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11 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri, la produzione industriale è salita di un decimo a settembre, mentre era attesa una lieve flessione.
L’Italia è l’unico tra i quattro principali Paesi dell’area euro ad aver pienamente recuperato i livelli pre-pandemici di produzione industriale a settembre (+1,5% rispetto a febbraio 2020).
La migliore performance, specie verso la Germania (-10,7% vs pre-COVID), è spiegata dal minor peso del settore auto e dalla minore quota di delocalizzazione della catena produttiva (in particolare verso l’Asia).

REGNO UNITO – Questa mattina, è stato diffuso il dato sul PIL britannico nel 3° trimestre, cresciuto dell’1,3% t/t, lievemente al di sotto delle attese e in rallentamento dal 5,5% precedente; la variazione annua si è attestata a 6,6%.

STATI UNITI – Il CPI di ottobre ha dato una nuova scossa allo scenario macroeconomico americano, con una variazione di 0,9% m/m (6,2% a/a, massimo dal 1990) per l’indice headline e 0,6% m/m (4,6% a/a) per l’indice core.
I prezzi dei beni core sono in rialzo dell’1% m/m (8,4% a/a), mentre i servizi ex-energia aumentano di 0,4% m/m, 3,2% a/a.
Fra i beni core, si evidenziano diversi comparti con incrementi ampiamente superiori alle medie pre-Covid (auto nuove e auto usate, beni sanitari).
Sul fronte dei servizi ex-energia, l’abitazione accelera ancora, con un aumento di 0,5% m/m spinto dagli affitti, dagli affitti figurativi e dalle tariffe alberghiere.
Anche i servizi ricreativi sono in accelerazione (0,8% m/m).
Le informazioni del CPI di ottobre confermano che il capitolo Covid e la sua influenza sull’inflazione sono probabilmente in larga misura fenomeni transitori, in linea con le aspettative della Fed e del consenso.
L’effetto confronto con il 2020 e la normalizzazione dei prezzi che hanno subito l’impatto di Covid implicano che il picco dell’inflazione in quei comparti dovuto alla pandemia è probabilmente raggiunto.
Ma, nel frattempo, emergono rischi verso l’alto più duraturi, collegati all’abitazione (in seguito alla trasmissione del boom dei prezzi delle case e alla scarsità di manodopera nell’ospitalità) e alla persistenza delle strozzature all’offerta, come testimoniato dai prezzi delle auto e dalla diffusione dei rialzi alla maggior parte delle voci dell’indice.
Questo messaggio è rafforzato dall’accelerazione di altre misure di inflazione sottostante: mediana del CPI a 0,6% m/m (3,1% a/a); media troncata a 0,7% m/m (4,1% a/a), Underlying Inflation Gauge della NY Fed a 0,4% m/m (4,4% a/a).
Le indagini delle imprese, i prezzi alla produzione, le difficoltà della distribuzione a livello mondiale e l’eccesso di domanda sul mercato del lavoro mantengono elevati i rischi per l’inflazione nella prima metà del 2022.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La Commissione Europea pubblicherà oggi le Previsioni Economiche d’Autunno, che dovrebbero includere una generalizzata revisione al rialzo delle stime di crescita e inflazione per i principali Paesi.
Si dovrebbe vedere anche una revisione in senso migliorativo dei principali indicatori di finanza pubblica, rispetto alle proiezioni fatte la scorsa primavera.
In calendario anche il Bollettino Economico della BCE.

 

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato visibilmente aggiornando i massimi dell’anno per rivedere livelli abbandonati a luglio 2020 grazie ai dati di inflazione di ieri che hanno mostrato un aumento ancora più ampio del previsto, facendo salire i rendimenti e le aspettative di rialzo dei tassi Fed.
Se i anche i prossimi dati convalideranno uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi Fed, il rafforzamento del dollaro potrà proseguire.
Domani primo test con la fiducia delle famiglie.

EURSul dato di inflazione USA l’euro ha corretto ampiamente, rompendo i supporti in area 1,15 EUR/USD e aggiornando i minimi dell’anno a 1,1463 EUR/USD per rivedere livelli abbandonati a luglio 2020.
La rottura dei supporti chiave in area 1,15 EUR/USD apre a nuova debolezza dell’euro, a condizione comunque che i prossimi dati USA convalidino uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi Fed.
Tecnicamente il downside dovrebbe restare contenuto entro quota 1,12 EUR/USD.
Rivediamo pertanto al ribasso la previsione a 1m da 1,17 a 1,13 EUR/USD, ritoccando al ribasso anche il valore atteso sull’orizzonte annuale da 1,22 a 1,21 EUR/USD per indicare che il sentiero di recupero atteso l’anno prossimo potrebbe essere leggermente più blando se la Fed anticipa l’avvio del ciclo di rialzi.
Il nuovo profilo atteso del cambio è dunque 1,13-1,15-1,18-1,21- 1,24 EUR/USD a 1m-3m-6m-12m-24m.

GBPAnche la sterlina ha corretto significativamente contro dollaro sui dati USA da 1,35 a 1,33 GBP/USD aggiornando qui i minimi dell’anno.
Contro euro la reazione è stata più contrastata ma limitata e la divisa britannica si è mantenuta in area 0,85 EUR/GBP.
Il dato di PIL britannico pubblicato questa mattina ha mostrato un rallentamento da 5,5% t/t a 1,3% nel 3° trimestre, leggermente più debole rispetto alle attese di consenso e alla stima fornita dalla BoE alla riunione di giovedì scorso (pari entrambe a 1,5%).
La crescita attesa dalla Boe nel 4° trimestre dovrebbe mantenere un ritmo simile, confermando una fase di debolezza della ripresa: la stima BoE contenuta nel MPR di novembre prevede un 6,7% a/a corrispondente a un incremento trimestrale dell’1,2%.
La sterlina può manifestare ancora debolezza nel breve a fronte di Indicazioni di ripresa ancora debole in questa parte finale dell’anno accompagnata però da pressioni inflazionistiche crescenti.
Questo non compromette tuttavia lo scenario di apprezzamento della sterlina l’anno prossimo in funzione dell’avvio a breve del ciclo di rialzi dei tassi BoE.
In ragione della reazione del dollaro ai dati di inflazione USA e della conferma di un quadro domestico contrastato per l’economia britannica rivediamo leggermente al ribasso la previsione di breve (a 1m) della sterlina da 1,35 a 1,33 GBP/USD, ma marginalmente al rialzo da 1,36 a 1,37 GBP/USD quella a 3m, in funzione di una previsione di primo rialzo dei tassi BoE a febbraio.
Resta invece invariato il profilo di apprezzamento successivo a 1,40-1,46-1,50 GBP/USD a 6m-12m-24m.
Il profilo atteso contro euro rimane 0,86-0,84-0,84-0,83-0,82 EUR/GBP a 1m-3m-6m12m-24m.

JPYAnche lo yen ha corretto contro dollaro sui dati USA da 112 a 114 USD/JPY, scendendo anche contro euro da 130 a 131 EUR/JPY seppur con una dinamica meno lineare.
La discesa, soprattutto contro dollaro, potrà proseguire se anche i prossimi dati USA convalideranno uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi Fed.
Rivediamo pertanto leggermente al ribasso il profilo atteso dello yen contro dollaro a 114-115-116-117-118 USD/JPY a 1m-3m-6m-12m-24m dal precedente 113-114-115-116-117 USD/JPY.
Il nuovo profilo atteso del cambio contro euro passa a 129-132-137-142-146 EUR/JPY a 1m-3m-6m-12m-24m dal precedente 132-131-135-140-144 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi sono in uscita i dati settimanali sui sussidi di disoccupazione, previsti ancora in calo, sui minimi da febbraio 2020.