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11 Novembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione industriale ha corretto più del previsto a settembre, di -5,6% m/m, dopo essere aumentata di +7,4% ad agosto. È il primo calo dopo quattro mesi di recupero.
La variazione su base annua (corretta per gli effetti di calendario) è scesa a -5,1% da -0,3% del mese precedente.
L’output risulta ora inferiore di circa il 4% rispetto al livello pre-COVID (dello scorso febbraio).
Nel mese il calo è guidato dai beni durevoli (-11,4% m/m, dopo i robusti aumenti registrati nei mesi precedenti); l’unico macro-settore resiliente è stato quello dei prodotti energetici (-0,3% m/m).
Su base annua l’energia è poco variata, mentre i durevoli sono l’unico gruppo a registrare un aumento significativo (+2,6% a/a). I beni non durevoli e i beni strumentali risultano in calo di oltre -7% rispetto a un anno prima.
Il dettaglio per settore mostra che tre comparti stanno subendo una flessione a due cifre su base annua: tessile (-20,8% a/a), coke e petroliferi raffinati (-20,4%) e macchinari e attrezzature (-11,9%).
Nessun settore manifatturiero mostra un aumento della produzione rispetto a un anno fa.
I dati confermano ciò che sospettavamo il mese scorso, ovvero che l’aumento di agosto fosse “distorto” al rialzo dall’insolita stagionalità di quest’anno (ad agosto sono rimaste aperte più fabbriche del solito, a causa della necessità di recuperare i livelli di attività dopo la chiusura della scorsa primavera).
La correzione di settembre della produzione industriale rende solo di poco meno ampio il rimbalzo del terzo trimestre (+28,6%t/t), ma è un segnale negativo per il quarto trimestre, che sarà fortemente influenzato dalle nuove misure governative per combattere la “seconda ondata” di COVID-19.
Sebbene tali misure colpiscano i servizi anziché il manifatturiero, potrebbero derivarne effetti retroattivi anche per alcuni comparti industriali.
Stimiamo una contrazione del PIL di -3,6% t/t nel trimestre in corso. Ciò impatterà anche sul PIL medio annuo previsto per il 2021, che a nostro avviso, in uno scenario relativamente ottimistico, potrebbe scendere al di sotto del 5% (stimiamo che il PIL in media nel 2021 possa risultare inferiore del 4,7% rispetto al livello medio del 2019).

FRANCIA – La produzione industriale è salita circa in linea con le nostre stime a settembre, di 1,4% m/m dopo l’1,1% m/m di agosto (dato rivisto al ribasso da 1,3% m/m).
La produzione manifatturiera ha fatto segnare un +2,2% m/m (da 0,8% precedente), mentre la produzione energetica è calata di -2,1% m/m (da +2,2% di agosto).
La variazione annua è risalita a -6% da -6,4% precedente. Nel terzo trimestre l’output è cresciuto di +20,1% t/t, dopo il crollo di -17% t/t visto nel secondo.

GERMANIA – Lo ZEW cala più delle attese a novembre, con l’indice sulle aspettative in calo a 39 da 56,1 e l’indice sulla situazione corrente in flessione a -64,3 da -59,5.
La flessione di novembre riflettei timori per gli effetti economici della “seconda ondata” di COVID-19.
Tuttavia, in Germania le condizioni produttive e sanitarie rimangono tra le migliori in Europa.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEAParlamento Europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo su budget e Next Generation EU.
Il budget cresce di 15miliardi, con un miliardo ulteriore di flessibilità, e l’allocazione aggiuntiva sarà coperta principalmente dalle sanzioni incassate per violazioni alle norme comunitarie sulla concorrenza. L’incremento andrà al programma Erasmus, al programma sanitario (che passa da 1,7 a 5,1 miliardi) e al programma di ricerca Horizon (84,9 miliardi, con un incremento di 4miliardi).
L’accordo include anche l’impegno a siglare un accordo istituzionale sull’introduzione di nuove fonti di entrata fiscale: una tassa sulla plastica entro il 2021, una tassa sulle transazioni digitali ed entrate aggiuntive legate alle emissioni di carbonio nel 2023, eventualmente un’imposta comune sulle società e sulle transazioni finanziarie nel 2026.
Per quanto riguarda i programmi di ripresa e resilienza, confermati i vincoli di 1/3 per la quota destinata al contrasto del cambiamento climatico, e del 7,5% per la conservazione di specie ed ecosistemi.
Sulla condizione del rispetto del principio dello stato di diritto, un tema sul quale Polonia e Ungheria avevano minacciato un veto, la strategia è quella di votare sul tema a maggioranza qualificata la prossima settimana. La scommessa è che, al successivo voto sul budget, l’interesse a ricevere i trasferimenti induca i due governi a recedere dalla minaccia di veto.

STATI UNITI
 – I nuovi contagi toccano nuovi record (130.553, +64% in 14 gg), seguiti dai ricoveri che, a 61.964, hanno superato i massimi di aprile e luglio, poco sopra 59 mila, e sono il doppio rispetto a due settimane fa.
Con la continua accelerazione dei nuovi casi, il trend dei ricoveri è destinato a proseguire, aumentando la pressione sulle strutture sanitarie, al collasso negli stati più colpiti.
La diffusione a livello nazionale della recrudescenza dei casi rendo più difficile la gestione sanitaria rispetto alla primavera, quando il personale medico e paramedico poteva essere trasferito verso le aree in maggiore difficoltà.
Biden procede con la transizione e il suo team segnala che alcune nomine importanti potrebbero arrivare prima di Thanksgiving.
Il continuo rifiuto da parte di Trump di accettare la vittoria di Biden mantiene bloccati i fondi per l’attività di transizione, dipendenti dalla decisione della General Services Administration.
Trump ha presentato ricorsi o richieste di riconteggio in Pennsylvania, Michigan Georgia, Arizona e Nevada, a cui potrebbero aggiungersene altri. La situazione è molto diversa rispetto all’elezione contestata del 2000, quando la distanza fra Bush e Gore era minima e vincolata esclusivamente al risultato della Florida. Per avere rilevanza ai fini della vittoria finale, i ricorsi dovrebbero essere favorevoli a Trump in più stati. Inoltre, all’epoca la decisione finale da parte della Corte Suprema era stata guidata da questioni legate alle tecnologie per il conteggio delle schede, che invece non sono in discussione nel 2020.
AP ha assegnato ai democratici 218 seggi alla Camera, garantendo il mantenimento della maggioranza, che però verrà ridimensionata rispetto a quella ottenuta nel 2018, con 232 seggi.
Nella nuova Camera, i democratici potrebbero avere un margine di pochi seggi, con una gestione dell’agenda politica difficile e possibili rischi di perdere il controllo alle elezioni midterm del 2022.
I seggi persi indicano la necessità che il partito riporti verso il centro in modo convincente le posizioni sui principali temi.
In attesa dei risultati finali alla Camera e della definizione della maggioranza al Senato, che dipenderà da due seggi in Georgia che avranno elezioni suppletive il 5 gennaio, il Congresso attuale ha tre incombenze pressanti: il passaggio delle leggi di rifinanziamento della spesa, in scadenza l’11 dicembre, la definizione della legge annuale per il finanziamento della difesa e la ripresa delle discussioni su un nuovo pacchetto fiscale.
Nonostante la vittoria probabile di Biden, i democratici hanno minore potere contrattuale ora rispetto a un mese fa nella determinazione della dimensione e della composizione di nuovi interventi.
McConnell ha ribadito ieri che un nuovo pacchetto di stimolo non dovrebbe essere su livelli di “diversi trilioni” e dovrebbe essere mirato a obiettivi specifici.
– I commenti da parte di esponenti della Fed confermano la disponibilità a mantenere politiche espansive e a individuare misure efficaci per sostenere l’economia a fronte della ripresa dei contagi.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto che il 2021 sarà un anno positivo, ma i prossimi trimestri potranno essere ancora molto difficili, sulla scia dei crescenti rischi verso il basso collegati all’accelerazione dei contagi.
Kaplan ritiene che, in presenza di una pandemia, può essere necessario “ulteriore sostegno mirato”.
Secondo Kaplan non c’è spazio per ritocchi ai tassi, ma c’è spazio per intervenire con altre misure in congiunzione con il Tesoro, per esempio attraverso un rinnovo del Paycheck Protection Program, potenzialmente essenziale per il proseguimento della ripresa n questa fase di recrudescenza della pandemia.
Rosengren (Boston Fed) ha sottolineato che la reazione della politica monetaria e fiscale è stata determinante per la svolta estiva e che con la ripresa dei contagi, ulteriori interventi su entrambi i fronti sono appropriati.
George (Kansas City Fed) ha affermato che la “calibrazione della politica monetaria al momento è appropriata”, dato che lo scenario economico e sanitario continua a richiedere supporto sia sul fronte dei tassi sia su quello dei programmi di credito di emergenza.
George però non ha segnalato, al contrario di molti suoi colleghi, la necessità di nuovi interventi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è stabilizzato nella parte alta del range di lunedì, mantenendo buona parte de guadagni post-notizia del vaccino anti-Covid.
L’upside collegato alla notizia dovrebbe essere pressoché esaurito. Intanto, va monitorata l’evoluzione della pandemia anche negli Stati Uniti, dove ieri vari stati hanno introdotto nuove restrizioni per contenere il contagio.

EURL’euro è rimasto sulla difensiva, mantenendosi tra 1,17 e 1,18 EUR/USD, subendo il prevalere della maggior forza del dollaro. Anche l’ampio calo dello ZEW tedesco ha contribuito a indebolire il cambio.
L’upside dell’euro rimane compresso anche per effetto delle indicazioni della BCE, che monitora la dinamica del cambio, soprattutto in fase rialzista, per le implicazioni ribassiste di un suo eventuale apprezzamento sull’inflazione e per gli effetti negativi sulla crescita di breve del recente deterioramento del quadro pandemico. In programma oggi un intervento di Lagarde.

GBPLa sterlina invece si è rafforzata ulteriormente sia contro dollaro da 1,31 a 1,32 GBP/USD sia contro euro da 0,89 a 0,88 EUR/GBP, ancora sulla scia del sentiment positivo post-notizia sul vaccino e in relazione ai negoziati postBrexit con l’UE.
Eventuali novità su questo fronte saranno cruciali per la sterlina (rafforzamento in caso di accordo, calo in caso di no-deal).

JPYLo yen si è mantenuto in prossimità dei minimi post-notizia sul vaccino di lunedì tra 104 e 105 USD/JPY contro dollaro e tra 123 e 124 EUR/JPY contro euro.
La valuta nipponica dovrebbe mantenersi sulla difensiva, ma per scendere verso nuovi minimi sono probabilmente necessari spunti nuovi.