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12 Maggio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione industriale è crollata di -28,4% m/m a marzo. L’aspettativa di consenso era per un calo del -20%: il dato è stato più negativo della previsione più pessimistica. Su base annua, l’output è precipitato a -29,3% (da -2,3% precedente). Sia per la variazione mensile che per quella annua si tratta di gran lunga del calo più ampio mai registrato da quando l’Istat diffonde le serie (1990).
La caduta è diffusa a tutti i raggruppamenti principali di industrie (particolarmente colpiti i beni di investimento, in calo di quasi il -40%) e a tutti i settori: i mezzi di trasporto e il comparto tessile fanno segnare un calo di oltre il 50% nel mese; sono risultati in diminuzione su base annua anche l’alimentare e il farmaceutico, sia pure su ritmi meno drammatici rispetto a quelli degli altri settori (-6,5% e -9,1%, rispettivamente). Nei primi tre mesi dell’anno, la produzione è calata di -8,4% t/t.
Considerando che i servizi potrebbero essere stati colpiti almeno tanto quanto l’industria a marzo, ciò suggerisce una possibile revisione al ribasso dei dati sul PIL, che ha registrato in Italia una contrazione di -4,7% t/t (meno che in Francia o Spagna, nonostante un lockdown più lungo e più stringente). La seconda lettura dei dati sui conti trimestrali è attesa il 29 maggio.
In prospettiva, la produzione è destinata a calare ulteriormente ad aprile, in misura almeno altrettanto ampia che a marzo: il calo nei due mesi dovrebbe dunque superare il 50%. Una ripresa graduale inizierà a maggio, che lascerà comunque i livelli produttivi ben al di sotto di quelli pre-shock.
Confermiamo la nostra opinione secondo cui i rischi sulle previsioni del governo quest’anno (PIL in calo di -8%) sono senz’altro al ribasso.

STATI UNITI – La Survey of Consumer Expectations della NY Fed ad aprile registra diffuso peggioramento delle aspettative su tutte le variabili economiche, con un aumento dell’aspettativa di perdere il lavoro (20,9%), un calo della probabilità di trovare un’occupazione e un peggioramento della propria situazione finanziaria (per il 40,2% degli intervistati).
Per quanto riguarda le aspettative su salari e inflazione, le prime sono in calo e le secondo in rialzo. Sull’inflazione c’è un modesto rialzo dell’inflazione attesa, sia a 1 anno sia a tre anni, ma anche un aumento di incertezza sullo scenario dei prezzi. L’indagine segnala probabile cautela nelle decisioni di spesa anche dopo la fine del lockdown.

CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa da 4,3% a/a in marzo a 3,3% a/a in aprile, spinta al ribasso dal calo dei prezzi del comparto alimentari (-3,0% m/m) e dei trasporti (-1,2% m/m), di cui in particolare, dei carburanti (-7,3% m/m).
Altri comparti hanno registrato una variazione tendenziale negativa (abbigliamento, elettrodomestici, utenze domestiche) riflettendo ancora la debolezza della domanda interna. L’inflazione core, al netto di alimentari ed energia, è quasi stabile da 1,2% in marzo a 1,1% in aprile, mentre l’inflazione dei prezzi alla produzione ha registrato un calo dell’3,1% a/a (da -1,5% a/a in marzo), toccando il minimo degli ultimi quattro anni, trainata al ribasso dal calo dei prezzi delle materie prime ma anche dei beni industriali e dei beni di consumo durevoli. La debolezza della domanda interna e il calo dei prezzi delle materie prime favorirà un ulteriore discesa dell’inflazione nel corso dell’anno, lasciando spazio ad un maggiore allentamento della politica monetaria.

 

COMMENTI:

STATI UNITICovid-19 update
 – Contagi 1.347.881, nuovi contagi 18.600, decessi 80.682, guarigioni 232.733 (Fonte: JHU)
La leadership democratica ha segnalato che il disegno di legge per la fase 4 dello stimolo fiscale non sarà pronto prima di venerdì. Il pacchetto dovrebbe includere circa 750 mld di fondi per stati ed enti locali oltre a un probabile secondo round di “recovery check” mirati a sostenere il reddito delle famiglie.
– La NY Fed ha annunciato che questa settimana gli acquisti di Treasury saranno pari a circa 35 mld (circa 7 mld al giorno), in calo da 40 mld della settimana scorsa e dal picco di 300 mld dell’ultima settimana di marzo. Prosegue quindi il tapering degli acquisti, che probabilmente continuerà fino ad assestarsi su annunci di acquisti mensili intorno a 60 mld nella seconda metà dell’anno.
– La NY Fed ha anche annunciato che a partire da oggi inizierà ad acquistare ETF di corporate bond, con l’apertura dell’attività della nuova facility a sostegno del mercato secondario dei corporate bond, la Secondary Market Corporate Credit Facility (SMCCF). Gli acquisti del SMCCF avverranno attraverso uno Special Purpose Vehicle con una garanzia di 75 mld di fondi del Tesoro.
La Fed ha optato per acquisti di ETF invece di acquisti di titoli specifici per agire in modo più rapido. Il programma sarà gestito da Black Rock e acquisterà ETF prevalentemente esposti a corporate bond USA con rating investment grade, ma anche ETF high-yield.
Nell’acquisto di ETF, la Fed considererà la composizione in base al livello di rating dei titoli sottostanti, la liquidità il tipo di gestione e la distribuzione.
Il programma di acquisto di titoli sul mercato primario, annunciato insieme al SMCCF, non è ancora operativo.
Evans (Chicago Fed) ha detto che “come scenario centrale, è ragionevole ipotizzare un ritorno alla crescita nel secondo semestre 2020 e nel 2021”.
Tuttavia, secondo Evans, alla luce dell’enorme incertezza e delle difficoltà esistenti, la probabilità dello scenario centrale potrebbe essere solo marginalmente superiore a quella degli altri possibili scenari, più pessimistici. Evans ha anche affermato che si comincia a vedere qualche effetto positivo derivante dall’erogazione del credito attuata attraverso i nuovi programmi della Fed a sostegno di imprese e consumatori. Evans prevede un tasso di disoccupazione intorno a 9% a fine anno, e la necessità di mantenere tassi bassi per un periodo prolungato, insieme a continua necessità di supporto da parte della politica fiscale.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana al rialzo, favorito in parte dalla preoccupazione circa il rischio di una seconda ondata di contagi, dopo la notizia di un aumento dei contagi in Germania dopo l’allentamento di alcune misure di contenimento e nella Corea del Sud.
La risk aversion tuttavia non è aumentata, a indicare che in questo caso il rafforzamento del biglietto verde è legato solo in parte al suo ruolo di safe haven. A spiegare il movimento sono anche fattori tecnici, come il posizionamento speculativo del mercato che è corto dollari.
In ogni caso è possibile che il mercato stia cercando un nuovo equilibrio date le incertezze di questa nuova fase di allentamento delle misure di contenimento, giustificando dinamiche valutarie non-direzionali.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo da 1,0850 a 1,0799 EUR/USD. Il movimento sintetizza i dubbi circa l’efficacia delle misure di contrasto messe in campo dalle autorità per contrastare le ricadute economiche della pandemia, ma non è sufficientemente ampio da fornire indicazioni direzionali.
In assenza di vere novità, il cambio dovrebbe quindi mantenersi in range.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana in calo, più ampio contro dollaro da 1,24 a 1,22 GBP/USD, più contenuto contro euro da 0,87 a 0,88 EUR/GBP, indebolita dai dubbi circa il piano presentato da Johnson per il graduale allentamento del lockdown e il rischio di scarsi progressi nei negoziati con l’UE (terzo round in corso questa settimana).
A meno di un significativo miglioramento di sentiment o di aperture positive dai negoziati, la valuta britannica potrebbe mantenersi debole.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in calo sia contro dollaro da 106 a 107 USD/JPY sia contro euro da 115 a 116 EUR/JPY, un movimento che in parte è collegato a una leggera riduzione della risk aversion e in parte riflette aggiustamenti di posizioni in un contesto di mercato speculativo che è lungo yen.
Se il sentiment globale non torna a peggiorare visibilmente, la valuta nipponica potrebbe mantenersi sulla difensiva.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Il CPI ad aprile è previsto in calo di -0,6% m/m (0,6% a/a), dopo -0,4% m/m di marzo, con un ulteriore calo del prezzo della benzina contrastato in parte dall’aumento dei prezzi degli alimentari. Il CPI core dovrebbe invece registrare una variazione di -0,1% m/m (1,8% a/a), come a marzo, sulla scia di incrementi dei prezzi dei farmaci e dei beni di prima necessità.
I dati del CPI, come quelli delle altre variabili basati su indagini campionarie, continueranno a essere meno accurati del normale per via della chiusura di molti esercizi commerciali durante il lockdown. Inoltre, il CPI ha pesi fissi che non riflettono lo spostamento di spesa da alcuni settori (servizi, beni durevoli) ad altri (alimentari, prodotti sanitari) e sottostima quindi il peso del cambiamento dei prezzi basati su variazioni ampie di domanda come quelle di questo periodo.