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14 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – L’indagine ZEW di settembre ha visto un calo sia delle aspettative a sei mesi sull’economia, a -61,9 da -55,3 precedente, che dell’indicatore sulla situazione corrente, a -60,5 da -47,6.
L’indice sulle attese è ai minimi dal 2008.
Il timore degli analisti è legato alle preoccupazioni sulle forniture di energia in vista dell’inverno e ad una crescita cinese più bassa delle attese, e si riflette in un calo degli ordini, della produzione e delle esportazioni.
L’indagine è coerente con una contrazione del PIL tra fine estate e inizio autunno.
Intanto, il Governo tedesco è intenzionato a riutilizzare il fondo di salvataggio introdotto durante la pandemia per sostenere le aziende energetiche in difficoltà, impegnandosi a stanziare 67 miliardi per evitare che l’impennata dei prezzi del gas scateni un’ondata di fallimenti nel settore.

STATI UNITI – Ieri il CPI di agosto ha sorpreso verso l’alto, sradicando i segnali preliminari di moderazione visti a luglio, con possibili ripercussioni sul sentiero atteso dei fed funds.
L’indice headline è aumentato di 0,1% m/m (consenso: -0,1% m/m), con variazioni di ampia entità diffuse alla maggior parte delle voci, e contributi particolarmente solidi da abitazione, sanità e alimentari.
Energia e alimentari hanno confermato i trend contrastanti in atto, con la prima in calo (-5% m/m) e i secondi in crescita di 0,7% m/m.
La vera sorpresa è stata la variazione di 0,6% m/m dell’indice core (consenso: 0,3% m/m), dopo 0,3% m/m di luglio.
Proseguono le correzioni di alcune voci volatili (auto usate, tariffe aeree), che però sono più che compensate dai rialzi significativi della maggior parte delle altre componenti.
I beni core hanno prezzi in rialzo di 0,5% m/m (7,1% a/a), con variazioni positive diffuse.
I servizi ex-energia aumentano di 0,6% m/m (6,1% a/a), con indicazioni di pressioni particolarmente marcate per abitazione e sanità.
L’inflazione mediana e la media troncata riaccelerano, con aumenti di 0,7% m/m e 0,6% m/m, rispettivamente, indicando che i rialzi dei prezzi “extra-large” sono distribuiti alla maggior parte delle voci.
La dinamica mensile core si mantiene quindi mediamente molto elevata e suggerisce che il dato moderato di luglio non era rappresentativo di un effettivo rallentamento del trend.

GIAPPONE – Gli ordini di macchinari di luglio hanno sorpreso ampiamente verso l’alto, con un aumento di 5,3% m/m, dopo 0,9% m/m di giugno.
I dati mostrano una netta divergenza fra settori.
Il manifatturiero registra una contrazione di -5,4% m/m, con una netta contrazione rispetto al 2° trimestre, spinta anche dal calo della domanda estera.
Invece, gli ordini nel settore non manifatturiero sono balzati di 15,1% m/m, con indicazioni positive per l’attività, anche alla luce della riduzione dei casi di Covid nel corso dell’estate.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Alle h. 9:00, il discorso della presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, includerà anche annunci sulle misure di emergenza in tema di energia.
Le indiscrezioni circolate ieri in merito alla proposta della Commissione parlano di un tetto ai ricavi delle imprese elettriche che usano rinnovabili o nucleare di €180/MWh e di un’imposta straordinaria del 33% sull’eccesso dei profitti 2022 rispetto alla media 2019-21, aumentata del 20%, realizzati da imprese nei settori petrolio, carbone e raffinazione; inoltre, di misure per ridurre i consumi elettrici di picco.
Le entrate straordinarie potranno essere usate dai governi per sostenere i consumatori (famiglie e imprese).
Non ci sarà il tetto al prezzo del gas, ma la Commissione sta lavorando a un indice di prezzo basato sulle transazioni in LNG in alternativa al TTF.
La proposta dovrà poi essere approvata dal Consiglio.

ITALIA – Ieri, il governo ha prorogato ulteriormente, fino al 17 ottobre, il taglio di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione.

STATI UNITI – Il CPI di agosto suggella definitivamente la previsione di un rialzo di almeno 75 pb alla riunione del FOMC del 20-21 settembre.
Alla luce delle indicazioni di rigidità, persistenza e diffusione dell’inflazione elevata, è possibile ora che il FOMC consideri anche un intervento da 100 pb la prossima settimana.
Inoltre, il rallentamento del ritmo dei rialzi atteso per l’autunno potrebbe essere rinviato, a meno di una svolta decisa dei dati di inflazione e mercato del lavoro a settembre e ottobre.
Manteniamo la nostra previsione di punto di arrivo dei fed funds a 4,5%, ma ora vediamo rischi verso l’alto e riteniamo che tale livello possa essere raggiunto entro fine 2022.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è rimbalzato ampiamente ieri sul dato di inflazione USA che ha disatteso le aspettative mostrando un rallentamento più blando delle attese per l’indice headline, e un’accelerazione superiore al previsto per l’indice core, corroborando lo scenario di un altro rialzo dei tassi Fed di 75 pb mercoledì prossimo, con rischio che la mossa possa essere di 100 pb e/o che il sentiero dei rialzi sia ancora più incisivo.
Nel breve il biglietto verde rimane quindi ancora favorito.

EUR L’euro ha corretto ampiamente sul generalizzato rimbalzo del dollaro, scendendo da un massimo di 1,0187 EUR/USD ieri a un minimo oggi di 0,9954 EUR/USD.
In mattinata è marginalmente risalito fino a rivedere brevemente la parità, complici fattori tecnici e l’annuncio della Presidente della Commissione UE Von der Leyen che tra le misure per contrastare il caro energia vi sono un tetto ai ricavi delle imprese elettriche, una tassa sugli extra profitti delle imprese petrolifere e misure per ridurre i consumi elettrici di picco.
I rischi che comunque permangono sullo scenario di crescita e inflazione dell’area, anche nel confronto diretto con gli USA, lasciano l’euro esposto a nuova debolezza sotto la parità, soprattutto in caso di delusioni dai dati.
Già questa mattina i dati di produzione industriale dell’area sono risultati ancora più negativi di quanto previsto.

GBPAnche la sterlina ha corretto ampiamente sul rimbalzo del dollaro scendendo da 1,17 a 1,14 GBP/USD, mentre contro euro si è mantenuta in range in area 0,86 EUR/GBP.
I dati di inflazione stamani hanno mostrato un leggero calo contro attese di aumento, ma il quadro prospettico rimane critico.
Pertanto, fino a che i dati mostrano anche un peggioramento dello scenario di crescita (attese negative per le vendite al dettaglio venerdì), la sterlina resta esposta a nuova debolezza.

JPYAnche lo yen ha corretto ampiamente sul rimbalzo del dollaro riportandosi da 141 a 144 USD/JPY, a un soffio dai minimi della settimana scorsa e dal livello critico di 145,00 USD/JPY.
Oggi però è in recupero fino in area 142 USD/JPY dopo che la BoJ – secondo il sito Web Nikkei – avrebbe condotto una verifica delle quotazioni del cambio chiedendo i prezzi agli operatori di mercato, pratica che potrebbe essere preparatoria di un intervento valutario.
Contemporaneamente il ministro delle finanze Suzuki ha espresso rinnovata preoccupazione per il rapido deprezzamento dello yen, avvisando che se tali dinamiche proseguiranno, si dovrà reagire e a questo proposito si stanno valutando tutte le opzioni, inclusa l’ipotesi di intervento, che appare tuttavia non facilmente percorribile in quanto rischierebbe di essere poco efficace nell’attuale contesto di mercato che vede un generalizzato rafforzamento del dollaro giustificato dalla dinamica dei tassi USA a fronte di una politica monetaria divergente – e isolata – da parte della BoJ.
Per lo yen restano pertanto rischi verso il basso nel breve (verso i minimi del 1998 entro la fascia 145-147 USD/JPY).
Contro euro la valuta nipponica si è invece rafforzata tra ieri e oggi da 145 a 142 EUR/JPY, complice la correzione dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi prevediamo un ampio calo per la produzione industriale a luglio: -1,8% m/m da un precedente 0,7%.
I dati nazionali hanno registrato pesanti flessioni dell’output, soprattutto da parte dei settori più energivori, e ci aspettiamo che la contrazione industriale possa continuare almeno per tutto il 2° semestre.

STATI UNITI – Oggi è in uscita il PPI di agosto, previsto in aumento di 0,1% m/m per l’indice headline e di 0,3% m/m per l’indice core, con rischi verso l’alto alla luce delle informazioni emerse dai prezzi al consumo.