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12 Ottobre 2023 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Ieri il PPI di settembre ha registrato un aumento pari a 0,5% m/m (2,2% a/a, un massimo da aprile 2023), in leggero rallentamento rispetto allo 0,7% di agosto, ancora trainato dalla crescita della componente energetica (3,3% m/m).
I beni sono saliti di 0,9% m/m ma, al netto dell’energia, la variazione risulta pari ad appena 0,1% (in linea con il mese precedente), mentre i servizi sono in leggera accelerazione a 0,3% m/m da 0,2%, registrando un consistente incremento del costo dei servizi di deposito (+13,9% m/m).
L’indice core al netto di energia e alimentari è aumentato di 0,3% m/m, in leggera accelerazione rispetto allo scorso mese (0,2% m/m), portando la variazione annua a 2,7% da 2,5%.

 

COMMENTI:     

BCE
 – Ieri sono emerse divergenze fra i governatori riguardo alla riduzione del portafoglio PEPP.
Da una parte, Kaz?ks vorrebbe iniziare una discussione sul tema, oltre che sull’aumento del coefficiente di riserva obbligatoria.
Al contrario Stournaras non ritiene utile anticipare la riduzione del PEPP o aumentare il coefficiente di riserva obbligatoria.
Un tema su cui molti governatori sono d’accordo, è che lo spread sul debito italiano non è né preoccupante né ingiustificato e che tocca al governo italiano rassicurare gli investitori e la Commissione europea.
– Oggi sarà diffuso il resoconto della riunione di politica monetaria dello scorso 13-14 settembre.
Intanto ieri l’ultima Consumer Expectations Survey (condotta nel mese di agosto) ha mostrato un aumento di un decimo delle aspettative di inflazione dei consumatori sia sull’orizzonte a 12 mesi, a 3,5%, che su quello a 3 anni, a 2,5%.

STATI UNITI – Dalla Fed, Waller ha dichiarato che la banca centrale può seguire un approccio attendista e valutare le implicazioni del recente inasprimento delle condizioni dei mercati finanziari sull’economia.
Più hawkish le dichiarazioni di Bowman che, nonostante i progressi dal lato inflazione, ha riferito che mercato del lavoro e consumi sono ancora troppo robusti e non si può escludere un ulteriore rialzo dei tassi.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro, nonostante una maggior volatilità intraday, si mantiene in calo e ieri è sceso sui dati dei prezzi alla produzione che sono risultati più bassi delle attese.
Oggi chiave sarà l’inflazione, prevista in calo: eventuali sorprese verso l’alto favorirebbero un parziale rafforzamento del biglietto verde che altrimenti si manterrebbe sulla difensiva o comunque tenderebbe a stabilizzarsi.

EURL’euro si mantiene al rialzo da 1,05 a 1,06 EUR/USD sulla debolezza del dollaro, ma fatica a salire oltre dati i rischi verso il basso sull’area euro.
Eventuali sorprese verso l’alto oggi dai dati USA lo farebbero arretrare nuovamente.

GBP – La sterlina, dopo essersi rafforzata sulla debolezza del dollaro nei giorni scorsi ha parzialmente corretto questa mattina da 1,23 a 1,22 GBP/USD sui dati domestici che hanno mostrato una contrazione della produzione industriale molto più ampia delle attese a conferma del debole quadro di crescita.
Se i dati USA di oggi dovessero sorprendere verso l’alto la sterlina ne risentirebbe ulteriormente.

JPY – Ancora stabile lo yen contro dollaro tra 148 e 149 USD/JPY ma oggi sarà il primo test con i dati USA: se dovessero sorprendere verso l’alto lo yen tornerebbe a indebolirsi e le autorità rimangono vigili sulla fascia 150-151 USD/JPY dove l’anno scorso sono stati effettuati gli interventi valutari.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi il CPI di settembre è previsto in rialzo di 0,6% m/m, in linea con il dato di agosto, ancora spinto dalla componente energetica, portando la variazione annuale al 3,9% da 3,7% precedente.
L’indice core dovrebbe aumentare di 0,3% m/m, come lo scorso mese, con l’inflazione annua in rallentamento a 4,1% da 4,3% a/a, sui minimi da settembre 2021.
In base alle indicazioni del Manheim Used Vehicle Value Index si dovrebbe vedere un rimbalzo dei prezzi delle auto usate (dopo il -1,2% m/m di agosto), mentre potrebbero continuare a frenare i servizi abitativi, come anticipato dal raffreddamento dei prezzi immobiliari.
Le indagini di settembre hanno offerto segnali incoraggianti sul trend discendente dell’inflazione, con le componenti dei prezzi di vendita di PMI e ISM in ulteriore calo e attese di inflazione a breve termine dei consumatori su nuovi minimi da inizio 2021.
I dati nell’insieme dovrebbero dunque essere coerenti con la tendenza di raffreddamento delle pressioni inflazionistiche core.