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14 Marzo 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata a marzo dall’Univ. of Michigan ha registrato un nuovo calo, a 59,7, da 62,8, toccando il minimo da settembre 2011.
La correzione è particolarmente marcata per l’indice aspettative, in flessione a 54,4 da 59,4, mentre l’indice delle condizioni correnti è scivolato marginalmente a 57,8 da 58,2.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono balzate a 5,4% da 4,9% di febbraio, sul massimo dal 1981; sull’orizzonte a 5-10 anni, le aspettative sono stabili a 3% per il secondo mese consecutivo.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Il Consiglio Europeo del 10-11 marzo (vedi qui la dichiarazione finale) ha concordato un “sostanzioso incremento delle spese per la difesa”, focalizzato a colmare i divari strategici in tale ambito.
Sul fronte energetico, ha confermato l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, impegnandosi a una più rapida riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, allo sviluppo di biogas e mercato dell’idrogeno, a un’accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili.
Entro fine marzo, la Commissione Europea presenterà un piano per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi sostenibili dell’energia, e saranno esaminate le opzioni per ridurre l’impatto della crisi energetica su cittadini e imprese.
Il documento non fa cenno agli obiettivi (troppo) ambiziosi di riduzione della dipendenza dal gas russo comunicati dalla Commissione l’8 marzo.

STATI UNITI – Venerdì, Biden ha detto che gli USA agiranno per revocare lo stato di “most favored nation” alla Russia, aprendo la strada a un significativo aumento dei dazi sulle importazioni russe.
La revoca richiede un voto in Congresso che potrebbe avvenire entro pochi giorni.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in lieve calo rispetto ai livelli di aperura, che però rappresentano i nuovi massimi recenti.
Oggi apre ancora in marginale arretramento su leggero rientro della risk aversion dopo le dichiarazioni del vice-segretario di stato USA secondo cui vi sarebbero segnali di un maggior impegno negoziale della Russia sull’Ucraina.
Questa settimana i riflettori saranno anche sul FOMC di mercoledì, che sancirà l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi indicando un sentiero di rialzi robusto soprattutto per quest’anno ma anche per il prossimo.
I rendimenti USA oggi aprono infatti aggiornando i massimi sia sul tratto breve che su quello lungo.
Per quanto il mercato sconti già un sentiero di restrizione significativo, il biglietto verde potrebbe comunque riuscire a rafforzarsi ancora dopo l’annuncio effettivo.
Cruciale resterà comunque il ruolo della risk aversion in relazione agli sviluppi sul fronte russo-ucraino: un eventuale calo priverebbe di supporto il dollaro, senza comunque minarne il quadro favorevole di breve.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in lieve rialzo a 1,09 da 1,08 EUR/USD, dove però aveva aggiornato lunedì scorso i minimi recenti.
Dai dati (ZEW tedesco e produzione industriale dell’area, entrambi domani) non si attendono indicazioni favorevoli.
Tuttavia, i driver saranno ancora gli sviluppi sul fronte del conflitto e la riunione della Fed.
Oggi apre in marginale rafforzamento sul leggero rientro di risk aversion e quotazioni petrolifere: se tale tendenza dovesse consolidarsi, l’euro potrebbe rafforzarsi ancora, ma comunque con upside limitato (entro il corridoio 1,10-1,11 EUR/USD) dato il riallargarsi della distanza tra BCE e Fed con l’avvio dei rialzi dei tassi USA al FOMC di mercoledì.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 1,32 a 1,30 GBP/USD sia contro euro da 0,82 a 0,84 EUR/GBP.
Molto importante sarà la riunione BoE di giovedì.
Le attese sono per un altro rialzo di 25 pb a 0,75%, ma la sterlina potrebbe non trarne vantaggio nell’immediato soprattutto se la BoE sottolineerà il deterioramento del trade-off tra crescita e inflazione.
La prosecuzione regolare del ciclo di rialzi nei prossimi mesi dovrebbe però tornare a favorire la sterlina successivamente, seppure in misura modesta.
Intanto, la valuta britannica resterà reattiva anche agli sviluppi sul fronte russo-ucraino, venendone penalizzata in caso di aumento della risk aversion e/o dei prezzi del petrolio.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 114 a 117 USD/JPY aggiornando qui i minimi di nuovo oggi (per rivedere livelli abbandonati a inizio 2017) sia contro euro da 124 a 129 EUR/JPY, restando in calo anche oggi.
Il deprezzamento è stato favorito dalla nuova ascesa dei rendimenti USA.
La combinazione di imminente avvio del ciclo di rialzi Fed (con una BoJ che confermerà invece alla riunione di venerdì la necessità di mantenere condizioni monetarie massimamente espansive) e deterioramento del quadro di crescita e inflazione giapponese nonché del disavanzo commerciale per via dei rincari energetici prospetta ulteriore debolezza dello yen.
Ne abbiamo infatti ritoccato ulteriormente al ribasso le previsioni contro dollaro a 118-119-119-120-120 USD/JPY a 1m-3m-6m-12m-24m dalle precedenti 117-118-119-119-120 USD/JPY.
Ne risultano parzialmente ritoccate al ribasso anche quelle contro euro a 125-130-133-138-144 EUR/JPY sullo stesso orizzonte.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – La settimana entrante si prospetta povera di dati macroeconomici.
Per l’area euro vediamo una produzione industriale all’incirca stagnante a gennaio (i dati nazionali hanno mostrato un aumento in Germania e Francia ma un ampio calo in Italia).
– In calendario anche le stime finali d’inflazione di febbraio in Francia, Italia e nel complesso dell’Eurozona.

GERMANIA – L’indagine ZEW di marzo dovrebbe riportare un forte calo del morale degli analisti sotto il peso del conflitto in Ucraina.

STATI UNITI
 – La settimana ha molti dati in uscita negli, ma il focus sarà sulla riunione del FOMC che dovrebbe iniziare un nuovo ciclo dei tassi, con un rialzo di 25pb e indicazioni di interventi consecutivi alle prossime riunioni, per contrastare le pressioni inflazionistiche amplificate dalla guerra in Ucraina.
– Le prime indagini del manifatturiero di marzo dovrebbero confermare l’espansione del settore, riportando anche crescenti pressioni su prezzi e salari.
– Fra i dati di attività di febbraio, le vendite al dettaglio dovrebbero essere ancora in netto aumento, pur in presenza di una contrazione nel comparto auto dovuto a vincoli dall’offerta, e la produzione industriale è prevista in rialzo.
– Nel settore immobiliare residenziale, le informazioni di febbraio relative a vendite di case e nuovi cantieri dovrebbero essere moderatamente positive.
– Infine, il PPI di febbraio dovrebbe registrare un altro ampio incremento spinto dalle materie prime, ma diffuso anche ad altri comparti.