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11 Marzo 2021 – nota economica giornaliera

FRANCIA – La produzione industriale è risalita di +3,3% m/m a gennaio, dopo il -0,7% m/m di dicembre (rivisto al rialzo di un decimo).
Il comparto manifatturiero ha registrato un balzo di entità pari a quello segnato dall’industria nel suo complesso. La ripresa si è avuta per i macchinari e le attrezzature (da -3,3% a +8,4%) e per la voce “altre industrie manifatturiere” (da -0,8% m/m a +3,9% m/m).
Risalgono anche la produzione di alimenti e bevande (da -2,0% a +1,6%) ed il settore della raffinazione (da -30,7% a +7,2%); al contrario, la produzione di mezzi di trasporto segna una variazione negativa (da +1,2% a -2,9%).
La crescita della produzione energetica rimane vivace (da +1,9% +2,8%), mentre nelle costruzioni l’attività è salita di ben +16,3% m/m.
Nonostante il dato di gennaio, la produzione industriale resta dell’1,7% inferiore rispetto al livello di febbraio 2020, e in calo di -2,8% rispetto a gennaio 2020.
Le indagini congiunturali indicano che nel mese passato l’output potrebbe aver fatto registrare un nuovo aumento.
Come evidenziato nel Point sur la conjoncture française pubblicato da Banque de France, l’industria dovrebbe essere tornata a dare un contributo positivo al valore aggiunto nel 1° trimestre, anche se il PIL registrerà probabilmente una crescita vicina allo zero.

STATI UNITI – Il CPI a febbraio aumenta di 0,4% m/m (1,7% a/a), dopo 0,3% m/m di gennaio, sulla scia dell’incremento dei prezzi energetici, +3,9% m/m. Il rialzo della benzina (6,4% m/m) contribuisce per circa metà dell’intera variazione mensile dell’indice, ma anche elettricità e gas naturale hanno spinto l’inflazione verso l’alto.
L’indice core è in rialzo di 0,1% m/m (1,3% a/a), con andamenti misti per le diverse componenti.
I beni core sono in calo di -0,2% m/m, dopo un periodo prolungato di variazioni elevate e su base tendenziale sono in aumento di 1,3% a/a, al di sopra della media storica.
Fra i beni core, spiccano le correzioni di auto usate (-0,9% m/m, terzo calo consecutivo, ma dopo molti mesi di rialzi sostenuti) e dell’abbigliamento (-0,7% m/m, dopo +2,2% m/m a gennaio).
I servizi ex-energia riaccelerano a 0,2% m/m dopo due mesi di stagnazione, con un modesto rialzo della variazione tendenziale a 1,3% a/a.
Il comparto abitazione rimane sul trend di variazioni inferiore alla media storica (0,2% m/m), ma si registra un’accelerazione degli affitti figurativi a 0,3% m/m, mentre gli affitti sono ancora moderati a 0,2% m/m e la voce “lodging away from home” (-2,3% m/m) è sempre frenata da contrazioni nelle tariffe alberghiere (-2,7% m/m, -14,9% a/a).
La sanità accelera a 0,3% m/m, con un balzo dei servizi medici (2% m/m) ma una correzione dei farmaci (-0,7% m/m).
Nel segmento ricreazione si osserva un rialzo di 0,6% m/m dopo -0,6% m/m, ma è ancora difficile valutare un trend per via degli effetti della pandemia: alcuni prezzi non erano più stati rilevati, per es. gli eventi sportivi, e la ripresa delle rilevazioni determinerà fluttuazioni temporanee.
Le tariffe aeree restano in calo (-5,1% m/m, dopo -3,2% m/m a gennaio).
La persistente moderazione delle variazioni mensili dell’inflazione core, dovuta agli effetti della pandemia sui servizi core, dovrebbe invertirsi nei prossimi mesi per due ragioni.
I forti aumenti dei prezzi delle case sono un indice anticipatore degli affitti e degli affitti figurativi, e preludono a un’accelerazione in questo comparto.
Inoltre, la diffusione dei vaccini e il controllo della curva dei contagi dovrebbe determinare una ripresa dei prezzi nei comparti ricreativi e nel settore alberghiero e della ristorazione.
Più in generale, prezzi di beni e servizi risentiranno dell’atteso boom di domanda spinto dall’iniezione di stimolo fiscale.
A questo movimento sottostante e duraturo, nei prossimi mesi si sommerà l’effetto confronto con il 2020, che porterà a significativi, ma temporanei, rialzi delle variazioni annue.
Nel breve termine, la Fed ha già detto in modo esplicito che non reagirà alle risalite dell’inflazione nella parte centrale dell’anno.
Inoltre, per ora i trend sottostanti di riaccelerazione della dinamica dei prezzi saranno viste favorevolmente dalla banca centrale in un’ottica di recupero dopo anni di undershooting.
In ogni caso la reflazione è in arrivo, presto.

 

COMMENTI:

BCE – La riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea si concluderà senza modifiche ai tassi ufficiali, ai programmi di acquisto e al programma TLTRO III.
Il comunicato stampa potrebbe essere modificato per segnalare nel breve termine la possibilità di un uso più attivo del PEPP, tema che sarà presente anche nelle dichiarazioni della presidente Lagarde, ma è escluso che possano essere indicati quantitativi specifici, o obiettivi precisi per il livello dei tassi.
Nelle scorse settimane, i membri più influenti del comitato esecutivo (Lane, Schnabel, Panetta) hanno prospettato il dispiegamento del PEPP per contrastare il rialzo dei tassi dovuto al contagio dal mercato americano, ma alcuni dei governatori (per es., Weidmann e Knot) si sono mostrati scettici riguardo all’opportunità di procedere in tal senso, e altri componenti del comitato esecutivo sono rimasti silenti.
Rispetto al 21/1, data della precedente riunione, la restrizione delle condizioni finanziarie complessive appare modesta. I tassi IRS sono saliti di 24pb sulla scadenza decennale e di 13pb su quella quinquennale, con più di metà dell’aumento attribuibile alla componente inflazione.
Di contro, gli spread creditizi e sovrani sono rimasti stabili, e l’euro ha ceduto terreno sui mercati valutari contro dollaro (-2,0%), meno considerando il cambio medio ponderato (-0,5%).
Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di accettare più acquisti oggi in cambio di un maggior rallentamento successivo.

STATI UNITI – La Camera ha approvato la versione dell’American Rescue Plan modificata dal Senato, e l’ha inviata al presidente, che dovrebbe firmarla domani.
L’American Rescue Plan (ARP), con misure pari a 1,9 tln di dollari, concentra i suoi effetti sul 2021-23, con 1,2 tln quest’anno, 528 mld l’anno prossimo e 114 mld nel 2023. In termini di tipologie di misure, circa il 42% del totale è mirato al supporto del reddito disponibile delle famiglie, attraverso l’accredito di assegni di 1400 USD per individuo (con reddito annuo finoa 75mila dollari) e per ogni dipendente, l’integrazione di 300 USD/settimana,l’estensione dei programmi di disoccupazione fino a inizio settembre e un significativo rafforzamento dei crediti di imposta per i figli minorenni (con effetti fra l’autunno 2021 e il 2022e la trasformazione in assegni mensili per un’ampia quota di famiglie con figli).
Secondo un’analisi del Tax Policy Center, l’ARP ridurrebbe le imposte in media di 3000 dollari all’anno, con un aumento medio del reddito netto di 3,8% nel 2021, concentrato sulle fasce di reddito medie e basse (-20% per il primo quintile della distribuzione dei redditi, -9% per il secondo), al contrario dei risultati della riforma tributaria di Trump, concentrata sulle fasce alte di reddito.
Gli altri contributi dell’ARP sono 360 mld a stati ed enti locali (che saranno spesi gradualmente),123 mld relativi a misure per Covid, con effetti immediati, 160 mld a scuole e università,59 mld a favore delle piccole imprese, 105 mld per la sanità e trasferimenti a favore di fondi pensione in difficoltà.
L’impatto della legge sulla crescita sarà massiccio, oltre2 pp di PIL, e concentrato sulla parte centrale del 2021, con l’accredito degli assegni da 1400 dollari previsto entro fine marzo (per un totale di 410 mld) e spinte a una crescita dei consumi in media pari a 10% t/t ann. fra la primavera e l’estate.
L’ARP è il terzo pacchetto anti-Covid approvato dalla primavera 2020, e il primo a essere votato esclusivamente lungo linee di partito, con indicazioni di quella che sarà la strategia politica dell’amministrazione in questo primo anno del mandato Biden.
La ricerca iniziale di consenso bipartisan non si è dimostrata fruttuosa e la leadership democratica dovrà procedere sui prossimi temi in modo autonomo e con maggiori difficoltà per l’approvazione di nuova legislazione (immigrazione, ambiente, limiti alla detenzione di armi).

STATI UNITI-Covid19 – La campagna vaccinale procede, con il 19% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose dei vaccini con richiamo (Moderna e Pfizer) e il 9,9% pienamente immunizza to con due dosi o con il vaccino monodose J&J.
Il ritmo giornaliero di somministrazioni è in rialzo con giornate che registrano quasi 3 mln di inoculazioni al giorno, e la media settimanale a 2,17 mln. A questa velocità, il 90% della popolazione potrebbe essere almeno parzialmente vaccinato entro fine agosto.
Il presidente Biden ha annunciato di aver ordinato altri 100 mln di dosi del vaccino J&J, raddoppiando così l’ordine iniziale, in modo da garantire disponibilità di vaccini per tutta la popolazione entro maggio.
Il presidente ha anche detto che condividerà con altri paesi eventuali scorte disponibili dopo aver coperto la popolazione americana.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ancora ieri sul calo dei rendimenti USA, soprattutto quelli reali, in seguito ai dati di inflazione che hanno mostrato un aumento da 1,4% a 1,7% – per quanto in linea con le attese.
Il pacchetto di stimolo fiscale intanto ha ottenuto l’approvazione finale alla Camera e dovrebbe diventare legge domani.
Il ritracciamento del dollaro dovrebbe essere transitorio: la forte ripresa prevista negli USA dovrebbe infatti favorire una risalita dei rendimenti con allargamento dei differenziali a favore del biglietto verde.

EURL’euro è salito ancora, comunque in misura contenuta da 1,18  a 1,19 EUR/USD, sull’arretramento del dollaro.
Un test importante sarà la riunione BCE di oggi, non tanto per i parametri di policy, attesi invariati, quanto per il nuovo scenario di crescita e inflazione e – soprattutto – per l’eventuale messaggio sulla recente dinamica dei rendimenti euro.
Se la BCE lascerà intendere di essere pronta a intervenire in caso di restrizione delle condizioni finanziarie di mercato, l’euro dovrebbe indebolirsi.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata sul calo del dollaro da 1,38 a 1,39 GBP/USD, salendo anche contro euro, seppure solo marginalmente, mantenendosi in area 0,85 EUR/GBP.
L’attenuarsi della resilienza relativa rispetto all’euro potrebbe essere un segnale che i massimi recenti possono essere considerati resistenze piuttosto solide nel breve in assenza di dati domestici che sorprendano positivamente.
La riunione BoE di giovedì prossimo sarà interessante in tal senso per la valutazione aggiornata dello scenario macro che la banca centrale fornirà alla luce degli sviluppi più recenti.

JPYAnche lo yen si è rafforzato ieri sul calo del dollaro, seppure di poco, restando in area 108 USD/JPY, mentre è sceso contro euro, restando comunque in area 129 EUR/JPY.
La dinamica dei rendimenti USA resta il driver principale. Nel cambio contro euro oggi rileverà anche l’esito della riunione BCE: un messaggio dovish dovrebbe agire a favore dello yen.