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11 Agosto 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri, la stima finale dei prezzi al consumo di giugno ha confermato il calo dell’’inflazione calcolata sull’indice nazionale, al 7,9% a/a dall’8% di giugno e di quella armonizzata, all’8,4% a/a da un precedente 8,5%.
Nel mese i prezzi sono cresciuti di 0,4% m/m sul NIC e calati del -1,1% m/m sull’IPCA.
Il rallentamento tendenziale dei prezzi è imputabile prevalentemente alla componente energetica (da 48,7% di giugno a 42,9%; zero la variazione congiunturale); gli alimentari accelerano a 9,6% a/a (+0,3% m/m).
L’inflazione di fondo conferma la salita al 4,1% a/a da un precedente 3,8%; ci aspettiamo ulteriori rialzi nei prossimi mesi.
La salita tendenziale dell’inflazione di fondo è dovuta esclusivamente ai prezzi dei servizi (3,6% da 3,4%), con i listini dei servizi relativi ai trasporti saliti da 7,2% a 8,9%, a fronte di un rallentamento per i beni (a 11,1% da 11,3% precedente).
Riteniamo che l’inflazione possa seguire uno stabile trend discendente solamente a partire dal 4° trimestre. La media d’anno potrebbe attestarsi ad almeno 7,4% nel 2022 e oltre il 3,5% nel 2023 (sull’indice armonizzato), con rischi verso l’alto.

STATI UNITI – Ieri il CPI è rimasto stagnante a luglio (consenso 0,2% m/m), interrompendo una striscia consecutiva di aumenti di oltre 2 anni, dopo essere cresciuti di 1,3% m/m a giugno.
Il dato riflette di un calo dei listini energetici (-4,6%), sull’onda della flessione del petrolio, che ha compensato l’accelerazione dei prezzi alimentari (1,1%).
L’inflazione headline è quindi scesa più del previsto, all’8,5% a/a (consenso 8,7%) da un precedente 9,1%; rimanendo comunque su ritmi storicamente elevati.
La crescita del CPI al netto di alimentari ed energia ha invece decelerato allo 0,3% m/m (consenso 0,5%) da un precedente 0,7%, il ritmo di crescita più lento dallo scorso settembre. L’inflazione core è quindi rimasta stabile al 5,9% a/a.
Sul mese sono calati i prezzi di veicoli usati (-0,4% m/m) e abbigliamento (-0,1% m/m) oltre alle tariffe dei trasporti (-0,5% m/m) in scia alla correzione dei carburanti.
Continuano invece ad esercitare pressioni al rialzo le componenti abitativa (0,5% m/m), arredamento (0,6% m/m) e veicoli nuovi (0,6% m/m).
Anche i comparti più esposti al costo del lavoro come i servizi ricreativi (0,4% m/m) e la ristorazione (0,7% m/m) continuano a mostrare ritmi di crescita sostenuti.
I prezzi al consumo iniziano a mostrare qualche segnale di rallentamento che potrebbe continuare anche nei prossimi mesi: il calo del petrolio è proseguito anche ad agosto; la correzione delle materie prime agricole dovrebbe trasferirsi sul CPI alimentare mentre l’attenuamento delle strozzature all’offerta potrebbe ridurre le tensioni sui prezzi dei beni industriali core (come veicoli nuovi e tecnologia).
Tuttavia, un mercato del lavoro ancora in surriscaldamento dovrebbe continuare ad esercitare pressioni al rialzo sui prezzi dei servizi.
In sintesi, il dato di luglio, seppur migliore delle attese, non impedirà alla Fed di proseguire nel percorso di rialzo dei tassi con un probabile incremento di 50pb alla riunione di settembre.

 

COMMENTI:

GERMANIA – L’economia della Germania rischia di essere frenata anche dalla siccità, oltre che dal razionamento del gas che potrebbe rendersi necessario nel periodo autunnale e invernale. Il livello del Reno, fiume intensamente sfruttato come idrovia per il trasporto di materie prime, sta raggiungendo livelli che renderanno impossibile il transito in alcuni punti.
Inoltre, dato che i livelli idrometrici normalmente toccano il minimo in autunno, la situazione potrà soltanto peggiorare fra agosto e settembre.
Secondo il Kiel Institut, un mese di bassi livelli idrometrici riduce la produzione industriale dell’1%.

STATI UNITI – La conferma delle intenzioni della Fed di proseguire nella restrizione è venuta anche da Evans della Chicago Fed che ha dichiarato di aspettarsi tassi sui Fed Funds a 3,25%-3,50% a fine anno e a 3,75%-4% nel 2023.
Anche per Kashkari della Fed di Minneapolis il dato d’inflazione di luglio non modifica la necessità di proseguire nei rialzi anche a costo di una recessione e portare i tassi al 3,9% entro fine anno e al 4,4% in quello successivo.
In un’intervista al Financial Times la Presidente della San Francisco Fed Daly ha dichiarato che è ancora prematuro “dichiarare vittoria” e che è a favore di un rialzo da 50pb a settembre pur non escludendo la possibilità di un ulteriore aumento di 75pb.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oltre ai consueti dati settimanali sulle richieste di sussidio, su livelli storicamente bassi ma su di una tendenza di moderato rialzo, il PPI è atteso rallentare a luglio, in scia al calo dei prezzi del greggio.