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10 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La Survey of Consumer Expectations della NY Fed ad agosto registra un calo dell’inflazione attesa di due decimi, a 2,4%, sull’orizzonte a 1 anno (minimo da quando esiste la serie), e di un decimo a 2,5% sull’orizzonte a 3 anni. Le famiglie prevedono una dinamica dei
prezzi a 1 anno in calo per i prezzi dei principali servizi (affitti, istruzione, sanità). Le aspettative per il mercato del lavoro e per la situazione finanziaria restano positive, anche se in marginale calo rispetto al mese precedente.

CINA L’indice dei prezzi al consumo è salito del 2,8% in agosto, come in luglio, ancora spinto al rialzo dall’aumento dei prezzi degli alimentari (10%a/a in agosto) su cui continua ad influire la dinamica dei prezzi della carne di maiale (46,7% a/a). L’inflazione al netto degli alimentari è invece scesa a 1,1%a/a in agosto da 1,3%in luglio, il minimo da giugno del 2016, e quella al netto di alimentari ed energia è scesa a 1,5% da 1,6% in luglio. I prezzi alla produzione sono scesi dello 0,8% a/a dopo il calo dello 0,3% registrato in luglio, spinti al ribasso sia dal calo dei prezzi delle materie prime sia da quello dei beni manufatti, inclusi i beni di consumo durevoli (-2% a/a in agosto). La mancanza di pressioni da domanda lascia spazio per un ulteriore allentamento delle condizioni monetarie.

 

COMMENTI:

ITALIA
– Il nuovo governo ha ottenuto la fiducia alla Camera dei Deputati con 343 voti a favore, 263 contrari e 3 astensioni. I voti favorevoli sono solo due in più rispetto a quelli attribuibili alle forze di maggioranza (341). Nel discorso di presentazione, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato i principali punti programmatici del suo esecutivo contenuti nel documento in 29 punti diffuso dalla stampa nei giorni scorsi. Conte ha affermato che il suo governo intende iniziare una stagione riformatrice, nel segno della novità rispetto alle direzioni meno efficaci delle precedenti azioni. Il Presidente del Consiglio ha indicato che l’orizzonte del suo esecutivo è la fine della legislatura. Tra le priorità in tema di politica economica, Conte ha ribadito l’obiettivo di un taglio del cuneo fiscale sul lavoro, assieme a quello del “salario minimo”. Le coperture individuate per gli interventi di stimolo chiamano in causa, come da bozza programmatica, la spending review e la revisione delle tax expenditures, nonché la lotta all’evasione fiscale. Secondo Conte il governo intende avviare un processo di riduzione del debito pubblico. In sintesi, non sono emerse particolari novità programmatiche rispetto a quanto già comunicato.
– Dopo la fiducia ottenuta alla Camera, il governo Conte si presenta al Senato, dove i numeri sono più risicati: i seggi riferibili alle forze espressamente rappresentate al governo (M5S, PD, LEU) sono 162, appena sopra la maggioranza richiesta (161); almeno un voto di un rappresentante del Movimento 5 Stelle è peraltro a rischio. A questi potrebbero aggiungersi, in forma di appoggio esplicito o almeno di astensione, 5 voti dal gruppo misto, da parte dei
fuoriusciti del Movimento 5 Stelle (più dubbio è il pronunciamento dei 2 esponenti di PiùEuropa e PSI); non è ancora chiaro inoltre se verrà un voto favorevole o un’astensione dai 6 rappresentanti delle Autonomie e da altrettanti senatori a vita. In pratica, il governo dovrebbe poter contare su circa 168 voti, ma tale numero è soggetto a incertezza (la forchetta è compresa tra 161 e 178), e potrebbe variare nel corso della vita dell’esecutivo. L’aula è convocata per le ore 10, il voto è atteso nel tardo pomeriggio o in serata. Intanto oggi, intorno alle ore 12, Ursula von der Leyen presenta la lista dei membri della nuova Commissione UE: secondo fonti di stampa all’italiano Paolo Gentiloni potrebbe essere assegnato il ruolo-chiave di Commissario agli Affari Economici e Monetari.

GERMANIA – Secondo Reuters News, il governo starebbe considerando la possibilità di utilizzare veicoli finanziari a controllo pubblico per finanziare un’espansione della spesa in investimenti coerente con il rispetto del patto di stabilità e crescita senza violare il proprio vincolo di pareggio del bilancio. Secondo l’articolo, ciò  consentirebbe di aumentare l’indebitamento fino a 35 miliardi annui, invece dei 5 miliardi coerenti con il limite legale nazionale.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – In assenza di dati e notizie di rilievo, il dollaro ha aperto la settimana all’insegna della stabilità mantenendosi sui livelli di venerdì. La nota dominante di ieri è stato il generalizzato calo della risk aversion, che ha favorito una risalita dei rendimenti USA. A migliorare il sentiment di mercato ieri hanno contribuito anche le dichiarazioni del Segretario del Tesoro USA Steven Mnuchin, che ha espresso ottimismo sulle prospettive dell’economia statunitense anche grazie al riavvio dei negoziati sui dazi con la Cina. Oggi, in mancanza di dati domestici, e con i mercati in attesa della riunione BCE, il dollaro dovrebbe tendenzialmente mantenersi in range.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in lieve rafforzamento, da 1,1014 a 1,1067 EUR/USD, ma il movimento e perlopiù tecnico e senza effettivi spunti direzionali. La fascia di resistenza importante giace infatti a 1,1070-1,1170 EUR/USD. Anche l’attesa per l’esito della riunione BCE di giovedì dovrebbe contribuire a minimizzare per ora gli spunti direzionali, favorendo piuttosto una stabilizzazione. Eventuali sorprese positive dal dato di produzione industriale italiana potrebbero favorire un nuovo rafforzamento ma non dovrebbero essere in grado di provocare autonomamente uno sfondamento dei primi livelli di resistenza a 1,1070 EUR/USD.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana al rialzo sia contro dollaro da 1,22 a 1,23 GBP/USD sia contro euro da 0,90 a 0,89 EUR/GBP, supportata da dati migliori delle attese (la produzione
industriale ha mostrato un seppur lieve rimbalzo da -0,1% m/m a +0,1% contro previsioni per
un’altra contrazione a -0,1%) e dagli sviluppi su Brexit. La legge anti no-deal ieri ha infatti ottenuto il sigillo della Regina diventando legge a tutti gli effetti, mentre il parlamento ha bocciato di nuovo la mozione del premier Boris Johnson per andare a elezioni anticipate. Johnson ha dichiarato che si recherà al vertice UE il 17 ottobre cercando di ottenere un accordo ma ha ribadito che il governo intende realizzare l’uscita dall’UE il 31 ottobre. L’incertezza politica rimane pertanto elevata lasciando la sterlina a rischio di cedimento. Sul fronte dati intanto escono questa mattina quelli sul mercato del lavoro attesi sostanzialmente positivi, ma non in grado di favorire un nuovo apprezzamento del cambio a meno di sorprese molto favorevoli. Dalla BoE ieri Vlieghe ha prospettato un periodo abbastanza lungo di tassi bassi, escludendo però il rischio di tassi negativi.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in calo sia contro dollaro da 106 a 107 USD/JPY sia contro
euro da 117 a 118 EUR/JPY, penalizzato sia dal calo della risk aversion sia dalla risalita dei
rendimenti USA. In assenza oggi di novità di rilievo dovrebbe stabilizzarsi restando sulla difensiva.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La produzione industriale è attesa in recupero a luglio, stimiamo di due decimi su base congiunturale ovvero esattamente quanto perso il mese precedente. È atteso un contributo positivo dalla componente energetica. Su base annua, l’output è visto in aumento di +1 (rettificato per gli effetti di calendario), da -1,2% di giugno. Sarebbe la crescita tendenziale più alta da settembre dell’anno scorso. Tuttavia, gli indici di fiducia delle imprese nel settore manifatturiero ancora non segnalano una chiara svolta espansiva nel comparto.

FRANCIA – La produzione industriale è attesa in moderato recupero a luglio (+0,5% m/m), dopo il deciso calo di giugno (-2,2% m/m). Su base annua, l’output salirebbe a +0,3%, dopo la stagnazione registrata il mese precedente. Nel trimestre estivo la produzione sarebbe comunque in rotta per una flessione (-0,4% t/t, dopo il +0,3% dei mesi primaverili), il che segnala un possibile rallentamento del PIL (in particolare nella componente investimenti) dopo lo 0,3% t/t della prima metà dell’anno.

STATI UNITIL’indice di fiducia delle piccole imprese compilato dalla National Federation of Independent Business, ad agosto, è previsto in calo a 103 da 104,7 di luglio. La fiducia resta su livelli elevati, ma l’escalation della guerra dei dazi dovrebbe influenzare il tono dell’indagine.