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10 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina, i dati definitivi sull’inflazione di febbraio in hanno confermato che l’inflazione è rimasta stabile all’8,7% a/a sul CPI, mentre è salita al 9,3% a/a dal 9,2% di gennaio sull’indice armonizzato UE.
La variazione congiunturale è stata di +0,8% m/m sulla misura nazionale e di +1% su quella armonizzata, con pressioni al rialzo legate in particolare ai pacchetti vacanze e agli alimentari.
L’inflazione al netto di energia ed alimentari è cresciuta al 5,7% dal 5,6% precedente.

STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 4 marzo sono salite a 211 mila, in rialzi di 21 mila dalla settimana precedente, ma sempre su livelli storicamente bassi e inferiori a quelli della seconda metà del 2022.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il presidente dell’ARERA ha dichiarato che la bolletta della luce per il mercato a maggior tutela è attesa scendere di oltre il 20% nel secondo trimestre, mentre il gas dovrebbe subire un altro lieve calo a marzo (sia pure meno pronunciato di quello visto il mese precedente).
Intanto, il Tesoro ha comunicato che il nuovo Btp Italia marzo 2028 è stato assegnato per un totale di 9,92 miliardi di euro, di cui 1,35 sottoscritti dagli investitori istituzionali.

STATI UNITI – Ieri, Biden ha presentato il budget per l’a.f. 2024.
Complessivamente, il budget proposto vede spese per 6,9 tln nell’a.f. 2024, in aumento di circa 500 mld rispetto al 2023.
La spesa discrezionale, pari a 1,7 tln (circa metà per la difesa), è in aumento di circa il 3%.
Come già annunciato, i programmi per sanità e previdenza non vengono toccati dal lato delle spese.
Complessivamente, il budget ridurrebbe i deficit cumulati in 10 anni di circa 3 tln di dollari, grazie a incrementi delle imposte sulle fasce alte di reddito (aliquote più elevate per la tassazione sul reddito e per i contributi) e sulle imprese.
Il debito nel decennio 2024-33 aumenterebbe di 19 tln e il rapporto debito/PIL salirebbe da 98% nel 2023 a 110% nel 2033.
La spesa per interessi nel decennio sarebbe pari a 10,2 tln, superando il costo per la difesa nel decennio.
Il sentiero previsto per il deficit/PIL è in calo fino al 2027 (4,9%) e in successiva ripresa, al 5,1% nel 2033. Come di consueto, il budget del presidente non ha implicazioni operative, per mancanza dei voti necessari ad approvarlo in Congresso, tuttavia rappresenta un punto di partenza per i negoziati fra i due partiti, particolarmente rilevanti alla vigilia dello scontro sul limite del debito.

GIAPPONE – L’ultima riunione della BoJ presieduta da Kuroda si è conclusa con un voto unanime a favore di politiche invariate, mantenendo gli obiettivi per il tasso overnight a -0,1% e per i rendimenti a 10 anni a zero, con fluttuazioni all’interno di un intervallo compreso fra – 0,5% e +0,5%.
Lo scenario dell’economia secondo la BoJ rimane di crescita moderata, grazie al supporto della politica fiscale e alla fine dell’emergenza Covid.
La banca centrale prevede un rallentamento dell’inflazione sotto il 2% nella seconda metà del 2023 e un successivo modesto rialzo, sostenuto dalla chiusura prevista dell’output gap.
Il mandato di Kuroda si concluderà l’8 aprile e il suo successore, K. Ueda, ha segnalato che con una previsione di ritorno dell’inflazione sotto il 2% quest’anno, è appropriato mantenere una politica monetaria espansiva.
Tuttavia, Ueda ha anche affermato che, se ci saranno indicazioni di un riavvicinamento della dinamica dei prezzi al 2%, sarà opportuno considerare una normalizzazione della politica monetaria.
A nostro avviso la BoJ manterrà politiche invariate ancora almeno per un paio di riunioni e a partire da metà anno potrebbe discutere modifiche al controllo della curva.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è arretrato ieri, principalmente sul calo dei rendimenti per l’aumento dei sussidi di disoccupazione, dato a cui il mercato in questo caso ha mostrato maggiore reattività perché oggi viene pubblicato l’employment report e dai dati sul mercato del lavoro di un mese fa il dollaro ha messo a segno un rafforzamento molto ampio.
Il vero test sarà comunque sui dati di oggi, dove si attende un rallentamento della crescita occupazionale ma su livelli comunque elevati che potrebbero portare la Fed ad alzare i tassi di 50 pb alla riunione del 22 marzo, soprattutto se i dati di oggi dovessero sorprendere ancora verso l’alto e anche l’inflazione martedì mostrare pressioni rialziste più persistenti.
Se i dati andranno in questa direzione, il dollaro dovrebbe quindi tornare a rafforzarsi.

EUR – Sull’arretramento del dollaro e sul restringimento dei differenziali di rendimento l’euro è risalito da 1,05 a 1,06 EUR/USD.
Resta tuttavia esposto a un nuovo calo se l’employment report confermerà i segnali di tenuta del mercato del lavoro o dovesse ancora sorprendere verso l’alto.
Supporti chiave a 1,0530-1,0500-1,0470 EUR/USD.
Il downside dovrebbe essere comunque limitato, sia nell’entità che nella durata, perché nei prossimi mesi anche la BCE potrebbe trovarsi a dover alzare i tassi un po’ più del previsto.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata ieri sul calo del dollaro da 1,18 a 1,19 GBP/USD e sta proseguendo il rialzo stamani grazie ai dati domestici sul PIL mensile di gennaio che hanno mostrato un rimbalzo superiore alle attese grazie al contributo dei servizi, prevalendo così sui dati di produzione industriale che invece hanno mostrato una contrazione maggior del previsto.
Oggi, tuttavia, anche sulla sterlina prevarranno i driver di dollaro, per cui indicazioni positive dall’employment report USA la farebbero retrocedere di nuovo contro dollaro.
Il calo potrebbe estendersi anche contro euro, soprattutto dopo il recupero degli ultimi due giorni da 0,89 a 0,88 EUR/GBP, ma anche se così non fosse nell’immediato resterebbe la prospettiva di un successivo indebolimento della sterlina rispetto all’euro in vista di rialzi dei tassi BCE nei prossimi mesi superiori a quelli della BoE.

JPYAnche lo yen si è rafforzato ieri sul calo del dollaro e dei rendimenti a lunga USA portandosi da 137 a 135 USD/JPY ma è tornato a scendere rapidamente questa notte sull’esito della riunione BoJ che ha lasciato invariati i parametri di policy che restano così massimamente espansivi, come da attese, e non ha fatto aperture verso una possibile normalizzazione della politica monetaria nel post-Kuroda.
Le recenti dichiarazioni di K. Ueda, che subentrerà a Kuroda dalla prossima riunione del 28 aprile, prospettano tuttavia la possibilità di una futura revisione di policy in direzione meno espansiva in corso d’anno, a condizione che le dinamiche inflazionistico/salariali indichino una tendenza di fondo rialzista.
Oggi, intanto, l’indebolimento dello yen potrà ampliarsi se i dati USA confermeranno le attese positive o se addirittura dovessero sorprendere verso l’alto.
Oggi, post-BoJ, lo yen è in calo anche contro euro da 143 a 144 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Il principale focus della giornata di oggi sarà sui dati del mercato del lavoro di febbraio negli Stati Uniti, che daranno informazioni cruciali per l’esito della riunione del FOMC del 22 marzo.
Gli occupati non agricoli dovrebbero tornare sul trend dell’autunno, in graduale calo ma sempre su livelli elevati.
A febbraio, la previsione è un aumento di 230 mila, dopo il balzo di gennaio (517 mila), attribuibile a difficoltà di destagionalizzazione.
Le informazioni delle indagini e dell’ADP sono in linea con una variazione ancora solida.
Le componenti occupazione dell’ISM e del PMI si sono mantenute in territorio espansivo sia nel manifatturiero sia nei servizi, l’ADP ha registrato una variazione di 242 mila e le richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana di rilevazione, a 195 mila, erano al di sotto dei livelli dell’autunno.
I rischi per la previsione dei nonfarm payolls sono verso l’alto.
Un elemento importante da monitorare è la settimana lavorativa.
Nel 2022, le ore lavorate sono state su un trend costantemente verso il basso, invertitosi nettamente a gennaio con un rimbalzo inatteso.
Una conferma del rialzo di inizio anno darebbe indicazioni di riaccelerazione dell’attività e della dinamica retributiva.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe mantenersi invariato a 3,4%, con il tasso di partecipazione stabile a 62,4%.
I salari orari sono previsti in rialzo di 0,3% m/m, anche alla luce delle indicazioni del Beige Book e dell’indagine delle piccole imprese che riportano moderazione attesa per la dinamica salariale.
I dati del mercato del lavoro, insieme al CPI di febbraio, saranno determinanti per l’entità del rialzo dei tassi di marzo.
Occupati e inflazione core in linea con le aspettative di consenso, quindi coerenti con un’interruzione dei trend di rallentamento dell’autunno, rendono probabile lo scenario scontato ora dal mercato, di riaccelerazione del sentiero dei rialzi, con un aumento di 50pb.