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15 Novembre 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri nell’Eurozona la produzione industriale è cresciuta di 0,9% m/m (4,9% a/a) a settembre, in salita per il secondo mese dopo il 2% m/m di agosto (rivisto da 1,5% m/m).
Nonostante il progresso registrato nel complesso dell’industria, la produzione è calata per il quinto mese nei comparti più energivori (in particolare chimica e metallurgia), mentre il maggior dinamismo è stato registrato nei settori a maggior intensità di semiconduttori (come auto ed elettronica), sull’onda dell’attenuamento delle strozzature all’offerta.
Nel 3° trimestre l’industria è cresciuta di 0,5% t/t, e i solidi aumenti di agosto e settembre (entrambi influenzati dai volatili dati irlandesi) lasciano un’eredità statistica favorevole sul 4° trimestre.
Riteniamo tuttavia che tra l’autunno e l’inverno l’industria possa frenare la crescita del valore aggiunto, come suggeriscono oramai unanimemente le indagini di fiducia.

FRANCIA – Questa mattina il tasso di disoccupazione è risultato in calo di un decimo, al 7,3%, dal 7,4% del periodo precedente.
Lo spaccato del dato evidenzia una sostanziale stabilità nelle coorti centrale e superiore (-0,1%), a fronte di un incremento (+0,3%) tra i più giovani.
Il tasso di attività riporta una moderata crescita al 73,7% dal 73,5%.

STATI UNITI – Ieri, la Consumer Expectations Survey della NY Fed di ottobre ha mostrato un nuovo incremento delle aspettative di inflazione, a 5,9% (+0,5 pp) e a 3,1% (+0,2 pp) e 2,4% (+0,2 pp) sugli orizzonti a 1, 3 e 5 anni, rispettivamente, con un ulteriore incremento della dispersione.
Il rialzo delle aspettative di inflazione è accompagnato da previsioni di aumento dei prezzi della benzina, degli alimentari e degli affitti.
Sul fronte del mercato del lavoro, la dinamica salariale attesa, a 3%, rimane all’interno dell’intervallo compreso fra 2,8 e 3% visto da ottobre 2021, mentre la probabilità di aumento del tasso di disoccupazione fra 1 anno è salita a 42,9%, il massimo da aprile 2020.
Le previsioni di crescita di reddito e spesa fra 1 anno segnalano aumenti ancora solidi.

GIAPPONE – Il PIL del 3° trimestre ha deluso le aspettative, con una variazione di -0,3% t/t, prima contrazione dall’estate 2021.
Il calo della crescita è dovuto a una sorpresa negativa dal canale estero, che registra una contrazione delle esportazioni nette dovuta a un aumento, probabilmente temporaneo, delle importazioni, collegato a fattori una tantum.
Il contributo delle esportazioni nette al PIL è di -0,7 pp.
Sul fronte della domanda domestica, le informazioni restano moderatamente positive, con incrementi di consumi (0,3% t/t) e investimenti privati (1,5% t/t).
La crescita dovrebbe tornare in territorio positivo in autunno.

CINA – I dati relativi al mese di ottobre sono stati in generale inferiori alle attese di consenso e hanno registrato un ulteriore deterioramento dei consumi e una forte debolezza dei servizi – ancora fiaccati dalle misure di contenimento dei contagi – assieme a un moderato rallentamento della produzione industriale e degli investimenti.
Le vendite al dettaglio, dopo quattro mesi di aumenti tendenziali, sono scese di -0,5% a/a in ottobre (Consenso Bloomberg: +0,7% a/a), registrando una flessione di -0,68% m/m: è il settimo calo mensile da inizio anno e il secondo più forte dopo quello di marzo (-2,17% m/m).
Le condizioni sul mercato del lavoro restano deboli, con il tasso di disoccupazione urbana invariato a 5,5% in ottobre e quello relativo alle 31 maggiori città in aumento da 5,8% in settembre a 6% in ottobre.
La produzione industriale è rallentata da 6,3% a/a in settembre a 5% a/a in ottobre (Consenso Bloomberg: 5,3% a/a), registrando un aumento dello 0,33% m/m destagionalizzato, rispetto allo 0,84% m/m in settembre.
La decelerazione è stata diffusa a tutte le tipologie di imprese.
Il rallentamento della produzione dei servizi è stato più forte (da 1,8% a/a in settembre a 0,1% a/a in ottobre), dato che il settore è più colpito dalle misure di contenimento dei contagi.
Gli investimenti fissi nominali sono saliti del 5,8% a/a nei primi dieci mesi dell’anno, con un rallentamento tendenziale da 6,5% a/a in settembre a 5% a/a in ottobre, guidato da una modesta decelerazione degli investimenti in infrastrutture e nel settore manifatturiero e da una ampia contrazione degli investimenti immobiliari (da -12,1% a/a in settembre a -16,1% a/a in ottobre).

 

COMMENTI:

BCEFabio Panetta, membro del comitato esecutivo BCE, ieri ha argomentato a favore di un approccio graduale e cauto alla restrizione monetaria.
Secondo Panetta, infatti, una restrizione eccessiva delle condizioni finanziarie potrebbe danneggiare le prospettive di sviluppo a lungo termine.
Per passare dalla rimozione dello stimolo a una politica monetaria restrittiva, secondo Panetta occorrono prove che gli shock stiano riducendo l’offerta più della domanda.
A suo giudizio, la quota di inflazione da demand pull in realtà deriva dallo sblocco una tantum di domanda arretrata e non dalla crescita di fondo della domanda stessa.
Sostegno a un approccio più graduale è venuto anche da François Villeroy de Galhau, governatore di Banque de France: stamane ha detto che il rialzo dei tassi probabilmente continuerà oltre il 2%, ma che oltre tale livello sarà attuato in maniera “più flessibile e possibilmente meno rapida”.

STATI UNITI
 – Dalla Fed, Brainard (Board) ha dato supporto alla previsione di rallentamento del sentiero dei tassi, affermando che “probabilmente presto sarà appropriato passare a un ritmo di aumenti più lento”.
Brainard ha comunque ribadito che la Fed “ha ancora lavoro da fare”, ma con rialzi più “ponderati sarà possibile valutare più dati e “aggiustare il sentiero dei tassi per ridurre l’inflazione”.
 – Sul fronte politico, i repubblicani hanno migliorato ancora la loro posizione alla Camera, raggiungendo 217 seggi, a un solo seggio di distanza dalla maggioranza di 218, contro i 205 seggi attualmente assegnati ai democratici.
Lo scenario centrale è di passaggio della Camera in mani repubblicane con un margine molto contenuto.
Intanto, a conferma della buona tenuta democratica, in Arizona la corsa per la posizione di governatore è stata assegnata a K. Hobbs, che ha sconfitto la candidata repubblicana sostenuta da Trump.

GIAPPONEKuroda (BoJ) ha indicato che il trend verso l’alto dell’inflazione dovrebbe rallentare, sottolineando che i recenti aumenti dei prezzi sono dovuti al rialzo del costo delle importazioni e al suo trasferimento sui prezzi finali, mentre i prezzi delle risorse sono già in calo.
Kuroda ha ribadito che la BoJ è impegnata a raggiungere l’obiettivo di inflazione al 2% insieme a un sentiero di rialzo dei salari, senza però specificare un obiettivo per la dinamica salariale.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in leggero recupero ieri ma questa mattina è di nuovo in ulteriore calo.
Si tratta di movimenti di assestamento in uno scenario che si sta modificando, perché la Fed sta per passare a rialzi dei tassi più contenuti ma proiettandosi verso un punto di arrivo potenzialmente più elevato.
I segnali apparentemente contraddittori che ne derivano spiegano le oscillazioni del dollaro, ma l’indicazione di fondo è che si sta avvicinando la fase finale del ciclo di rialzi per cui la recente correzione del dollaro è coerente.
Tuttavia nel breve rimane ancora spazio di recupero nella misura in cui i dati conforteranno la prospettiva di un punto di arrivo dei tassi più elevato e la Fed ne darà convalida al prossimo FOMC del 14 dicembre.
Tra i dati di oggi l’indice Empire è atteso in miglioramento, pur se ancora su livelli di debolezza.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in parziale arretramento ieri da 1,03 a 1,02 EUR/USD ma oggi è già risalito verso nuovi massimi affacciandosi in area 1,04 EUR/USD.
Le oscillazioni riflettono sia le dinamiche di dollaro sia le prospettive dei tassi BCE per i quali, similmente alla Fed, la strada è ancora in salita, ma con rialzi che dovranno essere calibrati più attentamente in base all’effettiva evoluzione dello scenario di crescita e inflazione.
La prospettiva di recessione nell’area tra 4° e 1° trimestre supporta previsioni di prossima correzione dell’euro, ma la prosecuzione dei rialzi BCE per contrastare l’inflazione contribuisce a contenerne il downside.
Tecnicamente, una salita del cambio fino in area 1,05 EUR/USD si configura come normale ritracciamento, per cui una correzione verso/sotto la parità è ancora possibile.
Il recupero registrato dallo ZEW tedesco oggi può fornire temporaneo supporto all’euro, ma non è da interpretarsi come un segnale di miglioramento in termini prospettici: il peggio nei dati area euro si deve ancora vedere.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana arretrando contro dollaro ieri da 1,18 a 1,17 GBP/USD ma è già risalita oggi, di riflesso ai movimenti del biglietto verde.
I dati sul mercato del lavoro oggi hanno confermato le elevate pressioni salariali, ma il tasso di disoccupazione è sceso e il numero di occupati è calato più delle attese.
Domani l’inflazione dovrebbe mostrare un’ulteriore ascesa, ma i riflettori saranno sull’annuncio del nuovo piano fiscale di giovedì.
L’incertezza sul quadro dell’economia britannica lascia la sterlina ancora vulnerabile nel breve e tendenzialmente meno resiliente dell’euro rispetto al dollaro nelle fasi correttive di quest’ultimo.
Contro euro infatti si è mantenuta sulla difensiva, scendendo da 0,87 a 0,88 EUR/GBP tra ieri e oggi.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana cedendo parzialmente sul dollaro ieri da 138 a 140 USD/JPY sul parziale recupero dei rendimenti a lunga USA, ma sta già tornando a rafforzarsi oggi, sempre seguendo i rendimenti statunitensi che hanno ripreso a scendere.
Le pressioni ribassiste dovrebbero essere in tendenziale attenuazione, ma al procedere dei rialzi Fed c’è ancora spazio di nuovo, controllato, indebolimento dello yen.
Contro euro la valuta nipponica è in calo da 143 a 145 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oltre alla seconda stima del PIL, la crescita dell’occupazione è attesa rallentare allo 0,2% t/t da 0,4% nel 3° trimestre, mentre a settembre il saldo commerciale dovrebbe essere rimasto in deficit, sia pur in moderato restringimento grazie alla correzione dei prezzi energetici.

GERMANIA – Più tardi, l’indice ZEW è atteso recuperare a novembre parte del calo registrato nei mesi scorsi.
Le attese degli analisti dovrebbero essere lievemente meno pessimistiche (-52 da -59,2), complice il miglioramento del mercato azionario.
L’indice sulla situazione corrente dovrebbe essere poco variato rispetto a ottobre (-71,5 da -72,2), e resterà ampiamente al di sotto della media di lungo termine nei prossimi mesi.

FRANCIA – In calendario oggi anche la stima finale dell’inflazione francese di ottobre, attesa confermare l’accelerazione al 6,2% sull’indice domestico e al 7,1% sulla misura armonizzata.

PAESI BASSI – La stima preliminare dovrebbe mostrare un PIL in crescita di appena 0,1% t/t (3,9% a/a) nei mesi estivi, dopo il 2,6% del 2° trimestre.
I dettagli dovrebbero mostrare consumi privati più deboli rispetto ai sei mesi precedenti, e una brusca frenata degli investimenti.
Le esportazioni sono viste in stagnazione a fronte di un aumento dell’import.
La crescita media annua è prevista al 4,6% nel 2022 e in deciso rallentamento, a 0,9%, nel 2023.

STATI UNITI
 – L’indice Empire della NY Fed potrebbe migliorare leggermente a novembre, stimiamo a -6,5 da -9,1 di ottobre.
L’indagine dovrebbe comunque confermare il quadro di debolezza dell’attività nel manifatturiero, con ordini e ordini inevasi in area recessiva, stabilità dell’occupazione e ulteriore riduzione dell’indice dei prezzi ricevuti, vicino ai livelli di inizio 2021.
– Il PPI di ottobre dovrebbe dare segnali di stabilizzazione del trend dei prezzi su ritmi in linea con quelli di settembre, con una variazione attesa di 0,4% m/m per l’indice headline e di 0,3% m/m per quello core.