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16 Aprile 2021 – nota economica giornaliera

FRANCIA – La seconda lettura conferma che a marzo l’inflazione ha visto un’accelerazione sia sull’indice nazionale, da +0,6% a +1,1% a/a, sia sulla misura armonizzata, da +0,8% a +1,4% a/a.
Le pressioni al rialzo sono venute dal forte balzo dei listini energici (da -1,6% a +4,7% a/a) e dalla crescita dei prezzi dei servizi (da 0,8% a +1,1% a/a) e dei beni manifatturieri (da -0,4% a -0,2% a/a).
Sul mese, i prezzi al consumo hanno segnato un aumento di sei decimi sull’indice nazionale e di sette decimi su quello armonizzato.
Ci attendiamo una graduale risalita dell’inflazione nei prossimi mesi.

STATI UNITI
 – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione registrano un calo marcato nella settimana del 10 aprile, a 576 mila da 769 mila (-193 mila, di cui circa -90 mila solo nello stato della California) toccando il minimo dall’inizio della pandemia.
I dati non destagionalizzati mostrano un calo più contenuto, ma una conferma della ripresa del trend verso il basso, insieme a una ampia riduzione dei sussidi federali erogati con la Pandemic Unemployment Assistance.
I sussidi esistenti sono poco variati nella prima settimana di aprile, a 3,731 mln.
Nell’ultima settimana di marzo, i sussidi erogati con tutti i programmi, sia statali sia federali, erano pari a 16,934 mln, in calo di 1,235 mln.
La ripresa del trend verso il basso dei sussidi è in linea con l’aspettativa di ulteriore crescita dell’occupazione.
– Le vendite al dettaglio a marzo aumentano di 9,8% m/m (27,7% a/a), dopo -2,7% m/m a febbraio (rivisto da -3% m/m); l’aggregato al netto delle auto segna una variazione di 8,4% m/m.
Le vendite nel commercio al dettaglio sono in rialzo di 9,4% m/m (26,9% a/a), mentre per i servizi di ristorazione l’incremento è di 13,4% m/m (36% a/a), sulla scia della riapertura delle attività anche le auto registrano un significativo rimbalzo dopo il crollo di febbraio parzialmente attribuibile al maltempo (+151% m/m, 71,1% a/a).
Tutte le categorie di beni sono in netta ripresa: arredamento, +5,9% m/m, materiali da costruzione +12,1% m/m, abbigliamento +18,3% m/m, articoli sportivi +23,5% m/m (+101,1% a/a), benzina +10,9% m/m.
Il boom delle vendite riflette sia il recupero dopo il maltempo di febbraio sia gli effetti dell’accredito degli assegni da 1400 dollari previsti dall’American Rescue Plan Act di marzo.
Dai dati di marzo appare che le famiglie abbiano speso circa 1/3 dei trasferimenti dell’ARPA, in linea con le stime della percentuale spesa dopo l’accredito delle due precedenti tornate di assegni (aprile 2020 e gennaio 2021).
Secondo la NY Fed, le famiglie spendono circa un terzo dei trasferimenti, ne risparmiano un altro terzo e utilizzano la parte rimanente per ridurre il proprio debito.
Il forte aumento delle consumazioni nella ristorazione coincide con la riapertura delle attività ricreative e prelude a ulteriori incrementi nei prossimi mesi.
I dati delle vendite puntano a un incremento vicino al 10% m/m anche per la spesa in beni di marzo, ma anche a una netta accelerazione della spesa per la componente servizi.
– La produzione industriale a marzo aumenta di 1,4% m/m, dopo -2,6% m/m di febbraio.
Il recupero dell’output dopo la frenata dovuta al maltempo di febbraio è solo parziale, per via della debolezza del settore auto dovuta alla mancanza di semi-conduttori.
Il manifatturiero nel suo complesso registra un incremento di 2,7% m/m, dopo -3,7% m/m a febbraio, con il segmento auto e componenti in ripresa contenuta (+2,8% m/m, dopo -10% m/m a febbraio).
Nell’estrattivo la variazione è di 5,7% m/m, mentre nelle utility si registra un calo di -11,4% m/m, dopo l’anomalo +9,2% m/m di febbraio dovuto al clima avverso.
Come indicato nel rapporto della Fed allegato ai dati e nelle indagini del settore manifatturiero, le strozzature dal lato dell’offerta proseguono e rappresenteranno un freno alla crescita della domanda nei prossimi trimestri, alimentando anche un persistente calo delle scorte.
Questo eccesso di domanda si trasformerà in parte in un aumento dei prezzi, in parte in un sostegno all’attività futura più avanti nell’anno.
– L’indice Empire della NY Fed ad aprile aumenta da 17,4 a 26,3, toccando il massimo dal 2014.
L’indagine registra miglioramenti diffusi, con gli ordini da 9,1 a 26,9.
Le consegne da 21,1 a 25, gli ordini inevasi da 4 a 21,2, i tempi di consegna sui massimi storici da 11,4 a 28,4, e l’occupazione in modesto rialzo a 13,9 da 9,4.
Gli indici di prezzo continuano a crescere: prezzi pagati a 74,7 e prezzi ricevuti da 24,2 a 34,9.
Anche gli indicatori a 6 mesi sono in territorio ampiamente espansivo: l’indice generale aumenta da 36,4 a 39,8, gli ordini da 37,5 a 41,1 e la componente occupazione accelera nettamente da 31,4 a 40,1; i prezzi pagati sono a 71,2 e quelli ricevuti a 45,2.
L’indagine conferma l’accelerazione della crescita e dei prezzi, segnalando anche la persistenza dei problemi dal lato dell’offerta.
– L’indice della Philadelphia Fed ad aprile aumenta a 50,2 (da 44,5 di marzo), toccando il massimo da quasi 50 anni.
Circa il 59% delle imprese riportano incremento di attività e solo l’8% segnala una flessione.
Tutte le componenti sono in territorio ampiamente espansivo: ordini a 36, ordini inevasi a 27,2, consegne a 25,3, occupazione a 30,8 (massimo storico).
Gli indici di prezzo proseguono la marcia verso l’alto, con i prezzi pagati a 69,1 e quelli ricevuti a 34,5.
Il messaggio degli indicatori a 6 mesi è ugualmente solido, con l’indice generale a 66,6, i nuovi ordini a 59,5, gli occupati a 55,7.
Le imprese prevedono una minore pressione dal lato dell’offerta, con i tempi di consegna a 3,5 e gli ordini inevasi a 4,9.
Per gli indici di prezzo, le pressioni invece restano elevate anche in futuro, con i prezzi pagati a 71,5 e quelli ricevuti a 55,7.
Le domande speciali del mese riguardano le politiche salariali e mostrano che il 64,9% delle imprese ha alzato i salari negli ultimi 3 mesi e il 38,6% ha alzato il budget annuale per le retribuzioni e prevede di aumentare i salari più del previsto; un 21,1% prevede di aumentare i salari prima del previsto.
I dati dell’indagine, analogamente a quanto emerso dall’Empire, puntano a forte crescita nei prossimi trimestri, limitata da colli di bottiglia e accompagnata da aumenti di prezzi e salari.

CINA – La crescita del PIL è balzata dal 6,5% a/a nel 4° trimestre 2020 al 18,3% a/a nel 1° trimestre 2021, meno delle attese di consenso (Bloomberg 18,5% a/a) e delle nostre previsioni (18,9% a/a), sostenuta da un forte effetto base favorevole.
La crescita ha registrato un netto rallentamento in termini congiunturali da 3,2% destagionalizzato (rivisto al rialzo da 2,6%) a 0,6% t/t, molto più marcato delle previsioni di consenso (1,4%) con il deflatore del PIL che è aumentato da 0,5% a 2,4% a/a.
L’accelerazione più rilevante si è registrata nel settore industriale (da 6,8% a 24,4% a/a), mentre è stata molto più contenuta nei servizi (da 6,7% a 15,6% a/a), maggiori dettagli sulla scomposizione settoriale del PIL verranno pubblicati domani.
La dinamica congiunturale degli investimenti fissi nominali è rimasta invariata a 1,5% m/m rispetto a febbraio e migliore rispetto a quella degli ultimi mesi del 2020, anche se quella tendenziale è rallentata da 35,0% cum. in febbraio a 25,6% a/a in marzo.

I dati sul reddito e i consumi delle famiglie registrato un’accelerazione del consumo pro-capite nominale da 3,2% nel 4° trimestre a 17,6% a/a nel 1° trimestre 2021, più marcata nelle aree rurali (21,1% a/a) rispetto alle aree urbane (15,7% a/a), sostenuta dal buon andamento dei redditi e del mercato del lavoro.
Il tasso di disoccupazione urbana è sceso da 5,5% in febbraio a 5,3% in marzo.
Tutti i dati del mese di marzo hanno registrato una netta accelerazione tendenziale largamente trainata da un forte effetto base favorevole, ma sono stati inferiori alle attese di consenso.
Tuttavia, la dinamica congiunturale è stata nel complesso invariata, e nel caso delle vendite al dettaglio migliore, rispetto a quella dei primi due mesi dell’anno, su cui hanno pesato gli effetti dello scoppio di alcuni focolai di Covid-19, poi prontamente contenuti.
– La produzione industriale è salita del 14,1% a/a in marzo e del 24,5% a/a nel 1° trimestre del 2021 (consenso Bloomberg 26,1% a/a), in rallentamento rispetto ai primi due mesi dell’anno (35,1% a/a), con una dinamica della produzione delle imprese private (16,8% a/a) superiore a quella delle imprese statali (10,9% a/a).
La produzione industriale è lievemente rallentata a 0,6% m/m in marzo rispetto a 0,7% m/m nel mese di febbraio.
– Le vendite al dettaglio sono salite del 33% a/a in marzo, e del 33,9% a/a nel 1° trimestre, in marginale accelerazione rispetto ai primi due mesi dell’anno (33,8% a/a) anche in termini congiunturali (+1,8% m/m da 1,5% m/m in febbraio e -0,9% in gennaio).

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo ha approvato lo scostamento di bilancio da 40 miliardi (in linea con le attese) e il Documento di Economia e Finanza.
La principale novità è venuta dal nuovo quadro programmatico di finanza pubblica contenuto nel DEF, che vede un rapporto deficit/PIL molto più alto del previsto quest’anno (11,8%, contro attese tra il 10% e l’11%) e un debito in prossimità del 160% (159,8%).
Evidentemente, poiché l’entità dello scostamento di bilancio è in linea con le attese della vigilia, l’andamento dei tendenziali di finanza pubblica è meno favorevole del previsto.
Disavanzo e debito si ridurranno nei prossimi anni, ma il rapporto deficit/PIL è atteso rimanere sopra il 3% almeno fino al 2025.
Il Governo assume una crescita del PIL quest’anno di 4,1% nel quadro tendenziale e del 4,5% nel quadro programmatico (ovvero incorporando i nuovi interventi di sostegno all’economia); su queste stime, a nostro avviso, i rischi restano al ribasso (la nostra attuale previsione è 3,7%).
Circa la metà dei 40 miliardi di deficit aggiuntivo saranno utilizzati per interventi di sostegno alle imprese; il Governo intende anche estendere di sei mesi, sino a fine anno, le garanzie pubbliche sui prestiti.
Oggi è attesa una conferenza stampa di presentazione del DEF.
Nel frattempo, il Governo ha avviato i confronti con i partiti e con le regioni sul tema delle riaperture e in vista della finalizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

UNIONE EUROPEA-Covid19 – La mappa di rischio Covid-19 pubblicata dall’ECDC colloca al massimo livello gran parte di Francia, Belgio e Olanda, oltre a Svezia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia.
Quasi tutto il resto dell’Unione è nella seconda fascia di rischio, tranne Portogallo, Irlanda, Finlandia e Danimarca.
Il tasso di incidenza medio quindicinale dei nuovi casi è in calo per la prima settimana a 464 ogni 100mila abitanti. Il tasso di mortalità quindicinale medio si colloca a 76,6 ogni 100mila abitanti, con incrementi in 9 paesi e flessioni in altri 15.
Francia, Estonia, Italia e Grecia sono gli unici paesi che registrano un eccesso di mortalità rispetto alla norma, basso nel caso della Grecia e più significativo per i primi tre paesi.
Il sistema sanitario registra ancora livelli di pressione elevati in quasi tutti gli Stati membri.
Le vaccinazioni hanno registrato una netta accelerazione in aprile in quasi tutti i paesi dell’Unione, colmando il divario con il Regno Unito.
Il 19% degli adulti ha ricevuto la prima dose, mentre il 7,4% ha completato il ciclo di vaccinazione.

STATI UNITIDaly (San Francisco Fed) ha detto di essere ottimista riguardo ai dati pubblicati recentemente che devono proseguire nei prossimi mesi per garantire la prosecuzione della ripresa.
A suo avviso, nonostante il miglioramento del quadro, la Fed è ancora distante dai suoi obiettivi su prezzi e occupazione e non è ancora il momento per svoltare né sui tassi né sugli acquisti.
Anche Williams (NY Fed) ha sottolineato che la disoccupazione è ancora elevata e l’economia ha ancora molta strada da fare prima di recuperare pienamente.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è sceso ancora ieri, ma poi ha parzialmente recuperato grazie ai dati USA risultati positivi e migliori del previsto (in particolare indice Empire e vendite al dettaglio).
I rendimenti invece sono scesi ancora, il che ha impedito un recupero pieno del biglietto verde.
Si tratta di una fase transitoria: quando i rendimenti risaliranno il dollaro seguirà.

EURL’euro si è mosso ancora di riflesso al dollaro, salendo ieri, ma solo marginalmente e restando comunque in area 1,19 EUR/USD, salvo chiudere poi in calo dopo i dati USA.
Upside contenuto entro 1,20 EUR/USD.
Nuova debolezza si riproporrà quando i rendimenti USA risaliranno.

GBPLa sterlina si è mantenuta ieri nello stesso range del giorno precedente sia contro dollaro a 1,37-1,38 GBP/USD sia contro euro in area 0,86 EUR/GBP, chiudendo in entrambi i casi marginalmente al rialzo.
La sostanziale stabilizzazione riflette l’attesa di spunti nuovi, soprattutto sul fronte domestico, in particolare per verificare la portata della ripresa in uscita dall’ultimo lockdown che ha ampiamente penalizzato il 1° trimestre.

JPYMuovendosi di riflesso al dollaro anche lo yen è salito ancora ieri ma marginalmente sul dollaro, restando in area 108 USD/JPY, ed anche contro euro, mantenendosi in area 130 EUR/JPY.
Il calo contro dollaro riprenderà quando i rendimenti USA torneranno a salire.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La seconda lettura dovrebbe confermare l’accelerazione dell’inflazione vista nella stima flash, da +0,9% a +1,3% a/a.
L’indice core BCE, al netto di alimentari freschi ed energia, dovrebbe anch’esso confermare il dato della stima preliminare (a +1,0% a/a da 1,2% a/a precedenti).
I prezzi dovrebbero essere confermati in crescita di nove decimi nel mese, spinti al rialzo principalmente dal rincaro dei listini energici.
Sul dato di marzo peserebbero ancora problemi di rilevazione dei prezzi. L’inflazione dovrebbe salire sopra il +2,0% a/a a partire da settembre.

STATI UNITI
– I nuovi cantieri residenziali a marzo dovrebbero rimbalzare a 1,63 mln, dopo il calo di -10,3% m/m a 1,421 mln di febbraio, dovuto in gran parte al clima avverso.
Anche le licenze sono attese in ripresa a marzo, a 1,750 mln da 1,720 mln, dopo -8,8% m/m di febbraio.
La spesa per investimenti residenziali dovrebbe rallentare rispetto al 2020, ma dare ancora un contributo modestamente positivo alla crescita complessiva.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan ad aprile (prelim.) è prevista in aumento da 84,9 a 89, grazie alla diffusione dei vaccini, al miglioramento del mercato del lavoro e alla distribuzione dello stimolo fiscale previsto dall’American Rescue Plan.
Le aspettative di inflazione dovrebbero confermarsi sul trend in moderato aumento sull’orizzonte a 5 anni.