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15 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri la produzione industriale è calata di -0,7% m/m a gennaio, dopo il progresso di 1,2% di dicembre (rivisto da 1,6%).
A differenza che in altri Paesi europei, la produzione nei settori ad alta intensità energetica si è contratta ancora a gennaio (-0,9% m/m), ma la tendenza di calo si è andata via via attenuando nel periodo più recente, e, sulla base delle indagini, è atteso un recupero nei prossimi mesi.
Le più ampie flessioni sono venute da settori molto orientati all’export come il farmaceutico e la meccanica (-6,1% e -4,7% m/m, rispettivamente), anche sulla scia di un tasso di cambio meno favorevole.
L’industria non dovrebbe frenare il PIL nel 1° trimestre 2023, il che segnala rischi verso l’alto sulla nostra previsione di un’attività economica stagnante nel trimestre in corso.
Abbiamo di recente rivisto al rialzo la nostra previsione sulla crescita del PIL italiano quest’anno (dallo 0,6%, già ampiamente al di sopra del consenso negli ultimi 6 mesi, allo 0,8%), grazie alla moderazione dei prezzi energetici, mentre abbiamo ridotto la nostra stima per il 2024 (dall’1,8% all’1,5%, che resta peraltro al sopra della stima media di consenso), sulla scia degli effetti ritardati della stretta monetaria della BCE.

SPAGNA – Ieri è stata registrata una revisione al ribasso di un decimo dell’indice armonizzato al 6% a/a, a fronte di un’accelerazione dell’inflazione core a 7,6% da 7,5% di gennaio.

STATI UNITI – Ieri, il CPI core di febbraio ha sorpreso verso l’alto con una variazione di 0,5% m/m.
I prezzi dei beni core sono stabili su base mensile, e quelli dei servizi ex-energia riaccelerano, con un aumento di 0,6% m/m.
L’abitazione è in rialzo di 0,8% m/m e anche altri comparti si mantengono su trend che non danno segnali di rallentamento (ristorazione, ricreazione, altri servizi).
L’inflazione mediana è pari a 0,6% m/m e la media troncata è a 0,5% m/m.
La “totalità” dei dati disponibili alla riunione del FOMC del 22 marzo è in linea con il proseguimento del sentiero di rialzi moderati, a meno di un ulteriore grave peggioramento delle tensioni sui mercati generate dal fallimento di SVB e Signature Bank.

CINA – I dati di attività dei primi due mesi dell’anno sono stati generalmente positivi.
Le vendite al dettaglio hanno segnato un rialzo di 3,5% a/a, dopo il calo di -1,8% a/a di dicembre.
Anche la produzione industriale e gli investimenti fissi hanno dato segnali incoraggianti, con variazioni di 2,4% a/a (dopo 1,8% a/a di dicembre) e 5,5% a/a (da 5,1% a/a di dicembre), rispettivamente.
I dati sono in linea con le informazioni delle indagini e confermano una ripresa rapida in seguito alla riapertura dell’economia dopo la fine dei lockdown.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La riunione dell’Ecofin ha trovato un accordo di massima sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita con l’approvazione delle linee guida contenute nella proposta della Commissione.
Permangono però delle divergenze tra Paesi su alcuni punti controversi, come i criteri per la determinazione dei piani nazionali e l’eventuale applicazione delle nuove regole già nelle raccomandazioni della prossima primavera, che di fatto posticipano alle prossime riunioni il raggiungimento di una sintesi definitiva.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo l’ampia correzione di lunedì il dollaro, a parte un breve calo questa notte, sta cercando di risalire, aiutato sia dall’allentamento delle tensioni di mercato dopo il fallimento di SVB e Signature Bank, sia dai dati di inflazione di ieri, che hanno confermato la persistenza di pressioni verso l’alto sulla dinamica dei prezzi, avvalorando le attese di prosecuzione dei rialzi Fed.
A meno di un ulteriore aggravarsi delle condizioni del sistema bancario/finanziario, al FOMC di mercoledì prossimo la Fed dovrebbe quindi alzare i tassi di 25 pb, aggiungendo altri rialzi sul sentiero atteso nei mesi successivi.
Dai dati di oggi (indice Empire e vendite al dettaglio) si attende invece un indebolimento, che potrebbe comprimere lo spazio di recupero del dollaro ma non dovrebbe farlo scendere verso nuovi minimi, a meno di notizie negative sul fronte bancario.

EUR – A parte una breve ulteriore salita in area 1,07 EUR/USD questa notte, l’euro si è stabilizzato e questa mattina sta arretrando in area 1,06 EUR/USD, di riflesso al tentativo di generalizzato recupero del dollaro.
Alla vigilia della riunione BCE di domani, che dovrebbe sancire un altro rialzo dei tassi di 50 pb, il downside dovrebbe comunque essere limitato, tendenzialmente in area 1,06 EUR/USD, fatte salve significative sorprese positive dai dati USA.
In questi giorni, comunque, il mercato resta ancora esposto al flusso di notizie sul settore bancario statunitense.
A meno di sviluppi negativi, successivamente invece a guidare il cambio tornerà ad essere il confronto tra i sentieri di policy di BCE e Fed.

GBPLa sterlina è in calo da ieri contro dollaro sul recupero di quest’ultimo da 1,22 a 1,20 GBP/USD, appesantita anche dall’attesa per l’annuncio del Budget (h. 13:30), da parte di Jeremy Hunt, che dovrebbe confermare l’orientamento all’austerity per avviare un risanamento dei conti pubblici, bilanciando l’imminente aumento della tassazione sulle imprese con agevolazioni fiscali sugli investimenti.
A contenere il downside sul cambio dovrebbe comunque contribuire la probabile revisione verso l’alto della previsione di crescita per quest’anno nelle proiezioni aggiornate dell’OBR.
Più in range, a 0,87-0,88 EUR/GBP, la dinamica della sterlina contro euro.

JPYLo yen, in calo da ieri contro dollaro da 133 a 135 USD/JPY sulla parziale risalita dei rendimenti a lunga USA, sta nuovamente risalendo questa mattina aiutato dall’inversione al ribasso dei suddetti rendimenti e da un aumento della risk aversion.
Da notare anche che i verbali dell’ultima riunione BoJ, pubblicati questa notte, pur confermando il consenso a favore del mantenimento di un assetto di policy massimamente espansivo, hanno mostrato che vi è comunque una discussione in atto all’interno della BoJ sulla possibilità che in futuro la politica monetaria venga modificata in direzione meno espansiva.
Se il calo dei rendimenti USA proseguirà lo yen potrà rafforzarsi ulteriormente, ma dovrebbe trattarsi di una dinamica temporanea, data la prospettiva di prosecuzione dei rialzi Fed.
Lo yen sta recuperando anche contro euro, da 144 a 142 EUR/JPY, complice anche l’indebolimento dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi nell’Eurozona la produzione industriale dovrebbe tornare a crescere modestamente a gennaio dopo la flessione di fine 2022: stimiamo un rimbalzo di 0,2% m/m (-0,1% a/a).
Il calo dei prezzi energetici e il miglioramento del morale delle imprese lasciano supporre un recupero, sia pur contenuto, per l’attività industriale nei prossimi mesi.
– In calendario anche le stime finali di inflazione di febbraio in Francia.

STATI UNITI
– Oggi ci sono diversi dati di rilievo in uscita.
Le vendite al dettaglio di febbraio dovrebbero rallentare dopo il boom di gennaio, in parte dovuto a problemi di correzione stagionale.
A febbraio, le vendite dovrebbero segnare una contrazione di -0,4% m/m, sulla scia della debolezza delle auto e di un aggiustamento dopo il rialzo di 3% m/m del mese precedente.
Al netto delle auto, le vendite sono previste in calo di -0,2% m/m.
I dati segnalerebbero una contrazione del consumo di beni in termini reali.
Grazie all’ampia variazione di gennaio, i consumi dovrebbero comunque essere in accelerazione nel 1° trimestre rispetto al 2° semestre 2022, caratterizzato da un trend di indebolimento diffuso.
– Il PPI di febbraio dovrebbe registrare una dinamica mensile in rallentamento a 0,3% m/m a febbraio.
– L’indice Empire della NY Fed a marzo è previsto a -5,5 da -5,8 di febbraio.
Il settore manifatturiero dovrebbe mantenersi in fase marginalmente recessiva, alla luce delle indicazioni modestamente negative dei mesi precedenti, con recupero di ordini e fatturato, e del miglioramento delle aspettative a 6 mesi.