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15 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Venerdì, la fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a novembre (prel.) ha registrato una correzione significativa, a 66,8 da 71,7, toccando il minimo da un decennio, con ampie correzioni sia delle condizioni correnti sia delle aspettative, nonostante valutazioni sempre positive del mercato del lavoro e dell’economia.
Le famiglie sono sempre più preoccupate per il rialzo dell’inflazione e per la mancanza di politiche economiche efficaci contro il rialzo di prezzi.
Circa metà delle famiglie prevede che l’anno prossimo il proprio reddito cali in termini reali.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono ancora aumentate, a 4,9%, mentre quelle a 5 anni sono stabili a 2,9%.
I dati su posizioni aperte, assunzioni e separazioni di settembre confermano le tensioni sul mercato del lavoro.
Le posizioni aperte sono circa stabili a 10,4 mln, mentre le dimissioni volontarie sono ancora aumentate, toccando il massimo storico a 4,4 mln.

CINA – I dati mensili hanno evidenziato un’accelerazione della produzione industriale e delle vendite al dettaglio superiore alle attese di consenso e un ulteriore rallentamento degli investimenti fissi tranato dal settore immobiliare.
Ci attendiamo che le interruzioni di elettricità, intensificatesi tra ottobre e novembre, e la debolezza del mercato immobiliare possano impattare ancora negativamente sulla dinamica della produzione nei prossimi mesi; riteniamo invece che la strategia di tolleranza zero sul fronte pandemico continuerà a limitare la ripresa dei consumi e dei servizi.
Dal lato dell’offerta la dinamica della produzione industriale è accelerata da 3,1% a/a in settembre a 3,5% di ottobre, a dispetto di attese di quasi stabilità (consenso Bloomberg 3,0%).
L’accelerazione è stata trainata dalla produzione delle imprese statali e l’incremento mensile, pari allo 0,4% m/m, è stato il più alto da luglio e in netto miglioramento dallo 0,1% registrato in settembre.
La produzione del settore dei servizi è invece rallentata da 5,2% a/a in settembre a 3,8% a/a, toccando il minimo da agosto 2020, frenata dalle misure di contenimento dei focolai di Covid-19.
Dal lato della domanda le vendite al dettaglio nominali sono salite del 4,9% a/a in ottobre, in accelerazione dal 4,4% di settembre, con un incremento dello 0,4% m/m da 0,3% in settembre, trainate da elettronica, dispositivi per le comunicazioni e prodotti petroliferi.
Gli investimenti fissi nominali sono saliti del 7,2% a/a nei primi dieci mesi dell’anno, in decelerazione rispetto all’8,8% a/a dei primi nove mesi e con un tasso di crescita inferiore alle attese (consenso Bloomberg: 7,8%).
L’aumento in termini mensili è stato stabile rispetto a settembre (0,15%) ma la variazione tendenziale risulta in ulteriore calo in ottobre (-2,2% a/a) rispetto a settembre (-1,8% a/a).
La diminuzione è trainata in parte dagli investimenti di infrastrutture e in misura maggiore dagli investimenti nel settore immobiliare, scesi del 5,5% a/a in ottobre, mentre si registra una stabilizzazione degli investimenti nel settore manifatturiero (+10,1% a/a).
Il calo tendenziale degli investimenti immobiliari è stato accompagnato da un calo dei cantieri e dei terreni acquistati nonché dal secondo mese di diminuzione in media dei prezzi degli immobili di nuova costruzione (-0,25% m/m in ottobre) concentrata in gran parte nelle città di seconda e terza fascia.
Il mercato secondario ha registrato il quarto mese consecutivo di diminuzione in media dei prezzi (-0,1% m/m) trainato dalla stessa tipologia di città.

 

COMMENTI:

BCE – Il governatore della banca centrale finlandese, O. Rehn, ha detto che la BCE dimostrerà pazienza e prudenza nei prossimi mesi; secondo Rehn, l’inflazione tornerà su livelli inferiori all’obiettivo nel 2023.
Una posizione analoga è stata espressa anche dal governatore della banca centrale lituana, Simkus.
Philip Lane, intervenuto sulla riforma delle regole fiscali europee, ha avvisato che una politica fiscale anti-ciclica implica la necessità di ricostituire un buffer durante le fasi di espansione.
Ciò anche perché “l’impatto moltiplicativo di un’espansione fiscale durante una fase di forte performance economica sarà probabilmente molto più attenuato, con gli effetti di spiazzamento amplificati dalla probabile necessità di stringere la politica monetaria”.
Lane ha sostenuto la proposta dello EFB (regola sulla spesa integrata da una regola sul debito meno aggressiva di quella attuale).
Oggi la presidente Lagarde interverrà alla commissione economico-finanziaria del Parlamento Europeo, rispondendo anche alle domande dei parlamentari.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo aggiornando i massimi dell’anno, ma poi ha chiuso leggermente al ribasso nella giornata di venerdì sui dati della fiducia dei consumatori che hanno deluso mostrando un calo contro attese di aumento, a causa della preoccupazione delle famiglie per la salita dell’inflazione.
I dati di questa settimana dovrebbero fornire indicazioni complessivamente favorevoli, a partire dall’indice Empire di oggi, ma positive dovrebbero essere soprattutto le vendite al dettaglio domani.
A meno di delusioni il dollaro dovrebbe pertanto riuscire a consolidare.
Molti saranno anche i discorsi Fed, che dovrebbero ribadire la volontà di agire in caso di pressioni inflazionistiche superiori alle attese.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo aggiornando i minimi dell’anno a 1,1431 EUR/USD, senza trarre beneficio venerdì dai dati di fiducia USA che hanno deluso.
L’allargamento dei differenziali di rendimento, riflesso della divergente azione di policy di BCE e Fed, rimane penalizzante per la moneta unica.
I dati in uscita questa settimana, principalmente la seconda stima del PIL domani e dell’inflazione mercoledì, dovrebbero confermare le letture preliminari.
Salvo sorprese saranno pertanto ancora i driver di dollaro a prevalere, lasciando il cambio esposto a nuova debolezza e possibilità di inaugurare nuovi minimi (downside in area 1,13 EUR/USD) in caso di spunti USA favorevoli al dollaro.
In caso invece di ritracciamento ribassista del dollaro i margini di recupero dell’euro dovrebbero restare contenuti entro quota 1,15 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,35 a 1,33 GBP/USD, ma recuperando leggermente nella giornata di venerdì grazie sia ai dati USA che hanno deluso sia ai segnali di possibile distensione sul fronte delle trattative tra Regno Unito e UE sulla questione del Protocollo nordirlandese.
Le trattative proseguiranno questa settimana, per cui la vicenda resterà ancora sotto i riflettori.
Contro euro invece la sterlina ha chiuso la settimana passata in marginale rafforzamento per via del maggior calo dell’EUR/USD, mantenendosi però in area 0,85 EUR/GBP.
I dati sull’economia domestica in uscita questa settimana dovrebbero essere complessivamente favorevoli, sia quelli sul mercato del lavoro domani, sia le vendite al dettaglio venerdì, e l’inflazione mercoledì dovrebbe mostrare un ampio aumento, il che potrebbe rafforzare le attese di mercato per un primo rialzo dei tassi BoE anticipato a dicembre invece che a febbraio, a beneficio della sterlina, sia contro dollaro, sia, soprattutto, contro euro.
Lo spazio di recupero contro dollaro dovrebbe però restare limitato per via delle indicazioni favorevoli attese anche dai dati USA, che dovrebbero fornire sostegno generalizzato al dollaro.
Dalla BoE intanto in programma oggi un discorso di Haskel.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in calo, ma contenuto, contro dollaro, da 113 a 114 USD/JPY, e in rafforzamento, ma anche in questo caso contenuto, contro euro da 131 a 130 EUR/JPY per via del maggior calo dell’EUR/USD.
Ai livelli correnti contro dollaro lo yen si trova sui minimi dell’anno che sono anche i minimi da 4 anni.
Affinché vengano rotti appare necessaria una salita più ampia e sostenuta dei rendimenti USA: da monitorare quindi in questi giorni la reazione dei rendimenti a lunga USA ai dati statunitensi, soprattutto domani a quelli delle vendite al dettaglio.
La tendenza di fondo dello yen dovrebbe comunque essere di ulteriore indebolimento.
Sul fronte domestico i dati di PIL questa notte hanno deluso mostrando una contrazione ancora più ampia delle attese nel 3° trimestre.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Nei prossimi giorni, il calendario macroeconomico vedrà la seconda stima del dato sul PIL Eurozona del 3° trimestre, che dovrebbe confermare la crescita di 2,2% t/t, e la prima lettura del PIL olandese, visto anch’esso in espansione (0,7% t/t) nello stesso trimestre.
Sarà diffuso anche il dato sulla disoccupazione francese nel 3° trimestre, attesa calare marginalmente.
Infine, la stima finale dell’inflazione di ottobre in Francia, Italia e nell’intera Eurozona dovrebbe confermare l’aumento registrato dalla stima flash.

STATI UNITI
 – Oggi è in uscita l’indice Empire della NY Fed di novembre, che dovrebbe essere in modesto rialzo a 21,2, con indicazioni di continua espansione dell’attività, sempre soggetta a vincoli dovuti a strozzature all’offerta e a carenza di manodopera, e di persistenti pressioni verso l’alto sui prezzi pagati e ricevuti.
– Questa settimana sono molti i discorsi dalla Fed e i dati in uscita.
Il messaggio principale dei dati dovrebbe essere di significativa riaccelerazione della crescita dei consumi dopo il rallentamento estivo.
Le prime indagini del manifatturiero dovrebbero segnalare continua espansione frenata dalle strozzature all’offerta e accompagnata da rialzi record dei prezzi di acquisto e di vendita.
La sorpresa principale dovrebbe venire dal balzo atteso per le vendite al dettaglio di ottobre grazie a una crescita diffusa a tutti i principali comparti, inclusi quelli delle auto e della ristorazione.
I cantieri e le licenze a ottobre dovrebbero aumentare grazie anche alla fine degli effetti degli uragani. I prezzi all’import sono previsti ancora su un trend in rialzo, con rischi significativi per l’andamento dei prezzi alla produzione e al consumo.
La comunicazione della Fed dovrebbe ribadire l’impegno ad agire come appropriato in caso di pressioni sui prezzi più persistenti di quanto atteso nello scenario attuale.