Seguci su twitter

Categorie

12 Febbraio 2021 – nota economica giornaliera

UNIONE EUROPEA – La Commissione Europea ha rivisto da 4,2% a 3,8% la proiezione di crescita del PIL nel 2021.
La stima 2022 è anch’essa di 3,8%, in questo caso rialzata da 3,0%.
La revisione dipende dalla aspettativa di un calo di -0,9% t/t nel trimestre corrente, seguito da un rimbalzo di 1,2% e 3,0% t/t nei due trimestri seguenti.
La Commissione ha anche rivisto al rialzo la proiezione di inflazione 2021, da 1,1% a 1,4%, mentre ha lasciato a 1,3% quella 2022.
Nel rapporto, la Commissione fornisce anche una stima degli effetti dell’uscita del Regno Unito dall’UE.
La Commissione stima che le barriere non tariffarie siano ora pari al 10,9%  e all’8,5% rispettivamente sulle importazioni UE e su quelle UK.
Nella simulazione, la Commissione ipotizza che una parte sia attivata immediatamente, mentre altre (connesse a divergenza di standard) inizi ad agire successivamente.
La riduzione di PIL a fine 2022 è stimata in 0,5% per l’UE e in 2,25% per il Regno Unito.
Per l’Italia, la Commissione ha rivisto al ribasso la stima di crescita per quest’anno, da un precedente 4,1% a 3,4%,  e al rialzo la previsione per l’anno prossimo, da 2,8% a 3,5% (le nuove proiezioni sono inferiori al consenso, che si posiziona a 4,3% per il 2021 e a 3,9% per il 2022).
Il profilo previsivo della Commissione vede un PIL ancora in calo nel trimestre corrente (-0,4% t/t), un ritorno in territorio positivo nei mesi primaverili (+0,5% t/t), e una decisa accelerazione nella seconda metà dell’anno (+2% t/t nel trimestre estivo, +1% t/t in autunno).

STATI UNITI
 – Il CBO ha pubblicato l’aggiornamento dello scenario fiscale per il 2021-31, con una stima del deficit federale a 2,3 tln (10,3% del PIL) nel 2021 da 3,2 tln del 2020 (14,9% del PIL).
La media annua del deficit nel prossimo decennio è prevista a 1,2 tln.
Il debito federale dovrebbe raggiungere il 102% del PIL quest’anno e salire ininterrottamente fino a toccare il 107% del PIL nel 2031.
Il sentiero della finanza pubblica federale rimane preoccupante per tutto il decennio: il deficit/PIL rimane al di sopra della media degli ultimi 50 anni (3,3%) su tutto l’orizzonte previsivo, con un trend in calo verso il 3,7% nella prima parte del decennio seguito da una riaccelerazione dal 2027 in poi, fino a toccare il 5,7% nel 2031, spinta dal rialzo dei disavanzi primari e della spesa per interessi.
Il trend della spesa programmatica rimane verso l’alto per tutto il decennio, con una crescita più rapida rispetto a quella relativamente modesta delle entrate.
La spesa per interessi rimane modesta, e inferiore alla media storica: da 1,6% del PIL nel 2020, il costo degli interessi dovrebbe calare fino a 1,1% del PIL nel2024, per poi risalire gradualmente fino al 2,4% del 2031.
La crescita potenziale media nel 2021-31 è stimata a 1,8%, in calo rispetto alla media 1950-2020 di 3,1%, ma circa in linea con la media 2008-2020 (1,7%).
Nella prima parte di questo decennio, la crescita effettiva (prevista in media a 2,6%) dovrebbe essere superiore a quella potenziale e permettere una rapida chiusura dell’output gap.
–  Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 6 febbraio calano di 19 mila unità scendendo a 793 mila, con la media mobile a 4 settimane a 823 mila.
In termini non destagionalizzati, le nuove richieste sono pari a 813.145, in flessione settimanale di 36.534.
I nuovi sussidi erogati con il programma federale Pandemic Unemployment Assistance ammontano a 334.524.
I sussidi statali esistenti nell’ultima settimana di gennaio si assestano a 4,545 mln, in calo di 145 mila e in termini non destagionalizzati scendono a 5 mln.
Nella settimana del 23 gennaio i sussidi erogati con tutti i programmi, statali e federali, erano pari a 20,435 mln in aumento di 2,6 mln dalla settimana precedente.
I dati di fine gennaio-inizio febbraio mostrano una ripresa del trend in calo, dopo la svolta verso l’alto coincisa con il picco della terza ondata pandemica la riapertura dei programmi federali per la disoccupazione.
L’entità delle risorse inutilizzate sul mercato del lavoro rimane elevata, ma il miglioramento del quadro sanitario dovrebbe determinare una ripresa della crescita dell’occupazione nei prossimi mesi dopo lo stallo di dicembre-gennaio.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi salirà al Quirinale tra oggi e domani per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ieri il 59,3% degli iscritti al Movimento 5 Stelle ha votato a favore del sostegno al nascente esecutivo attraverso la piattaforma Rousseau(a votare sono stati 74.537 militanti); anche a seguito dell’uscita dal movimento di Alessandro Di Battista, alcuni esponenti del partito non voteranno la fiducia, ma la pattuglia di dissidenti dovrebbe essere limitata a una decina di parlamentari.
Pertanto, la nuova maggioranza dovrebbe abbracciare tutte le forze politiche, con la sola eccezione di Fratelli d’Italia (ancora incerta è la posizione di LeU).
Il giuramento del nuovo governo dovrebbe svolgersi tra sabato e lunedì; probabile che il voto di fiducia nelle due camere possa slittare a metà della prossima settimana.
Nel frattempo, il decreto per prorogare il divieto di spostamento tra le regioni, in scadenza lunedì, potrebbe arrivare dal governo uscente, ancora in carica per gli affari correnti.

UNIONE EUROPEA-Covid19 – L’aggiornamento settimanale ECDC rileva un nuovo calo del tasso di incidenza quindicinale di nuovi casi a 359 per 100mila abitanti, ma con incrementi in 8 paesi, fra i quali Grecia, Bulgaria e Ungheria.
La mortalità quindicinale è stabile a 100 decessi ogni 100mila abitanti, con incrementi soltanto in Spagna e Slovacchia.
I dati sull’eccesso di mortalità EuroMoMo mostrano però una netta flessione: dal picco di 22.814 nella terza settimana del 2021 si è scesi a 6.069 nella quinta, di cui 5.535 fra gli ultra-sessantacinquenni, sicché i decessi da Covid-19 potrebbero avere in parte sostituito altri fattori di mortalità, come l’influenza stagionale.
La situazione peggiore su tale fronte continua a registrarsi in Portogallo, Inghilterra e Spagna.
La quota di test positivi resta elevata in 21 paesi, ma è calante in 17.
L’indice di pressione sul sistema sanitario resta elevato o crescente in 27 paesi su 29, confermando che un allentamento significativo delle restrizioni è difficilmente sostenibile nel tempo.

STATI UNITI-Covid19 – L’amministrazione Biden ha annunciato di avere definito i termini dell’acquisto di 200 mln di dosi di vaccini (100 mln da Moderna e 100 mln da Pfizer), portando la disponibilità totale a 600 mln (400 mln da Pfizer e 200 mln da Moderna) entro luglio.
Con la conclusione dei nuovi contratti, Biden ha detto di poter garantire di essere in grado di vaccinare 300 mln di persone entro la fine di luglio, in linea quindi con l’immunità di gregge entro l’estate.
Oltre ai contratti con Pfizer e Moderna, i cui vaccini sono già approvati, gli USA hanno contratti per altri 500 mln di dosi con J&J (100 mln, per un vaccino che richiede una sola dose), AstraZeneca e Novavax.
Il ritmo di vaccinazioni giornaliere continua ad aumentare, grazie anche a un incremento della distribuzione da parte del governo federale e a un miglior coordinamento con gli stati nella fase distributiva.
La media giornaliera di somministrazioni è salita a 1,6 mln, circa il doppio rispetto al 20 gennaio, data di insediamento della nuova amministrazione. Il tasso di vaccinazione è salito al 10%, con il 3,4% della popolazione immunizzato con due dosi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ieri sui sussidi di disoccupazione – risultati più elevati delle attese – ma la discesa del biglietto verde è rimasta entro i minimi del giorno precedente, dopodiché il dollaro è risalito e oggi apre al rialzo (modesto), aiutato dalla discreta tenuta dei rendimenti, per quanto in calo dai massimi di lunedì, e dalle dinamiche contrastate di borsa.
Le ripercussioni negative della pandemia sul mercato del lavoro anche al di là del breve resteranno un tema importante per diversi mesi, come indicato anche da Powell.
Oggi intanto esce la fiducia delle famiglie, attesa in lieve miglioramento.
Questo tuttavia potrebbe non bastare a impedire al dollaro di chiudere comunque la settimana al ribasso.

EURL’euro si è rafforzato ancora ieri – seppure limitatamente e restando in area 1,21 EUR/USD – sulla debolezza del dollaro, ma oggi apre in calo.
Se il dato USA di oggi non deluderà, il cambio potrebbe cedere ancora, dato che la performance economica degli Stati Uniti resta comunque nettamente migliore rispetto a quella dell’area euro.

GBPLa sterlina ha invertito rotta al ribasso ieri, scendendo sia contro dollaro sia contro in attesa dei deboli dati di PIL di questa mattina.
I dati in realtà hanno sorpreso positivamente, mostrando una crescita dell’1,0% t/t nel 4° trimestre contro attese per uno 0,5% t/t, ma questo lascia il PIL del 2020 in pesante contrazione (-9,9%) a causa della pandemia, e non modifica lo scenario di un 1° trimestre negativo.
La sterlina infatti non ha tratto beneficio dal dato e sta scendendo ulteriormente contro dollaro, da 1,38 a 1,37 GBP/USD, mantenendosi in area 0,87 EUR/GBP contro euro.

JPYLo yen si è riportato sulla difensiva sia contro dollaro, approfondendo il calo in area 104 USD/JPY (a un soffio da 105,00 mentre scriviamo), sia contro euro da 126 a 127 EUR/JPY.
Il confronto non favorevole di performance dell’economia giapponese rispetto a quella USA ne frena infatti l’upside anche in fase di generalizzata debolezza del biglietto verde, soprattutto in un contesto di tendenziale ridimensionamento della risk aversion a livello globale.
A indebolire lo yen ha contribuito anche la notizia, riportata da Bloomberg, secondo cui la BoJ potrebbe indicare alla prossima riunione di marzo di avere ancora spazio per tagliare ulteriormente i tassi in territorio negativo se necessario.

 

PREVSIONI:

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a febbraio (prel.) dovrebbe aumentare a 80,2 (da 79 di fine gennaio), sulla sprinta del miglioramento previsto per la componente aspettative.
Nelle indagini settimanali la fiducia è nettamente aumentata a fine gennaio, sulla scia dell’accredito degli assegni approvati con il pacchetto di fine 2020, la riattivazione dei programmi per i sussidi e il miglioramento del quadro sanitario.
La fiducia dovrebbe rimanere polarizzata in base all’appartenenza politica, ma le informazioni sullo stimolo fiscale da un lato, e sui contagi e i vaccini dall’altro, dovrebbero prevalere determinando una ripresa dell’ottimismo delle famiglie e dei consumi già nel 1° trimestre.