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16 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda lettura dei dati sui prezzi al consumo di giugno ha confermato la stima preliminare, con un’inflazione pari a -0,2% a/a (invariata rispetto al mese precedente) sull’indice NIC e a -0,4% a/a (da -0,3% a maggio) sull’indice armonizzato Ue.
Come nella prima lettura, i listini sono aumentati di un decimo sull’indice domestico e sono rimasti invariati sulla base dell’IPCA.
Nel mese (sul NIC) si è avuta una correzione dei prezzi dei prodotti alimentari (-0,4% m/m) e dei servizi ricettivi e di ristorazione (-0,8% m/m), e i listini hanno continuato a diminuire nelle comunicazioni (-0,8% m/m). Dal lato opposto, si è registrato un significativo rimbalzo dei prezzi dei trasporti a +1,2% (da -1,6% m/m precedente), trainato dai carburanti. L’inflazione di fondo è stata confermata a 0,7% (da 0,8% di maggio).
L’inflazione sui beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto “carrello della spesa”) è rallentata a 2,1% più che nella stima flash (da 2,4% a/a di maggio).
In prospettiva, vediamo un’inflazione poco variata nel resto dell’anno.
L’impatto dello shock COVID-19 sul CPI è ritardato: l’inflazione dovrebbe rimanere negativa per diversi mesi dopo che è stato superato il punto di minimo del ciclo (che è stato toccato nel mese di aprile).

STATI UNITI
– Il Beige Book, preparato per la riunione del FOMC di fine mese, riporta aumento dell’attività in quasi tutti i distretti, con livelli ancora molto lontani da quelli pre-pandemia.
I consumi sono in rialzo in tutte le regioni e in tutti i settori, con una ripresa della spesa non essenziale, in particolare nei settori auto, alimentari e arredamento e ristrutturazione. Nei settori tempo libero e ospitalità si registra una ripresa, ma su livelli ancora molto compressi.
Nell’industria si riporta crescita, ma livelli molto lontani da quelli pre-crisi (manifatturiero, costruzioni, trasporti).
La domanda di prestiti è circa invariata, a parte attività per il Paycheck protection Program e per l’apertura di nuovi mutui. Il tema di fondo fra le imprese è l’incertezza sull’evoluzione della pandemia e sull’entità dei suoi effetti.
Per il mercato del lavoro, si registra un aumento netto di occupazione in tutti i distretti, ma si sottolinea la difficoltà a riportare i dipendenti in attività per via delle preoccupazioni per i contagi, per la mancanza di assistenza per i figli e per la generosità dei sussidi di disoccupazione.
Le imprese riportano che, con la fine dei trasferimenti del Paycheck Protection Program sarà la domanda a determinare se i dipendenti verranno licenziati in modo definitivo.
Nel complesso, il quadro ripotato dal Beige Book è in linea con quello visto con i dati: ripresa diffusa, livelli di attività molto inferiori a quelli pre-crisi, enorme incertezza e dipendenza del mercato del lavoro dalla domanda (e quindi da ulteriore stimolo fiscale).
– La produzione industriale a giugno aumenta di 5,4% m/m (-10,8% a/a), dopo 1,4% m/m di maggio.
Nel manifatturiero, l’output è in rialzo di 7,2% m/m (-11,2% a/a), e in calo di -47% t/t ann. L’ampio incremento registrato nel settore auto a maggio (+77% m/m) e a giugno (+91,5% m/m) colma solo in parte la perdita di produzione nel comparto vista a marzo (-28,8% m/m) e ad aprile (-68,6% m/m): il livello dell’output rimane di quasi 25% inferiore a quello di febbraio.
L’estrattivo segna un altro calo (-2,9% m/m, -16,9% a/a), pari a -42,7% t/t ann., mentre le utility registrano una variazione di 4,2% m/m (0,6% a/a).
I dati riportano anche revisioni delle stime della capacità produttiva che per il 2020 dovrebbe essere invariata, contro stime precedenti di incremento di 1,3%, con revisioni verso il basso sia per il manifatturiero (a -0,2%, in calo di -1 pp rispetto alla stima precedente)sia per l’estrattivo (a -2,1% da -2,9%).
La ripresa della produzione nel manifatturiero è incoraggiante, ma rimane soggetta a rischi collegati a problemi sia dal lato dell’offerta (inceppamento della catena produttiva) e della domanda (debolezza sia domestica sia estera). Invece, per quanto riguarda l’estrattivo, è improbabile che l’output possa ritornare sui livelli pre-crisi.
– L’indice Empire della NY Fed a luglio (dati raccolti fra il 2 e il 9 luglio) aumenta a 17,2, primo dato positivo da febbraio.
L’indagine registra rialzi in territorio espansivo per i nuovi ordini (a 13,9 da -0,6) e le consegne (a 18,5 da 3,3), mentre per l’occupazione si osserva un modesto aumento a 0,4 da -3,5, con la settimana lavorativa ancora in contrazione (a -2,6 da -12).
Sul fronte dei prezzi, i prezzi pagati correggono modestamente (a 14,9 da 16,9), mentre i prezzi ricevuti tornano negativi (a -4,5 da -0,6) con indicazioni di debolezza per i margini di profitto delle imprese.
Le aspettative a 6 mesi restano molto positive, anche se correggono a 38,4 dal livello record di 56,5 visto a giugno. Anche gli altri indicatori a 6 mesi hanno una dinamica simile, in territorio espansivo, ma con correzioni dai livelli di giugno.
I dati sono in linea con l’aspettativa di espansione nei prossimi mesi anche se, come evidente dalle informazioni della produzione industriale di giugno, i livelli di attività restano ancora lontani da quelli precedenti la pandemia.

CINA – Nel complesso i dati hanno evidenziato una ripresa dell’attività economica a V e superiore alle nostre attese nel 2° trimestre, supportata dagli investimenti.
I consumi privati, seppur in aumento rispetto al primo trimestre, hanno invece continuato a rimanere fiacchi. I dati mensili confermano un ulteriore miglioramento a giugno rispetto ai mesi precedenti. Ci aspettiamo che comunque la debolezza del mercato del lavoro continui a limitare la ripresa dei consumi privati e che il traino degli investimenti in infrastrutture si ridimensioni nella seconda parte dell’anno rallentando la velocità della ripresa.
Il ritmo di crescita del PIL è tornato in territorio positivo a 3,2% a/a nel 2° trimestre, dopo una diminuzione del 6,8% a/a nel 1° trimestre (più del consenso Bloomberg che si aspettava un aumento del 2,4%, e delle nostre previsioni di un marginale calo dello 0,2% a/a), grazie ad un rimbalzo dell’11,5% t/t destagionalizzato (consenso Bloomberg a 9,6% t/t) seguito al crollo del 10% nel 1° trimestre.
A livello settoriale il rimbalzo è stato maggiore per l’agricoltura (+3,3% a/a) e per l’industria (+4,7% a/a) rispetto ai servizi (+1.9% a/a).
Maggiori dettagli sui settori saranno pubblicati nei prossimi giorni. Dopo il crollo del 1° trimestre il reddito pro-capite nominale è salito del 4,5% a/a nel 2° trimestre, con un aumento più elevato per le famiglie rurali che ha permesso ai consumi pro capite nelle zone rurali di salire del 3,2% a/a, mentre il consumo pro-capite delle famiglie urbane è rimasto in calo per il secondo trimestre consecutivo in linea con il calo tendenziale del reddito.
Nel complesso i consumi pro-capite delle famiglie hanno registrato una contrazione del 3,3% a/a nel secondo trimestre, minore rispetto a quella dell’8,2% a/a del 1° trimestre.
I segnali di miglioramento del mercato del lavoro dati dalla diminuzione del tasso di disoccupazione urbano a 5,7% in giugno (da 5,9% di maggio) sono contrastati dai dati sui nuovi occupati che restano in calo tendenziale rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
– Le vendite al dettaglio sono rimaste in calo a giugno dell’1,8% a/a in termini nominali (consenso Bloomberg +0,5% a/a) e del 2,9% a/a in termini reali con un ritmo di contrazione progressivamente inferiore rispetto agli scorsi mesi ed un aumento delle variazioni m/m più marcato in giugno (1,3% m/m vs 0,9% m/m nei mesi precedenti).
In termini nominali il settore della ristorazione ha registrato ancora un calo significativo (-15,2% a/a) e le vendite di automobili sono tornate a scendere (-8,2%) mentre sono accelerate le vendite di alimentari, cosmetici ed elettrodomestici.
In termini reali l’accelerazione delle vendite di veicoli commerciali (+63,1% a/a in giugno) che prosegue con tassi a due cifre da aprile, insieme a un miglioramento più contenuto delle vendite di automobili (+2,1% a/a in giugno), ha sostenuto la ripresa delle vendite di autoveicoli (+11,8% a/a in giugno).
– Gli investimenti fissi nominali sono rimasti in calo del 3,1% a/a nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno ma hanno registrato un recupero rispetto ai mesi precedenti con aumento tendenziale stimato dell’1% a/a in giugno, grazie alla ripresa degli investimenti delle imprese statali (+2,1% cum. a/a) mentre gli investimenti delle imprese private sono rimasti in contrazione (-7,3% cum. a/a).
A livello settoriale il miglioramento degli investimenti è stato guidato dall’accelerazione degli investimenti nel settore immobiliare e delle infrastrutture.
– Il ritmo di crescita della produzione industriale è salito a 4,8% a/a in giugno da 4,4% a/a di maggio, in linea con il miglioramento degli ordini interni, con un’accelerazione della produzione delle imprese statali che ha compensato un rallentamento della produzione delle imprese private. La produzione del settore dei servizi è altresì salita del 2,3% a/a in giugno dopo un aumento dell’1% a/a in maggio.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La Banca Centrale Europea tiene la sua riunione periodica di politica monetaria, seguita dalla usuale conferenza stampa della presidente Lagarde.
Non c’è alcuna attesa per nuove misure di politica monetaria, né sui tassi, né sui programmi di acquisto, né sulle misure di rifinanziamento.
Data la crescita esponenziale delle riserve in eccesso, c’è la possibilità di un adattamento del sistema di remunerazione della riserva, con un aumento del multiplo della riserva obbligatoria esentato dal tasso negativo da 6x forse a 8x.
Il miglioramento dei dati economici a partire da maggio ha spostato l’attenzione dalla profondità della recessione alla qualità e intensità della ripresa.
Lo sforzo fiscale ha assunto dimensioni corpose a livello nazionale, e il Consiglio Europeo si appresta a discutere di un ampio piano di sostegno alla ripresa.
Le misure BCE di stress finanziario sono migliorate ulteriormente nelle ultime settimane, e gli spread sovrani e corporate hanno consolidato la flessione già avviata rispetto ai picchi toccati durante la prima fase della crisi pandemica.
L’aumento già deciso del limite al PEPP garantisce alla BCE spazio di manovra, evitando la necessità di discuterne ancora prima di settembre o dicembre.
Infine, l’ultima asta TLTRO III ha visto una robusta domanda da parte del sistema bancario, con l’assegnazione di 1308,4 miliardi.
Queste condizioni suggeriscono che il consiglio direttivo sia ora entrato in una fase di attesa degli sviluppi sul fronte macroeconomico che arriverà almeno fino alla riunione del 10 settembre. Tra settembre e ottobre, in coincidenza o dopo l’aggiornamento delle stime macroeconomiche, si porrà il problema di decidere se estendere o no l’incremento temporaneo dell’APP (probabilmente no, dato che a tale scopo è stato introdotto il PEPP).

STATI UNITI
Contagi 3.407.767, nuovi contagi 67.400, decessi 137.402, guarigioni 1.075.882 (Fonte: JHU).
I nuovi contagi sono in aumento negli ultimi 14 giorni in 43 stati. I decessi sono in rialzo in 23 stati rispetto a due settimane fa.
La crescita dei nuovi casi resta particolarmente elevata negli stati meridionali e sud-occidentali, con picchi in Florida, Texas, California, Alabama, Louisiana.
Due grandi catene di supermercati hanno annunciato che i clienti dovranno indossare le mascherine all’interno dei loro locali.
– Un sondaggio WSJ/NBC sull’esito elettorale riporta un crescente vantaggio per Biden (51%) rispetto a Trump (40%). Il mese scorso il vantaggio di Biden era di 7 punti, contro gli 11 attuali. Gli intervistati continuano a valutare positivamente la gestione dell’economia da parte di Trump (54%), mentre sono sempre più critici del suo operato durante la pandemia.
Disaggregando per categorie, Trump mantiene un vantaggio fra i bianchi, e fra gli uomini, a fronte di un netto deficit rispetto a Biden fra le donne (più di 20 punti).
Il vantaggio di Biden è particolarmente marcato per i neri e gli ispanici, oltre che per i giovani. Si registra un marginale sorpasso di Biden anche nella categoria di età oltre i 65 anni.
Una quota crescente di intervistati indicano di voler votare per il candidato che privilegia il controllo dell’epidemia rispetto alla riapertura dell’attività. In generale, l’indagine riporta un ampio pessimismo, con il 72% di intervistati che ritiene che il paese sia sulla strada sbagliata.
Trump ieri ha annunciato la sostituzione del manager della sua campagna elettorale, rimuovendo Parscale dalla direzione della campagna e affidandogli un ruolo più limitato.
Harker (Philadelphia Fed) ha detto che lo stato dell’economia USA dipende ora dal contenimento e dal controllo del virus. L’andamento della pandemia determinerà quello della ripresa.
Con la crescita di nuovi casi in molte aree del paese, secondo Harker le previsioni sono “fluide” e soggette a costanti revisioni: questa sarà una “ripresa agitata”.
Harker ritiene che per ora non ci siano nuovi interventi da attuare da parte della Fed, mentre c’è spazio per ulteriori misure di politica fiscale, fra cui il rinnovo dell’espansione dei sussidi di disoccupazione in scadenza a fine luglio.
Riguardo alla politica monetaria, Harker ha detto che la Fed dovrebbe proseguire con tassi a zero e programmi di acquisto titoli fino a quando l’inflazione non sarà almeno un po’ sopra l’obiettivo del 2%. Harker ritiene che ora lo strumento più efficace è probabilmente la forward guidance, definita in modo da segnalare la volontà di portare l’inflazione al di sopra dell’obiettivo e che la Fed non agirà in modo prematuro.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ulteriormente ieri rivedendo i minimi di giugno. È tornata infatti a ridimensionarsi l’avversione al rischio, complice il sentiment positivo generato dai risultati favorevoli di un possibile vaccino contro il coronavirus.
Tuttavia ha recuperato questa notte, sul peggioramento del sentiment di mercato per i deludenti dati cinesi sulle vendite al dettaglio che hanno mostrato un’altra contrazione in giugno, e per rinnovate tensioni USA-Cina.
Anche l’aumento dei contagi negli USA rimane un’evoluzione sfavorevole da monitorare con attenzione. Se come conseguenza si avesse una significativa risalita dell’avversione al rischio il dollaro ne beneficerebbe visibilmente.

EURSimmetricamente, l’euro ha continuato a salire ieri toccando un massimo a 1,1451 EUR/USD, in corrispondenza del limite di normale ritracciamento che, se non sfondato, ammette ancora, tecnicamente, una correzione.
La moneta unica ha tratto beneficio non solo dalla debolezza del dollaro ma anche da aspettative – come già detto tutte da verificare – che al vertice del Consiglio Europeo che si apre domani si raggiunga un compromesso sul “recovery fund”. Se tali aspettative dovessero essere disattese il cambio correggerebbe. Oggi apre già in calo sul generalizzato recupero di questa notte del dollaro.
Oggi ci sarà la riunione BCE, dalla quale non si attendono nuovi interventi rilevanti di policy
, trattandosi di una fase interlocutoria in cui l’incertezza sull’evoluzione dello scenario è ancora molto elevata.
La recente ripresa post-lockdown è infatti da interpretarsi positivamente ma non consente di trarre conclusioni sulle prospettive dell’area al di là del breve termine. La reazione dell’euro all’esito della riunione BCE dovrebbe pertanto essere modesta.

GBP – Anche la sterlina è risalita ieri contro dollaro da 1,25 a 1,26 GBP/USD, restando più stabile contro euro in area 0,90 EUR/GBP. I movimenti riflettono tuttavia soprattutto il generalizzato indebolimento del dollaro e restano privi di indicazioni direzionali, che nel breve potrebbero arrivare piuttosto a fronte di sviluppi rilevanti nei negoziati in corso con l’UE.
Oggi infatti la sterlina apre di nuovo al ribasso sul generalizzato recupero di questa notte del dollaro.

JPYLo yen si è rafforzato ieri contro dollaro da 107 a 106 USD/JPY, ma il movimento riflette semplicemente il generalizzato indebolimento del biglietto verde. Analoga la dinamica contro euro da 122 a 121 EUR/JPY. Nell’incertezza sull’evoluzione della pandemia la valuta nipponica dovrebbe mantenersi in range.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – La stima finale di giugno dovrebbe confermare che i prezzi al consumo sono calati di un decimo su entrambe le misure (armonizzata e nazionale); l’inflazione dovrebbe perciò essere confermata in calo di tre decimi a 0,1% su entrambi gli indici. Nei mesi estivi si dovrebbe registrare una ri-accelerazione dell’indice, sulla spinta della ripresa dei consumi.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a giugno sono attese in aumento di 4,6% m/m, dopo +17,7% m/m di maggio, sulla scia di aumenti nel segmento auto (sia dei volumi sia dei prezzi) e nel prezzo della benzina.
Al netto delle auto le vendite sono attese in rialzo di 4,3% m/m, con variazioni sostenute per i materiali da costruzione, per gli alimentari consumati a casa e per gli altri beni discrezionali che avevano subito la frenata più consistente a marzo e ad aprile.
Il sentiero di rialzo della spesa delle famiglie dovrebbe proseguire nel 3° trimestre, con variazioni mensili solide sulla scia del tasso di risparmio elevato e della dinamica forte del reddito disponibile, spinto dai sussidi di disoccupazione.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa l’11 luglio sono attese a 1,29 mln, da 1,314 mln della settimana precedente. I sussidi esistenti nella settimana conclusa il 4 luglio dovrebbero proseguire sul modesto sentiero di contrazione, scendendo a 17,8 mln da 18,1 mln di fine giugno.
Sarà importante monitorare i sussidi erogati con i programmi di emergenza per la pandemia, che nella settimana conclusa l’11 luglio sono ancora aumentati, con un totale superiore a 14 mln.
– L’indice della Philadelphia Fed a luglio dovrebbe ritracciare a 22, da 27,5 di giugno, mantenendo indicazioni di espansione dell’attività.
Anche l’indice di attività a 6 mesi dovrebbe correggere dai livelli record da 30 anni toccati a giugno (66,3), ma essere sempre in territorio ampiamente espansivo. L’indagine a giugno era stata diffusamente positiva, con incrementi di tutte le componenti, soprattutto consegne e ordini, che indicavano espansione.
Per gli occupati a giugno il sotto-indice era ancora marginalmente negativo (a -4,3) e luglio dovrebbe vedere un ulteriore avvicinamento alla soglia dello zero, come registrato anche dall’indagine Empire. L’indagine dovrebbe confermare il quadro che emerge dai dati, di ripresa dell’attività, se pure su livelli ancora molto inferiori a quelli pre-pandemia.