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14 Novembre 2023 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – In assenza di novità e in attesa dei dati odierni il dollaro ha aperto la settimana in lieve calo seguendo l’analogo movimento dei rendimenti.
Oggi i dati di inflazione saranno un test importante: le attese sono per un calo, che indebolirebbe gli argomenti a favore di un altro rialzo dei tassi Fed sfavorendo il dollaro.
Tuttavia, fino a che la retorica Fed non chiude le porte a un eventuale rialzo, l’impatto sul biglietto verde può essere ridotto.
Al contrario il dollaro dovrebbe rafforzarsi qualora i dati sorprendessero verso l’alto.

EURL’euro ha aperto la settimana in lieve rialzo da 1,06 a 1,07 EUR/USD principalmente di riflesso all’arretramento del dollaro.
Anche per la moneta unica, infatti, saranno importanti i dati di inflazione USA, favorendolo in caso di calo ma sfavorendolo ancora qualora dovessero sorprendere verso l’alto.
Restano comunque da seguire anche i dati dell’area, dove i rischi verso il basso sulla crescita frenano l‘upside del cambio, anche se questa mattina ha reagito positivamente allo ZEW tedesco, che è migliorato più delle attese (tranne che per la componente delle condizioni correnti), nonostante l’indice resti ancora su livelli bassi.
Domani invece si attendono indicazioni negative dalla produzione industriale dell’area, prevista in contrazione.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo ieri sia contro dollaro, pur restando in area 1,22 GBP/USD, sia contro euro, pur restando in area 0,87 EUR/GBP, perché aiutata non solo dall’arretramento del biglietto verde ma anche da alcune dichiarazioni BoE.
Breeden, appena entrata a far parte del MPC in sostituzione di Cunliffe ha infatti spiegato che i rischi sull’inflazione sono verso l’alto, che non si prevede una recessione ma che la restrizione monetaria attuata finora non ha ancora dispiegato appieno i propri effetti sull’economia e Breeden si attende che tali effetti posano essere consistenti, ragion per cui all’ultima riunione ha votato per tassi fermi.
Mentre Mann, che appartiene alla minoranza che alle ultime due riunioni aveva votato per un altro rialzo dei tassi, ha dichiarato che la ricerca mostra che l’inflazione è aumentata e così anche la sua persistenza.
La sterlina si è rafforzata ulteriormente contro dollaro questa mattina riaffacciandosi a quota 1,23 GBP/USD sui dati del mercato del lavoro, che nel complesso hanno sorpreso verso l’alto mostrando un rallentamento più blando del previsto della dinamica retributiva, una stabilizzazione del tasso di disoccupazione contro attese di aumento e una variazione positiva degli occupati rispetto ad aspettative di una variazione molto negativa.
Dopo i dati di inflazione USA di oggi, che avranno un impatto anche sulla sterlina, l’attenzione si sposterà domattina sui dati di inflazione nel Regno Unito: le attese sono per un ampio calo che, se non smentito, dovrebbe sfavorire la sterlina.

JPYLo yen invece ha aperto la settimana in calo contro dollaro aggiornando i minimi recenti in area 151 USD/JPY, penalizzato ancora dalla prospettiva che almeno nel breve i tassi giapponesi restino troppo bassi (il tasso d’intervento ufficiale è addirittura negativo) e i differenziali di tasso/rendimento rimangano comunque sfavorevoli.
Contro dollaro lo yen è ai minimi da ottobre dell’anno scorso ma contro euro è sceso fino in area 162 EUR/JPY andando a rivedere qui minimi abbandonati nel 2008.
Il ministro delle finanze Suzuki ha ribadito che oscillazioni eccessive non sono desiderabili e quindi se necessario verranno intraprese azioni per reagire ai movimenti di mercato.
Cruciali saranno oggi i dati USA: se l’inflazione dovesse sorprendere verso l’alto il possibile effetto rialzista sui rendimenti a lunga USA potrebbe indebolire ulteriormente lo yen.