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16 Giugno 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda stima dell’inflazione di maggio ha visto una revisione al ribasso di un decimo di entrambi gli indici, a -0,2% (sia sull’anno che nel mese) sul NIC e a -0,3% (m/m e a/a) in base all’indice armonizzato UE.
Nel mese, le pressioni al rialzo su alimentarie bevande alcoliche/tabacco sono meno forti un decimo rispetto alla prima stima (a 0,6% e 0,3%, rispettivamente); confermati invece gli aumenti su servizi ricettivi e di ristorazione (0,3%) e mobili (0,1%).
Il maggior contributo al calo dei prezzi si conferma dai trasporti (-1,6%); molto più marcati che nella prima lettura i ribassi sulle comunicazioni (-1,3% da -0,5% della stima flash); più accentuata la diminuzione dei listini anche nelle spese per il tempo libero (-0,5% da -0,3% dei dati provvisori); confermati i ribassi di -0,4% nelle spese per l’abitazione.
Anche l’inflazione di fondo è stata rivista al ribasso di un decimo, risultando ora stabile a +0,8% a/a; quella sul “carrello della spesa” è stata rivista al ribasso di due decimi, a +2,4%, da +2,5% di aprile.
In prospettiva, riteniamo che l’inflazione possa rimanere in territorio lievemente negativo verosimilmente per il resto dell’anno.

AREA EURO – In aprile, le esportazioni sono risultate in calo del 29,3% a/a, mentre le importazioni sono scese di -24,8% a/a. L’avanzo commerciale si è ridotto di 12,6 miliardi rispetto a un anno fa, a 2,9 miliardi, compensando in parte il miglior andamento registrato fino a marzo.
La contrazione del commercio interno all’area dell’euro è stata ancora più marcata: -32,2% a/a.
Il mese di aprile dovrebbe aver segnato il minimo per le variazioni tendenziali.
La flessione più marcata dell’export si è verificata con il Regno Unito (-19,1%, pari a ben 21,5 miliardi sul flusso dei primi 4 mesi, che spiegano circa un terzo del calo complessivo).

GERMANIA – Il dato finale dell’inflazione di maggio ha confermato il rallentamento registrato nella stima preliminare, a 0,6% a/a (-0,1% m/m) da 0,9% a/a sull’indice nazionale e a 0,5% a/a (zero sul mese) da 0,8% a/a su quello armonizzato.
Il calo è guidato principalmente dai prezzi dell’energia (-8,5%); in maggio, invece, sono aumentati del +4,5% a/a i listini alimentari. Nei prossimi mesi ci aspettiamo un’ulteriore discesa dei prezzi, a causa della persistente debolezza della domanda e della riduzione temporanea dell’IVA (dal 19% al 16% e dal 7% al 5%, tra il 1° luglio e il 31 dicembre).
Il taglio delle aliquote IVA sarà solo in parte scaricato sui prezzi finali, ma avrà un impatto comunque rilevante (a nostro avviso potrebbe portare ad una diminuzione dell’inflazione di circa mezzo punto percentuale).

STATI UNITI – L’indice Empire della NY Fed a giugno segnala attività stabile, salendo da -48,5 a -0,2, con il 36% delle imprese che riporta miglioramento e 36% che indica peggioramento. Un rialzo analogo a quello delle condizioni generali si riscontra per gli ordini (a -0,6 da-42,4) e le consegne (a 3,3 da -39).
Gli occupati sono in calo più contenuto, da -6,1 a -3,5, ma avevano già registrato un ampio rimbalzo a maggio dai minimi di aprile; anche la settimana lavorativa media aumenta da -21,6 a -12.
Gli indici di prezzo sono in modesta ripresa, con i prezzi ricevuti da -7,4 a -0,6 e prezzi pagati da 4,1 a 16,9. Gli indicatori a 6 mesi proseguono sul sentiero verso l’alto visto da aprile, toccando massimi da più di 10 anni: condizioni generali da 29,1 a 56,5, nuovi ordini da 35 a 52,9, consegne da 35 a 53,1, occupati da 10,4 a 19, spese in conto capitale da -8,1 a 3,1, prezzi ricevuti da 2 a 7,5.
L’indagine è indicativa di svolta duratura attesa dalle imprese e di prosecuzione della ripresa dell’attività nei prossimi trimestri, tuttavia non è un segnale di recupero dei livelli di attività, essendo basata su indici di diffusione.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il governo ha approvato un nuovo decreto che consente alle imprese che abbiano già utilizzato le 14 settimane di cassa-integrazione consentite entro il 31 agosto, di fruire di ulteriori quattro settimane anche per periodi decorrenti prima del 1° settembre 2020 (resta ferma per ora la durata massima di 18 settimane).
Il decreto prevede anche l’estensione dei termini per l’emersione di rapporti di lavoro irregolari, e per la presentazione delle domande per il reddito di emergenza.
Secondo fonti di stampa, il governo potrebbe chiedere al parlamento un nuovo aumento del ricorso all’indebitamento, di almeno 10 miliardi, che potrebbero arrivare fino a 60 nel biennio 2020-21 nel caso in cui si decidesse il pieno utilizzo delle risorse derivanti dai meccanismi europei SURE e MES.
I fondi, oltre che per gli ammortizzatori sociali, sarebbero necessari per il rifinanziamento del fondo di garanzia PMI, per maggiori trasferimenti agli enti locali, e per un aumento delle risorse destinate alla scuola nonché alle imprese dei settori più colpiti dalla crisi (tra gli altri: turismo, automotive, tessile, ceramica).

STATI UNITI – Covid-19 update
 – Contagi 2.114.026, nuovi contagi 19.500, decessi 116.127, guarigioni 576.334 (Fonte: JHU). I nuovi contagi registrati nelle ultime due settimane (fonte: NY Times) sono in aumento in 22 Stati, circa stabili in 10 Stati e in calo in 21 Stati.
 – Powell oggi presenterà il Monetary Policy Report alla commissione bancaria del Senato e probabilmente ripeterà le indicazioni dovish per la politica monetaria emerse con la riunione della scorsa settimana.
Il quadro macroeconomico che il presidente della Fed descriverà oggi dovrebbe essere di ripresa a partire dal 3° trimestre, soggetta a enorme incertezza e a rischi verso il basso nel medio termine, con indicazioni di possibile necessità di ulteriore stimolo fiscale.
Nel Monetary Policy Report si sottolinea che la recessione in corso peserà in modo preponderante sulle classi più basse di reddito, in base alle informazioni disponibili sulla distribuzione delle perdite di posti di lavoro.
– La NY Fed ha annunciato che nel mese fra il 12 giugno e il 13 luglio acquisterà Treasury per circa 80 mld, in linea con le indicazioni emerse dalla riunione del FOMC della scorsa settimana.
La Fed ha annunciato maggiori dettagli riguardo agli acquisti di corporate bond con la Secondary Market Corporate Credit Facility, che ha un potere di intervento pari a 250 mld di dollari, con una garanzia su eventuali perdite pari a 25 mld di dollari versati dal Tesoro.
A regime, la Facility finanzierà acquisti di tre tipi: corporate bond individuali, ETF e corporate bond che seguono un indice ampio (broad market index) del mercato.
A partire dal 12 maggio la Facility aveva iniziato a finanziare acquisti di ETF che investono in corporate bond, a un ritmo di circa 300 mln al giorno (circa 5,5 mld finora).
Gli acquisti diretti sul secondario che inizieranno da oggi riguarderanno la componente che costituirà un portafoglio basato su un indice diversificato del mercato dei corporate bond americani.
Questo portafoglio includerà tutte le obbligazioni del mercato secondario emesse da società che soddisfano il rating minimo richiesto dalla facility stessa e fungerà da complemento agli acquisti di ETF già in corso.
La Fed ricalcolerà il proprio indice di mercato circa una volta al mese in modo da aggiungere e/o eliminare titoli sulla base della soddisfazione dei criteri di ammissibilità. La definizione ampia dell’indice di mercato sulla base del quale verrà costituito il portafoglio di corporate bond ha segnalato un ulteriore aumento di sostegno al credito da parte della Fed.
La Fed ha anche annunciato una proposta di espansione del Main Street Lending Program per offrire credito anche a società non-profit.

GIAPPONE – La riunione della BoJ si è conclusa senza modifiche agli strumenti di politica monetaria (tassi di interesse e acquisti di titoli illimitati), ma con un’espansione del programma di supporto al credito aperto per fare fronte alle conseguenze di Covid-19.
Il programma viene ampliato da 75 tln a 110 tln di yen. Con questo programma, la BoJ può acquistare carta commerciale e corporate bond (fino a 20 tln di yen) e attuare operazioni di finanziamento (fino a 90 tln di yen).
Nel comunicato della riunione, la BoJ mantiene uno scenario di “situazione severa” per via di Covid-19, con una probabile ripresa sostenuta dagli interventi di politica economica e dal materializzarsi della domanda compressa dal lockdown. I rischi restano ampi e verso il basso.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in calo sull’arretramento della risk aversion in parte favorito anche dai dettagli annunciati dalla Fed sulla Secondary Market Corporate Credit Facility (oggi partono gli acquisti diretti di corporate bond sul mercato secondario), dalla proposta di espansione del Main Street Lending Program e dalla notizia, diffusa da Bloomberg, secondo cui l’amministrazione Trump starebbe preparando nuovo stimolo fiscale.
In questa fase la dinamica della risk aversion potrebbe essere piuttosto volatile anche alla luce del novo aumento di contagi degli ultimi giorni. Il dollaro ha quindi ancora potenziale di recupero.
Da seguire oggi l’audizione di Powell, che probabilmente manterrà i toni cauti espressi al FOMC della settimana scorsa.

EURL’euro ha aperto la settimana in risalita da 1,12 a 1,13 EUR/USD di riflesso all’arretramento del dollaro. Se la risk aversion non rientra del tutto e stabilmente il cambio può tornare a scendere nuovamente. Nel brevissimo la volatilità potrebbe rimanere elevata restando il sentiment di mercato il driver principale. I massimi della settimana scorsa in area 1,14 EUR/USD dovrebbero confermarsi buone resistenze.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo contro il dollaro da 1,24 a 1,26 GBP/USD sia per via del generalizzato arretramento del biglietto verde sia per l’esito dell’incontro tra Johnson e i vertici UE, che hanno concordato sulla necessità di accelerare l’iter dei negoziati a luglio in modo da raggiungere un accordo entro la fine dell’anno.
Il governo britannico ha infatti ribadito di non voler chiedere un’estensione del periodo di transizione oltre il 31 dicembre di quest’anno.
Contro euro la sterlina rimane nel range 0,89-0,90 EUR/GBP.
Nel brevissimo la dinamica della valuta britannica sarà influenzata dall’esito della riunione BoE di giovedì ma successivamente il focus tornerà sui negoziati con l’UE.
Sviluppi favorevoli su quest’ultimo fronte fornirebbero un importante sostegno alla sterlina mentre, simmetricamente, un eventuale nuovo stallo la indebolirebbe nuovamente.

JPY – Lo yen apre la settimana sostanzialmente stabile contro dollaro, ma in marginale calo da 106 a 107 USD/JPY per via del rientro della risk aversion; calo più ampio contro euro da 120 a 122 EUR/JPY per via del recupero dell’EUR/USD.
Al termine della riunione di questa notte la BoJ ha lasciato invariati i principali parametri di policy (tassi e acquisti di titoli) ma ha annunciato un’espansione del programma di supporto al credito, ribadendo che l’incertezza resta elevata e i rischi verso il basso e confermandosi pertanto pronta a fornire altro stimolo se necessario. Il contesto di policy e l’evoluzione della risk aversion dovrebbero contribuire a mantenere lo yen in range rispetto al dollaro.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – A giugno, l’indice ZEW sulle aspettative di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca è atteso ancora in recupero a 60, da 51 di maggio; negli ultimi due mesi, l’indice ha sorpreso verso l’alto, segnalando il superamento del punto di minimo del ciclo.
L’indice sulla situazione corrente dovrebbe attestarsi a -84, dopo aver toccato il minimo dal 2003 in maggio (-93,5). Il miglioramento dell’indagine è spiegato, oltre che dalla riapertura delle attività, dall’annuncio del nuovo pacchetto di stimolo fiscale.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a maggio dovrebbero aumentare di 7,2% m/m, dopo -14,5% m/m di aprile, sulla scia della fine del lockdown e della riapertura delle attività in molti stati.
Il rialzo delle vendite dovrebbe essere diffuso a tutti i comparti: nel segmento “benzina”, l’incremento previsto dovrebbe essere guidato sia dai prezzi sia dalle quantità, per via del ritorno agli spostamenti; per le auto, i concessionari hanno registrato un rimbalzo superiore alle attese e dovuto anche all’attività di vendite online; negli altri comparti, i dati delle vendite settimanali hanno segnalato variazioni in miglioramento dai minimi di aprile.
Al netto delle auto, le vendite sono previste in rialzo di 5,5% m/m, dopo -17,2% m/m. A partire da maggio, si accumuleranno segnali positivi di ripresa di tutte le variabili di attività, come si è già visto con i dati di occupazione. Tuttavia, nella valutazione delle nuove informazioni è importante tenere a mente i livelli, non solo le variazioni.
Gli aumenti di molti indicatori non eliminano la realtà di livelli di attività molto inferiori a quelli pre-crisi. Per le vendite al dettaglio, per esempio, con il rialzo di 7,2% m/m previsto per maggio, i livelli restano più del 10% al di sotto di quelli di febbraio.
– La produzione industriale a maggio è attesa in aumento di 2,8% m/m. Il manifatturiero dovrebbe essere la forza trainante del rimbalzo, con una variazione di 6,5% m/m, sulla scia della riapertura degli stabilimenti e sulla base delle informazioni già disponibili riguardo agli occupati a maggio (+225 mila, dopo -1,324 mln di aprile).
L’estrattivo dovrebbe essere in calo ancora sostenuto, data la contrazione delle trivelle in attività a maggio (-46% m/m), pur in presenza di un modesto aumento di occupati rilevati con l’employment report.
La ripresa della produzione dovrebbe proseguire anche a giugno.