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10 Ottobre 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Il PPI a settembre sorprende verso il basso con un calo di -0,3% m/m sia per l’indice headline sia per quello core. I beni correggono di -0,4% m/m al netto di alimentari ed energia. Anche i servizi contribuiscono negativamente all’indice complessivo, con una flessione di -0,2% m/m. La debolezza dei prezzi a settembre è diffusa a tutte le voci e, almeno per i beni, riflette gli effetti dell’apprezzamento del dollaro. Tuttavia, il trend in calo del PPI si è accentuato con il rallentamento della domanda e andrà seguito nei prossimi mesi.

GIAPPONE – Gli ordini privati di macchinari ad agosto correggono di -2,4% m/m. Gli ordini privati sono in rallentamento dopo una moderata ripresa associata all’introduzione del rialzo dell’imposta sui consumi entrato in vigore il 1° ottobre. Nel manifatturiero gli ordini sono in calo di -1% m/m. A fronte del calo nel settore privato, si registra un ampio aumento di ordini del settore pubblico, con un rialzo di 36,8% m/m.

 

COMMENTI:

ITALIA – Dopo il via libera della Commissione Bilancio, la Nota di Aggiornamento al DEF è arrivata in aula al Senato; nel fine settimana è atteso un vertice di maggioranza che dovrebbe completare la definizione delle coperture della manovra da 29 miliardi (nelle ultime ore, tra le ipotesi allo studio c’è la stretta sulle false compensazioni tra crediti e debiti su fisco e contributi Inps, che secondo il presidente dell’istituto Tridico potrebbe valere fino a 5 miliardi). È possibile che il Documento Programmatico di Bilancio da inviare alla UE sia approvato nel Consiglio dei Ministri di lunedì 14 ottobre.

AREA EURO – L’Eurogruppo ha approvato la candidatura di Fabio Panetta, attuale Direttore Generale della Banca d’Italia, a nuovo membro del Comitato Esecutivo della BCE. La raccomandazione è stata trasmessa al Consiglio europeo, che dovrebbe adottarla formalmente oggi.
La decisione definitiva sarà adottata prima della fine dell’anno, quando scadrà il mandato di Benoit Coeuré. A margine, il Commissario uscente Moscovici ha dichiarato che la UE è sempre stata molto attenta all’Italia, che è il Paese che ha maggiormente beneficiato della flessibilità inclusa nel Patto di Stabilità e Crescita; secondo Moscovici, la UE deve riflettere “sul modo di promuovere la crescita, aumentare la competitività e la produttività e ridurre le disuguaglianze”.
Nulla è trapelato riguardo a eventuali progressi sul BICC, lo strumento di bilancio comune proposto per l’Eurozona.

BCELuis de Guindos, vicepresidente della BCE, ha dichiarato in un’intervista a Market News che la ragione per cui è stato approvato un pacchetto di misure “è che non si può agire ogni due settimane”, e che “deve essere stabile, e noi dobbiamo essere prevedibili”. Allo stesso tempo, sollecitato dall’intervistatore ha evitato di escludere cambiamenti alla prossima riunione del consiglio direttivo, sostenendo che le decisioni dipenderanno dallo scenario e dai rischi al ribasso.
De Guindos sembra ritenere però che servano misure diverse dalla politica monetaria: nello specifico, “riforme strutturali, politica fiscale, completamento della capital markets union e della banking union”. Né ha smentito di essere stato un sostenitore tiepido delle misure, limitandosi a sostenere che in un’istituzione collegiale “una volta che la decisione è stata presa […] devi difenderla”.

STATI UNITI
Trump ha detto che collaborerà all’indagine di impeachment, a patto che questa sia autorizzata da un voto alla Camera e condotta con regole “giuste” (“fair”). La svolta rispetto alla posizione di lunedì, quando l’amministrazione aveva affermato che non avrebbe collaborato con un’inchiesta a suo avviso “incostituzionale”, è probabilmente dettata dai rischi legali collegati a un ostruzionismo totale nei confronti della Camera e forse in parte anche ai risultati dei sondaggi, che vedono una maggioranza di intervistati favorevoli alla procedura di impeachment (anche se non a un voto di colpevolezza).
Pelosi, da quando l’indagine è partita, ha ripetuto che non è necessario un voto alla Camera, anche se nei casi precedenti le procedure di impeachment sono sempre partite con un voto. L’obiettivo di Pelosi è probabilmente evitare uno schieramento esplicito di rappresentanti democratici contro il presidente in un anno pre-elettorale, anche se nelle ultime settimane la stragrande maggioranza dei 235 democratici alla Camera (su 433) hanno dato sostegno alla procedura. La nuova posizione di Trump, che ha assunto altri avvocati per la sua difesa, porterà a una battaglia sulla legalità dell’indagine anche senza una votazione alla Camera.
– I verbali della riunione del FOMC di settembre rivelano un aumento di preoccupazione diffuso nel Comitato per gli effetti della guerra commerciale e della debolezza della domanda globale, con indicazioni di apertura per ulteriore stimolo, ma senza segnali espliciti riguardo alla tempistica di un nuovo taglio dei tassi.
I partecipanti riportano che vi è un quadro più chiaro di debolezza persistente degli investimenti, della produzione manifatturiera e delle esportazioni, che potrebbe “trasmettersi sulle decisioni di assunzione delle imprese, con implicazioni avverse per il reddito e la spesa delle famiglie”.
In generale, i partecipanti mantenevano uno scenario economico positivo, anche grazie agli effetti dei tagli dei tassi già attuati. Il comitato indicava che la debolezza del manifatturiero e degli investimenti non dava segni di svolta e ritenevano che l’incertezza sulla politica commerciale fosse una causa significativa della correzione nel manifatturiero. “Diversi” partecipanti riportavano preoccupazione per le possibili conseguenze sull’occupazione futura e giudicavano importante agire con anticipo per sostenere l’espansione per via dei ritardi con cui agisce la politica monetaria.
Inoltre, dai verbali traspare la presenza di opinioni diverse non solo sul sentiero dei tassi di brevissimo termine, come evidente dai tre dissensi espliciti, ma anche sulla necessità di segnalare al mercato una posizione più chiara sul numero di tagli atteso.
“Diversi” partecipanti infatti apparivano preoccupati per le aspettative di mercato per tagli di almeno 1 pp nel prossimo anno, con il timore implicito che la Fed si trovi ingabbiata in una rincorsa del mercato, che potrebbe riportare l’inclinazione della curva dei rendimenti in territorio negativo dopo ogni taglio dei tassi. Questi partecipanti avrebbero voluto inserire nel comunicato un’indicazione sul numero di tagli atteso per contrastare l’incertezza sulla politica commerciale. “Diversi” partecipanti notavano anche che la probabilità di recessione stimata con modelli statistici è in aumento.
Dai verbali non emergono informazioni relative alla tempistica del prossimo taglio, scontato dal mercato per ottobre. Le informazioni macro ancora rilevanti per le decisioni della riunione di settembre sono le vendite al dettaglio di settembre, importanti per il quadro dei consumi dell’autunno.
In assenza di posizioni esplicite nei discorsi della prossima settimana, la probabilità di un taglio a ottobre potrebbe aumentare considerevolmente: la nostra previsione per il prossimo intervento sui tassi potrebbe spostarsi perciò da dicembre a ottobre.
I verbali segnalano che la crescita “organica” del bilancio dovrebbe riprendere in tempi brevi, in linea con le affermazioni di Powell di due giorni fa, e aprono la strada a un annuncio in tal senso già alla riunione di ottobre.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro si è sostanzialmente stabilizzato mantenendosi all’interno del range di martedì ma ha attraversato sessioni movimentate al susseguirsi di notizie contrastanti alla vigilia dei negoziati commerciali USA-Cina che riprendono oggi. Alla fine ha comunque prevalso un sentiment cautamente positivo.
Il Financial Times riporta che la Cina si sarebbe offerta di acquistare più prodotti agricoli dagli USA, mentre secondo Bloomberg gli Stati Uniti starebbero considerando una sorta di patto valutario come parte di un accordo parziale che potrebbe vedere la sospensione dell’aumento di alcuni dazi che dovrebbero entrare in vigore la settimana prossima.
Dai verbali del FOMC è emerso un aumento di preoccupazione per gli effetti della guerra commerciale e della debolezza della domanda globale, con indicazioni di apertura per ulteriore stimolo, ma senza segnali espliciti riguardo alla tempistica di un nuovo taglio dei tassi. Powell ha ribadito che l’economia USA è in buona forma aggiungendo che è importante mantenere l’inflazione in prossimità del target e spiegando che la politica monetaria della Fed si è dimostrata efficace e rimane tale. Oggi verranno pubblicati i dati di inflazione che dovrebbero mostrare una stabilizzazione o un marginale aumento, ma i riflettori saranno puntati anche sui negoziati USA-Cina che dureranno fino a domani. In caso di sorprese positive dai dati o di notizie favorevoli sul fronte degli incontri USA-Cina il dollaro si rafforzerebbe proseguendo i rialzi d’inizio settimana.

EUR – Simmetricamente l’euro ieri si è mantenuto all’interno del range di martedì in area 1,09 EUR/USD ma questa mattina ha aperto al rialzo riaffacciandosi a quota 1,10 EUR/USD.
Questo movimento è in parte tecnico e in parte collegato ad aspettative cautamente favorevoli in merito ai negoziati USA-Cina, ma riflette la volatilità dominante alla vigilia della ripresa di tali negoziati.
Infatti il rialzo è avvenuto inizialmente nonostante la delusione del dato di produzione industriale francese che ha mostrato un’ampia contrazione contro previsioni di un altro progresso positivo. Ora è più coerente con quello di produzione italiana che invece ha confermato le attese di miglioramento e potrebbe agevolare la prosecuzione del rafforzamento del cambio, anche se eventuali sviluppi più favorevoli negli USA dovrebbero avere il sopravvento comprimendo l’upside.
Il primo livello chiave di resistenza da monitorare si colloca a 1,1070 EUR/USD: fintantoché tale livello non viene leso resta tecnicamente in essere il fronte ribassista.

GBP – Al permanere dell’incertezza su Brexit e in assenza di progressi concreti la sterlina è rimasta sulla difensiva ma grazie all’assenza di novità negative si è mantenuta all’interno del range di martedì a 1,21-1,22 GBP/USD contro dollaro e questa mattina ha aperto in rafforzamento.
Il caponegoziatore UE Barnier ha dichiarato infatti che raggiungere un accordo è molto difficile ma è possibile e anche Johnson si è detto cautamente ottimista.
È inoltre in programma oggi un incontro tra Johnson e il premier irlandese Varadkar
per cercare di trovare un accordo sulla questione irlandese.
Contro euro invece la sterlina si è indebolita portandosi da 0,89 a 0,90 EUR/GBP, ma soprattutto per via del contestuale rafforzamento dell’EUR/USD.
Gli sviluppi su Brexit restano il driver principale del cambio, con reattività simmetrica per la sterlina. Sul fronte dati oggi esce la produzione industriale, attesa negativa, il che aggiungerebbe altra evidenza ai rischi verso il basso sulla crescita provocati dall’incertezza di Brexit, con ripercussioni negative sulla valuta britannica.

JPY – Lo yen ha vissuto sessioni piuttosto volatili al susseguirsi di notizie contrastanti sul fronte dei rapporti commerciali USA-Cina ma prevalendo alla fine un sentiment cautamente positivo complessivamente si è indebolito passando da 106 a 107 USD/JPY e da 117 a 118 EUR/JPY.
Dalla BoJ intanto questa notte il vice-governatore Amamiya ha dichiarato che la BoJ adotterà tutte le misure necessarie a sostenere la ripresa dell’economia. La possibilità di nuovo allentamento monetario forse già alla riunione di fine mese dovrebbe contribuire a limitare l’upside dello yen anche in caso di aumento della risk aversion. Oggi nel frattempo l’attenzione sarà concentrata sui negoziati USA-Cina: eventuali sviluppi favorevoli su questo fronte indebolirebbero ulteriormente la valuta nipponica.

 

PREVISIONI:

ITALIA – In agosto, si prevede un rimbalzo di 0,3% m/m della produzione industriale, dopo i due cali consecutivi verificatisi in giugno e luglio. L’indice di produzione dell’indagine PMI è salito marginalmente da 49,1 a 49,3, secondo incremento consecutivo. Nell’indagine Istat il saldo dei giudizi sui livelli produttivi era peggiorato da -8 a -14,1, mentre quello sulle aspettative di produzione a 3 mesi era migliorato da 0,5 a 5,2. La piccola ripresa di agosto non eviterebbe una nuova flessione nel terzo trimestre rispetto al secondo, anche se probabilmente più contenuta rispetto al periodo precedente.

FRANCIA – La produzione industriale ad agosto è vista in aumento di solo 0,2% m/m (da 0,3% m/m). Stando alle indagini di fiducia, il comparto manifatturiero nel mese dovrebbe essere avanzato a un ritmo moderato. La produzione di energia è invece vista contrarsi del 2% sulla scia del livello non elevato delle temperature medie. Se confermato, la variazione annua passerebbe a -0,1% da -0,2%, lasciando l’output in rotta per una contrazione di -0,5% t/t nel terzo trimestre da +0,2% t/t di giugno.

STATI UNITI – Il CPI a settembre dovrebbe aumentare di 0,1% m/m come a luglio, con un contributo negativo dell’energia. La variazione dell’indice core dovrebbe rallentare a 0,2% m/m, dopo tre rialzi consecutivi di 0,3% m/m, riportandosi sul trend della primavera.
L’inflazione core dovrebbe aumentare ancora, salendo a 2,5% a/a da 2,4% di agosto.
Fra le principali voci, la sanità dovrebbe rallentare dopo due aumenti solidi (0,7% m/m e 0,5% m/m, rispettivamente, a luglio e agosto), mentre i servizi abitativi dovrebbero registrare una riaccelerazione a 0,2% m/m, dopo l’anomalo 0,1% m/m di agosto. La previsione per il deflatore core dei consumi in uscita il 31 ottobre è di un aumento di 0,2% m/m e 1,8% a/a, con indicazioni di ritorno dell’inflazione core verso il 2%.