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16 Novembre 2023 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo l’ampia correzione post-inflazione il dollaro ha leggermente recuperato ieri su dati che sono risultati migliori o meno deboli delle attese, rispettivamente l’indice Empire e le vendite al dettaglio.
Se dunque la discesa dell’inflazione suggerisce che appare improbabile un altro rialzo dei tassi, la tenuta dell’economia, al momento maggiore del previsto, indica che l’inversione di policy della Fed (avvio del ciclo di tali dei tassi) si farà attendere: a nostro avviso si potrebbe collocare intorno a settembre dell’anno prossimo, più tardi rispetto alle attuali attese di mercato che ipotizzerebbero date a cavallo tra 1° e 2° trimestre.
Eventuali sorprese positive dai dati USA potrebbero consentire al dollaro di consolidare o almeno di stabilizzarsi, ma i massimi d’inizio ottobre dovrebbero potersi considerare alle spalle.
Dai dati odierni (sussidi, Philly Fed e produzione industriale) non si attendono, a meno di sorprese, spunti favorevoli.

EURL’euro ha corretto ieri sul parziale recupero del dollaro mantenendosi comunque in area 1,08 EUR/USD.
I dati di produzione industriale dell’area ieri hanno confermato le attese di contrazione e i rischi verso il basso sulla crescita possono frenare l’upside del cambio.
Tuttavia, per ora restano dominanti i driver USA ed eventuali delusioni dai dati statunitensi favorirebbero l’euro: i livelli attuali in area 1,08 EUR/USD sono da monitorare attentamente perché uno sfondamento rialzista porterebbe a quota 1,10 EUR/USD.

GBP – Anche la sterlina ha corretto sul recupero del dollaro portandosi tra ieri e oggi da 1,25 a 1,23 GBP/USD ed è in indebolimento anche contro euro in area 0,87 EUR/GBP complice il calo dell’inflazione domestica superiore alle attese.
Dalla BoE Haskel ieri ha spiegato che la situazione sul mercato del lavoro presenta squilibri tali per cui sarà necessario che i tassi restino elevati più a lungo di quanto sarebbe stato in una situazione diversa dal contesto attuale.
Oggi è in programma anche un intervento di Ramsden, da seguire per capire se gli equilibri all’interno della BoE si stiano modificando o meno vista la forte spaccatura (tra opportunità di alzare ancora i tassi o lasciarli fermi) emersa alle ultime due riunioni.
A meno di delusioni dai dati USA, la sterlina potrebbe mantenersi sulla difensiva oggi o comunque stabilizzarsi.

JPYAnche lo yen si è indebolito ieri sul recupero del dollaro da 150 a 151 USD/JPY.
A meno di sorprese positive dai dati USA di oggi le pressioni ribassiste sulla valuta nipponica dovrebbero comunque attenuarsi, principalmente perché l’upside dei rendimenti a lunga USA dovrebbe essere in via di esaurimento.
Alcune recenti dichiarazioni da parte di esponenti BoJ, in primis di Ueda (circa la tendenziale salita dell’inflazione e la non-necessità di aspettare che i salari reali tornino positivi per poter abbandonare la politica di tassi negativi) vengono inoltre sempre più interpretate dai mercati come segnali di apertura verso l’avvio di un processo di normalizzazione di policy potenzialmente già entro la prima parte dell’anno prossimo.
Questo fornirebbe sostegno positivo allo yen.