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12 Gennaio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri le vendite al dettaglio sono tornate a crescere a novembre, sia in valore (0,8% m/m da -0,3%) che in volume (0,4% m/m da -1,2%).
Guardando ai dati in volume, che non risentono dell’effetto dell’inflazione, il rimbalzo non è sorprendente dopo tre mesi di calo piuttosto marcato (-2,6% cumulato), ed è quindi da interpretarsi come fisiologico nel quadro di una tendenza che resta debole.
Le vendite in volume rimangono in territorio negativo su base tendenziale (-3,6%), e sono in rotta per una contrazione di -1,5% t/t nel 4° trimestre.

CINA
– L’inflazione dei prezzi alla produzione, dopo un calo di -1,3% a/a in novembre, è scesa di -0,7% a/a in dicembre, più delle attese (consenso Bloomberg: -0,1% a/a); nel mese i prezzi sono diminuiti di mezzo punto percentuale.
La flessione è imputabile alla contrazione tendenziale dei prezzi dei beni di produzione che prosegue da tre mesi, anche se in misura via via minore, ed è guidata dai beni manufatti.
L’inflazione nel comparto dei beni di consumo sta rallentando, spinta dal ridimensionamento dei prezzi dei prodotti alimentari mentre è in lieve riaccelerazione il comparto dei beni di consumo durevoli.
– L’inflazione dei prezzi al consumo è salita da 1,6% a/a in novembre a 1,8% a/a in dicembre, in linea con le attese; i prezzi nel mese sono rimasti stabili.
Il calo mensile nei trasporti (-1,4% m/m), guidato dai carburanti (-6% m/m), ha compensato modesti aumenti in altri comparti, tra i quali gli alimentari (+0,5% m/m).
In termini tendenziali l’aumento dell’inflazione è trainato proprio dagli alimentari, in accelerazione da 3,7% a/a in novembre a 4,8% a/a in dicembre.
L’inflazione core rimane bassa, seppur in aumento da 0,6% a/a in novembre a 0,7% a/a in dicembre, spinta dalla marginale riaccelerazione dei prezzi delle cure mediche tradizionali, dei servizi turistici e del comparto dei beni e servizi vari, verosimilmente tra i più influenzati dalle riaperture.

 

COMMENTI:

BCE – Ieri il governatore del Banco de España, de Cos, ha dichiarato che la BCE continuerà ad alzare i tassi a passo sostenuto nei prossimi mesi, con l’obiettivo di frenare la domanda e proteggere dal rischio che le aspettative di inflazione registrino uno stabile innalzamento.
Anche secondo Rehn (Finlandia) e Holzmann (Austria), l’inflazione resta troppo alta e richiede che la BCE continui ad alzare i tassi in modo significativo nelle prossime due riunioni.
Più sfumate le dichiarazioni di Villeroy de Galhau (Francia), che nella sua audizione al Senato ha parlato della necessità di rialzi dei tassi a un ritmo “pragmatico” per far scendere l’inflazione all’obiettivo nell’arco dei prossimi due anni.
Ha sottolineato che l’economia francese si è dimostrata più resistente del previsto, ma ha anche avvertito che i sussidi governativi erogati a famiglie e imprese dovranno essere gradualmente eliminati entro tre anni.
La maggior parte delle dichiarazioni finora rilasciate sostiene l’opinione che i tassi di policy saranno aumentati di 50pb a febbraio.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – In assenza di novità il dollaro si è stabilizzato ieri, restando sui minimi di lunedì, in attesa dei dati di inflazione di oggi.
Le previsioni sono per un calo, il che dovrebbe indebolire il dollaro o comunque mantenerlo sulla difensiva, in base all’entità del calo, poiché aumenterebbe la probabilità che la Fed riduca ancora la dimensione dei rialzi dei tassi già al FOMC dell’1 febbraio.

EURL’euro ha consolidato ieri, aggiornando seppur solo marginalmente i massimi da 1,0760 a 1,0776 EUR/USD, favorito sia da attese di calo dell’inflazione USA oggi sia da vari discorsi BCE che avvalorano uno scenario di aumenti sostenuti dei tassi nei prossimi mesi.
L’euro dovrebbe rafforzarsi ancora oggi se l’inflazione USA scenderà ulteriormente.
La reazione del cambio sarà da monitorare perché i livelli correnti sono significativi in quanto uno sfondamento del corridoio di resistenze 1,0760-1,0840 EUR/USD aprirebbe tecnicamente il fronte rialzista.

GBP – In assenza di novità, la sterlina è rimasta stabile sul dollaro ieri perlopiù in area 1,21 GBP/USD, confermandosi più debole dell’euro, rispetto al quale è scesa, pur restando in area 0,88 EUR/GBP.
Se l’inflazione USA scenderà la sterlina dovrebbe risalire contro dollaro, ma probabilmente meno dell’euro, perché nei prossimi mesi la BCE dovrebbe alzare i tassi più della BoE.

JPYLo yen si è rafforzato questa notte sia contro dollaro da 132 a 131 USD/JPY sia contro euro da 142 a 141 EUR/JPY sulla notizia pubblicata dal quotidiano giapponese “Yomiuri” secondo cui la BoJ, alla riunione della settimana prossima (18 gennaio), valuterà gli effetti collaterali della politica super-espansiva e potrebbe quindi apportare ulteriori modifiche alla strategia del controllo della curva, il che agirebbe a favore dello yen.
Oggi, intanto, se l’inflazione USA non smentirà le attese, lo yen dovrebbe rafforzarsi ulteriormente, ma soprattutto contro dollaro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi non sono in calendario dati congiunturali di rilievo, ma verrà pubblicato il bollettino economico della BCE.

STATI UNITI – Oggi è il giorno del CPI di dicembre, su cui sono concentrate le aspettative dei mercati e della Fed.
La previsione è di stabilità su base mensile dell’indice headline, con il calo dei prezzi energetici che dovrebbe più che compensare il continuo aumento nel comparto alimentare.
L’inflazione annua dovrebbe calare a 6,5% da 7,1% di novembre.
L’indice core è atteso in aumento di 0,3% m/m (5,7% a/a) con una stabilizzazione della dinamica dei prezzi dell’abitazione a 0,6% m/m, come a novembre, in rialzo sempre solido anche se in rallentamento rispetto ai picchi dell’estate.
Il focus, in ottemperanza ai segnali espliciti della Fed, sarà sui servizi core ex-abitazione, che dovrebbero registrare un incremento di 0,3% m/m, con freni (in parte non strutturali) dalla sanità.
Le altre voci del capitolo servizi core ex-abitazione (trasporti, ricreazione, istruzione e comunicazione, altri servizi), particolarmente importanti secondo la Fed per determinare il sentiero dell’inflazione complessiva, dovrebbero avere ancora prezzi in rialzo in eccesso rispetto al core complessivo, ma in via di moderazione.
Dati in linea con le aspettative, a nostro avviso, fornirebbero supporto alla previsione di un ulteriore rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi, con una variazione di 25pb alla riunione del 1° febbraio.