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12 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Il CPI headline a febbraio aumenta di 0,1% m/m (consenso: 0% m/m), come a gennaio, con l’inflazione headline in calo a 2,3% a/a, da 2,5% a/a del mese precedente.
L’indice headline risente dei primi effetti indiretti di Covid-19.
Infatti si registra un calo di -2% m/m dell’energia (con -% m/m per la benzina) ma anche un’accelerazione nel comparto degli alimentari, in rialzo di +0,4% m/m, con +0,5% m/m per la componente di beni consumati a casa, l’aumento più ampio da maggio 2014.
L’indice core è in rialzo di 0,2% m/m, in linea con il consenso e con il dato di gennaio, e la variazione annua è di 2,4% a/a, da 2,3% a/a di gennaio. I prezzi dei beni core sono in rialzo di 0,1% m/m, sotto l’effetto del rafforzamento del dollaro visto fino a fine febbraio. Fra i diversi capitoli di spesa, si registrano aumenti per le auto (+0,1% m/m per le auto nuove e 0,4% m/m per quelle usate) e per l’abbigliamento (0,4% m/m, quarto incremento consecutivo), mentre i beni sanitari segnano una contrazione di -0,6% m/m per il secondo mese consecutivo.
Per quanto riguarda i servizi ex-energia, la variazione è di 0,2% m/m, lievemente al di sotto del trend recente.
I capitoli abitazione, servizi sanitari e trasporti registrano incrementi di 0,3% m/m ciascuno. Per i trasporti, emerge un primo effetto dell’epidemia, con un calo delle tariffe aeree di -0,2% m/m.
Nella componente abitazione ex-energia, al contrario di quanto atteso, non si osservano impatti negativi da Covid-19 sulle tariffe alberghiere, in rialzo di 2,3% m/m. I servizi sanitari hanno tariffe in aumento di 0,3% m/m in linea con il trend si registrano correzioni di alcune voci che avevano visto ampi incrementi a gennaio (in particolare servizi ospedalieri).
I dati, insieme al crollo del prezzo del petrolio dell’ultima settimana, fanno prevedere una rapida decelerazione della dinamica dei prezzi headline verso 1% a/a, con effetti indiretti (temporanei) sui prezzi core nella parte centrale dell’anno.
Agli effetti disinflazionistici della componente energia già in atto, sul CPI core a partire da marzo si sommeranno probabilmente effetti disinflazionistici diretti da Covid-19 su tariffe aeree e alberghiere e su altri segmenti di spesa voluttuaria. Le implicazioni per la politica monetaria non sono rilevanti, dato che prevediamo già che la Fed sia in modalità di massima accelerazione dello stimolo monetario disponibile.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo ha emanato un nuovo decreto, che prevede la chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità (definiti in modo abbastanza ampio) e alle edicole; di tutti i centri commerciali (tranne che per la vendita di beni di prima necessità); di bar e ristoranti di ogni genere, esclusi quelli nelle aree di servizio stradali e nelle stazioni ferroviarie ed esclusa l’attività di consegna a domicilio; dei servizi alla persona. Non c’è fermo per trasporti, servizi bancari e assicurativi, attività produttive industriali, artigianali ed agricole. Le disposizioni sono valide sino al 25 marzo.

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato un’integrazione alla Relazione al Parlamento, incrementando la richiesta di maggiore ricorso dell’indebitamento di ulteriori 13,75 miliardi, dopo i 6,35 già approvati la scorsa settimana.
Pertanto, l’obiettivo programmatico di indebitamento netto potrà aumentare di 20 miliardi di euro (l’1,1% del PIL).La richiesta è concordata con la Commissione europea: nella nuova lettera inviata a Bruxelles, il ministro Gualtieri ha affermato che il pacchetto porterebbe il deficit previsto nel 2020 al 2,7% del PIL, senza tenere in conto i cambiamenti nello scenario macroeconomico rispetto alle previsioni ufficiali esistenti (a nostro avviso, visto il rischio di ampio calo del PIL, il disavanzo potrebbe superare il 3%).
Il tetto massimo sul saldo netto da finanziare sale di 25 miliardi sia in termini di competenza che in termini di cassa. Tuttavia, il governo intende almeno in una prima fase utilizzare circa la metà di tale plafond, approvando un primo pacchetto di misure per 12 miliardi di euro (con impatto sull’indebitamento per 10 miliardi).
Il decreto, atteso per venerdì, dovrebbe includere interventi per la sanità, un’estensione della cassa integrazione in deroga, aiuti specifici per gli 11 comuni della ex-zona rossa, voucher e congedi parentali, misure di sostegno alla liquidità delle imprese, sospensione dei mutui e dei versamenti fiscali e contributivi.

AREA EURO – Si attende che la riunione del consiglio direttivo della BCE di oggi annunci nuove misure di politica monetaria, come preannunciato dal comunicato del 2 marzo. Non c’è molto di utile che la BCE possa fare per mitigare gli effetti economici dell’epidemia: le misure di stimolo attuate con gli strumenti in essere, inclusi quelli introdotti dopo la crisi finanziaria, serviranno più ad alimentare il rimbalzo post-epidemico che a frenare la caduta. Gli interventi specifici più utili potrebbero essere un allargamento dell’APP mediante un abbassamento delle soglie di rating sui titoli acquistabili, unito a un significativo aumento del volume mensile degli acquisti netti, e un programma di liquidità orientato al supporto del credito alle piccole e medie imprese, dipendenti dal credito bancario.
Tuttavia, quest’ultimo sarebbe inutile senza misure che garantiscano l’accesso al credito di tali imprese. Tale condizione può essere soddisfatta soprattutto da misure statali di garanzia; da parte sua, la BCE come supervisore bancario potrebbe allentare temporaneamente la normativa di vigilanza specifica, o intervenire sui requisiti di capitale, ad esempio sui buffer anticiclici, sempre in forma temporanea.
Un taglio dei tassi ufficiali, già negativi, non presenta particolare utilità. Se sarà attuato, sarà soltanto per scoraggiare l’apprezzamento del cambio, in quanto è scontato al 100% dai mercati. Ma potrebbe ugualmente essere evitato se altre misure più finalizzate fossero attuate in modo deciso.
Le previsioni dello staff dovranno essere riviste nettamente al ribasso nel 2020 per crescita e inflazione, mentre le stime di crescita 2021 (ma non quelle di inflazione) potrebbero restare immutate o salire leggermente.

STATI UNITI – Il presidente Trump ha annunciato un blocco di 30 giorni di tutti i viaggi dall’Europa (all’interno dell’area di Schengen), con l’esclusione del Regno Unito, a partire dalla mezzanotte di venerdì 13, applicato agli individui ma non alle merci.
Secondo Trump, i Paesi europei “non hanno adottato le stesse precauzioni” adottate invece dagli USA per contenere l’epidemia. Trump, nella brevissima conferenza stampa, ha aggiunto che “presto” annuncerà misure di emergenza per dare supporto finanziari a piccole imprese e famiglie, affermando che “spera che una riduzione della payroll tax verrà approvata da democratici e repubblicani”.
La comunicazione di Trump ha sortito un effetto opposto alle intenzioni del presidente, peggiorando l’incertezza e adottando misure inefficaci (il blocco dei viaggi è considerato controproducente dall’OMS), senza menzionare le questioni cruciali per il contenimento dell’epidemia a livello nazionale (disponibilità e costo dei kit per i test, supporto finanziario per periodi di malattia dei lavoratori).
– La presidente della Camera Pelosi ha annunciato un ampio pacchetto di stimolo fiscale e di sostegno a famiglie e imprese che verrà votato oggi in aula.
La presentazione delle misure sottolinea che l’emergenza attuale è prima di tutto una crisi sanitaria, che richiede misure aggressive e mirate.
Il disegno di legge (Families First Coronavirus Response Act) include misure per il finanziamento di 3 settimane di malattia pagata per i lavoratori (inclusi quelli con contratti temporanei), test gratuiti per il coronavirus, sussidi di disoccupazione, e assistenza alimentare e sostegno per i lavoratori nel settore sanitario. Il disegno di legge per ora non include una misura definitiva del costo delle misure previste, che dovrebbe essere nell’ordine di diversi miliardi di dollari.
Pelosi ha condiviso le linee del pacchetto con Mnuchin. L’amministrazione non ha per ora reagito all’annuncio del pacchetto, ma secondo la leadership democratica c’è consenso sulle misure anche da parte repubblicana.
– Il segretario del Tesoro Mnuchin ha detto che l’amministrazione intende ritardare la scadenza del 15 aprile per il pagamento delle imposte delle persone fisiche e delle piccole imprese, escludendo solo la fascia più alta della distribuzione del reddito, con “l’impatto di reintrodurre oltre 200 mld di dollari nell’economia”.
Secondo Mnuchin, la decisione può essere presa a livello amministrativo senza la necessità di un atto del Congresso. Il Tesoro è al lavoro per definire i termini della modifica, che dovrebbe includere anche l’abolizione delle penalità per eventuali ritardi nei pagamenti dovuti. Anche la leadership democratica alla Camera sta lavorando su una proposta analoga. In caso di dilazione del pagamento delle imposte entro il 15 aprile il Tesoro dovrà aumentare in misura significativa le emissioni di titoli nel 2° trimestre per finanziare le proprie spese: secondo Mnuchin il Tesoro potrebbe sopperire alla mancanza di entrate con maggiori emissioni di T-bills. Ad aprile 2019, le entrate riferite al pagamento delle imposte delle persone fisiche e delle piccole imprese sono state pari a 333 mld di dollari.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha consolidato il recupero del giorno precedente interrompendo, almeno temporaneamente, la discesa delle ultime settimane.
La prospettiva che l’amministrazione Trump adotti altre misure a sostegno dell’economia per mitigare le ricadute del coronavirus è un fattore che favorisce il biglietto verde così come il fatto che lo shock si sta rivelando pesante anche per le altre principali economie dovrebbe contribuire a ridurre l’ulteriore downside.
I rischi restano comunque ancora verso il baso nel breve. Oggi il dollaro risentirà indirettamente dell’effetto sull’euro dell’esito della riunione BCE.

EUR – Sul consolidamento del dollaro l’euro ha proseguito il calo del giorno precedente scendendo da 1,13 a 1,12 EUR/USD. L’esito della riunione BCE sarà un test importante oggi.
Dopo gli interventi, straordinari, di Fed e BoE, i mercati si attendono che anche la BCE faccia la propria parte per contrastare le ricadute economiche del coronavirus.
L’intervento più efficace potrebbe essere un aumento dell’APP, ma non è esclusa una limatura del tasso sui depositi, per quanto probabilmente poco utile. L’aspetto però forse più importante per quanto riguarda l’impatto sul cambio è la probabile revisione al ribasso delle previsioni di crescita ed eventualmente di quelle di inflazione.
La revisione, insieme ad un’eventuale azione di policy, dovrebbe infatti contribuire a indebolire l’euro.
Target ribassista da monitorare 1,1170 EUR/USD.

GBP – La sterlina si è indebolita sia contro dollaro da 1,29 a 1,27 GBP/USD sia contro euro da 0,87 a 0,88 EUR/GBP complice il taglio a sorpresa dei tassi BoE ma anche il contesto di fondo – l’incertezza sui negoziati con l’UE – che rimane un rischio verso il basso nel breve sull’economia britannica.
Il Budget, il primo post-Brexit, è stato in linea con le attese, elargendo un generoso pacchetto di stimolo (30 miliardi di sterline) e il Cancelliere dello Scacchiere Sunak ha dichiarato che se per via del coronavirus si rendessero necessarie altre misure non esiterà a intervenire ulteriormente.
Le nuove previsioni di crescita dell’OBR danno un rallentamento quest’anno a 1,1% dall’1,4% del 2019 e un’accelerazione a 1,8% l’anno prossimo, ma questi numeri non tengono ancora conto dell’effetto coronavirus, in quanto attualmente difficile da stimare. La sterlina rimane pertanto a rischio di ulteriore debolezza.

JPY – Dopo il calo del giorno precedente lo yen è tornato a rafforzarsi da 105 a 103 USD/JPY contro dollaro e da 119 a 116 EUR/JPY contro euro, a indicare che la risk aversion rimane elevata. Il movimento non è infatti da interpretare come segnale di un nuovo deterioramento di sentiment, anche se la situazione è ancora molto incerta.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Il tasso di disoccupazione è atteso al 9,7% nel 4° trimestre 2019, in calo di un decimo rispetto ai tre mesi precedenti. Nel trimestre, gli occupati dovrebbero essere risultati poco variati, in presenza di una contrazione di un decimo delle forze di lavoro. Lo scorcio finale del 2019 dovrebbe aver anche registrato una riduzione delle ore lavorate (-0,3% t/t). Il 4° trimestre 2019 potrebbe segnare il punto di minimo per il tasso dei senza-lavoro, che è già risalito a gennaio (a 9,8%) e potrebbe tornare a due cifre nel corso dell’anno.

AREA EURO – La produzione industriale a gennaio è attesa rimbalzare di +2.0% m/m a gennaio, dopo il -2,1% m/m di dicembre. La variazione annua dovrebbe passare da -4,1% a -2,7%. Tuttavia, l’output potrebbe tornare a calare in febbraio e soprattutto in marzo, a causa degli effetti della diffusione sul territorio continentale del COVID-19.

STATI UNITI – Il PPI a febbraio è previsto in aumento di 0,2% m/m per la misura core e invariato per la misura headline, con un ritorno verso variazioni in linea con la media di fine 2019, dopo il rialzo a sorpresa registrato a gennaio.