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15 Febbraio 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Ieri, la Survey of Consumer Expectations della NY Fed a febbraio ha registrato un calo delle aspettative di inflazione sull’orizzonte a 1 anno e a 3 anni, a 5,8% e 3,5% (da 4%), rispettivamente.

GIAPPONE – La prima stima del PIL del 4° trimestre ha mostrato una crescita di 5,4% t/t ann. (1,3% t/t), in ripresa dopo -3,6% t/t ann., grazie alla riapertura delle attività in autunno e alla fine dello stato di emergenza.
La voce più solida in autunno sono stati i consumi (2,7% t/t), spinti soprattutto dai beni durevoli.
Gli investimenti non residenziali hanno registrato un incremento di 0,4% t/t, dopo -2,4% t/t dell’estate.
Anche il canale estero ha sostenuto la crescita complessiva con un contributo di 0,2 pp, grazie a una variazione di 1% t/t delle esportazioni e a una flessione di -0,3% t/t delle importazioni.
Nel trimestre in corso, la ripresa dei contagi e delle restrizioni sanitarie e i vincoli dal lato dell’offerta dovrebbero determinare un nuovo modesto calo del PIL, con una correzione attesa consumi.

 

COMMENTI:

BCE – Nell’ultimo sondaggio Reuters, ora il 23% degli intervistati si attende che la BCE porti il tasso sui depositi (DFR) a zero entro fine 2022, mentre il 49% prevede che a fine anno sia a -0,25%.
Soltanto il 30% prevede ancora tassi invariati per tutto il 2022.
Il 60% degli intervistati si aspetta tassi a zero entro la fine del primo trimestre 2023.

STATI UNITI – Dalla Fed, Bullard (St Louis Fed) ha fatto altre affermazioni favorevoli a una politica monetaria aggressiva.
Secondo Bullard, nelle condizioni attuali la Fed non può “procedere gradualmente (…) da una riunione all’altra, facendo qualcosa qui, qualcosa lì” ma deve anticipare la rimozione dello stimolo più di quanto previsto in precedenza.
Bullard ha specificato di essere solo una persona nel Comitato, e di lasciare al presidente la decisione su come procedere.
Bullard ha sottolineato che non costa molto alzare i tassi ora, alla luce delle aspettative già incorporate dal mercato e delle condizioni solide dell’economia.
A suo avviso la riduzione del bilancio dovrebbe iniziare nel 2° trimestre, idealmente attraverso la scadenza dei titoli, ma potenzialmente anche attraverso vendite attive.
George (Kansas City Fed) ha ribadito la sua posizione secondo cui sarebbe appropriato contrastare l’inflazione con una rapida riduzione del bilancio della Fed, da attuare anche attraverso vendite di titoli.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana al rialzo ieri, ma oggi è in parziale arretramento al ridimensionarsi della risk aversion dopo che il ministro degli esteri russo Lavrov ha detto che si può ancora trovare una soluzione diplomatica.
Le attese per i dati USA di oggi (PPI e indice Empire in aumento) sono positive, per cui, se non deluderanno, dovrebbero favorire un rafforzamento almeno parziale del biglietto verde, soprattutto al susseguirsi di discorsi Fed (Bullard e George ieri) che confermano lo scenario di un robusto aggiustamento di policy.
Anche un’eventuale risalita della risk aversion favorirebbe il dollaro.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo ieri da 1,13 a 1,12 EUR/USD, ma è in recupero oggi al ridimensionarsi della risk aversion in merito alla crisi ucraina.
Il movimento è tuttavia facilmente reversibile se le tensioni dovessero aumentare ancora.
Sul fronte macro i dati USA e le indicazioni dalla Fed dovrebbero contribuire a riportare l’euro sulla difensiva, soprattutto alla luce del confronto con l’area euro.
Lo ZEW tedesco di stamani ha infatti deluso, mostrando un calo.

GBP – Dopo il calo di ieri contro dollaro da 1,35 a 1,34 GBP/USD la sterlina oggi è in risalita al rientro della risk aversion, ma meno dell’euro, rispetto al quale è infatti in lieve calo, comunque contenuto in area 0,83 EUR/GBP.
I dati sul mercato del lavoro di questa mattina sono stati positivi, e l’accelerazione dei salari conferma la presenza di pressioni al rialzo, supportando l’ipotesi di un altro rialzo dei tassi BoE già a marzo.
La sterlina dovrebbe beneficiarne, soprattutto contro euro, mentre potrebbe rientrare leggermente contro dollaro se i dati USA non deluderanno.

JPY – Lo yen è in calo oggi, sia contro dollaro, seppure ancora in area 115 USD/JPY, sia contro euro, da 130 a 131 EUR/JPY, al ridimensionarsi della risk aversion.
Il calo, soprattutto contro dollaro, potrà proseguire se i rendimenti a lunga USA saliranno sui dati statunitensi.
In questi giorni rimane comunque decisiva la dinamica della risk aversion: se risalisse lo yen ne beneficerebbe.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La seconda stima del PIL dovrebbe confermare il rallentamento a 0,3% t/t (4,6% a/a) a fine 2021 mentre la crescita dell’occupazione dovrebbe aver decelerato a 0,5% t/t dallo 0,9% t/t estivo.

GERMANIA – L’indice ZEW potrebbe tornare a flettere a febbraio, sulla scia della dinamica rialzista dei prezzi energetici e delle tensioni geopolitiche legate alla crisi ucraina.
L’indice generale è visto scendere a 45 da 51,7 precedente mentre quello sulla situazione corrente dovrebbe calare a -11,5 da -10,2.

PAESI BASSI – Vediamo una modesta contrazione del PIL di -0,2% t/t (+5% a/a) nel 4° trimestre del 2021, per via di un contributo negativo di consumi e commercio estero solo parzialmente compensato dal rimbalzo degli investimenti.

STATI UNITI
– Il PPI a gennaio è previsto in riaccelerazione, con un aumento atteso di 0,5% m/m, sia per l’indice headline sia per quello core, dopo 0,2% m/m di dicembre.
– L’indice Empire della NY Fed a febbraio dovrebbe aumentare a 12,5 da -0,7 di gennaio.
Il miglioramento del quadro pandemico dovrebbe contribuire a una moderata ripresa dell’espansione, che rimane frenata dalla scarsità di manodopera.