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11 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione industriale è rimbalzata più del previsto a gennaio, di ben +3,7% m/m, dopo essere calata di -2,5% m/m a dicembre. Il dato è stato superiore sia alle attese di consenso(+1,6% m/m), che alla nostra stima, più ottimistica (+2% m/m).
Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), l’output è risultato in netto recupero, a -0,1% da -4,4% precedente(sui dati corretti per gli effetti di calendario).
Si tratta di un massimo da quasi un anno. La ripresa congiunturale di gennaio accomuna tutti i raggruppamenti principali di industrie; in particolare, spicca il balzo per beni di consumo durevoli, beni strumentali e intermedi (rispettivamente: +7,4%, +4,1%, +3,3% m/m).
Il dettaglio per settore di attività resta misto: due comparti mostrano una crescita tendenziale a due cifre (computer ed elettronica+11,4%, altre industrie manifatturiere +11,6%), mentre le flessioni più ampie, nel manifatturiero, si registrano per il settore tessile (-8,4%)e per quello chimico(-3,3%).
Il balzo della produzione industriale in Italia a gennaio è stato simile a quello visto sia in Germania (+2,7% m/m) che in Francia (+1,2% m/m). Ciò conferma la nostra idea che sul calo di dicembre abbiano inciso in misura decisiva fattori di calendario.
Il dato mostra che, nonostante un possibile calo a febbraio e marzo, l’industria potrebbe contribuire positivamente al PIL nel 1° trimestre(così come anche le costruzioni).
I servizi però dovrebbero essere colpiti, a partire dall’ultima settimana di febbraio e poi in misura più acuta a marzo, dagli effetti del COVID-19, e delle misure prese dal governo per contenerne la diffusione.
L’impatto diretto riguarda alcuni specifici comparti (trasporti, turismo, alloggio e ristorazione, intrattenimento e sport), ma lo shock potrebbe nel tempo provocare rilevanti effetti negativi su tutti i settori di attività economica.
In generale, il dato sulla produzione industriale di gennaio ha sorpreso verso l’alto, ma appare già in qualche modo “vecchio”. Difficilmente, vista la situazione attuale, il PIL potrà evitare un calo nel primo trimestre, e la flessione dovrebbe essere più accentuata nel secondo. È possibile poi un rimbalzo nella seconda metà dell’anno, che però non impedirà una flessione del PIL annuo nel 2020.

FRANCIA – La produzione industriale rimbalza a gennaio dell’1,2% m/m da -2,5% m/m (dato, quest’ultimo, rivisto al rialzo di tre decimi da -2,8% m/m), circa in linea con le nostre stime.
Il comparto manifatturiero cresce anch’esso dell’1,2% m/m, trainato dall’agro-alimentare (+0,9% m/m) e soprattutto dai beni intermedi (+5,9% m/m), che recuperano i cali di dicembre. Calano ampiamente le attività di raffinazione (-6,1% m/m) e dei materiali di trasporto (-4,1% m/m).
La produzione energetica aumenta dello 0,9% m/m. Rimbalza anche il settore delle costruzioni, dell’1,8% m/m.
Il dato di gennaio imposta attualmente la produzione per un calo dello 0,7% t/t nel primo trimestre da -0,6% t/t di fine 2019.
L’epidemia globale del COVID-19 potrebbe lasciare poco variato il dato di febbraio, ma in marzo prevediamo una brusca frenata della produzione che prevediamo si protragga perlomeno nella prima parte del secondo trimestre (aprile/maggio).
La stima è ancora preliminare, ma prevediamo un contributo negativo della produzione industriale alla crescita del PIL nel primo trimestre di quasi tre decimi di PIL.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri dovrebbe ampliare la portata del pacchetto di interventi espansivi per fronteggiare l’emergenza COVID-19.
Le misure sono quelle annunciate la scorsa settimana (estensione della cassa integrazione in deroga, interventi per la sanità, aiuti specifici per gli 11 Comuni della ex-zona rossa, congedi parentali, interventi di sostegno alla liquidità delle imprese, sospensione dei mutui e dei versamenti fiscali e contributivi) ma l’impatto sull’indebitamento dovrebbe salire dai 6,35 miliardi annunciati in precedenza a 10 miliardi.
In una seconda fase, l’obiettivo del governo sarebbe di arrivare a un deficit aggiuntivo di 12-13 miliardi (ovvero 14-15 miliardi in termini di saldo netto da finanziare), portando il disavanzo 2020 vicino al 3%; gli interventi della seconda fase riguarderebbero gli indennizzi diretti alle filiere più danneggiate dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria.
La richiesta di deficit aggiuntivo sarà esaminata da Camera e Senato subito dopo il Consiglio dei Ministri. Ieri la Regione Lombardia ha chiesto al governo la chiusura dei negozi (ad eccezione di quelli di generi alimentari, prima necessità e farmacie), fino allo stop di tutte le attività produttive non essenziali, e limitazioni per i mezzi pubblici, per 15 giorni.
Il Governo in questa fase ha valutato di non implementare ulteriori misure restrittive.

UNIONE EUROPEA – La Commissione Europea proporrà di creare un fondo di 25 miliardi di euro a sostegno del sistema sanitario, delle piccole e medie imprese, del mercato del lavoro e delle parti più vulnerabili dell’economia. Una tranche di 7,5 miliardi sarà dirottata dai fondi esistenti.
Tuttavia, la risposta economica alla COVID-19 dipenderà principalmente dagli Stati membri, ai quali viene promessa “una applicazione flessibile” delle regole del Patto di Stabilità e Crescita.

 

REGNO UNITO – La Bank of England ha annunciato questa mattina a sorpresa un taglio dei tassi di 50 pb, portando il bank rate a 0,25%, “per contribuire a sostenere la fiducia di imprese e consumatori in un momento difficile, supportare i cash flow di imprese e famiglie e ridurre il costo, e aumentare la disponibilità di finanziamenti”.
Nel comunicato stampa, la BoE afferma che, benché gli effetti dello shock siano ancora incerti, è probabile che ci sia un significativo indebolimento dell’attività nei prossimi mesi, con interruzioni delle catene produttive e difficoltà per il credito a breve termine per famiglie e imprese.
Pertanto, la banca ha annunciato un nuovo pacchetto di finanziamento per le banche specificamente disegnato per convogliare il credito alle piccole e medie imprese (TFSME ovvero new Term Funding scheme with additional incentives for Small and Medium-sized Enterprises).
Tra poche ore, il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak annuncerà le nuove misure fiscali e di spesa per fronteggiare l’emergenza.

STATI UNITI
 – Covid-19 è in espansione, anche se le informazioni sulla sua diffusione sono ostacolate dalla mancanza di preparazione e coordinamento del sistema sanitario.
Secondo i dati compilati da Johns Hopkins University, il numero di contagiati ieri era a 1020, con circa metà dei casi negli Stati di Washington, New York e California.
Il Ministro della Sanità ha affermato martedì che al momento le autorità non sono in grado di definire un numero ufficiale di contagi, dato che gran parte dei test sono condotti da laboratori privati che non riportano le informazioni a livello centrale. Il Ministro della Sanità ha detto che si sta muovendo per avere informazioni aggregate, riconoscendo che “avrebbe voluto avere un sistema coordinato almeno otto giorni fa”.
Inoltre, è nota, anche se non riconosciuta ufficialmente, la scarsità di kit per i test in tutto il paese. Molte università hanno annunciato la chiusura delle lezioni in aula e lo stato di New York ha delineato un’area di restrizione di attività per una zona particolarmente colpita dai contagi.
La proposta di Trump di sospendere la payroll tax fino a fine anno non ha trovato consensi fra i membri del Congresso, dove i leader repubblicani e democratici, insieme al segretario del Tesoro, hanno iniziato negoziati per un pacchetto di misure mirate specificamente a contrastare le conseguenze di Covid-19. Secondo fonti di stampa, la Camera potrebbe approvare un primo insieme di misure entro giovedì, prima della chiusura temporanea
– Le primarie democratiche di ieri in sei stati hanno confermato la leadership di Biden, che ha ora 823delegati, contro i 663 di Sanders sulla base dei risultati disponibili finora (ancora parziali in alcuni stati). Biden ha prevalso in Michigan, Mississippi, Missouri e Idaho, mentre restano ancora da definire gli esiti nello stato di Washington e in North Dakota.
– Le due operazioni di rifinanziamento condotte dalla NY Fed hanno registrato un netto aumento della domanda da parte delle istituzioni finanziarie. L’operazione overnight ha visto richieste per 123 mld di dollari, rispetto a un massimo offerto di 150 mld, mentre l’operazione a 14 giorni ha allocato il massimo offerto (45 mld), contro domande per 95 mld. La NY Fed lunedì aveva aumentato la dimensione massima delle operazioni.

GIAPPONE – Il primo ministro Abe ha annunciato misure mirate a contrastare i costi economici di covid-19, con finanziamenti alle imprese per 15 mld di Yen e sostegno diretto all’economia per 4 mld.
Le misure offriranno anche prestiti senza interesse agli individui disoccupati.
Abe ha sottolineato che l’obiettivo principale ora è difendere la sopravvivenza delle imprese. Il ministro delle finanze lunedì aveva sottolineato che in questa circostanza la politica monetaria è limitata e occorre agire attraverso la leva fiscale. In Giappone le scuole sono chiuse per il mese di marzo e il governo ha segnalato che probabilmente il periodo di chiusura verrà esteso di almeno altri dieci giorni.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è risalito ieri più che recuperando il calo di lunedì, così come han fatto anche i rendimenti USA, sull’aspettativa che l’amministrazione Trump adottasse nuove misure per contrastare gli effetti del coronavirus. Oggi però è di nuovo in calo – comunque modesto –perché non è ancora stato raggiunto un accordo sulle nuove misure e rischia di restare sotto pressione finché permane l’incertezza.

EUR – L’euro ha corretto di riflesso al generalizzato recupero del dollaro ed è sceso da massimi in area 1,14 a minimi in area 1,12 EUR/USD cancellando così la salita di lunedì. Dopo l’elevata volatilità degli ultimi due giorni oggi il cambio dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, in attesa del prossimo test che si avrà domani con la riunione BCE.

GBP – La sterlina ha corretto ampiamente sul recupero del dollaro scendendo da massimi in area 1,31 a minimi in area 1,28 GBP/USD, il che l’ha portata ad arretrare anche – ma molto meno – contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP. Questa mattina è scesa ancora (minimi in area 1,28 GBP/USD e 0,88 EUR/GBP) dopo che la BoE ha annunciato a sorpresa  (al di fuori della riunione ordinaria di politica monetaria che si terrà il 26 marzo) un insieme di misure per contrastare gli effetti del coronavirus, ma ha già recuperato il nuovo calo.
Tra le misure chiave la banca centrale ha tagliato il bank rate di 50 pb portandolo a 0,25% e introdotto un novo piano di sostegno al credito con incentivi aggiuntivi per le piccole e medie imprese (TFSME: Term Funding scheme with additional incentives for Small and Medium-sized Enterprises).
Mercoledì scorso Bailey, che da lunedì prossimo subentrerà a Carney alla guida della BoE, aveva dichiarato che la banca centrale tende a non agire al di fuori delle date programmate per gli incontri di politica monetaria, ma che nulla vieta che ciò avvenga se necessario, spiegando che comunque la BoE voleva raccogliere maggior evidenza sul coronavirus prima di decidere se intervenire o meno e che stava ragionando su come coordinarsi al meglio con il Tesoro, ferma restando la propria indipendenza. E oggi il focus sarà sul Budget, il primo dell’era post-Brexit.
Le attese sono infatti per una finanziaria espansiva, sia per sostenere l’economia nella transizione verso il nuovo regime fuori dall’UE sia per contrastare le ricadute economiche negative del coronavirus. Se il Budget non disattenderà le aspettative la sterlina potrebbe beneficiarne per via dell’effetto favorevole sulla crescita e sulla fiducia.

JPY – Anche lo yen ha corretto sulla rimonta del dollaro cancellando così la salita di lunedì e portandosi da massimi in area 101 a minimi in area 105 USD/JPY contro dollaro e da 116 a 119 EUR/JPY contro euro. A meno di un ulteriore aumento della risk aversion i massimi di lunedì dovrebbero restare alle spalle. Ieri intanto è stato confermato un secondo pacchetto di misure fiscali aggiuntive per contrastare le ricadute economiche del coronavirus.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Il CPI a febbraio dovrebbe essere invariato su base mensile, con un contributo negativo dell’energia. L’indice core è previsto in rialzo di 0,2% m/m, con qualche rischio verso il basso.
I prezzi dei beni core dovrebbero mantenersi stabili, sotto l’effetto del rafforzamento del dollaro visto fino a fine febbraio. Per quanto riguarda i servizi ex-energia, si potrebbe vedere un impatto negativo del coronavirus sulle tariffe aeree e su quelle alberghiere.
Fra le altre voci, le auto potrebbero registrare una modesta ripresa dopo molti mesi di debolezza (soprattutto nel comparto dell’usato), mentre per l’abbigliamento si potrebbe registrare una correzione alla luce del clima più mite della media stagionale.
L’inflazione dovrebbe assestarsi a 2,3% a/a sia per l’indice headline sia per quello core.