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10 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le vendite al dettaglio di agosto sono tornate a calare dopo il rimbalzo di luglio, sia in volume (-1,1% m/m da 0,9%) che in valore (-0,4% m/m da 1,3%).
Le vendite sono in diminuzione di -2,1% a/a, e in rotta per una contrazione intorno a -0,5% t/t nel trimestre estivo.

AREA EURO – La crescita dei prezzi delle abitazioni è rimasta sostenuta nel 2° trimestre (9,3% a/a da un precedente 9,8%).
Se i costi delle abitazioni occupate dai proprietari fossero inclusi nell’indice dei prezzi al consumo, l’inflazione headline sarebbe superiore all’indice corrente di tre decimi, e l’inflazione al netto di alimentari freschi ed energia di otto decimi.

STATI UNITI
– Venerdì, i dati del mercato del lavoro di settembre hanno mostrato un aumento di occupati non agricoli di 263 mila, in rallentamento rispetto alla dinamica occupazionale dei trimestri precedenti, ma pur sempre su un ritmo sostenuto.
Il quadro occupazionale rimane positivo per il settore privato, con incrementi diffusi sia nell’industria sia nei servizi, ma particolarmente marcati nei secondi.
Il tasso di disoccupazione è tornato a 3,5%, sulla scia di un nuovo calo della forza lavoro.
I salari orari sono in aumento di 0,3% m/m (5% a/a).
Le informazioni di settembre segnalano quindi un rallentamento della domanda ma anche una persistente scarsità di offerta, confermando le indicazioni di persistente eccesso di domanda e giustificando la previsione di una Fed sempre hawkish, in procinto di attuare un altro rialzo dei tassi da 75 pb a novembre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre, a 58,6, ha confermato i livelli della lettura preliminare, con un modesto aumento rispetto al dato di agosto, grazie a un miglioramento delle aspettative.
Le aspettative di inflazione sono calate a 4,7% sull’orizzonte a 1 anno e a 2,7% su quello a 5 anni, ma restano soggette a un grado di incertezza record.

CINA – L’indice PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è sceso di oltre 5 punti, portandosi da 55 in agosto a 49,3 in settembre, spinto al ribasso dalle misure di contenimento dei contagi, in particolare dalle restrizioni ai movimenti imposte durante le festività della Luna (MidAutumn Festval, 10-12 settembre). Dopo essere rimasta per tre mesi in territorio espansivo, la componente dei nuovi ordini è scesa a 48,5 in settembre.
La debolezza della domanda ha portato le imprese a ridurre ulteriormente l’occupazione.
Gli ordini arretrati sono lievemente saliti mentre si registra una marginale accelerazione dei prezzi di vendita e un contemporaneo modesto aumento dei prezzi degli input.
Le aspettative scendono da 62,4 in agosto a 59 in settembre, toccando un minimo da settembre 2020.
L’indice composito è sceso da 53 in agosto a 48,5 in settembre, trainato al ribasso dalla flessione sia dell’indice dei servizi sia di quello manifatturiero.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il debito Target2 della Banca d’Italia è salito in settembre a €714,9 mld, ben 56,2 mld più che in agosto.
L’aumento trova contropartita in una riduzione dei conti delle IFM domestiche e del settore pubblico.
I dati disponibili non consentono ancora di individuare con certezza le cause dell’incremento, ma è presumibile che esso sia da ascrivere a un’ulteriore riduzione degli investimenti di portafoglio di non residenti, in connessione alla scadenza elettorale e alla riduzione generale dell’appetito per il rischio.

GERMANIA – La SPD del cancelliere Olaf Scholz ha vinto le elezioni in Bassa Sassonia, staccando di oltre 5 punti la CDU che registra il peggior risultato dal 1955 nello stato.

UNIONE EUROPEA – Il Consiglio Europeo informale del 7/10 registra più sostegno a favore della proposta di acquisto congiunto di risorse energetiche, ma ribadisce che la prima linea di azione è costituita dalla riduzione dei consumi energetici.
Sui prezzi, Michel ha dichiarato che il prossimo Consiglio “deve essere un’occasione per fare passi avanti”.

BCENagel (Bundesbank) si aspetta una crescita nulla in Germania nel 2023, ma con 2-3 trimestri di contrazione su base congiunturale a partire dal 3° trimestre 2022.
L’inflazione sarà superiore al 6% anche nel 2023.
I tassi ufficiali dovranno salire ancora “significativamente e la BCE dovrà avviare nel prevedibile futuro anche la riduzione del suo portafoglio di titoli.
In calendario oggi gli interventi del capoeconomista Lane e del governatore della Banca di Portogallo Centeno.

STATI UNITI – I verbali della riunione del FOMC dovrebbero confermare un messaggio hawkish, ribadendo l’impegno a mantenere la politica monetaria in territorio restrittivo per “un certo tempo” anche in presenza di segnali recessivi sia per la crescita sia per il mercato del lavoro.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in leggero recupero, beneficiando anche venerdì dell’ulteriore salita dei rendimenti sui dati positivi del mercato del lavoro e aprendo al rialzo oggi.
Dati di inflazione attesi ancora elevati giovedì dovrebbero agevolare un consolidamento, se non vi saranno delusioni, ma importanti saranno anche mercoledì i verbali del FOMC, per eventuali maggiori dettagli sul sentiero di policy, in particolare sulle condizioni che potrebbero portare a rivedere ancora verso l’alto il profilo atteso dei rialzi.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in leggero arretramento e oggi apre in ulteriore calo in area 0,96 EUR/USD, riflettendo principalmente la rinnovata forza del dollaro ma anche in parte le incertezze che si aggiungono ai già chiari segnali di deterioramento del quadro di crescita dell’area all’intensificarsi delle tensioni sul fronte bellico tra Russia e Ucraina.
A meno di delusioni dai dati USA l’euro resta esposto a nuovi cali: supporti chiave in area 0,95 EUR/USD, ma rischi di inaugurazione di nuovi minimi (verso 0,93-0,92 EUR/USD) in quest’ultimo scorcio d’anno.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in leggero arretramento contro dollaro e apre in calo anche oggi in area 1,10 GBP/USD, principalmente di riflesso alla generalizzata forza del dollaro.
Oggi i dati sul mercato del lavoro hanno fornito indicazioni miste, mostrando ancora pressioni sui salari ma un allentamento della dinamica occupazionale.
Fino a che non si hanno chiarimenti sul fronte fiscale la valuta britannica resta esposta a nuova debolezza.
In questi giorni saranno comunque da seguire vari discorsi BoE in programma, incluso Bailey domani.
Contro euro la sterlina, in calo nei giorni scorsi, apre oggi in leggero recupero da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo solo marginale contro dollaro e così apre anche oggi, in avvicinamento ai minimi in area 145 USD/JPY dove è stato attuato il recente intervento valutario.
La risalita dei rendimenti a lunga USA mantiene pressioni ribassiste sullo yen, suscettibili di ampliarsi in vista dei dati di inflazione statunitense, se non deluderanno.
La prospettiva che le autorità possano intervenire di nuovo se necessario sta contribuendo però a frenare il downside dello yen.
Contro euro invece la valuta nipponica è in rafforzamento a 140 EUR/JPY, prevalendo il calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Questa settimana, nell’Eurozona, sono attesi i dati di agosto sulla produzione industriale, che dovrebbero riportare un calo in Italia (dopo il recupero registrato il mese precedente) e un rimbalzo solo parziale nell’insieme dell’area euro.
– Le stime finali sui prezzi al consumo sono viste confermare che a settembre l’inflazione è calata in Francia e ha toccato un massimo da 70 anni in Germania.

STATI UNITI
 – Questa settimana il focus sarà sul CPI di settembre e sui verbali della riunione del FOMC.
Il CPI è atteso in rialzo di 0,3% m/m, con l’aspettativa di un altro aumento extra-large del CPI core (0,5% m/m).
– Le vendite al dettaglio di settembre dovrebbero essere in modesto rialzo, ancora frenate dal calo del prezzo della benzina, ma sostenute dagli aumenti dei prezzi in altri comparti oltre che dall’andamento positivo delle auto.