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14 gennaio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I dati BCE mostrano in novembre un’ulteriore accelerazione della crescita dello stock di titoli di debito da parte di residenti al 3,0% a/a, tendenza che riguarda sia le imprese non finanziarie (6,6% a/a), sia le finanziarie non bancarie (4,6% a/a), mentre rallenta la crescita delle emissioni da parte delle banche (4,0% a/a).
Le emissioni nette totali sono state pari a 91,6 miliardi. In lieve calo lo stock di azioni quotate, una tendenza iniziata nella primavera 2019.

ITALIA Le vendite al dettaglio sono calate per il secondo mese a novembre, di -0,2% m/m (-0,3% m/m in volume), dopo il -0,3% m/m di ottobre. Il calo congiunturale è dovuto per il secondo mese ai non alimentari.
La variazione tendenziale risulta poco variata per il terzo mese, a 0,9% da 1% precedente. Si amplia la divergenza tra grande distribuzione (+3,3% a/a) e imprese operanti su piccole superfici (-1,4% a/a); rallenta il commercio elettronico (a 4,1% a/a), probabilmente per via della stabilizzazione delle vendite legate al cosiddetto Black Friday.
La tendenza per gruppi di prodotti è variegata: si va da sensibili incrementi annui per profumeria e cura della persona (+3,8%) e mobili, articoli tessili e arredamento (+2,2%), a contrazioni marcate per farmaceutici (- 2,7%) e foto-ottica e pellicole, supporti magnetici e strumenti musicali (-1,2%).
Le vendite al dettaglio sono in rotta per una lieve flessione nel trimestre finale dell’anno (-0,1% t/t in valore e – 0,2% t/t in volume), dopo l’incremento visto nei tre mesi precedenti (+0,5% t/t in valore e +0,3% t/t in volume). Ciò suggerisce un possibile rallentamento dei consumi di contabilità nazionale dopo il robusto 0,4% t/t (massimo da due anni e mezzo) visto nel 3° trimestre.

CINA – Le esportazioni sono salite del 7,6% a/a in dicembre dopo essere scese a novembre, mentre le importazioni sono balzate del 16,3% a/a (dopo un aumento dello 0,3% a/a in novembre). Entrambe le variabili, e in particolare le importazioni, hanno goduto di un effetto base favorevole. Nei dati destagionalizzati l’aumento registrato rispetto al mese precedente è stato più ampio per le esportazioni. Il miglioramento di queste ultime è dovuto in gran parte ad un’accelerazione delle esportazioni verso l’area ASEAN e a un minor ritmo di calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti e il Giappone, mentre il miglioramento delle importazioni è esteso a tutti i Paesi.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
– Con una mossa più che altro formale, il Tesoro ha revocato la designazione della Cina come “manipolatore della valuta”, adottata lo scorso agosto. Secondo Il segretario del Tesoro, la Cina si è impegnata in modo controllabile ad astenersi dall’attuazione di svalutazioni competitive e ad agire in modo trasparente e responsabile. Mnuchin ha detto che nell’accordo che dovrebbe essere siglato il 15 fra Cina e USA ci sarà una sezione dedicata alla valuta che includerà soluzioni alle problematiche sollevate dagli USA riguardo al cambio. La Cina resta comunque su una lista di paesi sotto osservazione per il rischio di manipolazione valutaria (insieme ad altri otto Paesi, fra cui Italia, Germania, Giappone), a cui è stata aggiunta ieri la Svizzera. La decisione di togliere l’etichetta di “manipolatore valutario” alla Cina non ha implicazioni di rilievo, ma è un passo formale alla vigilia della firma dell’accordo per la fase 1 dei negoziati USA-Cina, attesa per domani.
Bostic (Atlanta Fed) ha detto che non vede rischi di surriscaldamento e che la Fed intende lasciare l’economia “correre e correre tanto fino a quando l’inflazione comincerà a muoversi” arrivando fino al punto in cui potrebbe diventare una minaccia per le aspettative. Pertanto, secondo Bostic, l’asticella per un possibile rialzo dei tassi è “piuttosto alta”.
Rosengren (Boston Fed) ha invece espresso preoccupazioni diverse, indicando che i rischi maggiori per il 2020 sono un rialzo dell’inflazione e instabilità finanziaria causata da tassi molto bassi. Per Rosengren, il mercato del lavoro potrebbe surriscaldarsi al punto da generare pressioni inflazionistiche. Pur riconoscendo che l’inflazione rimane molto contenuta, il presidente della Boston Fed ha sottolineato che ci sono pochi casi nel passato in cui a tassi di disoccupazione molto bassi non sia stata associata una ripresa dell’inflazione. Il FOMC continuerà ad avere partecipanti con valutazioni dei rischi divergenti, ma nei prossimi mesi ci sarà comunque un consenso (probabilmente unanime) per il mantenimento di tassi fermi sui livelli attuali.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana pressoché stabile sui livelli di venerdì. Dalla Fed sia Rosengren sia Bostic hanno confermato l’opportunità di una fase di stabilità dei tassi. Oggi ci saranno altri interventi Fed. Tra i dati uscirà l’inflazione, attesa in aumento, ma con una dinamica che non modifica lo scenario di stabilità dei tassi. Prevista per domani la firma dell’accordo commerciale USA-Cina, in virtù del quale sembra che gli Stati Uniti intendano revocare l’accusa alla Cina di manipolazione del cambio. Il sentiment positivo collegato a tali sviluppi indebolisce leggermente il biglietto verde, nel suo ruolo di valuta safe haven.

EUR – L’euro apre la settimana in lieve rialzo, favorito dal sentiment positivo collegato agli sviluppi sul fronte USA-Cina, ma si mantiene comunque in area 1,11 EUR/USD, privo di spunti d forza propria. Da monitorare la resistenza chiave di 1,1170 EUR/USD, che chiude il fronte ribassista.

GBP – La sterlina apre la settimana in calo penalizzata dai dati che hanno mostrato una contrazione della produzione industriale più ampia del previsto, facendo aumentare la probabilità attesa di un taglio dei tassi BoE nel breve, dopo le dichiarazioni dovish di Carney, Tenreyro e Vlieghe degli ultimi giorni. Contro dollaro la sterlina è scesa da 1,30 a 1,29 GBP/USD e contro euro si è portata da 0,8511 a 0,8588 EUR/GBP. In assenza di spunti sul fronte domestico oggi potrebbe riuscire a stabilizzarsi evitando nuovi cali, in attesa dei prossimi dati di domani (inflazione) e, soprattutto, di venerdì (vendite al dettaglio).

JPY – Lo yen apre la settimana in calo indebolito dal sentiment positivo di mercato in relazione agli sviluppi USA-Cina. Contro dollaro si porta da 109 a 110 USD/JPY (minimo da maggio 2019) mentre contro euro scende da 121 a 122 EUR/JPY (minimo da luglio 2019). La discesa potrebbe proseguire se il sentiment resterà favorevole.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Il CPI a dicembre è previsto in aumento di 0,2% m/m sia per l’indice headline sia per quello core, con la variazione annua prevista a 2,3% m/m per entrambi gli indici. Le principali voci dell’indice core, abitazione e sanità, dovrebbero essere in aumento di 0,2% m/m e 0,3% m/m, rispettivamente, in linea con i dati di novembre, mentre potrebbe esserci una ripresa moderata del capitolo abbigliamento. Nonostante l’accelerazione della dinamica salariale e la riduzione delle risorse inutilizzate, non si osserva un trasferimento di rialzi sui prezzi al consumo. Le aspettative di inflazione delle famiglie si sono indebolite nelle indagini di dicembre, mentre le imprese prevedono aumenti dei prezzi di vendita in linea con quelli del 2019.