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14 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Il dato finale dell’inflazione di giugno conferma l’accelerazione registrata dalla stima flash, a 0,9% a/a (+0,6% m/m) da 0,6% a/a sull’indice nazionale e a +0,8% a/a (+0,7% m/m) da 0,5% a/a su quello armonizzato. L’aumento risulta trainato principalmente dall’energia, che riduce il forte calo su base tendenziale (+1,3% m/m e -6,2% a/a).
Sul mese, sono cresciuti anche i prezzi dei servizi (+1,0% m/m); hanno segnato una forte accelerazione i prezzi dei servizi di acconciatura (+5,1%) e di ristoranti e bar (+2,6%), per via dei maggiori costi legati alle nuove misure igieniche.
Rimane forte incertezza sull’andamento dell’inflazione dei prossimi mesi. Le indagini congiunturali continuano a indicare pressioni al ribasso sui prezzi, per via della debolezza della domanda; inoltre, dal 1° luglio, la riduzione dell’IVA avrà un ulteriore effetto ribassista sull’inflazione, sia pure temporaneo.

GIAPPONE – La produzione industriale (finale) a maggio registra un calo di -8,9% m/m (-26,3% a/a), da -8,5% m/m della stima preliminare, con l’indice in calo di -21,1% rispetto al livello di gennaio. Anche le consegne sono in calo di -8,9% m/m (-26,8% a/a).
Il rapporto scorte/fatturato aumenta a 148,6 in rialzo del 7,3% m/m (40,7% a/a). La crescita dovrebbe segnare il terzo trimestre consecutivo di contrazione in primavera, con l’aspettativa di una svolta nel terzo trimestre.

CINA – Il tasso di crescita delle importazioni è balzato in territorio positivo a 2,7% a/a in giugno da -16,7% a/a in maggio, aiutato in parte da un effetto base favorevole ma sostenuto anche da un aumento delle importazioni in volume delle principali materie prime.
Il balzo del tasso di crescita delle esportazioni è stato più contenuto, con una risalita a +0,5% a/a in giugno dopo un -3,3% a/a in maggio.
L’andamento migliore delle esportazioni è ancora legato a prodotti quali i medicinali e i dispositivi medici ed elettronici, che hanno registrato tassi di crescita superiori al 30% sostenuti dalle necessità create dall’epidemia, e che hanno compensato parzialmente i cali in altri comparti.
La dinamica degli ordini esteri rimane ancora molto debole, sia in Cina sia nei paesi dei principali partner commerciali, e continua a prefigurare un calo delle esportazioni nei prossimi mesi. La progressiva ripresa della domanda interna dovrebbe invece favorire una tenuta delle importazioni.

 

COMMENTI:

STATI UNITIContagi 3.363.056, nuovi contagi 59.000, decessi 135.605, guarigioni 1.031.856 (Fonte: JHU).
La crescita dei nuovi casi prosegue, con molti stati che riportano difficoltà nel condurre test per mancanza di reagenti e per colli di bottiglia nella catena produttiva. I risultati dei test in molte aree sono disponibili con settimane di ritardo, rendendoli ampiamente inefficaci per fermare la diffusione dei contagi.
I decessi sono in aumento negli stati più colpiti, con nuovi record giornalieri per Arizona, California, Florida, Mississippi e Texas. In California, il governatore ha ordinato la chiusura dei bar e del servizio interno nei ristoranti, oltre a bloccare l’attività di parrucchieri, palestre, zoo e cinema.
I distretti scolastici di San Diego e Los Angeles hanno annunciato che le scuole riapriranno a settembre solo in modalità online, nonostante le pressioni dell’amministrazione per un ritorno all’istruzione con presenza fisica.
Alcuni stati hanno fatto ricorso contro l’amministrazione Trump per bloccare la revoca dei visti agli studenti stranieri iscritti a corsi universitari tenuti solo in modalità online, seguendo la strada imboccata qualche giorno fa da Harvard e MIT.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto che la ripresa dei contagi sta frenando la crescita, probabilmente a partire da metà giugno. A suo avviso non si tornerà al blocco di aprile, ma l’accelerazione dei nuovi casi rallenterà il rimbalzo. Secondo Kaplan, la Fed e le autorità fiscali dovranno agire ancora per sostenere la crescita con nuovo stimolo.
Williams (NY Fed) ha detto che i tassi di riferimento hanno seguito l’andamento dei tassi ufficiali in modo soddisfacente, mostrando che il passaggio dal Libor al SOFR sta avvenendo in modo soddisfacente.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo due settimane di calo, comunque relativamente contenuto, il dollaro ha aperto al ribasso anche la terza. Il continuo incremento dei contagi non è riuscito finora a far deteriorare il sentiment di mercato al punto da accrescere la risk aversion.
E i dati hanno perlopiù confermato le attese di miglioramento post-lockdown, offrendo in alcuni casi (indici ISM e non-farm payrolls) ampie sorprese positive. Anche dai dati in uscita questa settimana (indice Empire, vendite al dettaglio, fiducia delle famiglie) si attendono segnali di ripresa.
Tuttavia resterà probabilmente il sentiment di mercato il driver principale. In caso di riattivazione più diffusa delle misure di contenimento già decisa in alcune aree in seguito all’aumento dei contagi il mood potrebbe tornare a deteriorarsi, favorendo il dollaro nel suo ruolo di safe haven.
Tendenzialmente comunque la fase attuale è di passaggio, non essendo ancora chiaro il decorso post-lockdown della pandemia, il che supporta dinamiche di mercato improntate a lateralità.

EUR – In assenza di aumento della risk aversion a livello globale, nelle ultime due settimane l’euro è tornato a rafforzarsi, ma in misura modesta, da 1,11 a 1,13 EUR/USD, mantenendosi nel corridoio – stretto – in essere da un mese.
Di fatto quindi il movimento non si configura ancora come direzionale e a meno di sorprese particolarmente positive dall’area euro o di indicazioni robuste di una svolta positiva nel decorso della pandemia vi è ancora spazio almeno per un nuovo ritracciamento al ribasso del cambio.
Un primo test in tal senso potrebbe aversi in occasione del vertice del Consiglio Europeo di venerdì/sabato, che avrà fra i temi caldi all’ordine del giorno il “recovery fund”.
La riunione BCE di giovedì dovrebbe essere invece di tipo interlocutorio lasciando invariati i parametri di policy. I dati (tra i quali lo ZEW tedesco e la produzione industriale dell’area oggi) sono attesi confermare la ripresa post-lockdown.

GBPLa sterlina si è rafforzata nelle ultime due settimane sia contro dollaro da 1,22 a 1,26 GBP/USD sia contro euro da 0,91 a 0,89 EUR/GBP, grazie alle indicazioni di qualche possibile progresso ni negoziati con l’UE – seppure estremamente circoscritto alla sola questione dei diritti di pesca, considerato comunque uno dei temi chiave – e all’annuncio di nuove misure di stimolo fiscale per contrastare le ricadute negative della pandemia.
L’apertura di settimana è stata però al ribasso, complice il permanere dell’incertezza sugli altri punti chiave dei negoziati con l’UE, che proseguiranno nei prossimi giorni.
Da seguire anche alcuni discorsi BoE, quello del governatore Bailey in primis. A meno di sorprese positive sul fronte dei negoziati con l’UE, i massimi di sterlina dei giorni scorsi dovrebbero confermarsi per ora come resistenze.

JPY – Lo yen si è mantenuto nel range stretto in atto da oltre un mese a 106-108 USD/JPY.
L’assenza di spunti direzionali è coerente con l’incertezza sul decorso della pandemia dove l’aumento dei contagi a livello globale compensa – in termini di sentiment generale – le indicazioni di ripresa economica post-lockdown.
La dinamica del cambio resta di tipo laterale finché il mood di mercato rimane incerto. Contro euro il cambio è marginalmente sceso da 119a 121 EUR/JPY, sulla modesta salita dell’EUR/USD, restando tuttavia in range.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La produzione industriale dovrebbe evidenziare un rimbalzo dell’ordine del 17% m/m a maggio, dopo il crollo di -17,1% m/m di aprile.
Tutti i principali Paesi hanno registrato un netto recupero nel mese. La variazione annua è attesa rimanere in territorio ampiamente negativo a -16,2% da -27,9%. Se la nostra previsione fosse confermata, la produzione sarebbe in rotta per un crollo di-14,1% t/t nel secondo trimestre, dopo il -3,5% t/t precedente.

GERMANIA – A luglio, l’indice ZEW sulle aspettative di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca è atteso ancora in recupero, seppur modesto, a 67,5 da 63,4 di giugno; il dato dovrebbe posizionarsi ben lontano dal minimo toccato a marzo (-49,5).
L’indice sulla situazione corrente dovrebbe registrare una crescita più marcata (a -50,0 da -83,1), dopo aver toccato il minimo dal 2003 in maggio (-93,5).
I dati sulla ripresa dell’attività economica rimangono contraddittori: crescono più del previsto i consumi delle famiglie, mentre la produzione industriale è tornata a crescere ma su ritmi inferiori alle attese.

STATI UNITI – Il CPI a giugno è previsto in aumento di 0,5% m/m (0,6% a/a), dopo -0,1% m/m. La svolta nel comparto energetico è spinta dal prezzo della benzina, in rialzo di 7,8% nel mese di maggio, e si sommerà al rialzo in atto nel comparto alimentare. L’indice core dovrebbe registrare una variazione di 0,1% m/m (1,1% a/a), in linea con quella di maggio, ma si rilevano rischi verso l’alto. Tuttavia, sul fronte dei beni core ci potrebbero essere spinte verso l’alto nel segmento auto, sia nuovo sia usato, e dell’abbigliamento.
Il sentiero dei prezzi risentirà ancora per diversi mesi dello spostamento della domanda fra settori per via del ritorno solo incompleto alle attività pre-pandemia, con pressioni verso l’alto per gli alimentari e possibili rialzi nel settore auto (a causa di colli di bottiglia all’offerta). Le aspettative di inflazione delle famiglie sono in rialzo da maggio e puntano a una disinflazione solo transitoria.