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13 Maggio 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
 – Ieri, il PPI di aprile ha registrato un aumento di 0,5% m/m, con i prezzi dei beni in rialzo di 1,3% m/m e quelli dei servizi stabili su base mensile.
I prezzi al netto di energia, alimentari e commercio crescono di 0,6% m/m (6,9% a/a).
Le variazioni più ampie sono state registrate dalle auto nuove, dai servizi di trasporto e dagli affitti, mentre i servizi del commercio, la benzina, e la sanità hanno registrato correzioni.
Le pressioni sui prezzi restano elevate anche se ci sono segni di moderazione rispetto al 1° trimestre.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 7 maggio sono rimasti stabili a 203 mila e i sussidi esistenti a fine aprile sono scesi ulteriormente a 1,343 mln, in linea con un mercato del lavoro caratterizzato da una domanda sempre forte.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Il Senato ha confermato Powell come presidente della Fed per altri 4 anni, con una maggioranza ampia.
In un intervento radiofonico, ieri Powell ha ribadito che la Fed è pronta ad agire aggressivamente per riportare l’inflazione sotto controllo, sottolineando che il processo potrà essere doloroso e non sarà facile, ma il rallentamento economico sarebbe più profondo se il problema dell’inflazione non fosse risolto.
Powell ha riconosciuto che, con il senno di poi, “probabilmente sarebbe stato meglio se avessimo alzato i tassi prima”.

RUSSIALa Russia ha vietato a Gazprom di operare con le sue controllate nell’Unione Europea, mossa che ha portato alla sospensione dei flussi di gas attraverso il gasdotto Yamal (il cui utilizzo, peraltro, era già fortemente ridotto rispetto a un anno fa).
La misura colpisce anche la Germania, che recentemente aveva posto sotto controllo federale Gazprom Germania.
A questo punto, gli utilizzatori dei Paesi interessati dovranno presumibilmente negoziare nuovi contratti con Gazprom.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato molto ieri salendo verso nuovi massimi, favorito soprattutto dall’elevata risk aversion in relazione ai rischi che si intensificano sullo scenario di crescita globale al protrarsi dei lockdown in Cina e del conflitto russo-ucraino (la Russia ha vietato a Gazprom di operare con le sue controllate nell’Unione Europea, il che ha portato alla sospensione dei flussi di gas attraverso il gasdotto Yamal).
Unitamente alla prospettiva di una massiccia restrizione Fed, questo dovrebbe ancora favorire il biglietto verde nel breve, ma il vantaggio dovrebbe ridursi successivamente.
Oggi il dollaro apre in leggero ritracciamento, anche fisiologico dopo l’ampia ascesa di ieri.

EURL’euro ha corretto ampiamente ieri da 1,05 a 1,03 EUR/USD, aggiornando qui i minimi a 1,0352 EUR/USD (livello prossimo ai minimi d’inizio 2017 a 1,0339).
Il calo è perlopiù riflesso del generalizzato rafforzamento del dollaro, soprattutto per via dell’elevata risk aversion anche alla luce degli sviluppi sul fronte russo-ucraino.
Oggi apre in leggero recupero, ma nel breve i rischi sono verso il basso: il raggiungimento degli obiettivi ribassisti che avevamo collocato in area 1,03 EUR/USD aumenta il rischio di ulteriore indebolimento nella fascia 1,02-1,00 EUR/USD.
Questo dovrebbe tuttavia essere temporaneo grazie alla prospettiva che i differenziali di rendimento smettano prossimamente di allargarsi, per via dell’accresciuta probabilità che la BCE anticipi l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi a luglio (in questa direzione anche le dichiarazioni appena rilasciate stamani da Centeno) e del decrescente upside sui rendimenti USA al procedere della restrizione Fed.
Ribadiamo tuttavia che i rischi nel breve sono verso il basso, soprattutto in relazione agli sviluppi sul fronte russo-ucraino.

GBPLa sterlina è scesa ulteriormente ieri contro dollaro aggiornando i minimi da 1,22 a 1,21 GBP/USD sul generalizzato rafforzamento del biglietto verde e sull’elevata risk aversion, scendendo inizialmente anche contro euro in area 0,86 EUR/GBP, ma poi recuperando fino in area 0,84 EUR/GBP.
Nel breve i rischi restano verso il basso per via del sentiero di rialzi dei tassi BoE, più blando rispetto a quello della Fed e per l’indebolimento del quadro di crescita domestico.
Successivamente però dovrebbe gradualmente iniziare a riprendersi quando i differenziali di rendimento rispetto agli USA smetteranno di allargarsi.

JPYLo yen invece si è rafforzato ampiamente ieri sia contro dollaro da 130 a 127 USD/JPY, per il calo dei rendimenti a lunga USA e l’elevata risk aversion, sia contro euro da 136 a 132 EUR/JPY complice anche il calo dell’EUR/USD.
Contro dollaro potrà tornare a indebolirsi nel breve se i rendimenti a lunga USA risaliranno, ma al ridursi dell’upside su questi ultimi si riduce anche il downside dello yen rispetto al dollaro.
Dalla BoJ Kuroda ha ribadito la necessità di mantenere le condizioni di policy massimamente espansive per non compromettere la fragile ripresa ancora in corso dalla crisi pandemica, aggiungendo che fluttuazioni troppo rapide del cambio, come quelle osservate di recente, non sono desiderabili.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi sarà diffuso il dato sulla produzione industriale di marzo: sulla base dei dati già comunicati per i principali Paesi, ci aspettiamo un calo di -2,2% m/m, dopo la crescita di 0,7% registrata a febbraio.
La flessione, pur permettendo all’industria di chiudere il 1° trimestre in espansione, lascerebbe una pesante eredità statistica sul trimestre in corso, nel quale è attesa un’ampia contrazione dell’attività manifatturiera.

FRANCIA – La stima finale sui prezzi al consumo dovrebbe confermare che ad aprile l’inflazione è salita 4,8% a/a da un precedente 4,5% sull’indice nazionale e al 5,4% da 5,1% sull’armonizzato.
Nel 2022 l’inflazione francese dovrebbe attestarsi in media annua al 5%, su livelli inferiori rispetto alla media dell’Eurozona.

STATI UNITI
– Oggi i prezzi all’import di aprile dovrebbero mostrare un incremento di 0,6% m/m, dopo 2,6% m/m di marzo, con un rallentamento della dinamica mensile dovuto in parte al temporaneo ritracciamento dell’energia e agli effetti dell’apprezzamento del dollaro, pur in presenza di aumenti ancora diffusi dei prezzi delle altre materie prime e dei beni manufatti.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a maggio (prel.) è prevista in moderato calo, a 64 da 65,2, sulla scia delle correzioni dei mercati e del nuovo rialzo del prezzo della benzina.
Le aspettative di inflazione potrebbero registrare ulteriori rialzi, sia sull’orizzonte a 1 anno sia su quello a 5 anni.