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14 Febbraio 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Venerdì, la fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a febbraio (prel.) ha registrato una nuova correzione a 61,7 (da 67,2 di gennaio), toccando il minimo da 10 anni.
La flessione è marcata sia per le condizioni correnti (a 68,5 da 72) sia per le aspettative (a 57,4 da 64,1).
Il calo della fiducia è spinto dall’indebolimento della situazione finanziaria causato dall’inflazione ed è più rilevante per le classi di reddito elevato.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono aumentate a 5%, massimo dal 2008, mentre quelle a 5-10 anni sono rimaste stabili a 3,1%.
Il calo della fiducia segnalerebbe un trend di correzione dei consumi, ma l’elevato risparmio e il mercato del lavoro solido forniscono supporto alla spesa delle famiglie.

 

COMMENTI:

BCE
 – Venerdì la Survey of Monetary Analysts ha evidenziato un netto scollamento fra le previsioni degli esperti sulla politica monetaria europea e la valutazione dei mercati, almeno prima del 3 febbraio.
La data mediana di rialzo dei tassi era settembre 2023, con fine degli acquisti netti APP in giugno.
Più del 60% del panel si attendeva cambiamenti ai parametri del sistema di tiering delle riserve in eccesso.
I mercati scontano il primo rialzo dei tassi a luglio con probabilità superiore al 50% e, quindi, la chiusura degli acquisti netti APP entro fine giugno.
Oggi la presidente Lagarde presenta al Parlamento Europeo il rapporto annuale BCE.
– Il governatore di Banca d’Italia, Visco, sabato ha dichiarato che una normalizzazione graduale della politica monetaria resta la via più appropriata, ribadendo la previsione di calo dell’inflazione, ma non esplicitando che cosa intende per “graduale”.
Invece, Makhlouf (Irlanda) ha detto al FT di attendersi che gli acquisti potrebbero finire a giugno o “nel terzo trimestre”, sicché un rialzo dei tassi a luglio o settembre (ma non a giugno) è effettivamente una delle opzioni possibili.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, recuperando parte del calo della precedente.
Anche oggi apre al rialzo, sorretto in particolare dall’aumento della risk aversion per l’escalation della crisi ucraina.
Le attese positive per i dati dei prossimi giorni (in primis indice Empire domani, nonché vendite al dettaglio e produzione industriale mercoledì) e le conferme di imminente avvio di un sentiero di aggiustamento Fed incisivo attese dai verbali del FOMC di mercoledì dovrebbero favorire un consolidamento del dollaro, suscettibile di sfociare in ulteriore rafforzamento se la risk aversion dovesse aumentare ancora.
Da seguire anche i discorsi Fed.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,14 a 1,13 EUR/USD e apre in calo anche oggi, a causa dell’escalation della crisi ucraina.
Se quest’ultima dovesse aggravarsi la moneta unica si indebolirebbe ulteriormente.
Sul fronte macro, il confronto non favorevole tra i dati dell’area (in primis domani lo ZEW tedesco a rischio di calo) e quelli USA e tra la celerità d’azione di BCE e Fed dovrebbe mantenere l’euro sulla difensiva.
Tuttavia, il downside dovrebbe restare limitato (fascia 1,12-1,10 EUR/USD) per via dei segnali di accelerazione del sentiero di aggiustamento BCE, che potrebbe sfociare in un primo rialzo dei tassi a fine anno.
Importante dunque seguire i discorsi BCE in questo periodo (oggi in programma un intervento di Lagarde).

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo sia contro dollaro da 1,34 a 1,35 GBP/USD passando per massimi in area 1,36 GBP/USD, sia contro euro da 0,84 a 0,83 EUR/GBP.
Oggi apre in calo, soprattutto contro dollaro, per via dell’escalation nella crisi ucraina.
I dati dei prossimi giorni, soprattutto su mercato del lavoro domani e inflazione mercoledì, dovrebbero avvalorare l’ipotesi di un altro rialzo dei tassi BoE già a marzo, il che dovrebbe favorire la sterlina.
Il rafforzamento potrebbe però essere limitato sia per la maggior incisività del sentiero di aggiustamento Fed rispetto a quello la BoE, sia per la possibilità che la risk aversion resti elevata.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata pressoché stabile contro dollaro sui livelli di apertura in area 115 USD/JPY, dopo essere passato per minimi in area 116 USD/JPY, ma oggi apre al rialzo per l’aumento della risk aversion.
Contro euro invece ha chiuso la settimana in rafforzamento da 132 a 130 EUR/JPY, dopo essere passato per minimi a 133 EUR/JPY, ma anche in questo caso oggi apre al rialzo.
Se i rendimenti a lunga USA riprenderanno a salire lo yen dovrebbe tornare a indebolirsi contro dollaro, a meno di un contestuale ulteriore aumento della risk aversion.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Il calendario macroeconomico della giornata di oggi è scarno, e prevede solo il dato sulla bilancia commerciale italiana di dicembre.
– Il calendario economico della settimana vedrà, inoltre, la seconda stima del dato sul PIL, attesa confermare il rallentamento a 0,3% t/t a fine 2021, e la prima lettura del PIL olandese, visto in calo (-0,2% t/t) nello stesso trimestre.
– La produzione industriale dovrebbe risultare in aumento a dicembre, in coerenza con i dati già diffusi per i principali Paesi.
– In settimana, l’indice ZEW (prima indagine relativa al mese di febbraio) potrebbe tornare a flettere a febbraio, sulla scia della dinamica rialzista dei prezzi energetici e delle tensioni geopolitiche legate alla crisi ucraina.
In caso di repentina escalation delle minacce russe all’Ucraina, le notizie sul conflitto farebbero passare in secondo piano i dati.
– È in uscita anche il dato sulla disoccupazione francese del 4° trimestre, atteso in lieve calo all’8%.

STATI UNITI
– L’evento centrale della settimana sarà la pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di gennaio, che dovrebbe dare informazioni sui sentieri possibili per i tassi e il bilancio e confermare l‘aspettativa di una svolta dei Fed Funds a marzo.
– Fra i dati in uscita, le prime indagini del manifatturiero di febbraio dovrebbero confermare l’espansione dell’attività nel settore.
– Riguardo a gennaio, vendite al dettaglio e produzione industriale dovrebbero essere in ripresa dopo la debolezza di dicembre.
– I cantieri residenziali e le vendite di case esistenti sono previsti in modesto calo a gennaio, sulla scia della mancanza di scorte, dei prezzi elevati e dei tassi sui mutui in rialzo.