordo “appaiono più promettenti”, anche se le cose “potrebbero cambiare”. Non è ancora noto quali concessioni il Regno Unito abbia fatto, ma sia la stampa britannica, sia quella irlandese riportano voci che la soluzione sarebbe molto vicina a quella inizialmente proposta e respinta dal governo May (frontiera commerciale nel Mare di Irlanda). Il consenso del partito unionista nord-irlandese sarebbe garantito da un piano finanziario straordinario da miliardi di sterline per l’Irlanda del Nord. Johnson punta a concludere l’accordo per il summit che inizia domani, in modo da sottoporlo alla ratifica parlamentare sabato e poter quindi mantenere la promessa di attuare la Brexit il 31 ottobre. Tuttavia, secondo FT on line, ancora la scorsa notte “importanti questioni” restavano tuttora irrisolte.

STATI UNITIBullard (St Louis Fed) ha detto che, in un contest di crescita in rallentamento, un ulteriore taglio dei tassi potrebbe essere giustificato come assicurazione contro rischi verso il basso. Bullard ritiene che in caso di evoluzione positiva, eventualmente i tagli di assicurazione potranno essere eliminati nel 2020 o nel 2021. Secondo Bullard il clima della politica commerciale è cambiato e non è probabile un ritorno alla situazione precedente il 2018 per anni. Le dispute commerciali hanno sempre avuto tempi molto lunghi e non è probabile una risoluzione a breve neppure questa volta.
Daly (San Francisco Fed) ha detto che “l’economia è in una buona posizione” e vorrebbe vedere più dati prima di finalizzare una decisione per un eventuale nuovo taglio dei tassi a ottobre. Daly ha comunque sottolineato che la Fed non ha ancora raggiunto l’obiettivo di inflazione e i venti contrari (incertezza sulla politica commerciale e debolezza globale) si sono rafforzati, lasciando aperta la sua posizione su un intervento alla prossima riunione.
I verbali della riunione per fissare il tasso di sconto alla riunione di settembre mostrano che i presidenti di 5 Fed regionali erano a favore di una riduzione dei tassi, mentre 7 avrebbero voluto tassi fermi. Queste informazioni confermano il ruolo centrale dei membri del Board nella svolta per tagli preventivi dei tassi come assicurazione contro i rischi di rallentamento.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha vissuto una giornata movimentata ieri, partita perlopiù al rialzo come recupero tecnico dopo la correzione di giovedì-venerdì, ma chiusa al ribasso con un calo nel pomeriggio sugli sviluppi favorevoli di Brexit che hanno fatto apprezzare la sterlina.
Oggi sono in uscita le vendite al dettaglio, per le quali si attende un aumento contenuto con una dinamica in tendenziale rallentamento.
Il dato è importante in quanto dà informazioni di rilievo per la dinamica dei consumi che finora hanno rappresentato il punto di forza dell’economia USA, per cui se ora dovessero dare segnali di indebolimento la Fed potrebbe propendere per un altro taglio dei tassi prima piuttosto che dopo.
Rilevante sarà anche la lettura del Beige Book, compilato in preparazione della riunione Fed di fine mese, e importante per capire se l’incertezza sulla politica commerciale abbia frenato gli investimenti.
Sono inoltre in programma altri discorsi Fed. A meno di sorprese positive dai dati o dichiarazioni hawkish dalla Fed il dollaro potrebbe restare sulla difensiva, soprattutto in caso di nuovi sviluppi positivi su Brexit che rafforzerebbero ulteriormente la sterlina.

EUR – L’euro rimane volatile ma comunque all’interno del range degli ultimi giorni tra 1,09 e 1,10 EUR/USD, ancora al di sotto della prima resistenza chiave a 1,1070 EUR/USD. L’IFO tedesco ha mostrato un calo, anche se molto più blando delle attese. Oggi esce il dato definitivo di inflazione dell’area che dovrebbe confermare la (bassa) lettura preliminare, lasciando la moneta unica priva di spunti di forza propria. Ieri infatti il movimento in salita dell’euro è avvenuto nel pomeriggio in concomitanza con il rafforzamento della sterlina sulle novità di Brexit. Per assistere a un rafforzamento del cambio si dovrebbe avere una significativa delusione dai dati USA e/o ulteriori sviluppi positivi sul fronte Brexit (v. sotto). In tal caso i livelli da monitorare sarebbero le resistenze della fascia 1,1070-1,1170 EUR/USD: se non vengono sfondate resta in essere il trend ribassista. In programma oggi alcuni discorsi BCE.

GBP – La sterlina ha inaugurato nuovi massimi sia contro dollaro salendo da 1,2600 a 1,2798 GBP/USD sia contro euro salendo da 0,8750 a 0,8623 EUR/GBP sulla notizia diffusa da Bloomberg ieri pomeriggio in base alla quale i negoziatori britannici e quelli UE sarebbero vicini a una bozza di accordo. I negoziati sono proseguiti nella notte e sul nodo della questione irlandese il premier irlandese Varadkar ha detto che si sta andando nella giusta direzione, ma la soluzione non è ancora stata trovata. La giornata odierna sarà quindi carica d’attesa perché il capo-negoziatore UE Barnier avrebbe detto che se l’accordo non fosse pronto per oggi non sarebbe possibile discuterlo e concluderlo al vertice di domani e venerdì. La sterlina sarà dunque molto reattiva alle notizie, in modo abbastanza simmetrico. Sviluppi favorevoli in direzione di un effettivo accordo favorirebbero un rafforzamento verso i massimi di maggio a 1,30-1,31 GBP/USD e 0,85 EUR/GBP.
Sul fronte dati è in uscita questa mattina l’inflazione, attesa in leggero aumento. Ieri quelli sul mercato del lavoro sono risultati più deboli delle attese a causa dell’incertezza su Brexit mostrando un inatteso aumento del tasso di disoccupazione e un imprevisto calo degli occupati, nonché un leggero rallentamento della crescita salariale.
Dalla Bank of England ieri Carney ha dichiarato che la banca centrale può tagliare i tassi portandoli vicino allo zero se necessario ma li terrebbe comunque in territorio strettamente positivo, rassicurando sulla solidità del sistema finanziario domestico che secondo il governatore della BoE sarebbe in grado di fronteggiare gli effetti di un’eventuale hard Brexit.
Vlieghe ha detto che in caso di uscita senza accordo un allentamento monetario è più probabile che una stretta, aggiungendo tuttavia che non si tratterebbe di una scelta automatica, mentre in caso di raggiungimento di un accordo i tassi dovrebbero riprendere a salire, seppure lentamente e moderatamente. Oggi è in programma un altro discorso di Carney.

JPY – Sul calo della risk aversion dopo i nuovi sviluppi favorevoli su Brexit (v. sotto) lo yen è tornato a indebolirsi sia contro dollaro (minimo a 108,89 USD/JPY) sia contro euro (minimo a 120,22 EUR/JPY). Il calo proseguirebbe in caso di altre novità positive sul fronte Brexit o di sorprese molto positive dai dati USA.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La seconda lettura dovrebbe confermare che a settembre i prezzi al consumo sono diminuiti di -0,5% m/m in base all’indice nazionale e sono aumentati di +1,5% m/m sull’IPCA, e che l’inflazione annua è rimasta invariata allo 0,4% secondo il NIC ed è scesa allo 0,3% dallo 0,5% precedente sull’indice armonizzato. I rischi di eventuale revisione ci appaiono verso l’alto. Nel mese, i principali contributi al calo su base congiunturale dell’indice domestico sono venuti dai ribassi di natura stagionale nei trasporti e nelle spese per tempo libero e cultura. Anche l’inflazione core dovrebbe essere confermata, in aumento a 0,6% a/a da 0,5% di luglio.
In sintesi, l’inflazione è ai minimi da quasi 3 anni; non pensiamo ci siano margini per un ulteriore calo dagli attuali livelli, almeno a breve termine (anzi, a ottobre una pressione al rialzo potrebbe venire dall’aumento delle bollette di luce e gas). In ogni caso, la risalita dell’inflazione sarà molto lenta: la nostra previsione per il CPI l’anno prossimo è pari a circa l’1% (da 0,7% di quest’anno).

AREA EURO – La stima finale di settembre dovrebbe confermare che l’inflazione Eurozona è rimasta stabile allo 0,9% come ad agosto e luglio. L’indice core è atteso anch’esso essere confermato all’1,2% sulla misura preferita dalla BCE, in accelerazione di un decimo rispetto ad agosto. Nel mese i prezzi al consumo dovrebbero essere saliti di 0,2% m/m. Nei prossimi mesi l’inflazione è vista in lieve accelerazione verso l’1,2%.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a settembre sono attese in rialzo di 0,1% m/m, dopo 0,4% m/m di agosto. Anche al netto delle auto le vendite dovrebbero essere in rialzo contenuto, con una previsione di 0,2% m/m. Le vendite dovrebbero essere frenate in termini nominali dal calo del prezzo della benzina. A settembre auto e materiali da costruzione dovrebbero rallentare dopo l’ampio aumento di agosto, mentre le altre voci sono previste in rialzo moderato e coerente con una crescita dei consumi intorno al 2,5% nel secondo semestre.
– La Fed pubblica il Beige Book in preparazione per la riunione del FOMC di fine mese. Il rapporto sarà utile per integrare le informazioni disponibili che stanno registrando una divergenza fra le indagini deboli e i dati effettivi più rassicuranti. Si dovrebbe riportare modesta espansione dell’attività, salvo il freno nel settore auto dovuto allo sciopero dei lavoratori GM, ormai entrato nella quarta settimana. Sul fronte del mercato del lavoro, il punto saliente dovrebbe restare la scarsità di manodopera. Le imprese probabilmente continueranno a riferire preoccupazioni legate alle tensioni sul fronte della politica commerciale e alla domanda globale. Nel complesso il Beige Book non dovrebbe modificare il quadro di economia “ben posizionata” come continuano a ripetere i partecipanti al FOMC, ma potrebbero esserci indicazioni riguardo a possibili rinvii degli investimenti in seguito all’aumento dell’incertezza e all’intensificarsi della guerra dei dazi. Questa è l’informazione cruciale per le decisioni sui tassi della Fed alle prossime riunioni.