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15 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– La produzione industriale a maggio ha registrato un rimbalzo di +12,4% m/m, dopo il pesante calo di aprile (-18,2%m/m, rivisto al ribasso da -17,1%).
A livello settoriale, il balzo più ampiosi è avuto per i beni durevoli (+54,2% m/m), seguiti dai beni di investimento (+25,4% m/m),dai beni intermedi (+10,0% m/m)e non durevoli (+2,8% m/m), e dall’energia (+2,3% m/m).
Lo spaccato per Paese vede Italia (+42,1% m/m), Francia (+20,0% m/m) e Spagna (+15,1% m/m) registrare un aumento della produzione al di sopra della media dell’Eurozona, mentre la Germania ha segnato una crescita più limitata (+9,7% m/m).
La variazione tendenziale è passata a -20,9% a/a da-28,7% precedente. Il dato di maggio riflette la riapertura delle attività produttive post-lockdown; un ulteriore aumento, ma più limitato, dovrebbe vedersi a giugno, come indicato dalle indagini congiunturali per l’area euro.
– L’indagine BCE sul credito bancario ha evidenziato una robusta domanda nel secondo trimestre 2020, spiegata dalla necessità di finanziare il capitale circolante. Tuttavia, le banche intervistate si attendono una frenata della domanda nei prossimi mesi, e la domanda di credito legata agli investimenti fissi è segnalata in calo.
Le condizioni del credito sono soggette a tensioni: la percezione del rischio e la tolleranza al rischio delle banche stanno alimentando una restrizione delle condizioni in particolare in Francia, Spagna e Germania, mentre l’Italia si è mossa in controtendenza.
La restrizione, già segnalata nel primo trimestre, è significativa per il credito alle famiglie (la percentuale netta che ha ristretto le condizioni è pari al 22% per i mutui ipotecari, 26% per il credito al consumo), ma del tutto marginale per le imprese.
– Nella settimana conclusa il 10 luglio l’Eurosistema ha attuato acquisti netti per 17,5 mld nell’ambito del PEPP, 3,2 mld per il PSPP, 3,3 mld per il CSPP e 0,9 mld per il CBPP3. L’attuazione di APP e PEPP spiega quasi interamente la variazione di 20,2 miliardi dell’attivo segnalata dal rendiconto finanziario settimanale.

GERMANIA – L’indice di fiducia ZEW è sceso di 4,1 punti a 59,3 a luglio. Il 69,5% degli esperti finanziari intervistati prevede che la situazione migliorerà ulteriormente (il 3,8% in meno rispetto al mese precedente). La valutazione della situazione attuale è migliorata di 2,2 punti a -80,9 a luglio, restando ancora non lontana dai recenti minimi. Il 19,1% degli esperti finanziari del sondaggio valuta la situazione attuale come normale (+5,4% in più rispetto al mese precedente), ma nessuno giudicala situazione come buona.

STATI UNITI – Il CPI a giugno aumenta di 0,6% m/m (0,6% a/a), dopo due contrazioni consecutive. Il rialzo è spinto da un ampio aumento dei prezzi energetici (+5,1% m/m, -12,6% a/a), dovuto principalmente alla benzina (12,3% m/m). Anche gli alimentari segnano una variazione solida, +0,6% m/m, con un contributo elevato degli alimentari consumati a casa.
L’indice core è in rialzo di 0,2% m/m (1,2% a/a), primo dato positivo da febbraio.
I servizi ex-energia tornano a registrare un aumento, +0,3% m/m, dopo un dato invariato a maggio e una correzione di -0,4% m/m.
Anche i beni core hanno prezzi in rialzo (+0,2% m/m), dopo due dati negativi. I dati mostrano un rimbalzo delle categorie che avevano subito le correzioni più ampie (abbigliamento, sanità, tariffe alberghiere, tariffe aeree), mentre le auto, sia nuove sia usate, e le tariffe dei servizi ricreativi segnano nuove contrazioni.
Le aspettative di inflazione delle famiglie sono aumentate nei mesi scorsi e le indagini delle imprese mostrano una ripresa degli indici dei prezzi ricevuti.
Anche nei prossimi mesi l’inflazione core sarà soggetta a pressioni di segno diverso, con debolezza nei servizi ricreativi e nell’istruzione, a fronte di variazioni positive per i beni, a causa di problemi di scarsità di offerta. Il rialzo dell’inflazione core a giugno dovrebbe essere condiviso anche dal deflatore, alla luce dei trend che emergono dal CPI oltre che dalle indicazioni di rialzi dei prezzi della sanità visti con il PPI di giugno.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
Contagi 3.431.574, nuovi contagi 59.200, decessi 136.466, guarigioni 1.049.098 (Fonte: JHU).
All’accelerazione dei nuovi contagi segue ora la crescita dei decessi giornalieri, che hanno toccato nuovi record in Florida, Alabama, Utah e Oregon. Il sindaco di Miami ha indicato che se non ci saranno segnali di miglioramento entro le prossime settimane, sarà inevitabile adottare misure più aggressive di quelle reintrodotte recentemente.
L’amministrazione ha ordinato agli ospedali di inviare tutti i dati relativi ai pazienti Covid-19 a una base dati centralizzata a Washington, presso il dipartimento di Health and Human Services, invece che al CDC. Da ora in poi, quindi, tutte le informazioni relative alla pandemia saranno gestite dall’amministrazione, limitando in modo cruciale l’attività del CDC, l’agenzia tipicamente preposta a gestire i dati sanitari a livello nazionale.
L’amministrazione modificherà le regole comunicate la settimana scorsa, volte a proibire agli studenti stranieri di essere negli USA se i corsi nelle università a cui sono iscritti sono tenuti soltanto online. Harvard e MIT avevano avviato una causa con l’amministrazione al riguardo ed erano stati seguiti da 17 stati che avevano avviato cause analoghe. Questa è una sconfitta per l’amministrazione, che mirava a spingere le università a riportare l’istruzione in forma “fisica” indipendentemente dalle condizioni sanitarie.
Bullard (St Louis Fed) ha ribadito le sue posizioni più ottimiste rispetto a quelle di altri partecipanti al FOMC, affermando che il minimo della crisi è alle spalle e che l’economia può registrare un rimbalzo significativo nella seconda metà dell’anno, con un notevole calo della disoccupazione.
Bullard ha sottolineato che se tutti i disoccupati che attualmente si definiscono “disoccupati temporanei” (il 73% del totale a giugno) fossero richiamati al lavoro entro sei mesi e non ci fossero altri cambiamenti, il tasso di disoccupazione calerebbe al 4,5%.
Secondo Bullard, uno scenario molto positivo è realizzabile con aggiustamenti per convivere con la pandemia e sforzi di politica sanitaria per controllare i contagi nella seconda metà dell’anno. Bullard ha però anche indicato che restano sostanziali rischi verso il basso e soggetti all’implementazione di politiche sanitariegranulari” necessarie per evitare una depressione.
Brainard (Board Fed), invece, ha presentato una visione più preoccupata per i rischi, indicando che l’incertezza resterà elevata fino a quando la pandemia rimarrà diffusa, generando freni alla ripresa causati da attività limitata e da costi di aggiustamento in alcuni settori, e limitando il reddito di consumatori e imprese.
Anche Harker (Philadelphia Fed) ha sottolineato i costi della pandemia per la crescita, evidenziando che la riapertura dell’economia non è lineare e che gli effetti di Covid-19 non sono solo un freno temporaneo, ma stanno causando una “correzione eccezionalmente dolorosa e persistentemente duratura”.
Il consenso nel FOMC è più vicino alla visione preoccupata di Brainard e Harker che a quella relativamente positiva di Bullard.

GIAPPONE – La riunione della BoJ si è conclusa con il mantenimento delle misure di politica monetaria già in vigore, mirate a dare il massimo sostegno all’economia in una fase di straordinaria debolezza. Il controllo della curva è confermato, con gli obiettivi a -0,1% per l’overnight e “intorno a 0” per il rendimento a 10 anni.
Per i JGB, si mantiene l’indicazione di acquisti illimitati, mirati a mantenere il rendimento a 10 anni intorno a zero.
In termini di linee guida per gli acquisti di titoli diversi dai JGB, la Banca centrale continuerà ad acquistare
1) ETF e J-REIT a un ritmo annuo pari a circa 6 tln e 90 mld di yen, rispettivamente, con la possibilità di adattare tali ritmi alle condizioni vigenti, ma mantenendoli al di sotto di un tetto di 12 tln per gli ETF e di 180 mld per i J-REIT;
2) carta commerciale e corporate bond avranno come limite inferiore i livelli del portafoglio attuale (2 tln e 3 tln), che fino a marzo 2021 potranno essere aumentati fino a un massimo di 7,5 tln per ciascuna categoria.Anche le misure a supporto delle imprese per circa 110 tln di yen sono invariate.
Il “Quantitative and Qualitative Easing with yield curve control” rimane centrale per l’obiettivo di portare l’inflazione stabilmente al di sopra del 2%.
– La BoJ ha anche pubblicato l’aggiornamento dell’Outlook for Economic Activity and Prices, che sottolinea la situazione “estremamente severa” ma prevede un graduale miglioramento nel secondo semestre di quest’anno, con rischi verso il basso sia per i prezzi sia per la crescita. Le previsioni macroeconomiche vedono una correzione del PIL di –4,7% e di calo dell’inflazione di -0,5% nell’a.f. 2020.
Per l’a.f. 2021, la crescita è prevista in ripresa (+3,3%), con l’inflazione a 0,3%.
L’obiettivo del 2% per l’inflazione rimane lontano anche alla fine dell’orizzonte previsivo (2022), con una dinamica dei prezzi attesa a 0,7%.
Lo scenario è in linea con una politica monetaria che nella migliore delle ipotesi resterà stabile e, in caso di deterioramento dello scenario, cercherà di introdurre ulteriore stimolo monetario.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ulteriormente dopo una nuova virata al ribasso della risk aversion indebolito contestualmente anche dal calo dei rendimenti reali sul rialzo fatto registrare dai dati di inflazione.
Il tema dei tassi, con i rendimenti nominali che rimangono schiacciati verso il basso a causa dell’approccio di policy della Fed che resta massimamente espansivo in risposta alla pandemia, si conferma un fattore frenante per il biglietto verde.
A contenere l’avversione al rischio ha invece contribuito ieri la notizia di risultati positivi nei test di sperimentazione di un vaccino per il coronavirus.
Sul fronte dei dati USA, le indicazioni positive attese oggi – indice Empire e produzione industriale – difficilmente agiranno a favore del dollaro se il sentiment generale non si modifica, ipotesi non scontata in una fase di mercato interlocutoria.

EURL’euro è salito ulteriormente da 1,13 a 1,14 EUR/USD favorito dal generale ridimensionamento dell’avversione al rischio e da aspettative – in realtà tutte da verificare – che al vertice del Consiglio Europeo che inizia venerdì si possa arrivare a un compromesso sul fronte del “recovery fund”.
A questi livelli il cambio va monitorato perché prossimo alla fascia chiave di resistenze 1,1450-1,1490 EUR/USD: in particolare 1,1450 rappresenta il limite di normale ritracciamento, entro il quale un rialzo del cambio è ancora tecnicamente reversibile.

GBP – La sterlina è scesa ieri sia contro dollaro da 1,25 a 1,24 GBP/USD sia contro euro da 0,90 a 0,91 EUR/GBP indebolita anche dai dati di crescita mensili (relativi al mese di maggio) che hanno mostrato un recupero inferiore alle attese. Oggi apre al rialzo favorita dalla generalizzata debolezza del dollaro. Si tratta comunque di movimenti ancora di assestamento, che assumeranno maggiore rilievo in funzione degli sviluppi nei negoziati con l’UE (le trattative proseguono anche questa settimana) e della performance dell’economia fra il secondo e il terzo trimestre.

JPYLo yen rimane stabile contro dollaro in area 107 USD/JPY ma cala contro euro da 121 a 122 EUR/JPY per via della salta dell’EUR/USD. Alla riunione di questa notte la BoJ ha mantenuto invariati i parametri di policy confermando il QQE con controllo della curva, ribadendo che lo scenario rimane gravato da rischi verso il basso, ma prevedendo una graduale ripresa a partire già dal secondo semestre.
Il driver principale rimane il sentiment di mercato.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La stima finale dovrebbe confermare che i prezzi al consumo a giugno sono saliti di un decimo sul NIC e sono rimasti stabili sull’indice armonizzato, per un’inflazione annua stabile a -0,2% sull’indice domestico e in calo a -0,4% sull’IPCA. L’inflazione di fondo (al netto di energia e alimentari freschi) dovrebbe essere confermata stabile a 0,8% a/a. In prospettiva, riteniamo che l’inflazione possa rimanere in territorio lievemente negativo verosimilmente per il resto dell’anno.

STATI UNITI
– La Fed pubblica il Beige Book in preparazione per la riunione del FOMC di fine mese. Il rapporto dovrebbe dare informazioni sulle aspettative di ripresa delle imprese e sulla capacità di mantenere aperte le attività nonostante una domanda ancora al di sotto dei livelli pre-covid e persistenti problemi dal lato dell’offerta. Anche sulle prospettive per il mercato del lavoro potrebbero esserci indicazioni che integrino quelle dei dati dei sussidi e del rialzo di occupati visto con i dati di maggio e giugno, soprattutto alla luce della ripresa dei nuovi contagi in molte aree.
– L’indice Empire della NY Fed a luglio è previsto in rialzo a 32 da -0,2 di giugno. L’indagine a giugno aveva registrato miglioramenti, con indicazioni di stabilizzazione per l’attività corrente e l’indice a 6 mesi sui massimi dal 2004. A luglio si dovrebbe vedere un aumento significativo degli indici coincidenti di attività, nuovi ordini e consegne. Anche gli indici dei prezzi pagati e ricevuti dovrebbero tornare in territorio positivo.
L’indagine dovrebbe seguire il processo di riapertura delle attività nella regione, con segnali positivi. Come per tutte le indagini di diffusione, la ripresa degli indici in area espansiva non dà informazioni sul livello di attività, che rimarrà ampiamente al di sotto di quello pre-recessivo.
– La produzione industriale dovrebbe accelerare in misura massiccia, con una variazione attesa di 4,5% m/m, dopo +1,4% m/m di maggio. Nel manifatturiero, il rialzo dovrebbe essere di +6,1% m/m, dopo +3,8% m/m a maggio. La ripresa dell’attività nell’industria a giugno è stata diffusa a tutti i settori e a tutti gli stati. Il livello della produzione nel manifatturiero dovrebbe essere inferiore a quello di giugno 2019 di circa 5 pp, e nei prossimi mesi si dovrebbe registrare ulteriore miglioramento, a ritmi molto più graduali rispetto a quanto visto fra maggio e giugno.