Seguci su twitter

Categorie

16 Febbraio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Ieri nell’Eurozona la produzione industriale è calata di -1,1% m/m (-1,7% a/a) a dicembre, chiudendo il 4° trimestre in contrazione di -0,2% t/t.
Il dato di fine 2022 lascia un’eredità statistica negativa sul trimestre in corso, ma lo scenario prospettico appare oggi più favorevole: il recente calo dei prezzi del gas dovrebbe alleviare le pressioni sui settori più energivori, mentre le minori strozzature all’offerta continueranno a offrire supporto agli altri comparti.
Le indagini restano coerenti con un’attività ancora debole, ma iniziano a mostrare segnali di recupero.
– I dati sulla bilancia commerciale di dicembre hanno mostrato che le esportazioni sono calate più delle importazioni (-4,6% m/m contro -2,9%): il disavanzo commerciale destagionalizzato è quindi tornato ad allargarsi a -18,1 miliardi da -14,4 miliardi di novembre.

STATI UNITI
 – Ieri, le vendite al dettaglio di gennaio hanno sorpreso ampiamente verso l’alto, con una variazione di 3% m/m (6,4% a/a), dopo -1,1% m/m di dicembre. corrispondente a un incremento di 2,5% m/m in termini reali.
Le vendite sono in aumento di 2,3% m/m sia per l’aggregato al netto delle auto (auto: 5,9% m/m, dopo -1,8% m/m a dicembre) sia per l’indice al netto della ristorazione (ristorazione: 7,2% m/m, 25,2% a/a).
Le vendite di benzina sono sorprendentemente stagnanti, nonostante il forte aumento di prezzo (2,4% m/m), segnalando un crollo dei volumi solo parzialmente attribuibile al maltempo in California.
Tutte le voci registrano ampi rialzi (in particolare, grandi magazzini, abbigliamento, elettronica, arredamento, salute) che in parte possono essere distorti dalla difficoltà di destagionalizzazione a cavallo d’anno, ma che indicano in media un andamento positivo spesa reale, potenzialmente generata dal calo dell’inflazione e dalla situazione sempre positiva del mercato del lavoro.
Pertanto, i consumi nel 1° trimestre dovrebbero essere in netta riaccelerazione e determinare una significativa revisione verso l’alto della crescita nel 2023, con rischi verso l’alto per i tassi.
– L’indice Empire della NY Fed a febbraio è risalito a -5,8, da -32,9 di gennaio (minimo da maggio 2020), pur restando in territorio marginalmente recessivo.
Gli indicatori correnti migliorano, con valori meno negativi per gli ordini, le consegne e gli ordini inevasi, mentre sono in peggioramento i tempi di consegna, il numero di occupati (ora in area negativa) e la settimana lavorativa.
Le aspettative a 6 mesi sono in modesto miglioramento per ordini e consegne, ma restano stabili o negative per l’occupazione e la spesa in conto capitale.
– La produzione industriale a gennaio è rimasta stabile a gennaio, dopo -0,6% m/m di dicembre e -1% m/m di novembre.
Il dato è solo apparentemente debole, perché l’output è salito di 1% m/m nel manifatturiero e di 2% m/m nell’estrattivo, controbilanciando il crollo di -9,9% m/m nelle utility dovuto al clima particolarmente mite di inizio anno.
Nel manifatturiero, tutti i segmenti sono in espansione solida, con indicazioni di espansione diffusa e segnali di riaccelerazione della crescita.

 

COMMENTI:

BCE – Ieri sera, il discorso della presidente BCE Lagarde al Parlamento Europeo ha ripreso senza significative variazioni le espressioni del comunicato del 2 febbraio, confermando l’intenzione di alzare i tassi ufficiali di altri 50pb in marzo e quindi di voler valutare i passi successivi sulla base dell’evoluzione dello scenario, ma mantenendo i tassi a livelli restrittivi per un po’ di tempo.
Oggi, ben tre membri del comitato esecutivo (Panetta, Lane e De Guindos) potrebbero toccare temi connessi alla politica monetaria.

STATI UNITI – Il CBO ha pubblicato lo scenario di budget per il 2023-33, che prevede un deficit di 1,4 tln nel 2023 (5,4% del PIL), in rialzo fino a 1,9 tln nel 2028.
Negli anni successivi, il deficit dovrebbe continuare ad aumentare fino a toccare 2,9 tln nel 2033, a 7,3% del PIL, circa il doppio rispetto alla media degli ultimi 50 anni (3,6%).
Il debito/PIL è previsto su un trend in costante rialzo da 97% del 2022 a 118% del 2033 nello scenario a legislazione invariata.
Tuttavia, in caso di estensione dei tagli fiscali e di altre misure espansive temporanee, il debito/PIL potrebbe toccare il 130% del PIL secondo stime del Committee for a Responsible Federal Budget.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è apprezzato ieri sui dati (vendite al dettaglio e indice Empire), risultati migliori del previsto, rafforzando le aspettative che la Fed possa trovarsi a dover alzare i tassi più del previsto nel breve.
Oggi apre in leggero arretramento, in parte ritracciamento tecnico in parte dovuto al ridimensionarsi della risk aversion a livello globale.
Dai dati odierni si attendono indicazioni di carattere misto, ma la loro rilevanza è nel complesso inferiore a quella dell’ultimo blocco (employment report, inflazione, vendite al dettaglio), per cui il dollaro dovrebbe comunque riuscire a consolidare nel frattempo o almeno a stabilizzarsi.
Piuttosto il mercato potrà essere più reattivo ai discorsi Fed: se alla luce dei dati più recenti emergerà che la Fed sta alzando la guardia sull’inflazione il dollaro ne trarrà beneficio.

EURL’euro ha corretto ieri di riflesso al generalizzato rafforzamento del dollaro scendendo da 1,0744 a 1,0659 EUR/USD a un soffio dal minimo chiave di lunedì a 1,0654 EUR/USD.
Oggi apre in leggero recupero, di riflesso al ritracciamento del dollaro.
La prospettiva che la BCE alzi comunque i tassi più della Fed nei prossimi mesi (attualmente il mercato si aspetta che alzi complessivamente di 50 pb in più) aiuta a limitare il downside del cambio (supporti chiave in area 1,05 EUR/USD), ma nel breve le sorprese verso l’alto dai dati USA contribuiscono a frenare lo slancio rialzista del cambio (resistenze chiave nella fascia 1,0760-1,0840 EUR/USD).

GBPAnche la sterlina ha corretto ieri sui dati USA scendendo contro dollaro da 1,21 a 1,19 GBP/USD.
Il calo si è esteso anche contro euro da 0,8814 a 0,8902 EUR/GBP, per via dei dati di inflazione domestica che ha mostrato un calo superiore alle attese, ridimensionando le attese di mercato di rialzo dei tassi BoE, che si attestano tra i 25 e i 50 pb complessivi entro i prossimi mesi, ovvero leggermente al di sotto sia delle attese sui Fed Funds, comprese tra i 50 e i 75 pb, sia delle attese su tassi BCE, comprese tra i 100 e i 125 pb complessivi.
Oggi la sterlina apre in leggero recupero, ma a meno di significative sorprese verso l’alto dai dati sull’economia britannica, lo slancio rialzista contro dollaro si ridimensiona ulteriormente, lasciandola ancora più esposta nei confronti dell’euro.

JPYAnche lo yen si è indebolito ieri sulla salita dei rendimenti a lunga statunitensi dopo i dati USA, portandosi da 132 a 134 USD/JPY contro dollaro.
Oggi la valuta nipponica apre in leggero recupero, ma resterà sulla difensiva fintantoché i rendimenti USA non riprenderanno a scendere stabilmente.
Lo yen si è indebolito anche contro euro da 142 a 143 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

ITALIA – L’unico dato in agenda oggi nell’area euro è quello su commercio estero e prezzi all’import di dicembre in Italia, che potrebbe vedere un calo su base congiunturale più marcato per le importazioni che per le esportazioni; il saldo commerciale tornerebbe in positivo dopo 12 mesi in rosso, grazie al calo dei prezzi dell’energia importata.

STATI UNITI – Oggi vengono pubblicati i dati dei nuovi cantieri residenziali di gennaio, attesi ancora in calo, a 1,3 mln da 1,38 mln di dicembre.
Anche le licenze dovrebbero proseguire sul sentiero verso il basso, se pure a un ritmo più moderato rispetto a quanto visto nel 2022.
Con il ritracciamento dei tassi sui mutui dal picco di fine 2022, la correzione degli indicatori del settore dell’edilizia residenziale potrebbe essere vicina alla conclusione.