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16 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a marzo (prel.) corregge a 95,9 da 101 di febbraio. L’indice delle condizioni correnti è in calo modesto, a 112,5 da 114,8, mentre le aspettative sono in flessione più ampia, a 85,3d a 88,8.
Il direttore dell’indagine, R. Curtin, riporta che i dati registrano gli effetti della diffusione del coronavirus e deI calo dei mercati azionari.
Per ora, la reazione dei consumatori è molto diversa rispetto a quanto avvenuto prima della grande recessione, anche se è probabile che le prossime rilevazioni registrino ulteriori flessioni.
Curtin sottolinea che la reazione contenuta degli intervistati di fronte agli eventi recenti può essere spiegata anche dal fatto che lo shock attuale è considerato transitorio. Fra le diverse sotto-componenti dell’indagine, l’indice che ha registrato la maggiore contrazione è quello relativo alla valutazione delle prospettive dell’economia nei prossimi 12 mesi.
Al momento l’indice che rileva la fiducia nelle politiche del governo è relativamente elevato: interventi rapidi da parte delle autorità di politica fiscale è essenziale per contenere l’eventuale rallentamento dei consumi.
Nelle fasi pre-recessive, la fiducia nella politica del governo è regolarmente crollata, limitando gli effetti contro-ciclici delle misure adottate.
Infine, nella disaggregazione per affiliazione politica, si rileva anche a marzo un livello di fiducia nettamente inferiore per i democratici rispetto ai repubblicani. È probabile che la prossima rilevazione della fiducia registri un netto deterioramento. Le aspettative di inflazione sono a 2,3% sia sull’orizzonte a 1 anno sia su quello a 5 anni.

CINA – La produzione industriale è scesa del 13.5% nei primi due mesi del 2020, molto di più delle attese (Consenso Bloomberg -3,0% a/a), con un calo del 2,8% m/m in gennaio seguito da un crollo del 26.7%m/m in febbraio.
Il drastico calo ha interessato in particolare la produzione delle imprese private (-20,2% a/a) e delle imprese straniere (-21,4% a/a) e, in misura meno marcata, le imprese statali (-7,9% a/a).
Altrettanto drastico è stato il calo delle vendite al dettaglio, scese del 20,5% cum. a/a nei primi due mesi dell’anno in termini nominali (rispetto ad attese di un calo del 4% a/a) e del 23,7% cum a/a in termini reali, trascinate al ribasso anche dal crollo delle vendite di auto del 42% a/a (-79,1/ a/a nel solo mese di febbraio).
Le vendite al dettaglio online di soli beni, nonostante la forte decelerazione da un ritmo del 19,5% a/a nel 2019, hanno registrato una crescita ancora positiva del 3% cum. a/a, mentre le vendite di beni e servizi sono scese del 3%.
Il tasso di disoccupazione urbano è balzato di un punto percentuale, salendo da 5,2% in dicembre a 6,2% in febbraio. Gli investimenti fissi nominali sono scesi del 24,5% cum. a/a nei primi due mesi dell’anno, da 5,4% a/a nel 2019, con un calo più marcato degli investimenti privati (-26,4% cum. a/a) rispetto agli investimenti delle imprese statali (-24,5%).
Dal lato settoriale il calo degli investimenti nel settore dei servizi(-23% a/a), è stato inferiore a quello del settore manifatturiero (-31,5% a/a) e dell’agricoltura (-25,6%). Nel complesso i dati sono stati molto inferiori alle attese e, nonostante i segnali positivi sul fronte dei contagi e sulla progressiva ripresa dell’attività produttiva, risultano compatibili con un crollo del PIL più marcato quanto preventivato nelle nostre previsioni di inizio febbraio che a breve provvederemo a rivedere.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo dovrebbe approvare il decreto con le misure economiche per fronteggiare l’emergenza COVID-19. Il provvedimento, atteso da giorni, si è ampliato via via nel corso del tempo, fino a diventare una mini-finanziaria, che dovrebbe utilizzare in pieno il plafond di risorse autorizzato dal Parlamento ovvero 25 miliardi (20 miliardi l’impatto sull’indebitamento netto).
Le principali misure sono le seguenti:
1) estensione a tutti per 9 settimane degli ammortizzatori sociali (5 miliardi);
2) misure di sostegno alle PMI, tra cui l’ampliamento del fondo di garanzia, la concessione di garanzie statali a sostegno della moratoria delle banche e il sostegno fiscale alla cessione dei crediti deteriorati (5 miliardi);
3) finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard (1,15 mld) e potenziamento del “Fondo per le emergenze nazionali” (1,5 mld);
4) altre misure di sostegno alle famiglie, tra cui congedi parentali e voucher baby-sitter;
5) rinvio delle scadenze fiscali e contributive e delle scadenze per tutti i procedimenti amministrativi; 6) sospensione delle rate del mutuo prima casa per le partite Iva che abbiano subito perdite di fatturato rilevanti;
7) aiuti, soprattutto sotto forma di crediti di imposta, alle filiere produttive maggiormente colpite dalla crisi (turismo, trasporti, commercio, editoria).
In un’intervista al Corriere della Sera, il Presidente del Consiglio si è detto pronto a nuove misure se quelle previste dal decreto si rivelassero insufficienti.
Il governo ha anche siglato sabato, d’intesa con sindacati e associazioni industriali, un protocollo a tutela della salute del personale che lavora in fabbriche e uffici rimasti aperti.
Nelle nostre stime, anche tenendo conto di un probabile ampio calo del PIL, le nuove risorse stanziate dal decreto dovrebbero portare il deficit 2020 vicino al 4%, e il debito verso il 140% del PIL.

AREA EUROUn blog esplicativo delle misure BCE diretto da Lane, membro del comitato esecutivo, spiega che contengono “tre elementi chiave: primo, salvaguardare le condizioni di liquidità nel sistema bancario attraverso una serie di LTRO a prezzi favorevoli; secondo, proteggere il continuo flusso di credito verso l’economia reale attraverso una ricalibrazione fondamentale dei TLTRO; e in terzo luogo, attraverso un aumento del programma di acquisto di attività, evitare che le condizioni finanziarie per l’economia si restringano in modo prociclico”.
Lane ritiene l’incremento dell’APP “particolarmente utile durante un episodio diflight to safety’,quando gli investitori cambiano attività sulla base di schemi di correlazione in base ai quali alcune attività sono classificate come “porti sicuri” che acquistano valore durante gli episodi di rischio.” Lane ha dichiarato che la BCE “promette di utilizzare tutta la flessibilità dell’APP”, con una “energica presenza nel mercato obbligazionario durante le fasi di maggiore volatilità” e che ci potranno essere “fluttuazioni temporanee nella distribuzione dei flussi di acquisto fra tipologie di attività e fra Paesi”.
Le misure possono essere aggiustate “se necessario per garantire che gli spread elevati che vediamo in risposta all’accelerazione della diffusione del coronavirus non compromettano la trasmissione della politica monetaria.”
Anche Panetta(membro del comitato esecutivo da gennaio) in un’intervista a il Corriere della Sera pubblicata domenica ha detto che “la turbolenza che ha colpito il mercato dei titoli pubblici italiani nei giorni scorsi rappresenta un evento indesiderato, che dovrà essere riassorbito”, e che “forti aumenti ingiustificati degli spread, spinti dalla grave emergenza sanitaria  – in grado di segmentare il mercato dei titoli dell’area dell’euro e di ostacolare la trasmissione della politica monetaria – saranno contrastati con forza”.
Anche Panetta ha sottolineato che ci sarà flessibilità nel ritmo e nella composizione degli acquisti. Riguardo alle misure sul credito bancario e all’allentamento dei requisiti patrimoniali e di liquidità, “le opportunità offerte da tale azione andranno ora utilizzate dalle banche in favore di famiglie e imprese, e non per aumentare le retribuzioni o i dividendi”.
Infine, rispondendo a una domanda su che cosa potrebbe accadere in caso di crisi di liquidità, Panetta ha dichiarato che “se necessario per la conduzione della politica monetaria o per preservare la stabilità del sistema finanziario, il consiglio direttivo potrebbe valutare se e come ampliare il novero degli intermediari cui fornire liquidità e le regole per la partecipazione alle nostre operazioni di rifinanziamento.”
Il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha dichiarato in un’intervista a Bloomberg News che la politica monetaria deve evitare il rischio di frammentazione dei mercati finanziari. Il potenziamento dell’APP “copre obbligazioni private e pubbliche” e che “i titoli pubblici saranno acquistati ovviamente quando necessario e nella misura necessaria”.
Anche Visco ha confermato che c’è una flessibilità di azione in termini di tempi (gli acquisti possono essere più intensi all’inizio, e potrebbero essere potenziati già nei prossimi giorni), di mercato e di giurisdizione  (“ci sarà focalizzazione e concentrazione sulle giurisdizioni in cui si verificherà la turbolenza”). Inoltre, come Lane ha ricordato che gli strumenti potrebbero essere potenziati, se necessario.

UNIONE EUROPEA
 – La Commissione Europea ha annunciato che rinuncerà a chiedere la restituzione di fondi strutturali e di investimento UE non spesi (si parla di 7,5 miliardi), consentendone l’utilizzo nell’accelerazione dei progetti in corso. La proposta deve essere approvata da Consiglio e Parlamento. Inoltre, ci sarà una sospensione dell’applicazione delle norme sugli aiuti di stato e la concessione di flessibilità nell’ambito del patto di stabilità e crescita.
 – L’Eurogruppo nella configurazione a 27 dovrà smarcare una serie di temi importanti. L’agenda prevede infatti il recepimento a livello politico delle proposte di riforma del trattato ESM e della proposta di introduzione anticipata del meccanismo di salvaguardia comune, ma anche (e soprattutto) una discussione sulle sfide di politica economica poste dalla COVID-19.
Per il momento, i Paesi europei si sono mossi in ordine sparso: mentre alcuni premono per un’azione comune e coordinata, altri ritengono la questione di pura competenza nazionale.
Inoltre, tutti i governi finora sono apparsi riluttanti ad agire in modo preventivo contro la diffusione dell’epidemia. Tuttavia, l’evoluzione dell’epidemia in Francia, Spagna e Germania rende ora probabile almeno una convergenza di azione.
Come dichiarato da Centeno, è probabile che i ministri delle finanze annuncino ampi e diffusi interventi fiscali, articolati su 3 fronti: sanità e protezione civile, potenziamento degli ammortizzatori sociali per le famiglie, misure per sostenere la posizione di liquidità delle imprese che fronteggiano cali del fatturato, incluso il differimento delle scadenze fiscali e la concessione di garanzie sul credito.
Non bisogna attendersi però un pacchetto UE specifico: si tratterà piuttosto di impegni dei singoli Stati, con l’UE che sospenderà le regole del patto di stabilità per concedere il necessario spazio di bilancio.
L’UE potrebbe forse entrare in alcuni casi come cofinanziatore mediante l’uso di fondi europei.

GERMANIA – Il governo federale ha annunciato il lancio di un massiccio programma di garanzie al credito gestito da KfW ,innalzandone la capacità di erogazione da 460 a 550 miliardi di euro, ma senza escludere ulteriori incrementi, se necessario. Le procedure saranno semplificate e l’accesso sarà allargato a un’ampia categoria di soggetti, incluse micro-imprese. Inoltre, il governo si appresta a consentire il differimento delle scadenze fiscali. In precedenza, il governo aveva già ampliato lo schema noto come Kurzarbeit, simile alla cassa integrazione italiana.

STATI UNITI
 – La Fed non ha potuto aspettare la riunione del 18 marzo e l’ha anticipata al 15 marzo, annunciando misure straordinarie: azzeramento dei tassi, un massiccio acquisto di titoli (almeno 700 mld), allentamento delle condizioni dell’offerta di liquidità, incoraggiamento a usare i buffer di liquidità e capitale delle banche e linee di swap concordate con le principali banche centrali (BCE, BoE, BoJ, BoC, SNB) per fornire dollari. La Bank of Canada, la Bank of England, la Bank of Japan, la BCE, la Fed e la Swiss National Bank annunciano un’azione coordinata per offrire liquidità attraverso linee di swap in dollari. Il tasso sulle operazioni di swap in dollari viene ridotto di 25 pb, pertanto il nuovo tasso sarà l’OIS più 25 pb. Le banche centrali hanno concordato di offrire liquidità in dollari su base settimanale in ciascuna area con scadenza a 84 giorni, oltre alle operazioni regolari a una settimana. Le nuove condizioni (tasso e scadenza) resteranno in vigore fino a quando ritenuto appropriato.
La reazione dei mercati di oggi darà un segnale importante: se queste misure non bastano, si armerà il prossimo bazooka, quello delle misure oggi non convenzionali (helicopter money, acquisto di titoli privati, sostegno diretto alle imprese?).
– Nella conferenza stampa successiva all’annuncio delle nuove misure, Powell ha ribadito che l’economia USA affronta il nuovo shock partendo da una base solida, ma ha elencato diversi elementi negativi per l’attività economica già evidenti. Sono già emersi segnali di stress in alcuni settori (turismo, viaggi, ospitalità) oltre alle nuove pressioni sul settore energetico. Questi segnali si sommano ai problemi per le catene produttive causate da blocchi produttivi esteri e all’aspettativa di frenata delle esportazioni. Inoltre, Powell ha sottolineato la restrizione “marcata” delle condizioni finanziarie, con aumenti del costo del credito diffusi (a eccezione dei creditori con standing più elevato), volatilità estrema e carenza di liquidità anche nei mercati più liquidi come quello dei titoli del Tesoro USA.
Riguardo allo scenario futuro, Powell ha detto che inevitabilmente le misure per contenere gli effetti del virus a livello sanitario porteranno a una riduzione di attività economica per un certo periodo. Pertanto, Powell ha detto che il secondo trimestre sarà “debole” e che, secondo molti, l’output sarà in calo. Pur essendo in una situazione di elevata incertezza sulla durata dello shock, il chairman ha sottolineato che “il virus farà il suo corso e l’economia USA riprenderà un livello normale di attività”: nel frattempo la Fed continuerà a usare tutti i suoi strumenti per supportare il flusso di credito al settore privato e sostenere la domanda in modo da generare la ripresa più vigorosa possibile, riconoscendo che è probabile un rallentamento dell’inflazione, al di sotto dei livelli recenti.
Powell ha anche ribadito che il ruolo principale per contrastare lo shock è quello delle autorità fiscali e ha affermato che la Fed non ha l’autorità legale per acquistare titoli privati, né sta chiedendo l’autorizzazione per averla.
– Venerdì 13 marzo, in una conferenza stampa il Presidente Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per l’epidemia di Covid-19. In questo modo verrebbero liberati immediatamente 50 mld di dollari di fondi da utilizzare per affrontare l’epidemia, con trasferimenti al Department of Health and Human Services e supporto a enti statali e locali. Trump ha indicato che verrà aumentata la disponibilità di test anche attraverso la collaborazione con aziende del settore privato. Trump ha attribuito alle precedenti amministrazioni la mancanza di preparazione per emergenze di sanità pubblica, affermando di “non assumersi affatto la responsabilità” della situazione attuale, e negando di essere a conoscenza del fatto che nel 2018, durante il suo mandato, era stata abolita una sezione del National Security Council dedicata alla predisposizione operativa in caso di pandemie.
Nella conferenza stampa, Trump ha anche annunciato che verranno sospesi i pagamenti delle rate sui prestiti federali agli studenti e che verranno implementati acquisti di petrolio per aumentare le riserve strategiche nazionali.
 – La Camera ha approvato un disegno di legge per l’emergenza Covid-19, con 363 voti a favore e 40 contrari. Il pacchetto, definito dalla leadership democratica della Camera in collaborazione con il segretario del Tesoro Mnuchin, ha ricevuto il sostegno del presidente che ha invitato i repubblicani a unirsi ai democratici e a votare a favore delle misure. Il Senato dovrebbe discutere il disegno di legge in aula la prossima settimana e, dopo un voto, inviarlo alla firma del presidente.
Per ora non è disponibile una stima dei costi dell’intervento, e per questo 40 repubblicani non hanno voluto approvarlo alla Camera. Le misure del pacchetto includono 14 giorni di malattia pagati (con la possibile esclusione delle imprese con meno di 50 dipendenti), fino a tre mesi di congedo pagato per malattia del lavoratore o necessità di assistenza a familiari (inclusa la cura dei figli in caso di chiusura delle scuole), un aumento dei fondi stanziati per i programmi statali di Medicaid, estensione dei sussidi di disoccupazione per i lavoratori i congedo, sostegno ai programmi di assistenza alimentare, sussidi a donne incinte e madri nelle fasce basse di reddito, finanziamento del test per il coronavirus per gli individui non assicurati. Il presidente del Senato McConnell ha indirettamente dato il proprio sostegno al pacchetto affermando che occorre “agire velocemente” di fronte all’emergenza.
– Il prossimo passo, come ha detto Pelosi, dopo il passaggio delle misure approvate alla Camera, sarà un terzo pacchetto di interventi, con misure di stimolo alla crescita. Il primo pacchetto era mirato a finanziare ricerca e terapie, il secondo a dare continuità al reddito delle famiglie a fronte di una probabile diffusione dei contagi in un contesto di scarsa protezione dei lavoratori in malattia. Il terzo intervento potrebbe includere riduzioni di imposte, sostegno ai bilanci statali, trasferimenti alle famiglie.
È probabile che Tesoro e Congresso rispolverino gli interventi attuati durante la grande recessione, adeguandoli alla situazione corrente, nel tentativo di rendere gli interventi più mirati a sostenere i settori e le famiglie più colpiti da uno shock probabilmente temporaneo e particolarmente concentrato in alcuni comparti dell’economia.
Durante la grande recessione, i primi interventi, attuati con l’Economic Stimulus Act del 2008, prevedevano misure per famiglie e imprese. L’intervento a favore delle famiglie consisteva in un credito di imposta equivalente, per la maggior parte dei contribuenti, a 600 USD, che ha portato a una riduzione delle imposte federali di circa il 5% (circa 120 mld di dollari), con un calo dell’aliquota effettiva di circa un punto a 18,6% da 19,6%.
Per le imprese gli interventi erano molto più contenuti e riguardavano misure di ammortamento accelerato. La profondità della crisi aveva poi determinato un altro intervento di stimolo, con l’American Recovery and Reinvestment Act of 2009, con riduzioni di imposte di circa 230 mld di dollari per le famiglie, in seguito rafforzate da un altro intervento nel 2010 (Tax relief Unemployment Insurance Reauthorization and Job Creation Act of 2010), che estendeva precedenti tagli di imposte e introduceva una riduzione della payroll tax di 2 pp per le famiglie nel 2011 (poi estesa nel 2012).
– Il segretario del Tesoro ha affermato che gli USA faranno “qualsiasi cosa sia necessaria” per dare supporto ai cittadini colpiti dall’emergenza. Il 14 marzo Mnuchin ha annunciato che il Tesoro anticiperà alle imprese i fondi necessari a finanziare i giorni di malattia pagata, inclusi nel disegno di legge approvato dalla Camera, permettendo alle imprese di utilizzare fondi depositati presso l’Internal Revenue Service o anticipando direttamente le somme necessarie.
A breve dovrebbero anche essere chiariti i termini della sospensione temporanea del pagamento delle imposte dovute, fra cui quelle delle persone fisiche entro il 15 aprile. Riadattando le misure attuate durante la grande recessione, è possibile che il credito di imposta dei tempi di Bush-Obama si trasformi in una misura simile a quella attuata recentemente da Hong Kong (non attraverso crediti di imposta ma con un trasferimento diretto sui conti correnti). L’obiettivo delle autorità per contenere gli effetti recessivi dello shock coronavirus dovrebbe essere quello di limitare il più possibile i licenziamenti, tipici degli aggiustamenti ciclici in USA.
Altri interventi potrebbero essere necessari per contenere i rischi di fallimenti a catena nei settori più colpiti (trasporto aereo, turismo) e di difficoltà finanziarie a livello statale.
Una sospensione della payroll tax spinta da Trump è possibile, ma per ora non ha trovato consenso né fra i democratici né fra i repubblicani, per via del suo costo e del fatto che non è uno strumento mirato a sostenere i soggetti colpiti dall’epidemia, tuttavia potrebbe essere utile per ridurre il costo dell’occupazione, se attuata dal lato delle imprese. Una sospensione totale dell’imposta (attualmente pari a 12,4% dei salari, suddivisa in parti uguali fra lavoratori e imprese) fino a fine anno ridurrebbe le entrate di circa 840 mld di dollari (4% del PIL), ma non darebbe sostegno a individui diventati disoccupati in seguito a riduzione/interruzione di attività del loro datore di lavoro. Secondo le stime del Committee for a Responsible Federal Budget (CRFB), ogni punto di riduzione dell’imposta libererebbe fra 55 e 75 mld di dollari. Nei prossimi giorni è probabile un’accelerazione dell’analisi di nuove misure, dopo l’approvazione del pacchetto votato a fine settimana dalla Camera e la diffusione delle stime dell’entità degli interventi inclusi nel nuovo disegno di legge.

GIAPPONE – Anche la BoJ è intervenuta anticipando la riunione del 19-20 al 16 marzo. La banca centrale riconoscendo l’entità dello shock causato da Covid-19, lascia tassi e acquisti di JGB invariati, ma aumenta gli acquisti di ETF sull’azionario da 3 tln annui a 12 tln, porta l’obiettivo per il livello di corporate bond e di carta commerciale detenuti nel proprio bilancio a 4,2 tln (da 3,2 tln) e a 3,2 tln da (2,2 tln), rispettivamente. La BoJ riporta anche l’intervento congiunto con le altre banche centrali (Fed, BCE, BoE, BoC, SNB) per aumentare l’offerta di liquidità in dollari.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo due settimane di ampie correzioni il dollaro ha chiuso la settimana passata con un significativo rialzo più che recuperando il calo di quella precedente.
Oggi apre di nuovo in calo dopo che la Fed è intervenuta ieri (domenica) con una riunione straordinaria, che sostituisce il FOMC che si sarebbe dovuto tenere questo mercoledì (18 marzo).
Il nuovo intervento della Fed è stato particolarmente massiccio, articolato su tutti i fronti: azzeramento immediato dei tassi a 0-0,25%, acquisti di titoli per almeno 700 miliardi di dollari, un insieme di misure per aumentare il credito a favore di famiglie e imprese, e linee di swap in dollari in coordinamento con altre banche centrali per favorire l’offerta internazionale di liquidità in dollari.
La Fed ha spiegato che i nuovi interventi si sono resi necessari alla luce delle ricadute economiche negative che il Covid-19 sta producendo a livello internazionale e negli USA, aggiungendo che continuerà a monitorare la situazione restando pronta ad agire ancora con tutti i mezzi a propria disposizione se necessario.
La reazione del dollaro è stata “relativamente contenuta” rispetto alla portata dell’azione – decisamente straordinaria – della Fed, mostrando un calo che – per ora – si è limitato a cancellare “solo” la salita di venerdì. I rischi restano verso il basso per il biglietto verde, ma un eventuale nuovo indebolimento dovrebbe essere tendenzialmente contenuto entro i minimi recenti o comunque essere transitorio principalmente per tre ragioni:
(1) il mercato già scontava un sostanziale azzeramento dei tassi Fed;
(2) il lungo speculativo dollaro si è già ridimensionato drasticamente fin quasi ad azzerarsi;
(3) anche altrove, sia che i tassi siano già a zero sia che siano più elevati, la tendenza di breve della politica monetaria è verso l’ulteriore allentamento.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in ampio calo scendendo da un massimo di 1,1492 a minimi in area 1,10 EUR/USD e oggi ha aperto con un rimbalzo “relativamente controllato”, da 1,10 a 1,12 EUR/USD, dopo l’intervento straordinario della Fed.
In linea con quanto detto sul dollaro poco sopra, l’eventuale ulteriore upside della moneta unica dovrebbe restare contenuto entro i massimi di lunedì scorso tra 1,1450 e 1,1500 EUR/USD.
In programma oggi la riunione dell’Eurogruppo che potrebbe annunciare un intervento fiscale coordinato tra i principali Paesi in risposta allo shock da Covid-19, ipotesi che potrebbe offrire ulteriore sostegno all’euro, almeno temporaneamente.
Sul fronte dati attese negative invece per lo ZEW tedesco di domani.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata con una correzione molto ampia contro dollaro da 1,31 a 1,22 GBP/USD che si è trasmessa anche al cambio contro euro da 0,86 a 0,90 EUR/GBP, andando a rivedere in entrambi i casi minimi abbandonati cinque-sei mesi fa, prima che venisse raggiunto l’accordo con l’UE su Brexit lo scorso ottobre.
Va detto che ad esacerbare la correzione della sterlina ha contribuito in misura significativa il generalizzato recupero del dollaro, ma il movimento dimostra che la valuta britannica aveva una vulnerabilità latente, dovuta in primis alla più volte menzionata incertezza circa i negoziati con l’UE cui si è aggiunto di recente lo shock da Covid-19 che ha portato la BoE a tagliare i tassi con un intervento d’emergenza.
Oggi, dopo l’intervento della Fed, la sterlina è risalita – ma solo temporaneamente – contro dollaro da 1,22 a 1,24 GBP/USD ampliando invece la correzione contro euro da 0,89 a 0,91 EUR/GBP.
Alla luce dell’incertezza sul fronte Covid-19 la valuta britannica rischia di restare ancora sotto pressione.
La riunione ordinaria della BoE è fissata per la settimana prossima, giovedì 26 marzo, ma dopo l’intervento straordinario della Fed non è escluso che anche la BoE si muova nuovamente in anticipo.
Sul fronte dati escono quelli sul mercato del lavoro attesi nel complesso positivi. Da monitorare l’eventuale flusso di notizie sul fronte dei negoziati con l’UE.

JPY – Anche lo yen ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 101 a 108 USD/JPY sia contro euro da 116 a 120 EUR/JPY e ha aperto oggi in recupero “relativamente contenuto” contro dollaro da 107 a 105 USD/JPY e contro euro da 119 a 118 EUR/JPY dopo l’intervento della Fed.
Questa notte è intervenuta anche la BoJ anticipando la riunione ordinaria prevista per questo giovedì (19 marzo), lasciando i tassi invariati e mantenendo il QQE e l’YCC, ma adottando nuove misure per incrementare la liquidità e favorire l’offerta di credito alle imprese alla luce delle ricadute economiche negative del Covid-19.
Anche la BoJ continuerà a monitorare gli sviluppi sul fronte coronavirus confermandosi pronta a intervenire ulteriormente se necessario. Alla luce dell’azione di policy sostanzialmente simultanea di Fed e BoJ lo yen dovrebbe ora restare tendenzialmente in range.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La stima finale dei prezzi al consumo di febbraio dovrebbe confermare la lettura preliminare ovvero un calo di un decimo allo 0,4% a/a in base all’indice NIC e allo 0,3% a/a in termini armonizzati UE. Nel mese, i prezzi dovrebbero essere rimasti stabili sull’indice domestico mentre sono visti in calo di quattro decimi sull’armonizzato. L’inflazione di fondo dovrebbe essere confermata invariata allo 0,8% a/a. Nei prossimi mesi, la tendenza al ribasso del CPI si accentuerà sulla scia del calo della domanda indotto dall’emergenza sanitaria.

AREA EURO – L’indice ZEW, prima indagine relativa al mese di marzo, dovrebbe subire un forte contraccolpo dalle tensioni finanziarie in corso.
L’Eurogruppo potrebbe annunciare un intervento fiscale coordinato tra i principali Paesi in risposta all’emergenza sanitaria.
La stima finale dell’inflazione di febbraio dovrebbe confermare il rallentamento a 1,2% da 1,4%; la tendenza al ribasso dovrebbe accentuarsi nei prossimi mesi.

STATI UNITI
 – L’indice Empire della NY Fed a marzo dovrebbe correggere a 8 da 12,9 di febbraio. Le aspettative a febbraio avevano registrato un modesto calo e puntano a ulteriore moderazione per gli indici coincidenti, in parte causata dall’interruzione delle catene produttive generate dal blocco dell’attività in Cina, anche se non dovrebbero esserci ancora effetti diretti dell’epidemia sull’attività domestica americana.
– La settimana ha diversi dati di rilievo: le prime indagini del manifatturiero di marzo dovrebbero segnare modeste correzioni ed essere in linea con attività poco più che stagnante. I dati di attività del settore immobiliare residenziale a febbraio dovrebbero mantenersi su livelli elevati, ma iniziare a segnalare che il picco potrebbe essere alle spalle. La produzione industriale a febbraio è prevista in moderata ripresa, con un dato modestamente positivo anche per il manifatturiero, nonostante il blocco produttivo di Boeing.