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14 Giugno 2021 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a giugno (prel.) aumenta a 86,4 da 82,9 di maggio, con l’indice coincidente poco variato a 90,6 da 89,4 e le aspettative a 83,8 da 78,8.
L’indice composito recupera circa due terzi della correzione di maggio, con indicazioni positive per lo più concentrate fra gli intervistati nelle categorie di reddito medio-alto.
Le aspettative per l’economia sono in ulteriore miglioramento, con una percentuale record di intervistati che prevede un calo della disoccupazione.
Le famiglie continuano a segnalare elevati timori per il sentiero dei prezzi, benché le aspettative di inflazione nell’indagine corrente si siano ridimensionate dal mese precedente, scendendo a 4% da 4,6% sull’orizzonte a 1 anno e a 2,8% da 3% sull’orizzonte a 5 anni.
In questa fase post-pandemica secondo il direttore dell’indagine i consumatori sono meno sensibili ai rialzi dei prezzi, ma se l’aumento dell’inflazione dovesse persistere, ci potrebbero essere ricadute più durature sul comportamento individuale.
Due terzi degli intervistati prevedono rialzi dei tassi di interesse già l’anno prossimo.

GIAPPONE – La produzione industriale ad aprile (finale) è rivista ampiamente verso l’alto rispetto alla lettura preliminare e registra una variazione di 2,9% m/m (15,8% a/a), da 2,5% m/m della prima lettura.
Anche le consegne sono in netto rialzo (+3,1% m/m), mentre le scorte flettono di – 0,1% m/m e il rapporto scorte fatturato cala di -2,4% m/m.
L’indagine del METI sulle previsioni delle imprese riportava a fine maggio aspettative di correzione di -1,7% m/m a maggio e di ripresa di 5% m/m a giugno.
I dati recenti segnalano che, sulla scia del terzo stato di emergenza, che dovrebbe rimanere in vigore almeno fino a metà giugno, il 2° trimestre dovrebbe registrare una stagnazione, ma nel 3° trimestre si dovrebbe instaurare un trend di moderata crescita spinta principalmente dall’industria.
Le indicazioni della Business Outlook Survey puntano a una ripresa degli investimenti per le imprese manifatturiero, pur a fronte di persistente debolezza per il settore non manifatturiero.
I consumi dovrebbero riprendersi grazie al contenimento dei contagi e all’accelerazione della campagna vaccinale.
Al 10 giugno, il 12,6% della popolazione aveva ricevuto almeno una dose di vaccino e il 4,3% era pienamente immunizzato.

 

COMMENTI:

ITALIA
– La Banca d’Italia ha presentato le nuove proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana nel triennio 2021-23 elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema.
Le nuove stime vedono una crescita del PIL del 4,4% quest’anno, del 4,5% l’anno prossimo e del 2,3% nel 2023 (da 3,5%, 3,8% e 2,3% rispettivamente delle proiezioni di gennaio).
Le proiezioni però non incorporano i dati di contabilità nazionale diffusi dall’Istat lo scorso 1° giugno: tenendone conto, la stima di crescita per il 2021 sarebbe più elevata di oltre mezzo punto percentuale (dunque a 4,9-5%).
La ripresa è trainata soprattutto dagli investimenti, grazie all’attenuarsi dell’incertezza circa le prospettive di domanda, alle favorevoli condizioni di finanziamento e al sostegno proveniente dalle misure programmate nell’ambito del PNRR.
Secondo Bankitalia, i principali elementi di incertezza rispetto a questo profilo previsivo sono legati alla progressione della pandemia (il riferimento è al successo della campagna vaccinale a livello non solo nazionale ma globale) e all’efficacia e qualità delle politiche di sostegno (cruciale l’implementazione dei progetti del PNRR): da questi elementi, potrebbero derivare sia rischi al ribasso che al rialzo sulle proiezioni di crescita.
– Da oggi, due terzi della popolazione italiana (oltre 40,5 milioni di persone) è soggetto alle regole della cosiddetta “zona bianca” (dove non vigono particolari restrizioni se non l’uso dei DPI e il divieto di assembramenti, l’utilizzo del green pass per partecipare ai matrimoni, il divieto di balli in discoteca).
Infatti, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e la provincia autonoma di Trento si sono aggiunte a Abruzzo, Liguria, Umbria, Veneto, Molise, Friuli Venezia Giulia e Sardegna nel gruppo di regioni a basso rischio (il resto d’Italia è in zona gialla).

GERMANIA – Nelle nuove proiezioni macroeconomiche elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, la Bundesbank ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per il 2021 e 2022 e leggermente al ribasso quelle per il 2023.
Secondo le nuove stime, il PIL tedesco è atteso crescere del 3,7% quest’anno e del 5,2% l’anno prossimo, per poi rallentare a 1,7% nel 2023.
Lo staff della Banca Centrale tedesca ha rivisto al rialzo anche le proiezioni sull’inflazione: l’indice armonizzato è visto toccare un picco a 2,6% nel 2021, per moderare a 1,8% nel 2022 e a 1,7% nel 2023.

STATI UNITI
 – Fra metà giugno e metà luglio (per la maggior parte nella seconda metà di giugno), 25 Stati elimineranno o modificheranno in senso restrittivo i sussidi di disoccupazione erogati dal governo federale, con effetti su circa un quarto dei sussidi non statali.
Questi Stati rappresentano circa il 43% degli occupati e il 36% dei disoccupati.
Per Alaska, Mississippi e Missouri le modifiche entrano in vigore già questa settimana, Wyoming, Nebraska, Idaho, fra gli altri, interverranno il 19 giugno, mentre fra fine giugno e inizio luglio ci saranno cambiamenti anche in Stati popolosi, come Texas, Florida, Arizona e Maryland.
In alcuni casi gli Stati distribuiranno bonus per l’accettazione di un impiego, in altri verrà eliminata solo l’integrazione di 300 dollari a settimana, in altri ancora verranno interrotti anche i programmi per i disoccupati nella “gig economy”, colpendo circa 1,5 mln di sussidi.
Le nuove misure restrittive sui sussidi dovrebbero avere effetto sull’offerta di lavoro e, già a partire dai dati delle prossime settimane, si avranno informazioni potenzialmente rilevanti per la dinamica occupazionale.
I sussidi e le integrazioni federali termineranno per tutti gli Stati a metà settembre.
– In settimana inizierà il lavoro negoziale di un gruppo di 10 senatori bipartisan per costruire consenso in Congresso e presso l’amministrazione su un piano di infrastrutture con misure per 974 mld in 5 anni, potenzialmente estensibile su 8 anni con un totale di 1,2 tln.
Circa 580 mld delle misure richiederebbero nuovi fondi, mentre una parte verrebbe finanziata riallocando fondi previsti dalla legislazione anti-Covid già approvata e non ancora utilizzati.
Biden ha detto di essere disponibile a utilizzare 75 mld di fondi già appropriati.
Non sono previsti rialzi di imposte, anche se, secondo Romney, si è considerata la possibilità di indicizzare l’imposta federale (fissa, e non proporzionale, dal 1993 a 18,4 cent/gallone) sulla benzina all’inflazione, ma l’amministrazione ha indicato che questo violerebbe l’impegno di Biden a mantenere invariate le imposte per tutti gli individui con redditi

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, grazie all’ampio rimbalzo concentrato nella giornata di dovuto principalmente a ricoperture di posizioni corte sul dollaro in vista del FOMC di questo mercoledì. venerdì
In tale occasione infatti la Fed, nel rivedere in senso migliorativo lo scenario macro, potrebbe indicare che è/si sta avvicinando il momento di “parlare di parlare” di tapering.
Questo dovrebbe contribuire a favorire il biglietto verde, fermando la discesa che ha prevalso tra aprile e maggio e agevolando un avvio di recupero, che sarà più continuativo se i dati a venire non deluderanno.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,22 a 1,20 EUR/USD principalmente di riflesso al recupero del dollaro.
Questa settimana il driver principale del cambio sarà l’esito del FOMC.
L’euro quindi dovrebbe arretrare ancora sul rafforzamento atteso del biglietto verde in funzione dell’avvio/avvicinarsi della discussione sul tapering.
Il movimento potrebbe comportate una rottura ribassista di quota 1,2000 EUR/USD.

GBP – La sterlina ha mostrato una dinamica perlopiù laterale la scorsa settimana, sia contro dollaro, nel range 1,40-1,41 GBP/USD, sia contro euro, nel range 0,85-0,86 EUR/GBP, dando però segnali di debolezza.
A sfavore della valuta britannica hanno agito sia alcuni dati, risultati più deboli del previsto, sia il montare dei contrasti tra Regno Unito e UE in merito al protocollo dell’Irlanda del Nord, in tema di “libere” importazioni di alcuni beni dal Regno Unito all’Irlanda del Nord, il cui termine scadrebbe il 30 giugno, tema che rimarrà ancora caldo nel breve.
Oggi inoltre il governo dovrebbe annunciare se l’eliminazione di tutte le restrizioni programmata per il 21 giugno verrà mantenuta, o se il termine verrà rinviato (al vaglio l’ipotesi di un rinvio di quattro settimane), oppure se alcune restrizioni cadranno e altre verranno mantenute, per via dei contagi dovuti alla variante indiana.
Oggi la sterlina è in calo e un eventuale rinvio contribuirebbe a mantenerla sulla difensiva.
In programma oggi anche un discorso di Bailey, da seguire per eventuali indicazioni sulle prossime mosse di policy.
Successivamente, anche la sterlina sarà influenzata dall’esito del FOMC, di riflesso alla reazione del dollaro.

JPY – Lo yen si è mosso in laterale la settimana scorsa contro dollaro, mantenendosi in area 109 USD/JPY, mentre ha mostrato una dinamica più contrastata contro euro, contenuta comunque nel range 132-133 EUR/JPY.
Il FOMC di questa settimana dovrebbe offrire maggiori spunti direzionali, per cui il possibile “parlare di parlare” di tapering da parte della Fed dovrebbe favorire un calo dello yen contro dollaro almeno in area 110 USD/JPY.
Contro euro il calo potrebbe essere neutralizzato o comunque ridotto per via del contestuale calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – La produzione industriale ad aprile dovrebbe essere cresciuta di 0,3% m/m, da 0,1% m/m precedente. I dati nazionali già pubblicati hanno evidenziato un calo dell’output in Germania e Francia a fronte di una crescita in Italia e Spagna.
La tendenza annua dovrebbe invece toccare un picco a 37,2% da 10,9% per via del confronto favorevole con aprile 2020.
Nonostante la presenza di colli di bottiglia in alcune filiere produttive riteniamo che, come emerge dalle indagini congiunturali, le solide condizioni di domanda possano sostenere, nei prossimi mesi, l’accelerazione della ripresa nel settore.
– Il calendario economico dell’area euro vedrà la lettura finale dell’inflazione di maggio, che ci aspettiamo confermi l’aumento segnato dalla stima preliminare.

STATI UNITI
 – Il focus della settimana negli Stati Uniti sarà sulla riunione del FOMC, che dovrebbe preparare la strada per la discussione sul tapering, da aprire probabilmente dopo l’estate.
Le proiezioni macro dovrebbero essere riviste verso l’alto, ma la mediana nel grafico a punti dovrebbe mantenere lo scenario di tassi fermi fino a fine 2023.
Le prime indagini del manifatturiero a maggio dovrebbero dare indicazioni espansive per il settore, con una possibile stabilizzazione delle pressioni verso l’alto sui prezzi.
Fra i dati di maggio, la produzione industriale dovrebbe rimbalzare grazie al manifatturiero, le vendite al dettaglio al netto delle auto, i cantieri e le licenze residenziali dovrebbero essere in ripresa.