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12 Aprile 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le vendite al dettaglio sono tornate a salire a febbraio, di +6,6% m/m, dopo il -2,7% m/m di gennaio: il balzo è dovuto ai non-alimentari (+14,8% m/m).
La variazione mensile risente dell’evoluzione del grado di restrizione sulle attività commerciali, che ha visto un significativo allentamento a febbraio.
Su base annua, le vendite sono rimaste in territorio negativo, da -6,7% a -5,7%.
Sempre sull’anno, gli unici comparti in crescita si confermano le dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia (+12%) e gli elettrodomestici (+8,9%), mentre particolarmente colpiti (con cali tra -11% e -12,7%) sono calzature, farmaceutici, profumeria e abbigliamento.
Le uniche forme distributive a salvarsi dalla flessione tendenziale sono gli esercizi non specializzati a prevalenza non-alimentare (+3,4%) e il commercio elettronico (+35,8%).
In prospettiva, l’inasprimento delle normative anti-COVID visto tra marzo e aprile dovrebbe causare una nuova contrazione delle vendite al dettaglio, attese mostrare nel 1° trimestre 2021 una flessione di entità solo lievemente inferiore a quella vista a fine 2020 (-1,6% t/t).
Nonostante il possibile rimbalzo dei consumi di beni durevoli, sulla scia della ripresa delle vendite di auto, i consumi delle famiglie di contabilità nazionale appaiono destinati a contrarsi nuovamente a inizio 2021, trainati al ribasso da non durevoli e servizi.
La prospettiva è quella di una ripresa nel trimestre in corso, che però è legata indissolubilmente a una sensibile riduzione delle “zone rosse” nelle prossime settimane.

FRANCIA – La produzione industriale è crollata a febbraio di -4,7% m/m, dopo il +3,2% m/m di gennaio (rivisto al ribasso di un decimo).
Il comparto manifatturiero ha registrato un calo quasi uguale a quello segnato dall’industria nel suo complesso (-4,6% m/m).
Rispetto ad un anno fa la produzione risulta inferiore di -6,6%.
La flessione più marcata si è avuta per i mezzi di trasporto (-11,4% m/m dopo il -3,0% m/m precedente), per i macchinari e le attrezzature (-5,3% m/m da +8,8% m/m precedente) e per la voce “altre industrie manifatturiere” (-4,0% m/m da +3,9% m/m); a febbraio è diminuita anche la produzione di alimenti e bevande (-2,0% da +1,6% precedente).
Passano in territorio negativo anche la produzione energetica (-5,9% da +2,8%) e le costruzioni (-6,0% m/m da +13,2% m/m).
Viceversa, il settore della raffinazione e della produzione di carbone ha registrato una variazione positiva (+11,5% da +6,8%).
Ci aspettiamo una crescita, seppur leggera, dell’attività a marzo, come indicato dalle indagini congiunturali del mese.

AREA EURO – La propensione al risparmio delle famiglie è rimbalzata dal 17,3% al 19,8% nel 2020-T4.
L’aumento è legato a un calo della spesa per consumi (-3,7%) superiore a quello del reddito disponibile (-0,8% t/t).
Eurostat ha rilevato un aumento della quota dei profitti delle imprese sul valore aggiunto dal 39,1 al 40,4%, il valore più alto da inizio 2018.

 

COMMENTI:

ITALIA – Da oggi, sei regioni (tra cui Lombardia, Toscana e Piemonte) passano da fascia rossa ad arancione; solo 4 regioni (Campania, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta) sono considerate “area rossa” (circa il 19% della popolazione e l’11% del PIL nazionale).
Il grado di restrizione scende così ai minimi da oltre un mese.
La prospettiva è quella di un ulteriore allentamento nelle prossime settimane: secondo fondi di stampa, il Governo starebbe valutando parziali riaperture anticipate al 20 aprile, mentre in un’intervista su La Stampa il Ministro del Turismo Garavaglia indica il 2 giugno come possibile data per una riapertura totale.

GERMANIA – Il governo federale si sta muovendo per superare l’obbligo di concertazione con le regioni in materia di restrizioni connesse alla pandemia.
La proposta di legge prevede la possibilità di imporre restrizioni automatiche al superamento di determinate soglie di incidenza dei nuovi casi.
L’iniziativa legislativa riflette la difficoltà che il governo Merkel sta incontrando nell’abbattere i contagi.
A livello nazionale, il tasso settimanale di incidenza si colloca attualmente a 129 casi ogni 100 mila abitanti, con 2 regioni sotto quota 100 e una (Thüringen) sopra 200.
Il tasso di riproduzione Rt a 7 giorni stimato da RKI è a 1,08 (0,96-1,21), e segnala che le misure in vigore sono insufficienti.

BCE – Dopo Lane, anche Isabel Schnabel, intervistata da Der Spiegel, e Fabio Panetta, intervistato da El País, hanno sostenuto che il rialzo dell’inflazione che stiamo osservando nell’eurozona è legato a fattori una tantum.
Secondo Panetta, invece, negli Stati Uniti si sta osservando un ritorno verso livelli più sani grazie allo sforzo congiunto di politica fiscale e monetaria.
Anche Schnabel ha ribadito l’importanza di una “risposta fiscale energica” alla crisi pandemica, utilizzando il debito creato per “investire nella crescita”.
Tuttavia, ha anche indicato nella vaccinazione di massa il principale strumento per ottenere una ripresa economica nel breve termine.
Riguardo al ricorso di AfD alla corte costituzionale contro la ratifica della RRF, Schnabel ha affermato che “sarebbe un disastro economico per l’Europa se l’erogazione dei fondi fosse ritardata indefinitamente”, e che se ciò avvenisse “l’Europa dovrebbe pensare ad alternative, ma richiederebbe tempo”.
Pure Panetta ha sottolineato l’importanza di NGEU, ma rimarcando la necessità che sia “accompagnato dalle necessarie riforme in ogni paese” e che le risorse siano investite in “settori orientati alla crescita”.

STATI UNITIPowell, in un’intervista televisiva, ha detto che l’economia USA è a un “punto di flesso mentre sta iniziando una fase di netta accelerazione della crescita e della dinamica occupazionale.
A suo avviso, il mercato del lavoro potrebbe creare circa 1 mln di posti di lavoro al mese per “una serie di mesi”.
La settimana scorsa Powell aveva affermato che l’employment report di marzo dava “un assaggio di cosa sia un progresso più rapido”: una serie di variazioni mensili di occupati intorno a 1 mln potrebbe essere la condizione per una futura discussione sul tapering.
Powell ha ribadito che la svolta sui tassi non avverrà fino a quando la ripresa dell’economia non sarà completa, e “ci vorrà del tempo per arrivarci”, sottolineando anche che i rischi collegati a COVID restano elevati.
Clarida (vicepresidente Fed) ha detto che la ripresa sarà “volatile” nei prossimi mesi.
Con la riapertura delle attività e la diffusione dei vaccini, è possibile che ci sia uno squilibrio fra domanda e offerta in alcuni settori.
Secondo Clarida, la svolta sui tassi richiederà un periodo di almeno un anno con l’inflazione intorno al 2%.
Clarida ha ribadito che la Fed ha molti modi per comunicare in anticipo l’arrivo di una svolta e ha sottolineato che la banca centrale ha gli strumenti per controllare l’inflazione in caso di superamento dell’obiettivo.
Il vice-presidente della Fed ha anche detto che il programma di acquisti si adatterà ai piani di emissione del Tesoro e potrebbe subire modifiche, che vanno però considerate esclusivamente come variazioni di natura tecnica e non come azioni mirate a influire sulle condizioni di mercato.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in calo, pur risalendo leggermente nella giornata di venerdì. La settimana entrante propone molti dati di rilievo (tra cui indice Empire, vendite al dettaglio e produzione industriale) attesi positivi, ma anche l’inflazione, in accelerazione.
Se l’eventuale effetto rialzista dei dati sui rendimenti dovesse venire eroso da quello ribassista dell’inflazione sui rendimenti reali, il dollaro potrebbe restare sulla difensiva.
Complessivamente però lo scenario di crescita robusta dovrebbe avere il sopravvento, se non subito almeno in un secondo momento, per cui rimane ancora spazio di ulteriore rafforzamento per il dollaro al di là dell’eventuale pausa in corso.
Da seguire intanto in settimana i molti discorsi Fed in programma.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in recupero da 1,17 a 1,18 EUR/USD, pur arretrando leggermente nella giornata di venerdì da massimi temporanei in area 1,19 EUR/USD.
La settimana entrante propone lo ZEW tedesco, atteso in aumento, e la produzione industriale dell’area, attesa invece in rallentamento, unitamente ad alcuni discorsi BCE.
I driver principali resteranno però probabilmente quelli USA, in particolare la dinamica dei rendimenti USA.
Se i differenziali di rendimento non torneranno a riallargarsi a favore del dollaro l’euro potrebbe beneficiarne, ma dovrebbe trattarsi di una fase transitoria e con upside limitato (entro 1,19-1,20 EUR/USD).

GBPLa sterlina invece ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 1,39 a 1,37 GBP/USD (passando per minimi in area 1,36) sia, soprattutto, contro euro da 0,84 a 0,86 EUR/GBP.
La settimana entrante propone pochi dati (produzione industriale attesa positiva e PIL di febbraio atteso in lieve recupero) e alcuni discorsi BoE.
Se i dati domestici non deluderanno nuovi cali potrebbero essere evitati, purché i rendimenti USA non salgano favorendo il dollaro in generale.

JPYAnche lo yen ha chiuso la settimana passata in lieve recupero contro dollaro da 110 a 109 USD/JPY ma pressoché stabile contro euro all’interno del range 129-130 EUR/JPY.
I driver USA restano centrali per la dinamica dello yen, che tornerà a scendere più stabilmente, soprattutto contro dollaro, quando i rendimenti USA riprenderanno a salire con maggior continuità.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Le vendite al dettaglio dovrebbero mostrare un balzo a febbraio, +1,7% m/m, recuperando parzialmente il -5,9% m/m di gennaio. A marzo, le vendite dovrebbero essere cresciute solo marginalmente, risentendo delle misure di contenimento in vigore in diversi Paesi dell’area.
– In settimana, i dati sulla produzione industriale di febbraio dovrebbero evidenziare un lieve aumento dell’attività su base congiunturale per l’Italia e una contrazione nell’intera Eurozona; l’output è atteso in crescita a marzo, come indicato dalle indagini congiunturali del mese.
In calendario c’è anche l’indice ZEW tedesco, primo indicatore di fiducia relativo al mese di aprile, che dovrebbe segnare un nuovo miglioramento delle aspettative dopo quelli registrati negli ultimi quattro mesi.
Di rilievo sarà anche l’approvazione del Documento di Economia e Finanza per l’Italia.
Infine, la seconda stima sui prezzi al consumo di marzo confermerà il trend al rialzo dell’inflazione nell’Eurozona, in Germania e Francia, e, viceversa, un rallentamento dell’indice armonizzato in Italia.

STATI UNITI – La settimana ha molti dati di rilievo in uscita.
Le prime indagini di aprile dovrebbero essere positive, sia per l’attività nel manifatturiero (Empire, Philadelphia Fed) sia per la fiducia dei consumatori (Univ. of Michigan).
Fra i dati di marzo, l’inflazione dovrebbe accelerare, con il CPI in aumento di 2,5% a/a, con un primo assaggio dell’effetto confronto con il 2020.
Le vendite al dettaglio, la produzione industriale e i cantieri residenziali dovrebbero aumentare a ritmi solidi, più che recuperando il terreno perso a febbraio